La panchina
L'uomo passeggiava tranquillo per il parco.
Beatamente si stava avviando verso la sua panchina preferita, dove si sedeva sempre lui, a quest'ora, ma appena la raggiunse ci trovò un vecchio che dormiva.
"Pazienza" esordì, quindi tornò a fare un giro. Ci sarebbe tornato il giorno dopo.
Il giorno seguente l'uomo tornò alla panchina ma c'era di nuovo il vecchio, con la testa chinata, che si fissava le mani.
"Non può diventare una cosa giornaliera però..." pensò l'uomo e tornò via.
Il giorno dopo ancora l'uomo tornò alla panchina e ritrovò il vecchio lì.
Un istinto di rabbia stava crescendo nel suo stomaco.
Tornò i giorni a venire, ma il vecchio continuava ad essere lì: o leggeva il giornale, o dormiva, o si guardava le mani.
L'uomo iniziò a impazzire, divenne un'ossessione.
Quella doveva essere la sua panchina.
Solo la sua.
Prese così un coltello e si avviò alla solita ora verso la panchina.
Il vecchio era ancora là, rigido.
Alzò il coltello verso il vecchio, ma appena si avvicinò esitò.
No, il suo male non sarebbe finito così.
Con uno sguardo sadico corse in centrale di polizia per denunciare il vecchietto.
Rideva come un pazzo, sosteneva che la panchina era solo sua.
I poliziotti si scambiarono uno sguardo, insospettiti forse per la storia, e seguirono l'uomo verso la panchina.
Appena si avvicinarono al vecchietto un fetore di putrido li raggiunge e appena gli tolsero il cappello
Scoprirono che si trattava di un cadavere vecchio di settimane.
L'uomo iniziò a ridere.
Non era possibile che non se ne fosse mai accorto.
[Creepypasta inventata da @LaRagazzaGhiacciata]
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