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29- Penso ti starà bene

«Jamie non è portato per fare il padre» sbotta Robbie, in vivavoce sul mobile della cucina.
«E lo scopri solo ora?» chiedo divertita, aprendo un barattolo di burro d'arachidi. Il fatto che lei e Billie continuino a ripetermelo da settimane è estremamente divertente. Neanche quando eravamo piccoli se la cavava molto bene, ma sono comunque passati dieci anni e da parecchio tempo è subentrata la nonna per prendersi cura di Kendall, da quando si è trasferita qui.
Almeno è riuscita a farsi comprare un reggiseno senza l'imbarazzo di spiegarlo a Jamie
E soprattutto senza battute del tipo "le tavole da surf del nonno non lo portano"

«Sembra che non abbia mai visto un bambino» continua la mia migliore amica, mentre io prendo a spalmare il burro d'arachidi sul pane.
Quando mi serve, la signora Wellington è sempre in pausa
Oppure sta urlando contro a Kyle.

«Billie sta diventando isterica, continua a chiamarmi alle tre del mattino» Robbie alza la voce, provata da una gravidanza non sua. Ridacchio delle sue parole e chiudo con una fetta di pane tostato il panino di Alicia.
Neanche Robbie è portata per fare la babysitter

«Spegni il cellulare» replico cercando di non riderle in faccia.
«Ne ho rotti tre, di cellulari questa settimana.» ringhia lei, mentre io mi volto per sciacquare una manciata di fragole.
«Deve solo abituarsi Robbie» sospiro aprendo l'acqua. «Neanche quando eravamo piccoli si è trasformato da un giorno all'altro. Dovete dargli tempo.»
«Si deve muovere» mi dice spazientita «Tra poco c'è la sessione estiva e Billie deve studiare» continua mentre io strofino la frutta con dello scottex.
Altro problema
Billie deve ancora laurearsi

«Sono sicura che tra poco si riprenderà» la rassicuro voltandomi.
I miei occhi incontrano quelli di Kyle, seduto attorno al bancone dell'isola.
Caccio un'urlo, poggiandomi una mano sul petto.
«Mi hai fatto prendere un'infarto» sbotto abbandonando le frangole in un piatto. «Siete dei fottuti fantasmi in questa casa» lui ride, addentando il panino di Alicia.
Ma sì
Fai pure
Del resto prima o poi Aidan si stuferà di me e mi spedirà a lavorare in cucina
Tanto vale abituarsi da ora

«Diane?» la voce di Robbie mi riporta alla nostra conversazione.
«Scusa Robbie, è arrivato Kyle e-»
«Chi è Kyle? È sexy?» mi chiede lei, mentre io cerco di spegnere il vivavoce fallendo miseramente. Kyle continua a ridere mentre io invoco l'infarto con una serie di preghiere nella mia testa.
Mai più vivavoce in questa casa
Ricordiamocelo

«Molto sexy» urla Kyle, in direzione del cellulare, mentre io divento rossa come un pomodoro.
«Sexy e con una figlia, non ti conviene Robbie» replico scuotendo la testa.
«Quanto sexy?» chiede lei.
Ormai ha perso la ragione

«Un Dio del sesso Robbie, posso ingravidare anche te» ride lui, mentre io spalanco la bocca stupefatta.
Questi due stanno male

«Ti sentiranno i bambini» sussurro lanciandogli contro il primo strofinaccio che trovo a portata di mano.
«Diane non puoi tenerti tutti i ragazzi sexy per te!» mi fa Robbie mentre io schivo il tovagliolo che Kyle mi lancia contro in risposta allo strofinaccio.
«Concordo» risponde lui sporgendosi verso il cellulare.
«Basta così, ci sentiamo domani Robbie» rido io incrociando lo sguardo divertito di Kyle. Chiudo la chiamata di fretta e sospiro, poggiando il cellulare sul tavolo.

«Molto divertente» sbraito afferrando un'altra fetta di pane dalla busta. Lui morde il suo panino e alza le spalle.
«Aidan mi ha detto che lo accompagni all'evento di domani» dice con la bocca piena. I suoi occhi azzurri sono puntati sul mio viso, mentre io cospargo di burro d'arachidi il pane. «È gentile da parte tua» continua con una smorfia.

«Lui è stato molto gentile a non licenziarmi» replico chiudendo il baratto. Un barlume divertito si fa strada nei suoi occhi.
«Mi dispiace aver avuto delle pessime idee» mi confessa ridacchiando.
Io rispondo con una smorfia, riponendo il burro.
Non ho mai incolpato Kyle della sfuriata di Aidan o delle pessime idee a cui ho aderito.
Riesco a mettermi nei casini anche da sola tra l'altro

«Pensi che sia un'irresponsabile?» mi chiede di colpo, abbandonano il panino sul piatto. Mi volto verso di lui, stranita da questa domanda.
«Un po'» replico appoggiandomi all'isola della cucina. «Perché?»
«Ho sentito Jessica» continua tamburellando le dita sulla superficie di marmo.
«La madre di Anastasia?» chiedo cauta, lui mi fa un cenno di assenso con il capo e distoglie lo sguardo, evitando i miei occhi.
«Me lo ha sempre detto, ma stavolta sembrava seria» sussurra lugubre.
Chi è questo e che ne è stato del Kyle che minacciava di ingravidare Robbie?

