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Capitolo XLI: Sacrificio

   Il silenzio incombé presto sul campo di battaglia. Gorgoglii e respiri mozzati si amalgamarono perfettamente alla pressione e all'adrenalina. Non una foglia di mosse, nessun insetto volò e tanto meno alcun uccellino cantò. La tensione era tangibile. Caliel aveva saputo che non era stato Lucifer a comandare quell'attacco. Aveva appreso che il regno dei morti possedesse un principe; lo stesso desiderato da Lilith: il figlio dell'Oscuro di cui si erano perdute le tracce nei tempi passati.

   Il principe? Caliel si era irrigito, incredulo. Aveva il volto pieno e severo, contornato dai lunghi capelli dorati e arricchito da una folta barba raccolta in una treccia. Indossava una tunica candida come le piume, le cui maniche scendevano lunghe e larghe fino ai polsi e coprivano l'armatura sfavillante che gli proteggeva il petto. La sua fedele spada celestiale era invece retta da una cintura in metallo prezioso. Le sue ali splendevano raggianti sovrastando di gran lunga la sua altezza già considerevole mentre il suo sguardo bruciava azzurro e concentrato.

Agli occhi di Alexander, pareva ancor più rinvigorito di quando - settimane prima - si era sciolto alla sua richiesta di aiuto. Caliel fissò Hereweald riconoscendo il ragazzo che aveva incontrato al lago e da ciò, convenne la sua sensazione. Lui non era un suo fratello caduto nella strada sbagliata, ma un essere che dovevano temere tutti: angeli e demoni. In lui brillavano magnanimità, umanità e perfidia; quella pura che bramava la morte.

Erano due stelle opposte. L'uomo fino a quel momento credeva che Lucifer avesse rimediato al suo errore. Era certo che quella storia riguardasse il passato, ma era evidente che il ribelle avesse trovato una strada secondaria.

Aveva lasciato volutamente in vita un pargolo molto pericoloso, figlio di due stirpi dagli immensi poteri e portatore di un cuore umano. Tuttavia, se ciò non fosse stato fatto con l'intento di crescerlo come un segugio, quale altro poteva essere il motivo?

— Lucifer, l'oscurità non ti ha inghiottito interamente...

   Si sorprese commentando l'inimmaginabile per poi sbattere le ciglia chiare e scacciare un pensiero che - per quanto fosse assurdo - era tremendamente reale. Allora in lui nacquero spontaneamente altre domande. Caliel si perse nell'ansia. Dov'era Lucifer? Possibile che fosse stato spodestato con la morte?

È più grave di quanto credessi. Puntò il suo sguardo verso il cielo sospirando rumorosamente e stringendo le mascelle talmente tanto che la sua espressione divenne di pietra. Avrebbe dovuto convincere altri suoi fratelli a combattere per gli umani, per quel pianeta così speciale. Come potevano gli angeli non udite tale battaglia scalpitare nel corpo? Improvvisamente scattò in avanti compiendo un passo, pesante e determinato; spalancò le sue ali e, rivolgendo le punte acuminate in direzione di Lilith, gridò. Se il suo destino era morire lo avrebbe assecondato, ma non prima di aver dato se stesso nella battaglia.

— E così sia!

   Prese a camminare fiero, rispondendo alla minaccia di morte. Avrebbe tolto Lilith da qualsivoglia mondo. Sguainò la sua spada facendola illuminare così tanto da far vergognare il sole e dopo uno scambio di sguardi con Hereweald spiccò il volo scagliandosi contro la donna.

— Per la vita, tu perirai!

   Gridò prima di scendere in picchiata con la spada pronta a federe carica di potere. La traiettoria del suo colpo era precisa, millimetrica. L'angolazione della lama gli avrebbe permesso di decapitarla con facilità, prima che il suo corpo collassasse e si tramutasse in polvere a causa del contatto con un oggetto puro. Si trovava a pochi centimetri, stava per sfiorare la pelle della dannata, ma lei non si scompose.

Niente sembrava scalfirla. All'ultimo momento un caduto dagli occhi iniettati di sangue le si parò davanti facendole da scudo.

