Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 2

Lia si fermò ansimando, il cuore a mille, sudata fradicia.
Era arrivata nella piazzetta dove di solito si incontrava con Alena.
Tonda ed elegante, con una fontana al centro.
Perfino le panchine erano raffinate, di un verde smeraldo e luccicanti alla luce del sole.

Prese un respiro e si recò alla fontanella, circondata da piccioni che cercavano cibo.
Si bagnò la faccia, poi guardò la gente che camminava serena nella piazza.
Ma sì, che cosa potranno farmi ?, prese la sua bottiglia vuota, la riempì d'acqua, guardò un'ultima volta in giro poi si decise e se la svuotò addosso, senza lasciare neanche una goccia nella bottiglia.

Ora si che si sentiva meglio, alcuni ragazzi la indicavano ma non se ne curò, si diresse alla panca dove avevano deciso di incontrarsi con la sua amica, e si sedette gocciolando.
Decise di non pensare a Cha e alla strana sensazione che l'aveva stritolata fin alle viscere, magari era semplicemente svenuta, e dato che non l'era mai capitato non sapeva come fosse, una semplice coincidenza.

La cosa che la tormentava di più era che lui aveva fatto qualcosa, per forza..., sicura che lo avesse fatto?
Non ci capiva più nulla.

Quello che ancora non si spiegava era la sensazione di benessere comparsa come per magia.
No , no, solo coincidenze niente di più, mi sarei sentita allo stesso modo anche se lui non mi avesse incontrata .
Sorrise auto convinta, e i suoi pensieri scomparvero letteralmente quando vide arrivare la sua amica che la guardava in modo perplesso.

"Lia lo sai che sei bagnata fradicia?" chiese Alena
"Si che lo so, mi sono bagnata io, fa troppo caldo" e sbuffando scosse la mano.
L'amica scoppiò a ridere seguita a ruota da Lia, e fecero così baccano che alcune persone si girarono rimproverandole con lo sguardo.

Alena smise di ridere e si recò anche lei alla fontanella, e fece una cosa che Lia non si aspettava.
Riempì la bottiglia e glie la rovesciò tutto addosso bagnandola ancora di più.
Lei la guardò sorpresa, non si era accorta che l'amica gli aveva rubato la boccia appoggiata sulla panchina. Alcune persone scuotevano la testa, si alzò e nacque una vera e propria battaglia d'acqua al centro di Milano.
Passarono dieci minuti così, felici come non mai, ma una donna irritata urlò di smetterla rovinando tutto.
Alena si bloccò di colpo.

"Avevamo caldo" disse alzando le spalle e cercando di scusarsi.
La signora le rimproverò con lo sguardo.
Neanche le salutò quando andò via.
"Su possiamo andare, e non guardarmi così" disse poi a Lia.
Lia la guardò un altro istante e poi ricominciò a ridere, i suoi capelli ricci avevano perso volume a causa del peso dell'acqua e il trucco iniziava a gociolarle lungo i contorni degli occhi.

Lia l'abbraccio "Certo che io sono matta ma tu sei pazza da legare, da manicomio" cercò di dire, mentre rideva.
"Già" rispose Alena rilassandosi nel suo abbraccio.
Si staccarono e iniziarono a camminare gocciolanti, con Alena che zoppicava siccome era scalza.
Lia, in un momento di follia gli aveva anche tolto le scarpe e poi buttate da qualche parte alla cieca.
Ovviamente erano finite nella fontanella.
"Accidenti ma pure sull'asfalto ci sono le pietrine ? " imprecò Alena .

Scoppiarono di nuovo a ridere, "Basta, ora facciamo le serie, non so neanche se possiamo entrare nei negozi così" declinò Lia indicandosi, poi aggiunse: "Deve essere un regalo speciale, è di mia madre che stiamo parlando, lo sappiamo entrambe il comportamento che ha verso di me ... ma è comunque mia mamma... e io non ho la minima idea di cosa comprarle".

"Non ti preoccupare, c'è un'esperta con te" disse Alena creando un sorriso più innocente possibile.
"Si certo, come no !!" rispose lei divertita.

"Ei Lia , non ferire il mio animo, guarda che sono sensibile io" enunciò Alena e iniziò a piagnucolare nel modo più credibile, Lia le diede una gomitata.
"Basta scherzare, c'è un negozio che sembra interessante, entriamo ?" domandò .
"Ok ma prima fammi mettere le scarpe!!" le disse.
Poi dopo che Alena si fu sistemata e pettinati i capelli con le mani, entrarono facendo le più serie possibile, per non fare una bella figuraccia.

