Capitolo 17
??: EHI!!!! CHE CAZZO CREDI DI FARE??!-
Mentre qualcuno mi spinge da dietro quasi facendomi cadere...
Sono lievemente confuso, chi vorrebbe mai iniziare una discussione con me?
Evito la caduta dandomi da appoggio con la mano che avevo usato per equilibrare il mio corpo.
Mi giro..
È Mark.
Che vuole ora sto coglione? È davvero l'ultima persona che avevo bisogno di incontrare.
Riprendo ad alzarmi e noto che è abbastanza pallido, sudato proprio come mi aveva raccontato Amber.
Cerco di avvicinarmi per portarlo via da lì per evitare che causasse altri problemi quando improvvisamente Amber le va vicino e gli tira uno schiaffone.
Non posso credere a ciò che ho visto, mi sentivo difeso anche se non ce n'era bisogno visto il suo stato.
Amber: Perché ora non te ne vai a fanculo?
Tremante e allo stesso tempo arrabbiata.
Mark: Levati dalle palle tu.
Mark la spinge a terra, commettendo il gesto peggiore che io abbia mai visto in tutta la mia vita.
Senza pensarci due volte, gli tiro un pugno in faccia scaraventandolo a terra.
Ha difficoltà a rialzarsi, ma non ho pietà. Continuo con svariati calci nello stomaco, fin quando non intervengono i suoi amici, tra cui c'è uno che aiuta Amber a rialzarsi, cosa che riesco a notare di sfuggita siccome il mio intento ora è solo sbarazzarmi di Mark.
Greg: Basta ora John! Fermati!!
Mentre Greg cerca in tutti i modi di tirarmi a se, per ora finisco col dargli una gomitata sull'occhio destro e lo allontano dalla mischia.
Mich: Ehi amico così finisci per ammazzarlo!
Intervengono tre, quattro persone, compreso Mich per evitare che potessi peggiorare le cose.
Non appena mi separano, vado immediatamente da Amber per controllare se stesse bene.
John: Allontanati subito da lei! Solo per essere amico di quell'individio dovrei fare il culo anche a te! Perciò ora sparisci!
Amber stai bene? Andiamo via da qui.
Amber: Si sto bene, non preoccuparti.
Ho gli occhi di centinaia di studenti addosso, ma importavano soltanto quelli di Amber come mi guardavano.
Ci allontaniamo da quella che era la sala del ballo e decidiamo di tornare a casa mia.
Appena entriamo notiamo che sul divano dorme stanca mia mamma, così facciamo quanto meno rumore possibile.
John: Sicura che stai bene?
Amber: Si, sto bene a differenza delle tue nocche.
Devono essere disinfettate e medicate John, esce ancora il sangue.
Mi prende per mano e andiamo verso il bagno, mi fa segno di sedermi sul bordo della vasca e intanto la guardo preparare un po' di acqua calda, dei stracci e qualche medicazione.
Si sistema davanti a me, tra le mia gambe aperte, e ancora una volta siamo a pochi centimetri di distanza. E ancora una volta si sta prendendo cura di me...
John: Ahia.....
Amber: Non ti puoi lamentare mica... Ti sei causato tu queste ferite. E scusa... Non volevo farti male, so che brucia, ma si deve medicare.
John: Tranquilla, è sopportabile.
Amber: È stata tutta colpa mia...
John: Cosa vuoi dire con questo?
Amber: Aho causato io l'inizio di tutto, lo schiaffo è stata la ciliegina sua torta.
John: HAHAHAHAHAHA scusa... Hahahahaha non riesco a trattenermi. È stata una scena memorabile, davvero.
Amber: Ehi!! Cos'hai da ridere? Insomma, sentiamo
John: Ma niente, ho ancora impressa la scena e la faccia di Mark, gli avrà fatto male più il tuo schiaffo che tutto il resto.
Amber: Stupido...