Caliel spalancò gli occhi terrorizzato e confuso: poteva qualcuno offrire la propria vita senza alcuna esitazione, sapendo che non ne avrebbe ricevuto alcun guadagno?

— Carne da macello.

   Annunciò Lilith, abbassando lo sguardo per osservare le fattezze di quel giovane diviso in due distinte parti: testa e corpo. Da queste sgorgò un fluido nero come la pece. Il flusso perpetuò denso finché tutto quanto scomparve divenendo finissima cenere.

— Strano vero? — parlò nuovamente lei sovrastando lo shock di Caliel. Lui non era abituato a uccidere chi aveva attraversato l'universo al suo fianco, non gli importò se questo fosse divenuto un caduto. — È un traditore eppure le lame non lo hanno ridotto immediatamente in polvere.

   Commentò sospirando e fregandosene dello stato in cui versava il suo avversario. Poteva sopraffarlo, ma lei decise come al suo solito di perdere tempo e rigettare le sue riflessioni addosso agli altri.

— La natura... Puoi odiarla, temerla, ma mai sfuggirle, rimane parte del tuo stesso sangue.

   Disse con espressione schifata e voce cantilenante per poi voltarsi e dare le spalle alla battaglia che aveva scatenato. Compì dieci passi, ondeggiando lentamente e stiracchiando le sue sottili ali. Infine si voltò verso la sua preda: Hereweald.

Sorrise perfida e si tagliò il palmo della mano destra creando un'arma, simile a un gigantesco paletto con il sangue che le fuoriuscí dalla ferita: aveva intenzione di divertirsi pure lei.

Si udì un ringhiò, ma non animalesco come quelli che producevano le bestie infernali, bensì uno dettato dallo spasimo. Caliel gemette dallo sforzo quando la strada gli venne sbarrata e ombre informi gli impedirono il passaggio verso Lilith. Si mise a squarciarle una dopo l'altra. Gli bastava conficcare la sua lama angelica una sola volta nelle loro carni che queste si disintegravano. Tuttavia nuove reclute erano pronte a prendere il posto di quelle donate alla terra.

Era un circolo infinito, tanto che un pensiero gli balenò in mente, scalfendo la sua rigorosa calma: il regno dei morti poteva riversarsi interamente nella città, riconosciuta troppo tardi come un'anomalia della civiltà umana. Se gli angeli fossero intervenuti si sarebbero ritrovati d'accordo nell'idea di far scomparire l'intera Fidnemid pur di sventare una catastrofe globale. Avevano già commesso un errore simile, secoli prima: Caliel non li avrebbe assecondati una seconda volta. Aveva compreso che il suo compito era infondere saggezza e pazienza, non solo agli uomini, ma anche ai suoi stessi fratelli.

— Attento!

   Alexander intercettò in volo un mostro che stava per attaccare il custode alle spalle. Scongiurò così una ferita letale al compagno trafiggendo il cranio tumefatto della controparte con l'arma che Hereweald gli aveva affidato. Un tocco di questa e la bestia simile a un grosso lupo ustionato si disgregò. Dopodiché una freccia fischiò, passando rasente alla guancia del giovane e colpendo una creatura in corsa diretta verso Alex.

— Accidenti, guardati attorno!

   Gridò Gideon passando con il fiatone e lanciando pugni a raffica per poi usare le sue frecce come pugnali e conficcarle in braccia, petto e testa dei nemici. Corse lasciando gli angeli assediati da cinque creature corazzati con un materiale inscalfibile, infine - nel mentre schivava gli artigli di un demone figlio dell'invidia - scoccò un'altra freccia. Il lancio arrivò dritto al bersaglio, ma non ne intaccò le carni perché venne bloccato prima di giungere al compimento della sua opera. A quel punto Lilith si voltò tenendo l'arma in una mano mentre con l'altra aveva sollevato fiera la propria in procinto di avvicinarsi a Hereweald.

— Adesso proteggi il principe, che carino che sei diventato, figlio mio.