Era un negozio abbastanza grande con ogni varietà di collane, braccialetti, orecchini, borse...,
Lia prese una collanina graziosa, formata da un filo in argento, con un ciondolo d'oro, non poteva permettersi una cosa del genere.
Alena scomparve dal suo campo visivo e non ebbe neanche il tempo di chiamarla, che la commessa iniziò ad assalirla di proposte e consigli, con la sua voce gracchiante e sonora.

Era piuttosto anziana, i capelli che iniziavano a perdere colore, erano tagliati a caschetto e un abito molto teatrale copriva la sua figura.
Lia stava per impazzire, dopo averla seguita ed ascoltata per più di dieci minuto poi, non c'è la fece più.
Basta, Lia, fermala!!!! Non va bene nulla e guarda che prezzi!!!.

"Em signora, credo che non prenderò nulla, non sto dicendo che vende gioglielli brutti, ma non sembrano giuste per la..." Lia non riuscì mai ha finire quella frase, che la commessa la bloccò con un gesto della mano.
La guardò in modo riprovevole e poi disse "Tesoro, io vendo ogni tipo di bigiotteria e oro migliore al mondo e poi sono perfette per tua madre, .. guarda, guarda!!" e si diresse a un bancone indicandole un anello pacchiano.
"Non sembra perfetto ?" continuò.

Lia sospirò, era veramente orribile, la gemma preziosa era più grande di esso, come si poteva indossare una cosa così mostruosa?
Costava anche molto meno di quelli appena visti, un'altra caratteristica che confermava la sua critica.
In quell'istante arrivò Alena, Lia la fissò supplicandola con lo sguardo di aiutarla.
L'amica capì al volo "ei Lia, eccoti qua, sai una cosa?, mi ha chiamato em.... Mi ha chiamato mamma, dobbiamo proprio andare sorellina!!!"

Sorellina?, la poteva fare migliore come bugia, sospirò e stette al gioco.
"Ma Alena guarda questo anello, mi sembra molto bello, che ne dici? " disse.
Alena si avvicinò al bancone, e fece una smorfia schifata, si girò verso Lia alzando un sopracciglio, mentre la commessa sorrideva, soddisfatta del suo lavoro, avrebbe presto venduto un nuovo articolo.

"Non c'è tempo, andiamo via, magari ci torniamo dopo" continuò Alena prendendo Lia da un braccio, essa fece finta di resistere, ma alla fine fu trascinata via.
La signora rimase li, guardando il suo negozio vuoto, perplessa, sospettava qualcosa.

Intanto fuori Lia ringraziava Alena, era un genio da dieci e lode.
Passarono quasi tutto il giorno nei negozi, fermandosi soltanto a pranzo.
Poi il pomeriggo, verso le sei trovarono il regalo perfetto, un porta chiavi con una gemma pagato più di cinquanta Euro e una borsa semplice di color Pesca per appesantire il pacco.
Uscirono dal negozio soddisfatte e si procurarono una panchina per riposare.

Alena si sedette con un tonfo facendo un gridolino compiaciuto, e Lia fece lo stesso con un sorriso enorme, alla mamma sarebbe piaciuto il suo regalo, ne era sicura.

Dopo un po notò che la panca si trovava davanti a un negozio che non aveva mai visto, ma non sembrava per niente nuovo, infatti la struttura era così instabile che una soffiata di vento l'avrebbe fatta cedere.
Lia s'immaginò la scena e fu scossa da brividi di terrore.

L'insegna si muoveva leggermene, mossa dal lieve vento che da qualche minuto si era alzato rinfrescando l'atmosfera.
Dava un aria spettrale con in suoi muri scuri e consumati.
"Guarda Alena" disse Lia, indicando il negozio.

"Già, ho capito cosa pensi, sembra proprio spettrale, vero?, Soprattutto il nome, che cosa può significare Negozio Desideri ?" esclamò.
Lia non lo aveva notato, con caratteri Rossi è chiari, sull'insegna c'era scritto "Negozio desideri".
Sospirò, " Non ne ho una minima idea".
Ad un certo punto la struttura sembrò sfavillare, ed aumentare in modo innaturale la luce che lo circondava, come se fosse illuminata da una torcia, poi il bagliore scomparve, e allo stesso modo fece il negozio.

