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viii. so sick of myself

▂▂▂▂▂▂▂ 𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝐞𝐢𝐠𝐡𝐭

𝒔𝒐 𝒔𝒊𝒄𝒌 𝒐𝒇 𝒎𝒚𝒔𝒆𝒍𝒇  ▎💐:: 4400 𝖜𝖔𝖗𝖉𝖘

































































































⚝ CREDO DI NON AVER MAI AVUTO PAURA DI NULLA. Nulla.

Ho sempre sorriso e portato tutto avanti, nel bene e nel male, ho sempre voluto mettere davanti le cose che amo. La paura mi faceva da sfondo mentre vivevo la vita che chiunque avrebbe sognato.

Ma essa ha preso una brutta piega. Ho visto mio padre morire e mio fratello fare la stessa fine qualche decina di minuti più tardi, non è una cosa normale, non tutti assistono alla morte della propria famiglia rimanendone indifferenti. Nessuno.

Come solo mia madre sa, spesso ho ricorso al suicidio, spesso ho cercato di autodistruggermi, ma i modi sono sempre stati lenti e dolorosi; perché la verità è che l'unica cosa che mi spaventava era la morte.

Ho sempre voluto morire, ma ho sempre anche cercato mille scuse per non farlo perché avevo paura.

Le persone che non hanno tentato il suicidio non capirebbero mai la sensazione di esitazione; quella che ti blocca qualche secondo prima, o nel momento stesso, le persone che vedono la situazione da fuori ti chiameranno depressa, pazza, egoista, codarda; ma la verità è che dietro a tutto ciò c'è una persona che vuole farlo, soffre abbastanza per poterlo fare perché la vita l'ha spinto a farlo, ma non riesce.

Ho sempre invidiato coloro che hanno un padre presente e dolce; perché senza di lui la mia famiglia si è sgretolata in qualche attimo.

Ho sempre pensato che avere un padre è l'essenziale, ma immagino la sofferenza di coloro che guardano il loro padre scappare dalla famiglia; non voler più far parte di quel nucleo, quel nido, e lì comprendo quanto sia difficile la sofferenza di John B, capendo il lume di speranza che si spegne ogni volta che chiude gli occhi e si rialza senza il padre al suo fianco.

Vorrei davvero pensare invece a come sarebbe avere un padre come Luke Maybank, non presente, pieno di debiti e odio nei confronti di suo figlio che, nonostante tutto ciò, è cresciuto come un vero principe.

Ammiro JJ e John B, perché mi fanno sentire meno sola in questo mondo.

Non nego di non sapere proprio classificare quali delle tre condizioni sia peggiore, ma so bene che soffriamo tutti e tre, e nessuna delle tre è una buona situazione.

. . .

"Cosa pensate che ci sia dentro?" domandò JJ posando la testa sulle mie ginocchia; io bevvi un sorso di red bull e guardai le reazioni degli altri.

In realtà era una cosa che amavo fare spesso, riflettere sulle reazioni improvvise delle persone, che poi tendono a mascherare.

"Oro?" provò a puntare Kie.

"Secondo me c'è tanta droga costosa, l'oro è troppo grosso per poterci stare dentro" concetizzò il suo argomento il biondo

"JJ, parli come se te ne intendessi" scherzai, ridacchiando.

"Hai colpito a fondo" sbuffò JJ, dandomi uno schiaffetto sul ginocchio.

"Sky ci rovinerà tutti quanti con le sue battute" commentò John B, ridendo. Io ridacchiai divertita.

"Invece Pope verrà rovinato da qualcos'altro" giudicò il biondo, altamente divertito mentre puntava il dito contro Pope. Io mi girai verso di lui e trattenni una risatina.

"Una vera e propria erezione!" rise anche il castano.

"Sono curioso, ok? Aprite quella busta!" ordinò in imbarazzo.

"Scoppio di ira. Pope, fai di me ciò che vuoi" feci spallucce e JJ rise.

"Guarda Pope, sto aprendo." indicò il castano mentre apriva la busta, tirando fuori un oggetto che alla luce del sole si illuminò per un secondo.

"Cos'è?" chiesi

"È una bussola del cazzo!" sbottò JJ, alzandosi e lanciando il suo cappellino a terra.

"Abbiamo rischiato la vita per un pezzo di metallo!"