   Sputò spezzando con facilità la stecca acuminata. Gideon deglutì nervoso poco prima di ricevere un colpo alla tempia da una bestia ruggente. Collassò a terra tra sangue, stracci e terreno disseminato di orme e sudore. La sua vista si offuscò un poco impedendogli di notare l'avvicinarsi della donna finché le gambe di questa furono davanti al suo naso.

Vuoi davvero metterti contro tua madre? — domandò Lilith alzando un sopracciglio. — Io credo che tu non ne abbia il coraggio, dopotutto, hai qualcosa da perdere.

   Sussurrò accostando il proprio viso a quello di Gideon che si stava tirando in piedi sorreggendosi con le braccia. Lui brontolò sommessamente gettandosi poi su di lei e riempiendola di colpi: tutti quanti inefficaci. In un frangente di debolezza i suoi occhi commisero uno sbaglio, il peggiore che potessero fare in quelle circostanze.

Per un secondo questi seguirono la scia dei passi dalle ragazze e giunsero proprio là, dove lo sguardo di Nathalie era coperto, ma i lineamenti del volto erano tormentati da paura e incomprensione. Improvvisamente strinse i denti avvertendo un bruciore espandersi dal suo stomaco e fu quindi costretto riportare l'attenzione su Lilith.

— Gideon!

   La voce di Hereweald giunse prima di tutto il resto. Gideon cadde a terra sulla schiena e con gli occhi spaventati, producendo gorgoglii incomprensibili. L'attimo seguente stava annegando nel suo stesso sangue. Un insopportabile dolore arrivò subito dopo; Lilith aveva vinto un'altra battaglia, trafiggendo la propria prole.

— Non dovevi.

   Sentenziò prima di pulirsi l'abito e rinforzare la stretta sull'elsa della sua arma. I capelli arruffati e qualche graffio sul viso l'avevano risvegliata. Affondò ancora di più il colpo trapassando da parte a parte lo stomaco di Gideon. In quegli istanti - nonostante lo scorrere del tempo per i due sembrasse rallentare, mosso solamente dai respiri strozzati del ragazzo – il conflitto non volle cessare.

I demoni proseguirono la loro avanzata, calmi e fieri. Successivamente Lilith estrasse l'armamento dal corpo debole e in preda agli spasmi di suo figlio per rimarcare la potenza e riprecipitare più precisa, dritta al cuore. Tuttavia mancò di attenzione.

Fu scaraventata lontana alcuni metri con un peso addosso che mirava alla sua testa. Hereweald muoveva la sua spada sferrando colpi alla cieca, era preso da una rabbia incontrollata. Rotolarono e lui le rovinò un'ala, regalandole un tremendo dolore mentre l'altra finì a terra; amputata quasi alla scapola. Il giovane stava per concludere, gli occhi annebbiati dall'oro e i capelli ribelli piovuti sul volto quando un calcio lo rigettò accanto al corpo del compagno ferito. Cadde sulla schiena con talmente tanto impeto che le sue ali si paralizzarono momentaneamente e il respiro gli mancò.

Siete solo delle nullità! Sprecate i doni che vi sono stati offerti alla nascita e per cosa? — Lilith barcollò passandosi il dorso della mano sotto al naso per pulirsi dal liquido viscoso che ne usciva. — Due creature ancora più incompetenti di voi che hanno il respiro contato.

   Dopodiché rivolse un'occhiata all'ala che le si staccò definitivamente andando a ricoprire il terreno e – infine - si concentrò sui due traditori. Assottigliò lo sguardo, scrutando con la coda dell'occhio i suoi seguaci nel mentre che venino fatti a pezzi e ridotti in cenere dagli angeli.

Cominciò a bisbigliate versi incomprensibili che diedero vita al sangue disseminato sul campo di battaglia. Proprio come accaduto precedentemente, questo si riunì in una moltitudine di pugnali e lame affilate. Nonostante la luce del sole venisse meno questi parevano scintillare. Lilith rise sfidando sia Hereweald che Gideon che era sempre più in fin di vita, subito dopo i suoi occhi ruotarono poggiandosi sulle ragazze spaventate, poste al limitare del bosco.

