parte 2
Gli chiese ad un tratto, attirando di nuovo la sua attenzione.
<< Che cosa ti è successo...? >>
<< ... >>
Slender Man chinò il capo, sembrava triste... Forse quella domanda era stata troppo azzardata, tanto che Katy se ne pentì.
<< Scusa... Non volevo... >>
Tossicchiò imbarazzata, si era resa conto di essere stata un po' invadente. Ma ad un tratto, sentì una leggera carezza scostarle la fragetta e scendere giù per il viso come fosse una lacrima, in realtà era una delle lunghe dita di Slender Man che le sfiorava il volto paffutto. Quasi le fece il solletico e non potè trattenersi dal ridere. Slender Man sembrò rilassarsi, probabilmente non voleva vederla triste.
Solo in quel momento Katy si accorse che il rumore della pioggia era finito. Guardò fuori dalla finestra e si rallegrò, constatando che aveva smesso di piovere e qualche debole raggio di luce penetrava tra le nuvole, illuminando la terra bagnata e le pozzanghere che si erano formate.
Katy si alzò di scatto e corse fuori. Il cielo si era aperto un po' e un luminoso arcobaleno faceva capolino dall'entrata di quell'edificio, rendendo magico quel bosco che la notte prima l'aveva così inquietata.
Scoppiò a ridere e cominciò a girare su se stessa, felice.
Slender Man stava sulla soglia della casa in rovina, e guardava la sua piccola ospite danzare sotto l'arcobaleno. Un nuovo brivido lo percorse. Vedeva gli occhi di lei illuminarsi dalla gioia per quell'incredibile effetto della natura.
La stessa luce che brillava negli occhi di una persona... che gli era molto cara...
Prima di scomparire...
Anche a questa piaceva l'arcobaleno...
Stomp!
<< Ahi! Ahahaha!! >>
Katy era caduta per terra, stava distesa sul terreno bagnato, eppure continuava a ridere. Che ragazzina strana...
<< Mi gira la testa! Ahahahah! >>
Continuava a ridere spensierata. Di solito, era a lui che attribuivano l'aggettivo di pazzo, ma per quella bambina sarebbe stato altrettanto adatto. Non comprendeva il motivo di tanta gaiezza... Eppure, era una gioia che lo faceva sentire stranamente bene...
La leggenda lo voleva come il mostro che si sfoga e prova piacere nell'uccidere bambini, ma non era affatto così.
Non trovava nulla di divertente nell'uccidere.
In realtà c'era un altro motivo per cui era sempre presente in posti dove ci fossero tanti bambini... Totalmente diverso da quello delle storie che si raccontavano...
Una malattia che, ne era consapevole, non sarebbe mai stato in grado di curare...
Eppure continuava a farlo... Forse perchè era disperato...
Oppure era vero... Era pazzo...?
<< Slender Man... >>
La dolce voce di Katy richiamò ancora una volta la sua attenzione.
<< Visto che sei da solo... Non ti annoi mai? >>
Il voltò si inclinò in un gesto di curiosità. Che voleva dire? Di certo lui non giocava a nascondino da solo.
Però... Quella domanda lo fece riflettere...
In effetti, lui in quegli anni di solitudine e patologie non aveva mai fatto nulla se non mimetizzarsi tra quegli alberi, fino a diventare quasi uno di loro, nessuna pietà, nessun sentimento, proprio come gli alberi di quel bosco.
<< C'è qualcosa di bello da fare qui? >>
Chiese nuovamente la bambina. Se avesse voluto le avrebbe risposto di no, ma... In effetti...
Si avviò camminando a passo svelto verso il bosco. Katy, per non perderlo, si mise a sedere subito e gli corse dietro.
<< Dove stai andando?! >>
Nonostante sapesse che non gli sarebbe mai arrivata una risposta, continuava a fargli domande. Era convinta, in qualche modo, che prima o poi avrebbe parlato, come la prima volta...
I rami per terra, molli e bagnati, non facilitavano il percorso, e Katy doveva scostare rami sottili, ma resistenti, al contrario di lui che riusciva a passarvi in mezzo.
Dove la stava portando?