"Stiamo scherzando?!"

Io non reagii, vedevo le lacrime negli occhi di John B annebbiargli la vista e mi sentii in dovere di proteggerlo. "Jay B, cosa c'è?" domandai, alternando lo sguardo tra la bussola e gli occhi del castano.

"Questa bussola-" iniziò, mandando giù la saliva e sospirando per trattenere un forte pianto. "è di mio padre." concluse.

Io sgranai gli occhi mentre tutti gli altri si zittirono. Era possibile che Big John fosse ancora vivo? E se sì, perché la polizia ci aveva mentito in questo modo?

A volte esistono persone che perdono il lume della ragione non sapendo che per tutti c'è una speranza, anche per le più dannate delle anime.

Io mi alzai dal muretto e mi avvicinai a John B, che si drizzò in piedi e si fece cingere il collo dalle mie braccia, tenendo i miei fianchi con poca convinzione. Lo sentivo rigido e distante quindi mi staccai e lo guardai negli occhi. "Affronteremo tutto questo assieme." sussurrai spostandoli una ciocca di capelli castani lontani dal viso, in modo da vederlo perfettamente p per poi riabbracciarlo.

. . .

La mattina dopo ero allo Chateau. Il clima era tranquillo mentre dormivo affiancata da John B sul divano. Ma il mio sonno venne interrotto da vere e proprie botte alla finestra.

Cercai di aprire gli occhi, ma non appena riuscii a farlo, mi resi conto che già John B aveva scoperto JJ fargli uno scherzo poco divertente. Mi alzai seduta sul divano. "Anche la Boseman viene?" domandò JJ, il castano scosse la testa.

"Perché?" chiese JJ

"Perché deve tornare da sua madre, poi è una cosa che dobbiamo risolvere noi due" gli diede una pacca sulla spalla.

"Jay B, io ci sono, se vuoi che io venga" gli ricordai, lui si girò e mi toccò il naso con la punta dell'indice.

"Non ci penso neanche" sorrise, per poi rigirarsi verso il biondo.

"E perché, scusami" domandai inarcando un sopracciglio mentre stringevo forte i miei fianchi.

"Perché abbiamo tutti visto che sei una persona molto impulsiva, e non vogliamo che tu muoia al primo ostacolo" chiarì, cercando l'appoggio di JJ.

"Oh andiamo! L'avreste fatto tutti!" gli ricordai.

"Ci vediamo a mezzogiorno, non tardare principessa" mi salutò dandomi un bacio sulla punta della testa in modo frettoloso, per non continuare la discussione.

"Sisi, ciao" sospirai.

"Io ti avrei portata, biondina" provò ad entrare nelle mie grazie.

"Oh sì, certo!" lo cacciai via, facendolo ridere.

Poi mi sedetti sul divanetto in salotto "due ore tutte per te, Sky" sospirai, tra me e me.

Nello stesso momento mi alzai e andai a farmi una tisana ed ecco il via alla mia giornata!

. . .

POV JOHN B

"Io mi dico, perché non ci provi?" mi chiese JJ, rendendola più ovvia del previsto.

"JJ non è così che funziona, ognuno di noi ha i propri spazi, in più ho invitato Sky nei Pogues per trovarsi degli amici, non per provarci con lei." gli ricordai, a volte mi sembra che JJ non riesca a comprendere le situazioni; se mai dovessi parlare con Sky dei miei sentimenti, l'ultima cosa che farei è usarla per il sesso.

"Non mi sembra che lei rispetta questi spazi, la vedo davvero presa da te." ammise il biondo "ed io la approvo per te! C'è ti capisco, è bella, bionda, ironica e dolce; l'esatta copia del tuo migliore amico, ma alla versione femminile!" ridacchiò.

"Pope è il mio migliore amico." cercai di zittirlo.

"Oh sì, e a te Sky non piace, giusto?"

"Sta' zitto"

"Non ti piace la verità amico, e io me ne rendo conto, siamo amici puoi dirmele certe cose" sospirò una boccata di fumo.

"Ah si? Bene, allora, da grande amico che sono, ti dico che mi dà fastidio che tu fumi nel Twinkie" presi la sua roll di erba e la gettai fuori dal finestrino.