Iniziamo a ridacchiare, come se il mondo finalmente girasse soltanto intorno a noi due.
Oltre al ridere ho una gran voglia di baciarla ancora. Come se ogni suono proveniente da quelle sue labbra mi stesse dicendo di baciarla.
Ma effettivamente non so se è stato il momento a farle compiere quel gesto. Sono ancora un tantino confuso.
Ma dovevo capirlo, perché io ho una voglia matta di stare con lei adesso.
John: Ti va se...
Amber: Cosa John?
John: Se restassimo insieme ancora un po'?
La festa normalmente ancora non dev'esser finita quindi magari potremmo vederci qualcosa insieme qui, magari un film?
Amber: SI!
John: Davvero?
Amber: Si... In realtà non mi va molto di tornare a casa, meglio restare qui.
John: Che ne dici allora se resti anche a dormire? Come ai vecchi tempi.
Amber: Mh, vorrei... Mi stai tentando. Ma devo comunque avvisare mamma che resto da te.
Amber si allontana un attimo per chiamare la madre e quando torna da me mi dice che per la madre va bene e che quindi rimane.
Dormiremo insieme, non capitava da tanto, sono felicissimo.
Amber: Solo che ovviamente non ho nulla da mettermi e non posso di certo dormire con questo vestito, mi presti qualcosa di tuo?
John: Assolutamente sì.
Andiamo in camera mia e dai cassetti prendo un pantaloncino e una maglia nera da darle
John: Vado di sotto a prendere qualcosa da mangiare e torno, tu nel frattempo cambiati
Amber: Va bene, fa presto.
Torno di sotto e prendo qualche snack, qualche patatina di troppo, acqua, coca cola e torno di sopra.
Quando entro in camera mia Amber è già pronta ed è seduta con le gambe incrociate sul letto con il portatile davanti; lo prendo, apro Netflix e cerchiamo qualcosa da poter vedere che piacesse ad entrambi.
Amber: Aah bello questo guarda, che ne dici se lo guardiamo? Vidi il trailer poco tempo fa e dev'essere davvero molto bello, avrei troppo voluto guardarlo ma non ho mai trovato l'occasione
John: Questo? "Scrivimi ancora"?
Amber: Siii
John: OK, certo, mi fido allora.
Tutta la durata del film, restiamo distesi uno accanto all'altra, mangiando e commentando di tanto in tanto.
John: Beh Rosie è proprio stupida, come fai a non riuscire a confessare al tuo migliore amico cosa provi per lui? Dai è il tuo migliore amico.
Amber: Mh Alex non è da meno eh, si sono anche baciati al suo compleanno e siccome lei non lo ricordava non gliel'ha mai detto, per di più sposa una bionda stupida per dimenticarla, praticamente l'impossibile.
John: Oh ma dai, come faceva? A lei sembrava non importare e stava sempre appresso a quel coglione che l'ha portata al ballo.
Amber: Almeno è finito bene dai. Bellissimo davvero questo film... "E vissero tutti felici e contenti per sempreee"
Esclama Amber... E mi unisco alla sua risata.
Amber si alza dal letto per andare in bagno e solo in questo momento noto quanto le stanno grandi i miei vestiti, tanto che la maglia le arriva a metà coscia e nasconde le sue bellissime forme.
Quando torna le chiedo se è stanca e se vuole andare a dormire
Amber: Mh un po' si in realtà..
Così ci mettiamo a letto e sotto le coperte senza che nessuno dei due parli.
Amber: Aw, avevo quasi dimenticato quanto fosse caldo il tuo letto, era da tanto che non ci dormivo.
John: Si... Effettivamente sono passati parecchi anni.
Amber: Si, l'ultima volta è stato quando i miei andarono a far visita ai miei nonni in Canada e per non lasciami da sola a casa chiesero a tua mamma se potessi restare da voi.