Quando finalmente scostò l'ultimo ramo dal suo viso, gli occhi di Katy si persero in un paesaggio spettacolare.
Un lago di acqua limpida circondava un minuscolo appezzamento di terreno, il cui unico abitante era un enorme salice piangente, circondato e custodito dall'intricata costruzione di alberi grigi e secolari.
<< Wow... >>
Sussurrò la piccola, rapita da quello spettacolo. Non aveva mai visto una simile bellezza, sempre chiusa nella città...
Invece lì fuori era così bello. E colui che le stava mostrando queste meraviglie era... Slender Man.
Un mostro.
Un assassino.
Non poteva essere tale...
Erano solo leggende, storie...
Certo, non poteva essere ancora sicura di chi fosse realmente Slender Man, ma ormai era certa che non poteva essere quello che descrivevano...
Senza farsi notare, gli rivolse uno sguardo per capire cosa stesse facendo.
Osservava il panorama... Malinconico.
Come poteva capire cosa stesse pensando? Eppure aveva proprio questa impressione.
Guardò nuovamente a terra e scorse una violetta in mezzo alla sterpaglia. Si chinò e la colse, strappandola delicatamente dal terreno. Poi si girò verso Slender Man e gliela tese.
<< Lo so, non è tanto... Ma devo pur ringraziarti in qualche modo... >>
L'uomo senza volto fissò il fiore, prendendolo dalle mani della bambina. Poi tornò a guardare lei.
Ringraziarlo per cosa?
Le aveva dato quella coperta, era vero, ma... che altro?
L'aveva risparmiata, forse?
No... Neanche questo...
Il motivo gli era oscuro, intollerabile per colui che sapeva leggere più di tutti nell'animo delle persone, percependone la paura...
Ma quella bambina... Katy gli parve di aver capito...
Perchè non riusciva a comprenderla?
La sua gentilezza, la sua gioia... Cosa avevano a che fare con lui?
L'avrebbero guarito, forse? Poco probabile...
Ma... In fondo... Voleva sperare... Una cosa che aveva smesso di fare ormai tanto tempo fa...
<< Non riesco a capire dove sia finita quella bambina. La nonna mi ha raccontato una strana storia, riguardo un uomo smilzo... Slender Man, mi pare. L'ho sentito anche io. Quando ero bambino si raccontava questa storia per farci addormentare... >>
<< Che cosa ne pensa, signore? >>
<< Che andrò in fondo a questa storia. Voglio capire che fine ha fatto quella bambina e tutti quelli che sono scomparsi in questo periodo. >>
Il rumore della porta che si apriva distrasse James Roosvelt dal suo lavoro. La moglie, una donna giovane e dagli occhi vivaci, posò sulla scrivania un vassoio pieno di biscotti e una tazza di caffè. L'uomo la ringraziò con un sorriso e ne bevve un sorso, ma quando si accorse che la moglie stava guardando il computer, si affrettò a ridurre a icona la pagina internet.
<< Cosa stai facendo? >>
<< Ricerche. Un'altra bambina è sparita e sua nonna mi ha raccontato una leggenda inquietante, secondo lei è la risposta a queste sparizioni. >>
<< Una leggenda? Intendi quello strano uomo che ho visto nelle foto prima che tu chiudessi la pagina? >>
<< Eh, si. Lo chiamano Slender Man, pare che sia ossessionato dai bambini. Non so se crederci o no. >>
<< Bè, mio caro, vedi di non rimanerne troppo invischiato, o rischi che Slender Man venga a prendere anche te. Ho sentito dire che non se la prende solo con i bambini. >>
Detto questo, la donna baciò il marito e uscì dalla stanza. James restò per qualche minuto a chiedersi cosa volesse dire, poi alzò le spalle e riprese a lavorare. Era incredibile quante notizie riguardo a quella leggenda girassero nel web. C'era praticamente di tutto: storie, immagini, perfino giochi.
La maggior parte erano racconti dell'orrore spacciati per esperienze realmente accadute, lo stesso valeva per molte fotografie che egli stesso aveva sottoposto ad un'attenta analisi, per poi scoprire che erano state modificate con qualche programma.