— No, ferma!

   A nulla valse il grido dei due ragazzi. La donna abbatté lo sciame di milizie, su Abegail e Nathalie. Piccoli e grandi, gli stiletti viaggiarono rapidi come una raffica di vento pronta a colpire tutti e tutto, ma Lilith voleva coglierne solo una: colei che aveva determinato il cambiamento di suo figlio.

Gideon annaspò nel suo stesso sangue; strisciò cercando di muoversi disperato, ma non sarebbe mai arrivato in tempo; né lui né nessun altro. Quella nube divorò le distanze fischiando, e compattandosi. Dall'altra parte del campo gli angeli stavano per vincere, se pur rimasti lesi. Le lancette però scorrevano troppo velocemente. Hereweald allora spostò i suoi occhi su Gideon il quale ricambiò sorridendo debole. Non gli restava molto. Era bianco come un panno, aveva le labbra violacee e il contorno degli occhi scavato, ciononostante aveva afferrato il pensiero fugacemente disperato dell'altro.

— Fallo.

   Hereweald fu incitato da un rantolo impercettibile e stringendo i denti per trattenere le emozioni lasciò che la sua capacità di spostamento rapisse il corpo di Gideon. Lo nascose per brevi attimi fra le sue nubi cineree e lo riportò nella realtà davanti ad Abegail e Nathalie un secondo prima che l'armata lanciata da Lilith giungesse a destinazione.

— Va bene così...

   Disse lui chiudendo gli occhi. Abegail invece li spalancò assieme alla bocca mentre desiderò non poter vedere. Non voleva assistere, ma – soprattutto - non volle sentire il suono che le lame produssero trafiggendo quel corpo già sfiancato; entrando profondamente nelle carni di qualcuno che aveva conosciuto e imparato ad apprezzare. Da Abby non uscì alcun lamento, nessun'altra reazione, al contrario fu Nathalie a strillare.

Lei sussultò quando un peso, si poggiò privo di forze sulle sue gambe. Avvertì del liquido caldo colare lungo le sue cosce e imbrattare il terreno. Decise di tastare con le dita i contorni di ciò che non riusciva a vedere; si morse poi il labbro ritraendosi momentaneamente e – infine - scoppiò in un pianto disperato.

— G-gideon...

   Non riusciva a parlare tanti erano i singhiozzi che la strozzavano. Le sue mani tornarono sul corpo del ragazzo trovando spalle, collo e bocca. Caratteri che lei non avrebbe potuto vedere per l'ultima volta. Il suo petto sobbalzava, vibrando durante i tentativi di inspirazione. Si sentiva mancare l'aria; si sentiva così vuota e spaventata.

— Nat... — lui la richiamò sorridendole benché sapesse che non poteva guardarlo. — vivi quello che puoi nel modo in cui avrei voluto far io. Liberati di ogni cosa Sii libera

   Mormorò stanco prima che i suoi occhi diventassero vuoti e la sua anima scomparisse per sempre assieme alle fattezze del suo corpo.

Angolo autrice:

Buona domenica a tutti!

Non c'è bisogno di commentare, so di averla rovinata a chi aveva imparato ad amare Gideon, ma purtroppo era inevitabile...
È stata dura dopo così tanti capitoli dire addio ad un personaggio che ha abbandonato tutto pur di avere una possibilità di riscatto; ha affrontato Hereweald e Lucifero, guadagnandosi la fiducia di questi e si è scontrato con sua madre, ma almeno, possiamo dire che sia morto con dignità....

Non ho altro da aggiungere se non avvertirvi che Lilith non ha ancora concluso: vuole Hereweald e la morte di suo figlio non le farà né caldo né freddo. (forse)

Fatemi sapere i vostri pareri❤

Vi aspetto nell'ultimo capitolo:"Giura che mi dimenticherai"

*Ps. Ho aperto da poco un profilo instagram, seguitemi se volete sapere novità sul secondo libro. Trovate il link nella mia "biografia" qui su Wattpad.

Alla prossima!

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