Natale
Il tempo volò e il giorno della vigilia di Natale arrivò. Dina e la Signora Clark sarebbero fuggite di casa quel giorno; quella dimora non era più la loro casa, ma un inferno. Il padre di quella dimora era un giudice e lui era la legge; tutti quelli che si mettevano contro di lui, non vivevano tanto a lungo. Dina aveva aspettato perché arrivasse quel giorno; aveva preparato tutto, e adesso doveva solo aspettare che arrivasse la sera. Guardò il suo orologio: in quel momento, erano le cinque del pomeriggio.
«Hm... È arrivato il momento». Dina tirò fuori un ciondolo: un ciondolo portafoto. Lo aveva acquistato in segreto, sgusciando fuori di casa furtivamente e andando a comprarlo al nuovo negozio di antiquariato che aveva aperto vicino a casa loro. Il negozio vendeva un sacco di cose, incluso quel ciondolo. Da quando si era nascosta fuori, indossando un travestimento, pensò che la gente non si sarebbe accorta di lei. In ogni caso, ora stava andando a consegnare quel ciondolo alla sua amata madre.
All'improvviso, la porta della camera di Dina si spalancò, e la Signora Clark ricoperta di sangue, entrò dentro urlando: «SCAPPA DINA!». Prima che Dina potesse reagire, il Signor Clark si levò di torno la Signora Clark con uno spintone da dietro e camminò minacciosamente verso Dina, afferrandola. Poi, urlò:
«Tu, dannato mostro!!! Ti ucciderò! Come ti sei permessa di uscire fuori! Sai almeno che a causa di quello che hai fatto, qualcuno ti ha scattato una foto sostenendo di aver visto un mostro dagli occhi neri entrare nella nostra casa?! Ho pensato che fosse qualcun altro, ma adesso il nostro cortile è pieno di giornalisti!». Dopo che ebbe concluso, scaraventò Dina da una parte. Dina, venendo spinta dal padre, andò a picchiare la testa contro lo spigolo del tavolo e perse conoscienza.
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