Insomma, tutto falso.
Era tentato di spegnere il computer e andare a letto, quando si ricordò di controllare la posta elettronica, lì gli arrivavano gli ultimi aggiornamenti sui casi.
Nulla di nuovo se non cose che già sapeva. Tra questi anche qualche annuncio pubblicitario. Sbuffò e si affrettò ad eliminare gli spam quando qualcosa attirò la sua attenzione.
Uno dei messaggi riguardava proprio il caso dei bambini scomparsi. Lo aprì. C'erano interviste alle mamme e alla polizia e alcune foto dei bambini scattate prima che scomparissero.
<< ?! >>
Quelle foto erano le stesse che gli erano state fornite per le indagini, ma non aveva mai notato una cosa... C'era una strana figura tra gli alberi...
All'apparenza sembrava un uomo in giacca e cravatta, ma il suo volto era molto sfocato e non era possibile capire chi fosse.
La cosa strana era che anche nelle altre foto era presente questa... persona, se così si poteva definire. E anche nelle altre foto era perfettamente mimetizzata tra gli alberi e il suo volto era sfocato.
Non poteva essere una coincidenza. Prese il telefono e digitò un numero.
Katy camminava da sola nel bosco, volgendo a volte lo sguardo agli alberi che si slanciavano verso il cielo, creando con i loro rami un intricato labirinto immaginario. Non aveva ancora preso in considerazione l'idea di scappare e tornare a casa. Certo Slender Man l'aveva risparmiata, ma ciò non voleva necessariamente dire che Katy potesse totalmente fidarsi di lui. Magari aspettava proprio un suo passo falso, una sua fuga precipitosa e si sarebbe spazientito al punto che avrebbe potuto ucciderla senza scrupoli.
Quindi era meglio aspettare. Si fermò e tornò a guardare tra gli alberi, in cerca di qualcosa che le facesse capire che Slender Man era lì.
Nulla. Sospirò. Chissà dov'era?
Taciturno, enigmatico, solitario... Katy aveva la sensazione che fosse terribilmente solo, ma lui stesso non faceva niente per tentare di stringere un qualche tipo di legame con lei. Era così strano. Era quasi sempre assente e quando appariva all'improvviso Katy non poteva evitare di spaventarsi. Aveva davvero una brutta abitudine!
Persa in questi pensieri, non si accorse di una radice troppo sporgente e inciampò. Ma il tonfo non arrivò mai. Katy si ritrovò sollevata da una pallida mano scheletrica, che con un tocco gentile l'aveva rimessa in piedi ed evitato di cadere. Alzò lo sguardo per incontrare il viso vuoto di Slender Man, le piccole mani posate istintivamente sulla sua. L'uomo smilzo inclinò la testa di lato. Difficile sapere cosa stesse pensando.
<< Grazie... >>
Senza dire una parola, come al solito, Slender Man lasciò lentamente la presa e sparì di nuovo tra gli alberi. La bambina sospirò. Probabilmente tutte le domande che si faceva non avrebbero mai trovato una risposta. Si diresse verso il posto che qualche giorno prima Slender Man le aveva mostrato e si sedette sull'erba, immergendo una mano nell'acqua. Era fredda.
La tirò via con un gesto repentino e la portò vicino alla bocca, alitando per riscaldare le dita, che avevano quasi perso sensibiltà. Due mani bianche e grandi apparvero improvvisamente da dietro la bambina e avvolsero quelle piccole di Katy, per riscaldarle. Katy si voltò a guardarlo. Questa volta, nella sua insepressività, le parve di cogliere uno sguardo di affetto, forse solo un'impressione data da quel gesto. Slender Man era chino dietro di lei e dopo un po' si sedette vicino.
<< Non mi ero accorta che facesse così freddo. >>
L'uomo smilzo la fissava, senza dire nulla. La bambina non smetteva di chiedersi perchè non le parlasse. Era imbarazzata, cercava di trovare qualcosa di cui parlare, ma non c'era davvero molto su cui discutere. Guardò il cielo, bianco, non si capiva se stesse per venire a piovere o meno. Per la prima volta, in quel silenzio, pensò alla sua famiglia, ai suoi genitori, alla nonna... Era strano, ma... Non le mancavano più di tanto.