«Magari aveva solo avuto una brutta giornata» suggerisco, quando lui si passa le mani sul viso con un sospiro rassegnato.
«Ti capita mai di avere paura del futuro?» mi chiede posando il suo sguardo su di me.
Mi capita?
Sempre.
Continuo a chiedermi se riuscirò ad andare all'università, se Loren diventerà un medico di successo, e cosa ne sarà di me e della mia famiglia e l'enorme punto interrogativo che mi si pone davanti mi manda nel pallone.

«Sempre Kyle, anche troppo» sospiro pulendomi le mani con uno strofinaccio.
«Anche a me» borbotta poggiando le guance chiare sui palmi delle mani. Mi osserva in silenzio, scrutandomi.
«È piuttosto fastidioso non sapere cosa ci accadrà» riprende il suo discorso, senza preoccuparsi di nulla.
Sembra così innocente
Quasi un bambino

«Già» replico senza sapere bene cosa rispondere.
Sono molto loquace, lo so
Ma momenti del genere mi mettono addosso una pesantezza non mia

«È sexy questa Robbie?»
In un'attimo Kyle cala la maschera, chiudendo i suoi occhi con una patina di perversa noncuranza.

«È molto formosa» rispondo nascondendo un sorriso. Io e Robbie siamo opposte in tutto, anche nel modo di farci lo shampoo.

Lui accenna un sorriso e prende in mano il piatto con il panino.
«Mandami il numero allora.» mi dice prima di alzarsi e andarsene, lasciandomi sola.


***

La mattina di sabato ad interrompere il mio sonno, per la seconda volta in meno di un mese, sono un paio di battiti sulla porta della mia camera.

Alzo la testa confusa, cercando di mettere a fuoco la stanza.
«Diane? Sono Aidan, posso entrare?»
La voce del maggiore dei fratelli Robinson mi arriva alle orecchie come una melodia.
Da quando ha una voce così bella?

Il panico mi prende quando realizzo in che stato sono i miei capelli e quanto la mia faccia debba fare schifo in questo momento.
«Prima di stasera Diane» sospira Aidan fuori dalla porta.
Mi passo le dita nei capelli frettolosamente e mi pizzico le guance, con la speranza di avere un colorito da persona viva.

«Entra» rispondo piegando le ginocchia. La porta si apre qualche secondo dopo, mentre Aidan entra con una custodia copriabiti in spalla e una scatola in mano.

Si chiude la porta alle spalle e mi sorride prima di appendere la gruccia all'anta dell'armadio, poi poggia la scatola su una poltrona. Osservo attentamente la camicia bianca e aderente che indossa, dal colletto slacciato e le maniche arrotolate.

«Ti ho portato il tuo vestito. Spero di aver azzeccato la taglia perché ho corrotto la commessa per averlo di questo colore» posa il suo sguardo su di me, facendo scivolare i suoi occhi dalla punta dei miei capelli a quella dei piedi. I brividi mi attraversano la schiena, mentre sorrido sperando di essere presentabile.

«Il mio vestito?» chiedo inclinando la testa. Improvvisamente mi sento a disagio nella mia t-shirt bianca.
«Per stasera» mi suggerisce lui, infilando le mani in tasca.
«Oh si, scusami. La mattina non ragiono bene» replico imbarazzata.
Lui trattiene una risata e mi osserva mentre mi alzo, avvicinandomi.

Promemoria
Non indossare pantaloncini sotto lo sguardo di fuoco di Aidan Robinson

«Lí ci sono le scarpe» mi dice indicando la scatola abbandonata sulla poltrona «Ho chiesto a Langdon la taglia, quindi non dovrei aver sbagliato. Il vestito dovrebbe andarti bene»
I miei occhi passano in rassegna la scatola e poi incontrano i suoi, illuminati di una scintilla soddisfatta.

«Vuoi vederlo?» mi chiede mentre io annuisco, quindi apre la zip della custodia, spingendone i lembi di lato.
Sospiro
Anche perché credo di non poter fare nient'altro

L'abito che Aidan ha pensato per me è stato preso in prestito alla protagonista di un film romantico, mentre qualcuno copiava la sfumatura dei miei occhi su tessuto. È semplice, elegante e bellissimo. La seta lucida, di un color cobalto scuro luccica sotto la luce della mattina.

«Ti piace?» mi chiede affiancandomi.
«Non ho mai visto nulla di più bello» sussurro senza pensare. La sua risata mi riporta alla realtà, mentre mi volto verso di lui.

«Grazie mille, è splendido.»
I suoi occhi percorrono il mio viso, prima di spostarsi sull'abito.
«Penso ti starà bene» mi sussurra spostandomi dal volto una ciocca di capelli. «Ti aspetto alle otto e mezza nell'ingresso» mi sorride e poi lascia la stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Sorrido, guardando l'abito e poi scoppio in una serie di urletti estasiati.
Come mi riduci Aidan
Propio male




Ehiii people
Capitolo più lungo del solito, ma parecchio soddisfacente a mio parere
Cosa pensate che accadrà nel prossimo capitolo? Fatemi sapere
Vi è piaciuto questo capitolo?
Io amo Aidan alla follia, e Kyle mi sta sempre più simpatico. Robbie invece ci piace?
Il vestito che ho immaginato non è esattamente come quello nella foto, ma ci si avvicina. Il modello è quello, dovete solo immaginarlo blu cobalto, un po' più lungo ed è fatta.
Ci piace?
Adesso vi lascio
Ci vediamo domani
Vi amo (da lontanissimissimo)
Andate in pace
Lily❤️❤️

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