"Bravo, bravo, cambia argomento, eh. La prossima volta arrossisci di meno,però" si congratulò, facendomi sgranare gli occhi.

"Arrosisco?" chiesi di getto.

"Oh sì, e anche tanto. Amico, cerca di nasconderlo meglio se non vuoi che Sky lo noti subito."

. . .

POV SKY

Alla fine avevo deciso di non tornare a casa, ma bensì di scrivere un messaggio a mia madre, informandola della mia salute e di ciò che stavo facendo, con i giusti limiti, senza andarle a spifferare nulla.

Ero al Wreck, il ristorante dei genitori di Kiara ed ero seduta a tavola con la riccia davanti che mi ascoltava mentre raccontavo di stamattina. "Non credo che John B intendesse essere uno stronzo, non dopo aver dormito con te tutta la notte" provò a giustificarlo.

"Lo so" sussurrai in un sospiro, mentre sorseggiavo un caffè freddo.

"Il fatto è che non posso neanche dire che è fatto così, perché sappiamo entrambe che è una bugia" rifletté Kie, io feci spallucce.

"Fatto sta che non mi importa" provai a recitare

"Beh, ti ha dato un bacio sulla testa, Sky deve significare qualcosa" si poggiò sui gomiti riflettendo "poi ha insistito lui nel farti entrare nel nostro gruppo, prima che ci conoscessimo, ovviamente" continuò a pensare.

"Sarà perché gli si è parata davanti la strada di suo padre ed è più eccitato che mai; lo capisco in quel caso, anche io sarei felice se ci fosse anche solo una possibilità che mio padre fosse vivo" ammisi, e bevvi il sorso che mi mancava per terminare il caffè, poi mi alzai assieme a Kie andando a ritirare il cibo che avevamo ritirato, dirigendoci verso il Château.

"Sarà... ma non scoraggiarti con lui, ci tiene; poi, parliamoci seriamente, non sono sicura che questa storia di suo padre sia al cento per cento veritiera e so che, quando lo realizzerà, avrà bisogno di qualcuno al suo fianco e tu sei perfetta, sai perfettamente come ci si sente e hai un debole per lui. In modo buono, ovviamente."

"Non ho mai ammesso di avere un debole per lui" la guardai con il sopracciglio inarcato

"Sky, non ce n'è bisogno, parlate da soli, i vostri occhi"

"Kie, stai percependo la cosa in modo sbagliato" ridacchiai spostando una ciocca bionda dal viso. "ci tengo a lui, mi ha aiutata con tutta la merda del panico, sai. Ma John B non potrà mai essere nulla di più"

"Perché?"

"Perché sono quella persona che tende a rovinare tutto quando va troppo bene, e non voglio ferire John B, sappiamo entrambe che non lo merita".

. . .

"Sky! Sky, cos'hai?" pianse Josh, entrambe le sue mani stringevano i suoi capelli castani tirandoli leggermente. Io mi buttai a terra scoppiando in singhiozzi, la mia schiena toccava il muro e lui mi rincorreva per casa. "Sky, non puoi lasciarmi così! Cos'è successo? Cos'ho fatto?"

Io piansi più forte, non riuscendo a bloccarmi. "Josh, te l'ho detto, nulla!" gridai.

La verità era che Josh era stato perfetto con me, lui non aveva fatto nulla, il punto era che non meritava di vivere i miei traumi; io lo nascondevo nella mia paura. Lui pensava che io non notassi il modo in cui lui era diventato meno sociale per colpa mia, lui pensava che io non notassi il modo in cui l'avevo rovinato.

"Allora cosa Sky? Non ho fatto abbastanza per te? Perché non mi ami come ti amo io?" lo vidi sedersi accanto a me, posando la testa sulle ginocchia.

"Josh, il fatto è che io non sono quella giusta" sussurrai chiudendo gli occhi. Poi poggiai una mano sulla sua spalla.

Lui la scrollò. "Non mi toccare" sbottò

"Josh.." sussurrai.

"Sky, no" pronunciò esausto. "io ho fatto di tutto per te, io ho provato a starti dietro, ti ho consolata, ti ho ricordato che non è colpa tua, ti ho aiutata a mangiare, ti ho ricordato che sei speciale-" elencò con le lacrime agli occhi

"Josh.." lo interruppi piangendo.