Credeva che avrebbe pianto ogni giorno, chiamato i loro nomi in eterno, credeva che sarebbe impazzita, o peggio, morta. Ma non era successo nulla di tutto questo. Forse perchè la sua mamma e il suo papà non erano mai a casa, sempre impegnati a lavorare. Forse perchè, anche quando erano presenti, loro stessi non sapevano come comportarsi e, per non mostrare il loro imbarazzo, la mandavano a giocare con l'altalena.
<< Sai, a volte mi chiedo se mamma e papà sentano la mia mancanza. >>
Slender Man, che nel frattempo stava osservando il paesaggio, tornò a fissarla e notò di nuovo quello sguardo triste sul suo volto. Katy pensò che forse era poco saggio parlare di una cosa del genere con il suo... " rapitore ", ma aveva preso a parlare quasi involontariamente. Forse Slender Man avrebbe potuto comprenderla, forse quello poteva essere un modo per essere... amici.
<< Loro non ci sono mai, sono sempre a lavoro. So che mi vogliono bene, ma... A volte penso che la solitudine in cui sono costretta a vivere non faccia parte di me, ma qualcosa che mi sia stata imposta... Proprio da loro. Una volta ho sentito la mamma e la nonna che litigavano e dicevano cose del genere. Certi giorni ho la sensazione che... C'è di meglio... Da qualche parte, c'è qualcuno che mi ama e che mi sta aspettando... >>
Slender Man ascoltava con attenzione le sue parole. Quella bambina era sola, proprio come lui. Ma non poteva fare a meno di guardarla e vedere la persona che aveva più a cuore...
Papà...
Era così vago il significato di quella parola, eppure lo sentiva così vicino. C'erano ricordi legati a quella parola, ricordi gioiosi. E dolorosi.
<< Ehi? >>
La voce timida e dolce di quella bambina lo riportò alla realtà. Katy lo guardava senza paura, il suo sguardo rendeva il suo volto da bambina ancora più tenero. Era la prima volta, dopo tutti quegli anni, che un bambino lo guardava senza avere terrore nei suoi occhi.
<< Stai bene? >>
Cosa voleva dire? Non provava sensazioni da quando era diventato ciò per cui era conosciuto. Non era visto come nient'altro che un mostro. Come faceva quella bambina a capire come si sentisse? E poi... Quegli occhi... Gli erano così familiari...
<< Posso farti una domanda un po'... strana? >>
Chiese poi la piccola all'improvviso. Slender Man la guardò per qualche istante prima di fare un impercettibile cenno affermativo con il capo.
<< Tu sei sempre stato così... o avevi una vita diversa...? >>
Strana domanda, degna di lei. Era davvero così curiosa, o era solo... incredibilmente matura? Sembrava affascinata dalla sua natura mostruosa, a differenza degli altri bambini. Interessante. Peccato che una domanda del genere gli riportasse alla mente ricordi troppo forti. Aveva avuto una vita, finchè non era accaduta una catastrofe... Ciò che lo aveva condannato ad assumere quelle sembianze. Gli faceva male ricordare...
<< Sei vestito in modo abbastanza... normale, per essere un mostro... A pensarci bene, non so neanche se sei davvero un mostro... >>
Slender Man rimase abbastanza stupito da quell'affermazione. Si alzò da terra e prese per mano la bambina, portandola nel profondo del bosco. Katy lo osservava senza capire, e quando furono completamente circondati dagli alberi secchi, l'uomo smilzo fece una cosa che Katy mai si sarebbe aspettata.
La prese in braccio e, mimetizzandosi tra gli alberi, cominciò ad allungarsi, arrivando ad un'altezza ancora più grande di quella che aveva. La vista che le si presentò davanti era incredibile!
Si vedeva la città da lontano, una piccola distesa di marmo bianco, allontanata da loro da un'immenso oceano nero caratterizzato dagli alberi che, in quel momento, erano il loro rifugio. Il vento sfiorava il volto di Katy, scostandole i capelli e illuminando i suoi occhi di lacrime.
