-Finalmente sono tornato, miei adorati sudditi!-; -Adorati sudditi?-; -Dopo un tempo troppo esteso in cui la mia assenza si è notata...-; -Guarda che non hai registrato qualche puntata..-; -Posso dirvi che ora arriveremo al punto che stavate aspettando con troppa trepidazione... La corsa a coppie. La stessa con cui abbiamo deciso di iniziare questa lunghissima traccia solo per farvi aspettare il continuo! E ora... saprete come finirà il tutto!-; -Al posto di fare un lunghissimo monologo che ne dici di raccontare cos'è successo? Mi stai facendo salire l'ansia-; -Subito mia suddita-; -E non chiamarmi così, sennò ti lancio un cuscino in faccia-

"Go to sleep!" esclamò Jeff mentre alzava il coltello.

Io e Shannon lo guardammo completamente paralizzati, e per qualche motivo capì solo in quel momento il senso della frase "Come la mucca guarda il treno". E per qualche altra ragione pensai al Golden Retriver del proprietario di un Ranch in cui avevo passato una volta delle vacanze estive. Jeff aveva lo stesso colore degli occhi del cane: un azzurro slavato quasi bianco, circondato da una pelle stranamente bianca e non del tutto umana.

-Che poi, stavo pensando: ma se Jeff si è incendiato in momento di follia, non dovrebbe avere tutta la pelle ustionata?-; -Ora che mi ci fai pensare è vero...-

Con una velocità impressionante la lama del coltello puntò verso un punto impreciso del mio petto, realizzando con qualche istante di ritardo che il suo obiettivo era il mio cuore. Fu in quel momento che caddi malamente per terra, urtando malamente il terreno con una mano e infliggendomi un'auto testata per via della caduta. Sentì qualcosa di pesate sulle gambe e alzai dolorosamente la testa per capire cosa fosse, restando perplesso nel vedere Shannon mettersi a carponi e massaggiandosi la testa.

Jeff invece ci stava fissando ribollente di rabbia, ma alle sue spalle potei vedere Jane stringerli le spalle e trascinandolo via.

"Shannon, tutto bene?" chiesi. "Per un pelo: letteralmente mi sono buttata su di te per placcarti, solo che mi sono fatta male alla testa" rispose la mia amica. La fissai con ammirazione: sapevo che in un momento di sorpresa rimanevi paralizzato tipo geco sulla parete, e invece Shannon aveva avuto i riflessi per salvarci la vita con una placcata degna di un giocatore di rugby. Decisi che Shannon aveva più palle di tutti i ragazzi della mia classe messi insieme.

"Tutto a posto? Siete feriti? Non va bene che continuate a ferirvi in continuazione!" sbottò una voce femminile accanto a noi. Ci voltammo verso una Nina the Killer completamente esasperata, che ci additava adirata mentre borbottava tra se e se frasi totalmente incomprensibili.

"Stiamo... bene" dissi perplesso mentre mi alzavo in piedi. Aiutai Shannon ad alzarsi, poi fissammo Nina per aspettare che ci dicesse qualcos'altro oltre agli insulti.

"Beh? Che ci fate ancora qui? Andate verso la fine così continuiamo con le gare" ribattè lei stizzita. La fissammo perplesso mentre si avviava verso l'uscita.

"Shannon?" dissi. "Si?" fu la risposta. "Solo a me sembra che a nessuno importi se moriamo o no?" osservai. "Vero? L'ho notato anch'io" disse Shannon imbarazzata.

E solo in quel momento realizzai che se morivo o no, per quei serial killer non sarebbe cambiato nulla. Per loro eravamo solo degli scarafaggi. Mi sentii gelare il cuore dalla paura.