"No, Sky, non ho finito. Io ti ho aiutata, ma io l'ho fatto per te, non per sforzo, ma perché nessuno merita di soffrire come hai sofferto tu, Sky, tu sei speciale, e sempre lo sarai, sono sicuro che non lo fai perché mi odi, né lo fai apposta..." sospirò "ma ti prego, pensaci, perché con questo gesto non mi aiuti, io non diventerò migliore, io sono la parte migliore di me solo con te" sussurrò

"Josh, io sono troppo problematica per uno come te" sussurrai, lui sospirò piangendo e mi posò un bacio sulla testa prima di alzarsi e avvicinarsi alla soglia della porta. "le anime complementari si ritrovano sempre" pronunciò a bassa voce "ricordalo Sky" continuò uscendo dalla porta e lì, non appena chiuse la porta, io scoppiai a piangere ancora più forte.

Non sarò felice io, ma ho aiutato una persona che mi ama e a cui io tengo a liberarsi di me, perché nessuno merita di avere paura che io muoia in qualunque momento; probabilmente stavo mollando le staffe, e qui nessuno avrebbe potuto aiutarmi, neanche la mia esitazione.

. . .

"Alla buon'ora" esclamò Kiara, quando vide le due facce del biondo e del castano uscire dal Twinkie. Credo fosse più irritata di me riguardo alla questione con John B.

"Non è un buon momento per parlare" sospirò il castano, Kie mi donò uno sguardo confuso e io le risposi seguendo il ragazzo.

"Cos'è successo John B?" domandai, lui si girò stressato poggiando la schiena sull'isola della cucina.

"Nulla, nulla Sky; la solita merda." parlò alla svelta, spostandosi i capelli dal viso.

"Ok" feci spallucce. "ti va di parlarne?" domandai.

"Probabilmente JJ lo sta raccontando a tutti" sospirò.

"Non vuoi raccontarmi la tua versione?"

"Non c'è nessuna versione"

"Perché sei così freddo?" sbottai, guardandolo storto. "non ti ho fatto nulla" gli ricordai, cercando di non litigare.

"Non sono freddo, sono stressato" rispose, guardando a terra. Io mi avvicinai a lui e gli presi la mano.

"Cos'è successo?" sussurrai, cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire in qualunque momento.

La situazione era così dannatamente simile a quel giorno, quel fottuto giorno; il giorno peggiore della mia vita.

"I contrabbandieri che ieri ci hanno seguiti con un fucile hanno minacciato Lana Grabbs" parlò, tutto d'un colpo.

"Stai scherzando" sussurrai, particolarmente stupita.

"No, no e il fatto è che l'hanno picchiata a morte; quando l'abbiamo vista, subito dopo, era morente a terra e piangeva"

"Voi cosa avete fatto?"

"Ci ha cacciati"

"Oddio" sussurrai mettendomi una mano davanti alla bocca, rischiando di mostrare la mia vera essenza.

Era da giorni che rimandavo la mia seduta e forse ne avevo davvero bisogno.

"Sky, tutto bene?"

"Sisi" sussurrai "posso andare in bagno?" chiesi, lui annuì semplicemente ed io mi posai una mano sul petto cercando di respirare.

Una botta di ricordi mi era tuffata addosso, tanto da non lasciarmi respirare.

. . .

Era il 12 settembre, il giorno prima del ritorno a scuola, ma lo ricordo come "il giorno prima della tragedia che mi ha rovinato la vita.

Ricordo di aver sentito delle urla provenienti dalla camera dei miei genitori. "Stai scherzando! Abbiamo lavorato anni per averlo nelle nostre mani!" gridava mia madre.

"Io cerco da anni! Io sto lavorando da anni, tu non hai fatto nulla, io e John Booker abbiamo oscurato tutto e tutti per averlo, ce lo siamo guadagnati ed ora scopro questo, mi fai schifo!" aveva gridato, invece mio padre.

Io ero davanti alla soglia della porta e guardavo furtivamente la scena, cercando di placare il tremolio alle mani.

Stavo trattenendo un forte singhiozzo facendo accelerare il mio battito cardiaco mentre uno dei miei obbiettivi era non toccare la porta con le mani.

Mi scoppiava la testa e avrei voluto piangere, l'avrei fatto, ma volevo sapere perché mamma e papà litigavano. Cos'aveva fatto mio padre? mi chiedevo.