John: Bei tempi ricordi?... Pigiama party tutte le sere, schifezze di ogni tipo, zero preoccupazioni e andavamo a dormire sempre tardi
Amber: Vero...
Dice sorridendo e con un tono un po' malinconico.
Amber: Già... Quando i miei genitori andavano ancora d'accordo direi.
John: Che vuoi dire?
Amber: Te ne volevo parlare già da un po', ma non c'è occasione purtroppo.
John: Anch'io ho da confessarti una cosa da un po'...
Amber: Cosa?
John: No inizia tu.
Amber: Mh... Quel sabato, prima della festa a casa di Stefy, scoprii mio padre intento a parlare al telefono con una donna probabilmente, per come parlava, in modo molto " confidenziale", se così si può dire.
E da allora non riesco più a guardare mio padre con gli stessi occhi.
John: Amber io... È proprio di questo che volevo parlarti... Di tuo padre.
Amber: Cosa?
John: Qualche giorno dopo la festa di Stefy, ero in giro con la macchina e per puro caso ho incrociato tuo padre che era fermo al semaforo e con una donna con sé nell'auto e mi sono ritrovato a seguirlo...
Voglio risparmiarle i dettagli di dove li ho visti, e noto che è rimasta in silenzio e la sua espressione è rimasta impassibile...
John: Amber... Scusa se non te ne ho parlato prima, ma non sapevo come affrontare l'argomento, poi per di più non ci sono parlati per troppi giorni, e per me è stato davvero complicato non dirti nulla.
Amber: Tranquillo.... Avevo capito che ormai stesse con un'altra di nascosto. Almeno avesse la decenza di confessare tutto, così da andarsene e non farsi vedere mai più, e farsi una nuova vita con questa "DONNA", quel bugiardo egoista!
Parla con un tono molto deluso ma soprattutto
arrabbiato.
John: Non dire così... In fin dei conti tuo padre per te c'è sempre stato, a differenza del mio, ed è un buon papà, quando ne avevo bisogno anche lui mi ha sempre supportato..
Amber: Scusa John, mi dispiace, non volevo dire così, soprattutto a te.
John: Tranquilla, va tutto bene. Ma non essere arrabbiata con lui, aspetta che abbia il coraggio di confessare e soprattutto darti la possibilità di starlo ad ascoltare su cosa avrà da dire al riguardo e del perché ha fatto una cosa del genere.
Amber: È difficile, credimi; convivere con un questo pensiero e vederlo ogni giorno sapendo la verità, ora per di più sapendo ciò che hai visto tu... Che imbarazzo. Che vergogna!!!
Sta parlando con un nodo alla gola, lo sento, fa fatica e sembra che vorrebbe piangere..
Istintivamente mi avvicino di più a lei e l'abbraccio, e lei si ranicchia tra le mie braccia.
Rimaniamo così a lungo, non che mi dispiace, e nessuno dei due sembra volersi staccare.
Sento il respiro profondo di Amber, il suo cuore battere contro il mio petto, il suo profumo inebriante...
John: Oh Amber... Cosa mi stai facendo?
Dico a bassa voce, in modo che non mi potesse sentire.
Amber: John? Hai detto qualcosa?
Cazzo. Pensavo dormisse.. Che stupido.
John: Scusa, pensavo dormissi.
Alza la testa e incrocia il suo sguardo con il mio.
I nostri visi sono a pochi centimetri di distanza e nessuno dice una parola, ma anche stavolta i nostri occhi hanno tanto da dirsi.
Vorrei tanto che.. vorrei tanto che ci baciassimo ancor..
Amber prima di voltarsi dall'altro lato per dormire mi lascia un leggero bacio sulla fronte, ma la tentazione è troppa e quindi finiamo per baciarci finalmente... Un tenero bacio che racchiude tutti i momenti che abbiamo passato insieme e che ci hanno portato a questo. Poco dopo si volta e l'abbraccio da dietro e così lentamente ci addormentiamo.
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