Quel paesaggio era strano, davvero insolito, ma era qualcosa che faceva parte di lui. Una vista incredibile, bellissima, ma malinconica... Slender Man le stava rispondendo in quel modo, facendole capire che le sue memorie erano così profonde e tristi che si erano invaghite di lui, rendendolo ciò che era. Una malattia terribile, dalla quale nemmeno lui poteva liberarsi.
Il suo passato era bruciato via, e con esso la sua anima... E chissà, forse anche il suo volto...
Katy lo guardò e passò una piccola mano sul suo volto pallido e inesistente, e si chiese come sarebbero stati i suoi occhi se li avesse mai avuti.
<< Hai sofferto tanto... e hai paura che ciò che hai passato possa ritornare a tormentarti... E' per questo che stai qui da solo? >>
Sapeva che avrebbe capito. Quella piccola creatura innocente riusciva a capire più di quegli stupidi adulti che raccontavano leggende e storie su di lui, facendolo passare per un assassino assetato del sangue dei bambini. Si abbandonò al tocco gentile di Katy prima di tornare alla sua statura, poggiò la bambina per terra e si mimetizzò di nuovo tra gli alberi, facendole perdere le tracce.
Katy rimase ancora una volta da sola. Non provò a seguirlo, nè a chiamarlo. Semplicemente lo lasciò andare, così come lui aveva lasciato andare lei quando avrebbe potuto ucciderla senza pietà.
Ancora molte cose erano all'oscuro, e Katy sapeva che erano tutte da scoprire. Dopo aver giocato nel bosco, osservato gli strani movimenti degli insetti e degli animali, la notte era calata sull'ambiente, insieme alle nuvole minacciose che illuminavano il cielo nero con i loro fulmini.
Katy era tornata all'edificio abbandonato e osservò la pioggia cadere ferocemente. Quel temporale era scoppiato all'improvviso, soffiando anche vento freddo. Si coprì con la copertina e cercò di addormentarsi, peccato che il rumore feroce dei fulmini la facesse sobbalzare terribilmente, e da sola aveva paura in quel luogo.
I tuoni rombavano furenti, e Katy pensò che sarebbe stato difficile addormentarsi, almeno fin quando non alzò lo sguardo, trovando davanti a lei Slender Man che la osservava nel buio. Le vennero i brividi, quella visione faceva paura...
Ma ormai sapeva che l'uomo smilzo non aveva cattive intenzioni. Si avvicinò lentamente a lei e la mise sdraiata a terra, sistemandole meglio la coperta. Quando fece per scomparire di nuovo, Katy lo richiamò.
<< Slender Man... >>
Si girò.
<< Potresti... Potresti restare qui a farmi compagnia, stanotte? Ho paura dei tuoni... >>
Per qualche secondo rimasero entrambi a guardarsi in silenzio. Dopo tre giorni, Katy si era abituata a questa cosa, e cercava di capire cosa volesse fare. L'ennesimo fulmine squarciò la notte e non riuscì a reprimere un grido di paura, nascose il volto nella coperta e cominciò a piangere. Aveva il terrore dei fulmini, non sapeva perchè, ma li detestava!
E di certo Slender Man non sarebbe voluto rimanere lì con lei a tenerle compagnia tutta la notte...
Invece, l'uomo smilzo scoprì il suo volto con delicatezza e si sedette accanto a lei, accarezzandole i capelli. Katy lo guardava stupita, prima di sorridere debolmente. Si concesse di poggiare la testa per terra e chiudere gli occhi.
<< Buonanotte. >>
Buonanotte.
Lo aveva detto lei? Forse aveva così tanto sonno da non essersene nemmeno accorta.
Ma di una cosa era sicura, qualcuno aveva sussurrato quella parola nella notte...
Il cinguettìo degli uccelli e un debole raggio di sole destarono Katy dal suo sonno profondo. La bambina aprì lentamente gli occhi, ancora un po' assonnata, sfregò la mano chiusa a pugno su uno di essi e quando la vista si fece più chiara... Sobbalzò.