Purtoppo ero troppo piccola per comprendere tutte le problematiche dei grandi, quindi mi limitavo a piangere tra le braccia di mio fratello nei momenti in cui i miei genitori si scambiavano parole di odio a vicenda. Si poteva dire che ci ero abituata. E anche Richard lo era. Infatti, tutte le volte che sentiva le grida, si precipitava frettolosamente in camera mia per poi tenermi stretta tra le sue braccia mentre sussurrava parole di conforto con le labbra poggiate sulla mia testa. "Andrà tutto bene." sentivo tra i suoi sussurri, e mi sentivo meglio, ma sapevo che lui non si sentiva abbastanza confortato, quindi cercavo di cessare le lacrime e mostrargli che io stavo bene, quando avrei solo voluto gridare e smettere di pensare.

Ma questa volta Richard non era in casa, era uscito a giocare a basket con Josh, il suo migliore amico e il mio ragazzo dei tempi.

Non sapevo cosa fare. Mi sentivo sbagliata, in un momento sbagliato, con una reazione sbagliata. Insomma, sentivo un forte buco nel cuore e non riuscivo a respirare, né tanto ci tenevo, in realtà.

"Edward, non scherzare" sentii, poi singhiozzi strozzati e urla su urla.

Non riuscii più a trattenermi e scoppiai a piangere, i miei singhiozzi furono l'unica cosa che si sentiva nel silenzio. Mia madre era muta e mio padre pure e ora che sentivano i miei respiri irregolari avevano smesso di litigare.

Le loro teste si voltarono nella mia direzione e l'unica cosa che riuscii a fare era continuare a guardarli negli occhi.

"Sky" sussurrò mio padre, venendo verso la mia direzione. Io singhiozzai sentendomi stupida ad aver ceduto.

"Tranquilla, è tutto finito." sussurrò abbracciandomi forte. Quella fu l'ultima frase che sentii dalla sua bocca. E forse era vero, forse davvero tutto era finito.

. . .

Respirai, respirai e respirai. Nulla riusciva a calmare il mio senso di colpa in questo momento. Avevo dimenticato la mia ultima discussione con mio padre.

"Sky, tutto bene?" "Mh" e respirai nuovamente finché non mi calmai, ma il mio cuore batteva all'impazzata e i miei occhi lacrimavano dal dolore. Accesi il lavandino e mi sciacquai la faccia, asciugandola poi con un asciugamano blu scuro.

Poi aprii la porta girando la chiave verso destra, spalancandola e rivelando il viso preoccupato di John B. "Sky" sussurrò

"Possiamo andare a vedere le conclusioni finali?" provai a troncare una lunga discussione sentimentalistica. Lui annuì combattuto. "certo".

"Quindi?" sorrisi leggermente, poggiando la schiena sul muro del Chateau.

"Quindi ci sono Kiara e Pope che non mi credono!" sbuffò JJ, quasi soffocandosi con la roll di canna.

"Senti la sua storia! È-" iniziò Pope.

"Gli credo." ammisi, facendo spallucce mentre prendevo la lattina di red bull che beveva JJ.

"Prego" sorrise JJ, sgranando leggermente gli occhi.

Feci un sorso di lattina. "il punto principale, in realtà, è perché hanno fatto tutto ciò" aggiunsi.

"A cosa ti riferisci?" domandò Kie, scambiando uno sguardo confuso.

"Per cosa sono arrivati addirittura a picchiare una donna innocente? Da quello che ho capito, era agonizzante a terra e pregava di non morire." provai a spiegare la mia tesi, senza che nessuno comprendesse il succo della storia.

"Cosa intendi dire?" chiese Pope, scambiando uno sguardo confuso con JJ che ora mi guardava come se non riuscisse a capire nulla.

Io sospirai, non sapendo come spiegarmi e la cosa mi stava mandando fuori di testa. I miei pensieri più profondi si mischiavano con il piano e stavo per impazzire. "Hey hey" sussurrò John B, avvicinandosi a me "tutto bene, Sky?" mi poggiò una mano sullo stomaco per reggermi su.

"Si, grazie" risposi. "Il fatto è che nessuno, né il più stupido, né il più furbo, rischierebbe la sua vita per una bussola".

