La scintilla (parte III)
Un calore improvviso divampò nella tasca destra della sua divisa verde di Hogwarts, un martedì sera, mentre stava completando la pergamena da consegnare l' indomani nella lezione di incantesimi. Quella sera le chiacchere dei serpeverde l' avevano infastidita più del solito, perché oltre a distrarla dallo studio, le trasmettevano ansia: sembrava che si trattassero più che altro di bisbigli concitati tra studenti che semplici chiacchere; creavano un' agitazione alla sala che, in vista degli esami, non era proprio la benvenuta.
Mentre controllava l' orario, osservando l' antico orologio da parete, trafficò nella tasca della divisa per controllare se avesse ancora dimenticato il minuscolo vesperux, forse utilizzato la settimana prima. Probabilmente, era ormai morto. Fu sorpresa di tirar fuori dalla tasca qualcosa di duro, circolare e ancora caldo: il galeone falso di Luna
-Ehi Vera, se hai finito la pergamena, sali in dormitorio un attimo? Ti aspetto qui- La voce di Roxie le fece distogliere lo sguardo dalla calda moneta –Arrivo Roxie, solo cinque minuti-
La osservò meglio: riportava scritte le parole "incontro alla Sala degli Arazzi, importante". La ragazza aggrottò le sopracciglia, perché mai Potter avrebbe dovuto organizzare una riunione del vecchio esercito di Silente proprio quella sera, quando le aveva chiaramente detto che sarebbe dovuto andare in un posto con il preside a fare cose che lei non era tenuta a sapere? L' unico pensiero che riuscì a formulare alla fine fu buon per Luna che avrebbe partecipato ad un altro incontro dell' ES, desiderato da tanto tempo
Poi, una luce verde, nuova, inondò le finestre della sala comune serpeverde e tutti, per pochi secondi, ammutolirono. L'attimo dopo ci furono quelli che cercavano di intravedere cosa ci fosse al di fuori delle spesse finestre della grande stanza, ci furono quelli che continuavano a domandarsi cosa stesse succedendo, di che natura fossero quei lampi colorati che si notavano ad intermittenza e quella strana luce verde; Vera si alzò dalla poltrona di pelle nera e individuò poco più in là suo fratello Josh che stava parlando con un altro del settimo anno. Mentre si avvicinò a lui sentì chiaramente la voce eccitata di Pansy Parkinson pronunciare riverente "Mangiamorte" . Altre voce confuse che susseguirono poi "Mangiamorte ad Hogwarts" "Come hanno fatto ad entrare?" "DracoMalfoy, dov' è Draco Malfoy?" "Pensate che centri qualcosa?" "Temo di sì, credo sia arrivato il giorno "
-Josh? Josh! Che succede? E' vero che ci sono entrati dei Magiamorte ad Hogwarts?- chiese tesa
Gli occhi di suo fratello la scrutarono per un momento –Non si sa, non so da dove siano partite quelle voci. Matthew andiamo a controllare fuori che succede?- disse rivolgendosi all' altro che annuì
-L' ho sentito dire dalla Parkinson un attimo fa; ehi, vengo anche io!- esclamò Vera per sovrastare l' alto chiacchiericcio degli studenti. Seguì i due e superò l' apertura in pietra scorrevole insieme ad un altro gruppetto di persone
-La Parkinson hai detto?-
-Sì, e il suo tono di voce non era per niente spaventato- disse la ragazza
-Ci credo- commentò Josh
-Venite qui- esclamò cantilenante Matthew. Era cinque gradini più in alto di loro, rivolto verso una finestra –E', è il Marchio Nero-
-Cosa?- Vera impietrì. Il Marchio Nero voleva dire morte... e che sì, i seguaci di Voldemort erano riusciti a oltrepassare le protezioni della scuola. Appena lo vide, le si accapponò la pelle: sovrastava, supremo, la torre di Astronomia, rischiarandola e catturando l' attenzione di tutti; era davvero difficile non notarla: sembrava fosse divenuta, insieme al grande marchio nel cielo, un luogo assestante al castello, un miraggio che la rendeva irreale.