<< Ah! >>
Si mise a sedere di scatto, per poi tirare un sospiro e posò la mano sul petto, cercando di controllare il battito cardiaco che era diventato talmente forte alla vista del volto pallido e vuoto di Slender Man a pochi centimetri dal suo viso. Aveva capito che quella creatura non aveva cattive intenzioni, ma non poteva non ammettere che una vista del genere rimaneva inquietante! Slender Man inclinò il volto di lato, cosa che faceva sempre quando era curioso e Katy gli rivolse uno sguardo corrucciato.
<< Potresti, per favore, smetterla di fare così? Sul serio, metti i brividi! >>
L'uomo smilzo sembrò divertito da quella scena. Prese tra le sue la mano della bambina per scusarsi e andò via. Katy si tirò a sedere e, dopo aver risistemato la copertina, guardò fuori dalla finestra. Il temporale del giorno prima era passato, e il nuovo giorno prospettava una tregua dopo tutta quella pioggia. Finalmente il sole illuminava il bosco e rivelava il suo vero aspetto, sempre mascherato dalla pioggia o dalle leggende che circolavano in città, poichè quello era l'habitat di Slender Man. Uscì dall'edificio abbandonato e si stupì nel trovare la creatura in giacca e cravatta che fissava il cielo. Di solito, spariva in mezzo al bosco e appariva quando voleva. Doveva essere particolarmente felice quel giorno.
Katy scosse la testa. Trovò strano pensare una cosa del genere, eppure le sembrava che fosse proprio così. Sorrise e lo raggiunse, osservando il volto pallido venire riscaldato dalla luce del sole, la cravatta rossa brillava insieme all'abito nero, che sotto quei raggi, assumeva un bel colore lucido.
Accortosi della presenza della bambina, Slender Man posò lo sguardo su di lei.
I suoi occhi di smeraldo brillavano ancora di più in quella giornata di sole, e la sua pelle rosa splendeva come la rugiada sui fiori di pesco.
Se avesse ancora avuto la bocca avrebbe sorriso per mostrarle che quel giorno si sentiva bene, senza sapere a cosa fosse dovuto. D'istinto, portò una mano sul volto della bambina, accarezzandola. Katy si aspettava un contatto freddo, ma stranamente la mano di Slender Man era tiepida e quella carezza fu molto piacevole.
Rise.
<< Che ti succede? >>
Domandò, senza volersi aspettare una risposta. Forse si stava venendo a creare quel rapporto che Katy aveva sognato in quei giorni. E di nuovo il tempo sembrò fermarsi, mentre si scrutavano ancora una volta, ma questa volta lo facevano con un sorriso, senza paura o sospetto.
In questo momento Katy ebbe una strana sensazione. Le sembrava di conoscere Slender Man da molto più tempo, e per un attimo le sembrò di vedere il suo volto.
Il suo vero volto.
<< ... >>
Si sentiva strana. Aveva avuto una visione? La sua vista fu offuscata da un improvviso capogiro, ed ebbe la sensazione di cadere, tanto da aggrapparsi violentemente al braccio di Slender Man, che velocemente, portò i suoi tentacoli a sostenerla.
<< S-scusa... Sto bene... >>
<< ... >>
<< Sul serio, sto bene... >>
Lasciò la manica della giacca di Slender Man e andò verso il lago, sdraiandosi per terra. Restò ferma a fissare il cielo limpido, e dopo un po' chiuse gli occhi. Sentì i brividi correre lungo il suo corpo. Era una bella giornata, ma... Aveva freddo. Improvvisamente si rese conto di non stare molto bene. Quando riaprì gli occhi, il volto di Slender Man copriva nuovamente la sua visuale. Katy sospirò e sorrise.
<< Sei preoccupato? >>
<< ... >>
<< Forse ho un po' di raffreddore. In fondo è quasi dicembre, avrò preso freddo. >>
Slender Man fu sul punto di ribattere, ma alla fine si alzò e aiutò la bambina ad alzarsi a sua volta. Ma quando Katy provò a mettersi in piedi, ancora una volta i suoi occhi vennero appannati e dovette aggrapparsi a lui per reggersi.
L'uomo smilzo capì, nonostante la cocciutaggine della bambina, che non stava per niente bene...
La porta del laboratorio del reparto investigazioni scientifiche si aprì con un botto, richiudendosi allo stesso modo. Il poliziotto che lavorava nell'aula sobbalzò. James Roosvelt gli si avvicinò, attendendo sue notizie. Era stressato, in quei giorni non aveva chiuso occhio per lavorare a quel caso. Aveva incaricato il giovane collega di analizzare le foto che aveva scovato negli spam il giorno prima.
<< Ebbene? >>
<< Ecco... E' strano, signore, ma... >>
<< Ma?! Avanti, parla! Cristo! >>
<< L-la figura presente in queste foto, nonstante abbia pulito e ingrandito l'immagine... Non riesco a identificare il suo volto... >>
<< Che cazzo vuol dire che non riesci a identificare il suo volto?! >>
<< Ehm... La persona in quelle foto non ha una faccia... >>
L'agente rimase turbato, un pesante silenzio scese in quella stanza.
<< Slender Man! >>
L'uomo smilzo si voltò, appena prima che Katy potesse andare a sbattere contro di lui.
<< Ops! Scusa! Non è che potresti darmi una mano? >>
Lo trascinò verso un albero piuttosto alto e indicò un aquilone rimasto bloccato tra i rami, probabilmente trascinato fin lì dal vento. Slender Man lo guardo per qualche secondo, poi rivolse nuovamente lo sguardo alla bambina.
<< Potresti sollevarmi fin lassù? Così lo prendo! >>
Per un po' la guardò, e Katy ebbe l'impressione che forse non avesse capito. Poi si sentì prendere in braccio e sollevarsi velocemente fino alla cime dell'albero in cui era incastrato l'aquilone, ringraziò Slender Man con un sorriso e afferrò la corda sottile dell'aquilone, fece attenzione a slegarlo evitando i rami troppo appuntiti, e quando finalmente riuscì a liberarlo, tenendolo in mano, Slender Man la riportò a terra.
<< Non è molto... Ma è qualcosa! >>
Rise Katy e corse via, brandendo il suo nuovo aquilone colorato. Slender Man avrebbe voluto sorridere per la tenerezza che gli faceva quella bambina. Capiva che in quel bosco per lei non c'era molto da fare, e avrebbe voluto farla divertire in qualche modo. Ma come? Non c'era niente lì, per lei.
Tornò nel mezzo del bosco e rimase lì a fissare la via che si estendeva, bloccata e oscurata dai vari rami e per la prima volta si chiese come mai Katy non avesse ancora pensato a scappare e tornare a casa. In fondo, lui non aveva niente da offrirle e sarebbe stato meglio per la piccola crescere con i suoi genitori, a casa sua, che non lì in mezzo a un bosco, rifugiandosi in una vecchia struttura abbandonata e con un mostro nei paraggi...
Perchè nonostante le avesse dimostrato un po' del suo affetto, Slender Man rimaneva sempre un mostro...
Gli altri non avrebbero capito... Il cuore di un bambino era ben diverso da quello di un adulto.
Forse avrebbe solo dovuto lasciarla andare, avrebbe potuto accompagnarla per mostrarle la strada senza perdersi, e infine salutarla...
E sarebbe rimasto solo di nuovo.
<< ... >>
Perchè si sentiva così strano...? Non aveva forse sempre ucciso bambini e uomini senza pietà, strappando le loro membra, ascoltando le loro urla, macchiandosi del loro sangue...?
Perchè questa volta si sentiva così... male? Non voleva che Katy andasse via, questa era la verità... Ma non era giusto.
Sarebbe stato egoista, e avrebbe fatto fare a quella bambina la stessa fine di...
Di suo figlio...
<< !?! >>
La testa! La testa cominciò a fargli male! Se la prese tra le mani e strinse, cercando di fermare quel dolore.
Una casa in fiamme.
Urla di bambino.
Occhi verdi... terrorizzati, illuminati dal fuoco.
"Papà è qui! Ti porto via!"
Dov'era?! Dov'era suo figlio?! Era scomparso, lo cercava disperatamente! Dov'era!?
<< Slender Man...? >>
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