"Su questo hai ragione" concordò Pope. "se la vendessimo al mercato non riceveremmo più di otto dollari e due caramelline scadute." "nulla da togliere alla bussola, John B. So che è di tuo padre."

"Nono, avete ragione." sorrise dolcemente John B e mi venne voglia di abbracciarlo forte.

Invece sospirai. "Odio questa merda."

"A chi lo dici" esclamò Pope.

"Lo studio!" Ebbe un'illuminazione John B.

"Studio?" Domandai, girandomi nella sua direzione, ma lui era già in piedi scattante.

"Mio padre aveva uno studio dove proseguiva le ricerche sulla Royal Mercheint" iniziò a spiegare mentre si dirigeva verso casa, facendoci cenno di seguirlo.

"È da dieci anni, come minimo, che entro in questa casa e non ho mai visto questa stanza aperta" commentò Pope esaltato.

"L'ho lasciata chiusa da quando..."

"È scomparso" continuai la frase, cercando di togliere qualunque dubbio lui abbia avuto in merito; lui sorrise poco convinto mentre abbassava lo sguardo sulla serratura. Girò la chiave due volte verso destra e spalancò la porta entrando, seguito da tutti noi.

John B cominciò a frugare tra tutto quello straordinario disordine. "È bellissimo" commentai guardandomi attorno.

"Piace ai nerd. Da quando Sky è una nerd?" Domandò JJ, prendendomi in giro.

"Dal momento in cui tu sei una persona responsabile" mostrai le mie fossette, facendo ridacchiare John B.

"Ecco, guardate" ci richiamò il castano quando l'ebbe finalmente trovato, in mano teneva una bacheca che precedentemente era stata attaccata al muro, sulla superfice vi erano attaccati tanti bigliettini legati con fili a foto di uomini "questo qua' è il primo proprietario della bussola" indicò il primo uomo

"Robert Q. Routledge, 1880- 1920" lesse ad alta voce Pope

"Ecco la bussola della fortuna" indicò Kiara la foto dell'oggetto

"Veramente gli spararono dopo che l'ebbe comprata... poi la bussola venne rispedita a Henry" rispose John B seguendo con l'indice un percorso immaginario, tra una foto all'altra

Henry P. Routledge 1919-1942

"Morì in un incidente con un aereo agricolo dopo averla ricevuta, quindi essa passò a Stephen" continuò il racconto John B, che pian piano diventava sempre più macabro

Stephen W Routledge 1943-1974

"Stephen l'aveva con sé quando morì in Vietnam" passò al penultimo possedente della bussola il castano

"Fammi indovinare" iniziai "Non morì né in guerra né tantomeno di vecchiaia" continuai prevedendo un'altra morte sospetta tra le tante ormai scritte

"Più o meno... fu ucciso da un camion di banane in paese." spiegò il castano "Comunque dopo la bussola passò a mio padre" indicò il ragazzo la foto del padre con un enorme sorriso raggiante; io lo guardai in viso e il suo sguardo si spense, probabilmente ricordando la morte del padre.

"Mh, mi sembra che ci sia un tema ricorrente" fece notare Pope.

"Hai una bussola della morte" affermò certa Kie, cercando di non risultare cattiva. Io, invece, poggiai una mano sulla spalla del castano che si girò nella mia direzione e mi guardò un secondo.

"No." confermò la sua idea, spostandosi una ciocca di capelli in alto.

"Oh sì" si aggiunse JJ, mettendo il mento sulla mia mano, sentendosi, probabilmente, escluso.

"È maledetta, devi sbarazzartene" commentò Pope.

"Mio padre mi parlava sempre di questo scompartimento segreto dove i soldati si mandavano messaggi in guerra" ci raccontò mentre apriva la bussola. All'interno vi era incisa la scritta Redfield

"Re-rea" provò a decifrare il biondo, io ridacchiai e mi alzai sulle punte dei piedi.

"Redfield" lo interruppi.

"Woah, bene, che cos'è?" domandò un po' offeso JJ.

"Oltre al nome più diffuso in tutta la contea? Beh, non so" rispose Pope con tono ovvio.

"Non c'è bisogno di essere così crudeli." alzò gli occhi al cielo JJ, sarcasticamente.