Lia saltò sulla panchina, sbattè le palpebre più volte, cercando di farlo ricomparire, ma niente, ora al suo posto c'era solo un muro.
"Alena!!!! Hai visto? " disse terrorizzata alzandosi e correndo verso il muro color cenere.
L'amica che fino ad allora era rimasta con la faccia tra le mani, disse perplessa "cosa ho visto? È per caso passato un fantasma? Sei diventata pallida"
"Una cosa del genere, guarda il negozio è scomparso!!" rispose esasperata, toccando il muro con le mani tremanti.
Alena si fece seria "ma di cosa stai parlando?, quale negozio? Mi sono per caso persa qualcosa" chiese guardandola, Lia non rispose.
"Ma cosa stai facendo?" aggiunse dopo, sembrava che la sua amica stesse facendo amicizia con un muro, lo accarezzava...

Lia sbiancò ancora di più "Quel negozio che era li, proprio davanti a noi!!" disse esasperata voltandosi di colpo.
"Lia non c'è nessun negozio li, solo un muro" ripeté Alena senza capire a cosa alludeva l'amica.
"Alena!!! Che stai dicendo ??? Li c'era un negozio, lo giuro, l'hai visto pure te, hai detto che era spettrale, e che sull'insegna cera scritto Negozio Desideri, non te lo ricordi?" Esclamò Lia, guardandola.

"Non c'è e non c'era nessun negozio li, e poi non abbiamo mai preso quel discorso, te lo sarai sognato, magari ti sei addormentata per due secondi, anche io sono stanca" rispose scoppiando a ridere, ma Lia non era dello stesso umore.
Riguardò il muro, e poi spinta dalla sua amica, andarono via.
Si salutarono in stazione, e dopo un lungo abbraccio, Alene disse " Beh ci vediamo Lia, mi raccomando, al più presto".
Lei annui e guardò la sua amica uscire dalla stazione.

Alena era l'unica amica che potesse considerare davvero tale, la capiva soltanto guardandola, era stata fortunata ad averla conosciuta.

Era capitato per caso, forse un evento già predestinato, mentre Lia cercava di orientarsi guardando Maps sul telefono nella sua prima volta a Milano.
Ma ovviamente, quando fai troppe attività contemporaneamente finisce per andare storto qualcosa.
Andò a sbattere contro qualcuno coperto da un ammasso di libri.
Si rovesciarono tutti per terra e per un momento il tempo sembrò fermarsi.

La persona si rivelò essere una ragazza truccata a modo e valorizzata da folti capelli ricci.
Lia subito aveva iniziato a scusarsi e abbassandosi raccoglieva i volumi.
Ma la ragazza non sembrava per niente turbata, le sorrise e l'aiuto.
Poi mentre Lia stava per darle l'ultimo libro lesse un titolo familiare.

Da lì iniziò la loro amicizia accomunata dalla folle pazzia per i libri.

Lia si sedette su una panchina, e rimase in silenzio, con uno sguardo perso per tutto il viaggio di ritorno, era troppo sconvolta, troppe cose strane erano successe, ed era chiaro che Alena non si fosse accorta di nulla, ma come era possibile?.

Si perse nei pensieri rischiando di non scendere alla fermata, se ne accorse in tempo risvegliata da una persona che non volendo aveva urtato il suo piede.

Furori dalla stazione c'era una macchina nera ad aspettarla.
Salì sul sedile davanti del passeggero, senza dire una parola.
"Allora sorellina, trovato il regalo?" chiese Roi, suo fratello maggiore.
Ronald, o Roi come lo chiamavano tutti, la osservava serio.
Lui era sempre posato, dava l'impressione che non fosse in grado di divertirsi.

Lia si risparmiò ad annuire soltanto, mentre la strada sfrecciava veloce, dietro il finestrino.
"Lia e successo qualcosa? Mi sembri turbata" continuò Roi.
Poteva anche non essere in grado di divertirsi ma era abilissimo nel capire le persone solo guardandole.

"Sono solo stanca tutto qui, non vedo l'ora di mettermi sotto le coperte, penso di aver stretto amicizia con più di mille panchine diverse" rispose Lia guardando dal finestrino.
"Panchine fortune" esclamò lui accennando un lieve sorriso.
La discussione finì li, e il viaggio, continuò corto e rilassante.
A casa, Lia, non degnò di un saluto nessuno, neanche al suo migliore amico Rosso, il suo gatto, e salì di volata in camera, buttandosi sulle coperte senza svestirsi e senza mangiare nulla per cena.

Più tardi sentì la porta socchiudersi e Rosso entrò con il suo passo da felino, annusò l'aria, alzo la coda rossa e sfumata di marrone, ritta, e saltò con un balzo sul letto, spingendosi contro Lia e facendo le fusa.
Lei lo accarezzò e poi disse " Rosso, solo tu mi capisci!" si tolse le scarpe e le calze, e si addormentò.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro