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Capitolo 11

Il ragazzo si avvicinò a Lia e insieme aspettarono una sua reazione, ma la figura non dava cenni di vita.
Era in ombra vicino al muro, immobile, e si faticava a individuarne i lineamenti.
Presto i due ragazzi iniziarono ad avere dei presentimenti.

James, raccogliendo più coraggio possibile, si diresse verso essa e quando fu abbastanza vicino, sospirò raggiante.
Fece una risata e Lia corse subito verso di lui.

Sorrise, era solo una statua che raffigurava una creatura simile a Giaspra.
James si voltò verso di lei ridendo "mi aveva fatto venire un colpo" disse sollevato.
"Si anche e me" rispose osservando la scultura grigia opaca ma magnifica.

Esitarono un istante, pensierosi sul da farsi, mentre Lia cercava di tradurre la scritta sul sostegno della struttura.

Era composta da caratteri particolari che non aveva mai visto, una lingua estranea alla Terra.
"Ci conviene perlustrare la casa, dato che da qui non si può uscire" disse, alla fine, Lia
"Si, però Aspetta, fammi provare un' ultima volta" rispose lui.

Di nuovo, con tutte le sue forze, tentò di spostare le due ante.
Qualcosa non quadrava, non davano segno di volersi muovere.
Imprecò comprimendo su un punto che prima non aveva notato.
Era un piccolo cerchio in rientranza, tinto di blu.

La sua mano fu travolta da qualcosa che assomigliava a una scossa elettrica e venne scaraventato con violenza contro il muro.

Lia sussultò correndo verso lui dolorante.
James mosse la testa leggermente, mentre con un immane sforzo, cercava di alzarsi.

Strani punti neri gli coprirono la vista e dei giramenti di testa gli impedirono di muoversi.
Iniziò a vedere sempre più annebbiato e cadde inerme sul freddo pavimento.

Lia era vicino a lui sconvolta.
Presa dal terrore iniziò a muoverlo per svegliarlo.
Il panico prese il sopravvento.
Si alzò di colpo con il cuore a mille facendo avanti e indietro per la stanza.

Doveva trovare una soluzione, non poteva essere morto, almeno lo sperava.
Si chinò di nuovo verso di lui e gli venne in mente l'avvenimento sul treno di qualche giorno prima.
Possibile che fosse la stessa cosa? O semplicemente aveva battuto la testa talmente forte da fargli perdere i sensi.
Anche lei era svenuta quando aveva sperimentato la magia, sempre se poteva definirla in questo modo
Non riusciva più a trovare un senso in tutto quello che gli accadeva in torno.

I suoi pensieri furono placati da un lamento.
Guardò James che lentamente stava aprendo gli occhi.
"James che è successo? Come stai" chiese.

Lui la guardò senza capire, le parole gli arrivano ovattate a causa di un fastidioso fischio proveniente dall'orecchie.

Lia ripeté la domanda e sta volta riuscì a rispondergli.
"Non lo so, ho sentito come una scossa elettrica quando ho toccato il punto blu dove si incontrano le due ante" rispose con una voce roca.

Lia lo aiutò ad alzarsi e dopo qualche minuto sembrava rinvigorito e nel massimo delle forze.
"Basta che stai bene ora" disse lei preoccupata
"Si tranquilla, Questo punto qui guarda" continuò lui indicandolo.
Lia lo scruto diffidente, evitando di toccarlo.
"James, vieni, meglio tentare un'altra uscita".

I due s'incamminarono nella casa perlustrando un indefinito numero di stanze, sembrava non finissero mai, ma nessuna aveva uscite se non nella caverna.
L'ultima possibilità era tornare sui loro passi, nel palazzo della cascata.

Uscirono dalla porta principali e l'odore di acqua e il rumore della rapida, pervarsero i loro sensi.

Dello strano ponte trasparente non ce n'era traccia e al suo posto si poteva vedere uno strapiombo.
Quando gli occhi di Lia furono catturati da una piccola scala di roccia che scendeva verso il basso affiancando la cascata.

"Bingo" disse Lia indicandola.
James sorrise ma si spense nel vuoto quando vide come fosse ripida e ardua la discesa.
In alcuni punti la scala era per fino franata.
L'unica fortunata era che la terra distava massimo un chilometro.

Ingoiò un groppo in gola.
"Quindi, che vuoi fare?" chiese Lia scoraggiata.
James non rispose, guardando in dietro verso la casa che ora gli appariva la cosa più sicura sulla terra.
Scosse la testa, non poteva arrendersi.
"Andiamo" enunciò sicuro.
Lia sospirò.

Mise un piede sul primo gradino mantenendo il più possibile l'equilibrio, cosa piuttosto difficile a causa della troppa inclinazione della scala e la mancanza di appoggi.

Finì con il sedersi per terra e a scendere con il volto verso la roccia, come se stesse scalando una montagna.
Lia lo seguiva a tentoni, tremando come una foglia, schizzati ogni tanto dal qualche spruzzo.

Continuarono a scendere lentamente, per molto tempo sforzandosi il più possibile.
Ad un certo punto Lia fece un urlo e si trovò appesa con un solo braccio.
La sua mano destra era scivolata a causa della roccia toppo umida.

James accorse subìto verso di lei e aiutandola la rimise su quattro zampe.

Dopo molto tempo, finalmente la scala si fece meno ripida e tornarono a camminare su due gambe.
Poi sbucarono sul terreno piano e un panorama di montagna colpì i loro occhi.

