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Due Facce

Circa un'ora dopo, le cose presero una nuova piega. Jeff sentì due portiere chiudersi quasi allo stesso momento e quindi il motore accendersi. Appoggiò a terra il joystick e guardò fuori dalla finestra della stanza di Randy, giusto in tempo per vedere sua madre e quella di Randy uscire dal viale.

«I nostri genitori stanno andando via.» disse Jeff.

«Lo immaginavo da prima, infatti credevo che prima o poi mia madre avrebbe chiesto a tua madre di andare a fare shopping o prendere un caffè o qualcosa del genere.» Jeff sentì Randy mettere in pausa il gioco.

«Ehi, Jeff, andiamo al piano di sotto, voglio farti vedere una cosa fortissima.» lo invitò Randy, e Jeff lo seguì.

Randy lasciò Jeff fuori dal garage. Era caldo lì dentro, con la porta principale chiusa. Il garage era ben fornito, e Jeff osservò diverse pile di riviste sotto una panchina, e altrettanti mucchi di attrezzi e strumenti di vario tipo. Restando lì, in quel piccolo, chiuso garage, con il calore dell'ormai quasi finita estate che si faceva sentire, Jeff iniziò a sentirsi leggermente a disagio.

Nonostante il fatto che lui e Jeff avessero legato abbastanza nelle ultime ore, Jeff non poteva ignorare la sensazione che le cose potessero andare diversamente, ora che gli adulti non c'erano.

«Cosa vuoi mostrarmi?» chiese Jeff.

«Aspetta, lascia che la prenda.» rispose Randy, spostando le riviste che coprivano una piccola cassetta rossa. Jeff osservò Randy prendere la scatola e aprirla.

«Guarda qua, la pistola lanciarazzi di mio padre.» annunciò Randy, agitando la rossa pistola tubiforme in questione.

«Woah, stai attento con quella!» gridò Jeff, più scioccato che preoccupato.

«È tutto ok, non fare la femminuccia, non è nemmeno carica.» lo corresse Randy. Tuttavia, Jeff lo vide prendere delle munizioni dalla cassetta. Randy continuò a giocherellare con la pistola, inserendovi le munizioni.

«Ora è carica.» annunciò. «Mio padre mi ha fatto vedere come si usa l'anno scorso, mentre eravamo a fare canottaggio. Qualche volta la prendo e sparo razzi ad un albero. Ma forse, questa volta non avrò bisogno di un albero.» Il cambio tonale della voce e il comportamento di Randy erano impossibili da ignorare.

«Okay, beh, bell'arma. Torniamo in casa però, fa caldo qui e sto iniziando ad avere fame, hai qualcosa da mangiare?» Però, mentre Jeff si dirigeva verso la piccola porta che l'avrebbe riportato a casa, il suo cammino fu subito interrotto da due facce familiari.

«Dove stai andando, Jeffrey?» chiese bruscamente il ragazzo grasso, Troy, mentre lui e Keith avanzavano nel garage.

«Vi ci è voluto molto per arrivare qui, stronzi, ho dovuto fare la babysitter a questa checca per tutto il giorno.» urlò Randy, con un'insana gioia presente nelle sue parole.

«Scusa, Randy, ma Keith ha dovuto tagliare il prato del viale di fronte a casa sua, prima che i suoi genitori lo lasciassero andare.» disse Troy, leggermente imbarazzato.

«Va tutto bene, l'importante è che ora siamo qui.» disse Keith.

«Ma che cazzo succede?» chiese Jeff, guardando Randy. Notò che lui aveva ancora la pistola lanciarazzi tra le mani.

«Oh, ti dirò subito cosa sta succedendo, Jeff. Devi delle scuse a Keith e Troy per l'altro giorno. Tu, schifoso, li hai picchiati per poi dartela a gambe. Non hai nemmeno avuto le palle di affrontarli fino alla fine, così, ora, pagherai per ciò che hai fatto.» spiegò Randy.

«Non voglio lottare con voi, ok? Ne ho abbastanza di quella merda.» rispose Jeff, guardandosi intorno per cercare un'uscita.

«Hai ragione su questo, non dovrai infatti combattere. Devi solo stare lì e lasciare che i miei ragazzi ti prendano a botte. Dopodiché, lo farò io, e quando finirò te ne vai fuori da casa mia. Dirò a mia madre che ti sei sentito male e che sei tornato a casa a piedi e, dopo ciò, se ci vedrai ancora, ti consiglio di continuare a camminare nella direzione opposta.»

«Non starò qui in piedi a farmi picchiare da te o dai tuoi amici, così lasciami solo andare a casa. Dirò a mia madre che la situazione si è risolta e tutti ne usciamo vincitori, okay?» propose Jeff.

Randy, a quel punto, sollevò la pistola lanciarazzi in direzione di Jeff.

«No, tu resterai qui, femminuccia, e ti farai prendere a botte.»

Jeff sentì quella sensazione ancora una volta, quella malata sensazione piena di odio che turbinava in lui. Poteva assaporarla ora, era paradisiaca. Nella sua testa, si immaginava tuffarcisi dentro, nuotarvici, lasciare che ne venisse inghiottito. Si guardò intorno e la sensazione non fece altro che crescere.


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