Era difficile da accettare; se ne era parlato due anni fa l' ultima volta, quando era comparso durante i festeggiamenti della coppa del mondo di Quidditch. Dissero che era stato un errore, uno sbaglio, il ministero aveva assicurato tutti. Ma poi il ritorno di Voldemort, l' evasione dei Mangiamorte da Azkaban, l' anno scorso... era tutto così reale agli occhi della ragazza: erano in guerra.
Un attimo dopo la ragazza notò qualcos' altro, dei fasci di luce prevalentemente rossi che apparivano all' altezza del terreno: fatture. Distolse velocemente gli occhi da quel orrendo spettacolo, rendendosi conto che suo fratello ed Matthew non erano più lì con lei e che il via vai di studenti nei corridoi era aumentato notevolmente.
Prese a correre, perché, restare dove era un attimo fa, con il cuore in gola, il marchio nero in vista, ferma ad aspettare che il tempo scorresse, limitandosi ad osservare il susseguirsi di eventi che sarebbero accaduti, non le piaceva per niente. Sarebbe andata alla Sala degli Arazzi, al primo piano, e, con un po' di fortuna, avrebbe incontrato Potter, se lui non avesse già raggiunto il campo di battaglia. Corse più velocemente.
***
Non raggiunse mai il primo piano: la professoressa McGranitt intimò gli studenti di ritornare nei loro dormitori. Vera la osservò meglio, non l' aveva mai vista così: era piuttosto sfatta, si vedeva, il suo incarnato pallido e gli occhiali squadrati storti sul naso, ne erano la prova.
Un gruppo di studenti accerchiava la vicepreside, continuando a rivolgerle domande; Vera si avvicinò a loro
-Cosa succede, professoressa? Ci sono i Mangiamorte?- chiese una ragazzina
-I Mangiamorte per fortuna hanno già abbandonato il castello, ed ora, tornate nei vostri dormitori, forza- esclamò ancora la vicepreside
-Il Marchio Nero... è morto qualcuno?-domandò un Corvonero
Non fu solo Vera che registrò la strana espressione della professoressa dopo quella frase
-Jackson- disse lei brusca, rivolgendosi al Corvonero -In quanto prefetto, dovresti dare il buon esempio. Raggiungete le vostre sale comuni, ora- e, detto questo, si allontanò dal gruppo
Ma alcuni non si arresero -Il professor Silente, dicono che è morto -La vicepreside si fermò e li guardò imperscrutabile; poi annuì rigida e prosegui a scendere le scale, lasciando gli studenti ammutoliti.
Harry era con lui questa sera, era con Silente, e se... ? Si mosse prima che se ne rese conto e raggiunse la vice.... la preside, ormai arrivata al piano terra -Professoressa, qualcun' altro è stato ferito o...?- Vera intercettò il breve sguardo che pose sulla sua cravatta verde argento, che, se non fossero in quella situazione, l' avrebbe parecchio infastidita
-C' è stato un unico omicidio stanotte- si schiarì la voce- Per quanto riguarda i feriti signorina Mason, può controllare in infermeria-
***
Arrivò al luogo prestabilito esausta e con il respiro irregolare sia per la corsa appena fatta, ma anche per l' ansia che le era salita così tanto, da divenire insopportabile. Aprì subito la porta cigolante dell'infermeria, con una forza che sarebbe bastata a spostare un intero scaffale di libri, mentre sentì la voce disperata della Granger che stava dicendo -... ma non l'abbiamo capito, Harry, non abbiamo capito, abbiamo lasciato andare Piton!-
La sua apparizione fu molto improvvisa per il gruppo di presenti, formato principalmente da Grifondoro, ad eccezione di Luna e di volti sconosciuti, ma, dopo un attimo di sconcerto, pochi di loro le prestarono attenzione, Harry più di tutti: la guardava con espressione stupita ma che aveva anche una nota malinconica che la porto a colmare la distanza tra i due e ad abbracciarlo. Non era una persona da abbracci, ma, avendo osservato il suo sguardo sofferente, voleva, in qualche modo, alleviare il suo dolore; sapeva che fosse legato a Silente...