Ovunque c'era solo roccia e vegetazione.
Un lago vicino a loro, percosso dalla cascata e una foresta, di fronte.

Vedevano poco a causa del buio, per fortunata che qua e la, fuochi Levitanti si muovevano debolmente.

Si diressero verso la foresta e arrivarono alle sue pendici quando ormai il tramonto si vedeva in lontananza e i due soli presto sarebbero sorti.
Stavano per entrare nel bosco quando una figura vietò loro il passaggio.

Era una ragazza, bellissima e divina come Giaspra e si parò di fronte a loro guardandoli in modo riprovevole.
"Non dovreste essere qui!" disse.

" E tu chi sei?" disse James stancamente.
"Sono Driadi, la ninfa madre dei boschi, e voi non dovreste essere qui" ripeté.

"Ninfa?" disse Lia meravigliata, " Anche Giaspra lo è?" Chiese.
"Si, lei è la Ninfa suprema, superiore a tutte noi e protettrice della sapienza " rispose sorridendo a Lia.
Poi tornò a guardare malamente il giovane ragazzo.

"Spostati, sono stufo di sentire queste sciocchezze, chi cavolo siete davvero?" imprecò James urlando.
"Sono una Ninfa, e da qui non puoi passare" continuò lei tranquilla.
"Perché, chi sei tu a darmi ordini?" Insistette lui.
"Non è il momento, sono stata avvertita da Giaspra che presto sareste arrivati, stavo solo aspettando".

"Cosa, ma...." Cercò di dire James ma Lia gli prese la mano e disse "Ci dispiace di essere fuggiti, solo... Siamo molto turbati e ci avete portato qui senza darci spiegazioni".
"Presto vi sarà tutto rivelato, ogni cosa al suo tempo, vi basta sapere ora che la Terra è diventata estremamente pericolosa per voi e l'unico luogo sicuro, per adesso, è stare qui, nel Perfusorium al sicuro nella dimora di Giaspra, governata dalla sua forza vitale che nemmeno il male riesce a penetrare".

I due ragazzi, sbalorditi, rimasero a fissarla senza dire una parola, ammaliati dal suo teatrale modo di parlare.
"Venite, vi condurrò alla mia dimora mentre aspettiamo Giaspra che venga a riprendervi".

Si infiltrarono nel profondo della foresta, seguendo la bellissima giovane con un corpo esile ,vestita di verde e incorniciata da capelli ricci voluminosi e arruffati.
Le sue ciocche assomigliano vagamente al colore marrone di un tronco d'albero.

***

La casa di Driadi era totalmente ricoperta dalla vegetazione, a stento i due ragazzi erano riusciti a vederla.

Al suo interno, era molto simile a quella di Giaspra, stessi mobili e disposizioni, creando un'atmosfera quiete.

"Ragazzi, sedetevi pure lì" disse la Ninfa indicando nel salotto delle sedie adiacenti a un tavolo.
"Volete qualcosa di caldo, vi vedo piuttosto infreddoliti, nelle zone di montagna fa sempre freddo, pure in estate".

I due annuirono, scoprendo di esse congelati fino alla radice dei capelli.
Prima a causa della adrenalina, il freddo non li aveva nemmeno sfiorati.

La donna tornò con tre tazze ripiene di un infuso verdognolo e blu e due vesti ricoperte di pelliccia le migliori contro il freddo di montagna.
Lia quasi rimpianse l'estate completamente inoltrata della Terra.
"Tenete, rigenera tutte le forze, è composta solo da elementi naturali" disse sedendosi accanto a loro.

Lia non aspettò un attimo, soffiò sulla tazza e assaggiò lo strano liquido.
Una sensazione di benessere si propagò in tutto il suo corpo e sorrise compiaciuta guardando la donna al suo fianco.

James, come sempre, era riluttante, e osservò la tazza indeciso.
"James, assaggiala, non mangi niente da ieri sera e ti assicuro che è buonissima" lo rassicurò Lia entusiasta.

La ninfa sorrise a James in modo riconciliatore ma lui non cedette.
"Dai, guardami sono viva ancora" disse nuovamente sua sorella ridendo.
Anche la ninfa sorrise.

Ma nulla da fare, incrociò le braccia e nessuno riuscì più a smuoverlo.

Mentre aspettavano Giaspra, Lia e Driadi chiacchierarono del più e del meno.
Driadi si rivelò piuttosto curiosa del mondo umano e Lia non la finiva più di trascriverle la terra e la sua bellezza.
"Beh, deve essere davvero stupenda, sul vostro conto so solo la lingua con cui stiamo parlando ora, non è permesso andare sulla terra, soprattutto a Ninfe giovani come me che non hanno ancora superato il secolo" disse affranta .
"Come mai?" Chiese turbata Lia.
"Questo non lo so, non lo sa nessuno" rispose lei.

Lia annuì delusa, "comunque presto imparerete il Nerediano, se vuoi ti insegno alcune parole semplici" continuò la ninfa cambiando argomento, eccitata.
Lia annuì e imparò che ciao si diceva lao, simile al suo nome, e molte altre parole che dimenticava già da prima di averle ripetute.

Giaspra li aveva fatti aspettare non poco e quando era arrivata, arrabbiatissima soprattutto con James, non salutò nemmeno Driadi e tornarono nel suo palazzo, mentre Lia si chiedeva come aveva fatto a scoprirli.

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