XII
Secondo la leggenda questa storia sarebbe avvenuta alla fine degli anni Quaranta, quando la Seconda guerra mondiale era finita, ma Stalin era ancora onnipotente. In una base segreta di massima sicurezza, un gruppo di ricerca avrebbe condotto un esperimento crudele su cinque prigionieri di un Gulag. Fu loro promessa la libertà nel caso in cui avessero resistito trenta giorni in una camera piena di un gas psicotropo che li privava del sonno.
Ma già dopo cinque giorni, la situazione sfuggì di mano: i soggetti dell'esperimento erano praticamente impazziti; urlavano e si lamentavano. Poi si fecero completamente silenziosi per diversi giorni, e quando gli scienziati fecero irruzione nella camera, videro l'indicibile: i prigionieri si erano strappati la maggior parte della pelle dal corpo; il sangue copriva il pavimento.
In qualche modo, i prigionieri, seppur orrendamente mutilati rimasero vivi, implorando di riaccendere l'emissione di gas stimolante, urlando che "dovevano restare svegli". Quando il gruppo di ricerca cercò di immobilizzarli, i soggetti mostrarono una forza sorprendente, uccidendo persino alcuni dei soldati di scorta agli scienziati.
Alla fine, i soggetti furono eliminati. Uno di loro, convinto a dormire, morì subito dopo aver chiuso gli occhi. Gli altri quattro vennero uccisi mentre cercavano di scappare.
Prima di sparare all'ultimo soggetto, un ricercatore gli urlò: "Cosa sei?!" E quel corpo mutilato e coperto di sangue rispose con un sorriso terrificante: "Siamo noi. Siamo la pazzia che si annida in tutti voi, supplicando di essere liberata in qualsiasi momento nella vostra mente animale più profonda. Siamo ciò che si nasconde nei vostri letti ogni notte. Siamo ciò che vi seduce nel silenzio e nell'immobilità quando andate nel paradiso notturno dove noi non possiamo entrare", disse, prima che il ricercatore gli sparasse alla testa.
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