"Vedete! Mio padre mi sta cercando di mandare un messaggio!" esclamò John B, guardandomi negli occhi, cercando il mio conforto.

"Più che messaggio credo che si possa definire un'anagramma" proposi, cercando di convincere anche Pope.

"Oh sì, questo sì" ci rifletté su il ragazzo di colore. "Dammi una biro ed una penna."

John B gliela passò, ma nello stesso momento in cui Pope poggiò la penna sul foglio, il gallo cominciò a fischiare. "Come fate a concentrarvi con questo gallo che suona costantemente?" domandò

"A JJ piace il gallo" fece spallucce Kie.

"Anche a Sky" sorrise John B, io lo guardai negli occhi e annuii.

"È rilassante, dà un senso di nonchalance" ridacchiai e John B e Kiara assieme a me.

Subito dopo, quando le risate cessarono, ci fu il silenzio, ma ad interromperlo fu il rumore di una macchina che parcheggiava. "Avete sentito?" domandai

"Che? No, Sky-" rispose Jay B, ma io mi diressi a passo veloce verso la finestra che rifletteva sull'entrata dello Chateau e guardai il giardino con cautela, cercando di non farmi notare da un qualunque presunto.

"Cazzo" sbottai "merda, merda, merda-" continuai facendo segno di stare zitti e di abbassarsi. "c'è un pick-up nero al centro del giardino e, a meno che non abbiate visite, credo che dovremmo scappare" gli informai. John B fu il primo ad avvicinarsi a vedere.

"Sono loro. I contrabbandieri che hanno fatto del male a Lana" si mise una mano nei capelli il castano.

Io stesi le mani e, con tutta la mia forza spinsi in alto, ma niente, erano verniciate. "E le finestre sono verniciate" gli informai.

"Merda. JJ, hai la pistola?" domandò Pope. JJ fece per tastare ogni singola parte del suo corpo, per poi scoprire di essere senza pistola.

"Era...era-" rifletté "era sul portico"

"Cioè, l'unica volta in cui ci serve una pistola non ce l'hai?"

"Vai, vai a prenderla finché non è troppo tardi"

"Vado!" sussurrò JJ.

"State scherzando? Nessuno di noi esce da questa stanza da solo. O tutti, o nessuno" gli rimproverai, alzando un attimo lo sguardo da tutte le scartoffie sulla scrivania.

"Sky, così moriremo!" esclamò Kiara.

"Almeno saremo assieme" prese le mie difese John B, poggiando una mano sulla mia spalla. Io sorrisi e aprii il cassetto trovando un taglia carte che alzai in direzione di John B, facendo spallucce;

"Meglio di niente" commentò prendendolo e cominciando a graffiare la vernice dalle finestre che cadeva come fiocchi di neve. Quando finalmente riuscii ad aprire la finestra uscimmo tutti e cinque da essa, in fila indiana nascondendoci poi dentro al pollaio.

Io sospirai e poggiai la testa sul petto di John B, accovacciato al mio fianco. "Sky, tranquilla, andrà tutto bene." sussurrò con le labbra sulla punta della mia testa. In parte mi sentivo protetta, del resto era John B a dirmelo, perché avrebbe dovuto mentirmi? Ma d'altra parte avevo paura per loro, per me.

Respirai, cercando di fare meno rumore possibile e trattenendo, a volte, persino il fiato e, nel momento in cui il silenzio sovrastava sui singhiozzi trattenuti di Kie e sulle lacrime che fingevo di non voler versare, il gallo cominciò a fischiare.

"John B, ti prego fallo smettere" sussurrò Kie cercando di non scoppiare a piangere, ma, quando il pollo si avvicinò a JJ, esso lo prese per il collo stringendolo forte, finché un crack sonoro non fu l'ultima cosa che riuscimmo a sentire.

John B mi aveva girato la testa sul suo petto, in modo che, neanche se avessi voluto, avrei potuto guardare. "Sky, Sky, tranquilla principessa. Va tutto bene" ed io gli credetti.





































































































spazio autrice

eccolo amorii, venerdì posto il capitolo di KILL US, anche perché è da davvero tanto tempo che non mi dedico a quella storia quindi yk. 4400 parole e poco di più per le persone che mi chiedevano di postare capitoli un po'più lunghi🫶🏻🫶🏻 love you all

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