-M dispiace- sussurrò Vera avvicinandosi al suo orecchio; lui in un primo momento si irrigidì, ma poi toccò leggermente i capelli della ragazza, forse come gesto per ringraziarla e sciolse l' abbraccio
La sensazione di essere fuori posto non le scomparì neanche dopo che Luna la salutò con la sua voce indistinguibile e dopo che la Granger le rivolse un sorrisino di cortesia; fortuna che fu un uomo dal volto stranamente famigliare, emaciato, seduto vicino ad una donna che aveva tratti nettamente più giovani a parlare, interrompendo così il silenzio -Harry, lei è la signorina...?- Vera roteò gli occhi
-Si chiama Vera Mason- proferì Potter con una voce non sua
La ragazza voleva ardentemente uscire da quella stanza, adesso attraversata da mormorii tra la Granger, le carote e quell' uomo... Ecco chi era! il lupo-prof mannaro del secondo anno! Era sicura che, senza la sua presenza, loro avrebbero parlato molto più vivacemente -Ci vediamo- mormorò rivolta a Potter che la guardò un attimo con faccia spaesata per poi annuire; si diresse decisa verso la porta e... oggi non era proprio giornata, trovò qualcun' altro che gliela aprì da fuori, qualcun' altro appartenente alla famiglia delle carote, seguito da Fleur Delacour.
Si ricordava molto bene la sua ossessione e quella di Roxie per la francese, al terzo anno, che le aveva portate a seguirla fra i corridoi e a spiarla, molto spesso coperte dai numerosi gargoyle presenti nel castello; era la loro idola, la loro fonte d' ispirazione di vita, la guida da seguire per diventare perfette. Che rincoglionite che eravamo...
***
Diciassette gradini, diciassette gradini per giungere nel dormitorio femminile, diciassette gradini per rendersi conto che, prima di quella sfolgorante luce verde, aveva promesso a Roxie che l' avrebbe raggiunta dieci minuti dopo; ne erano passati quaranta.
La stanza era in penombra, Vera visualizzò subito il corpo tranquillo di Tina, steso sotto le coperte e successivamente quello di Roxie che era ben sveglia e parve irrigidirsi appena la notò
-Che hai fatto fino ad ora? Sei stata là fuori? -domandò l' amica accusatoria, con un tono di voce basso, scostando le coperte del letto per uscirne
Vera diede le spalle al corpo dormiente di Tina, sedendosi sul proprio letto -Lo sai vero che...-
-Della morte del preside? Sì- Le due si guardarono un attimo negli occhi, poi Vera chiese -Cosa mi volevi dire prima?-
L' amica iniziò a girarsi un boccolo castano tra le mani, fissando il pavimento freddo -Mi sembrava giusto dirtelo- si fermò osservandola di sottecchi -Può darsi che tu l' abbia già capito...-
-Lo sai che in questo periodo sono persa- disse Vera frettolosa
-Mi piace tuo fratello- Vera inspirò bruscamente -e... credo di poter dire che ora stiamo insieme, almeno da come la vedo io, non l' abbiamo ancora deciso-
Siamo confusi e ci chiariremo insieme, una, due, tre volte, quante ne vuoi abbastanza
Con questo capitolo concludo la penultima parte della fanfiction! Durante la settimana, spero di ricordarmelo, inserirò un' immagine dell' albero genealogico dei Parker, Potter e Mason, così che potrete vedere la loro parentela e il percorso del mantello dell' invisibilità nel tempo. Il prossimo aggiornamento non so proprio quando sarà e spero, durante le vacanze di natale, di proseguire la scrittura e riuscire a concludere la storia♡♡
Le G, S e C, scritte in matita ai lati dei nomi, corrispondo a Grifondoro, Serpeverde e Corvonero
Mi sono accorta che nella mia storia non è dato tanto spazio ai Tassorosso, ma non è perché io li ritenga inferiori o inutili, anche perché io sono Tassorosso e non avrebbe senso :)
~anirbas~
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