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Il salice piangente (parte II)

Camminarono per il corridoio principale con un cesto intrecciato colmo di dolci; Harry scoprì che alla ragazza piaceva ogni cosa che avesse al suo interno cioccolato, che fosse una brioche, una ciambella o un waffle oppure del semplice pane, l' importante era la presenza di cioccolato o in alternativa della marmellata ai frutti di bosco.

Usciti al di fuori del castello Harry dovette socchiudere gli occhi per abituarsi alla luminosità elevata data dall' assenza di nuvole e di alcun tipo di foschia; il paesaggio era nitido tanto che si potevano individuare sulle montagne i folti alberi e le zone aride che di solito si confondevano con la nebbia.

-Dove stiamo andando? Non mi porterai nella foresta proibita spero; non vorrei morire per aver contribuito ad un picnic con te-

-Sono sicuro che ti piacerà-

Costeggiarono la riva del lago Nero, che ora sembrava una perfetta lastra di vetro, increspata solamente in prossimità delle rocce troppo voluminose per essere sommerse dalle acque fredde. Nella maggior parte del tragitto parlò solamente Harry raccontandole dell' esame di materializzazione che dovevano affrontare i suoi amici e di quanto in verità odiasse aspettare Agosto per farlo anche lui

-Potter, delle volte parli davvero troppo- lei chiuse gli occhi sempre continuando a camminare e ed Harry, per quanto sorprese quel gesto, non ci rimuginò troppo, notando invece quanto il suo viso di un certo pallore che, a differenza da come si potrebbe pensare le donava, era rilassato; di quanto armonioso era il suo profilo, dotato da delle ciglia nere non troppo lunghe e dalla forma decisa del sopracciglio poco più scuro dei suoi capelli biondi che dava carattere all' occhio

-Vera?- la chiamò

-Uhm?-

-Tra pochi metri avrai davanti a te una grossa pietra e...- la avvertì, non sapendo neanche lui perchè stesse sussurando

Era curiosa l' influenza delle persone e dell' atmosfera su ogni persona che, poteva decidere di accoglierla omologandosi con essa o, al contrario, di modificarla relativamente. Alla fine ognuno ha moltitudini di possibilità tra cui scegliere, sta a noi scegliere quella giusta, quella che ci fa più comodo, quella che ci sarà utile per il futuro, quella che tutelerà anche le persone accanto a noi e se non riusciamo a deciderci non affrettiamoci a farlo ma lasciamo al tempo di scorrere e di illustrarci più dettagli, di farci vivere più esperienze per poter al termine effettuarla, la scelta

-Potter, i miei occhi sono socchiusi!- gli aprì completamente e lo guardò divertita

–Be', che ne sapevo io?-

Si sedettero su delle rocce sotto l' ombra di un salice piangente grande tanto da toccare parzialmente l' acqua del lago Nero con le su foglie

-Non hai paura di essere nel territorio nemico?- gli chiese ironica. Dietro di loro erano posizionate le murature del castello che racchiudevano la sala comune di Serpeverde

-No, vengo spesso qui, è un posto rilassante-

-Dietro di te, guarda un attimo- Vera indicò con il braccio il punto in cui da lontano c' erano una serie di finestre posizionate all' altezza del prato –Quelle sono le finestre della nostra sala comune ma non pensavo che al di fuori si presentassero così scure, sembra che non diano tanta luce invece...- disse forse più a se stessa che a lui

-Se entrassi nella nostra sala comune scopriresti il contrario. Secondo me ti darebbe persino fastidio la chiara luce presente nelle stanze-

-Ma che ne sai tu di quanto la nostra sia in ombra?-

Harry sogghignò –Sapessi...- fece con fare allusivo

-Potter, dimmi che non hai osato entrare nella nostra sala comune- gli disse usando un tono minaccioso che lasciava trasparire curiosità

-Perché? C' è un divieto di transito?-

-Davvero sei...?- Vera si vedeva che era sinceramente colpita –Scusa, ok, metti che io ci creda...come hanno fatto a non vedere un Harry Potter selvatico all' interno?-

-E chi ha detto che ci sono entrato con il mio corpo?-

Lei si girò completamente verso di lui –Ok, spara- Mentre le raccontava il suo viaggio nella tana del nemico, l' assunzione della pozione polisucco e la breve chiacchierata con Malfoy, riflettè sulla possibilità di rivelarle un segreto che nessuno sapeva oltre ad un vecchio cappello logoro. Era una serpeverde, non l' avrebbe potuto giudicare come sarebbe potuto succedere con Ron e Hermione!

-Quindi hai trovato il nostro dormitorio freddo, umido, buio, ammuffito...- Ad ogni parola che aggiungeva la sua espressione si faceva più orripilata, ironicamente però.

-Be', non mi puoi dire che non sia freddo e buio...-

-E' un posto fresco, dove non ho quasi mai avuto caldo. Io odio il caldo, l' eccessivo calore, quello che ti fa grondare di sudore come un elefante indiano in una sauna. E soprattutto la luce oscura, come dici tu, è molto confortante la mattina appena svegli! Ricordo ogni volta durante le vacanze estive, la luce odiosa del mattino a casa mia- fece una smorfia

-Eppure io credo che sia solo una questione di abitudine-

-Forse, anche se non capisco bene il senso che tu hai attribuito alla "questione di abitudine"-

-Pensaci: il tuo fastidio della luce al mattino magari non ci sarebbe stato se tu fossi una Grifondoro o una Corvonero- si affrettò ad aggiungere quest' ultima opzione notando subito la sua reazione alle parole "se tu fossi una Grifondoro" –Prima di venire qui a Hogwarts ti dava così tanti problemi svegliarti in una stanza illuminata?-

-Non lo so...non, non ricordo sinceramente- disse torcendo distrattamente la sua sciarpa verde con le dita

-Io, io ci penso a dove sarei adesso, a come sarei adesso, se non avessi implorato il capello parlante di non farmi mettere in Serpeverde- ecco la bomba l' aveva lanciata. La ragazza aveva assottigliato gli occhi con sguardo incredulo, non prima di avergli lanciato un' occhiataccia –Cosa vuoi dire con...?-

-"Non a Serpeverde, non a Serpeverde" avevo pensato, sarei voluto andare ovunque tranne a Serpeverde. Se quella sera l' avessi preso in considerazione anche solo per una attimo mentre mi studiava, mi avrebbe mandato- Vera rimase in silenzio a fissarlo intensamente; forse stava ancora elaborando l' informazione –Se Ron non mi avesse detto di ignorare completamente l' idea di andarci, "gente cattiva, malvagia cresce al suo interno", ora saremmo nella stessa casata- mormorò fino a far diventare la sua voce un sussurro.

Lei prese un grosso respiro, poi scosse la testa decisa –Tu sei un Grifondoro Potter, tu sei un cavolo di Grifondoro! Non puoi...sei coraggioso, agisci terribilmente d' impulso, tu sei uno stupido Grifondoro!- non lo disse per offendere, Harry lo capì subito. Lo disse più che altro per autoconvincersi –Come può il cappello aver tenuto in considerazione un' opzione del genere? Io ti vedo, non ce le hai le qualità, ti fidi troppo degli altri, credo che tu ti stia fidando di me se mi hai confessato una cosa del genere...- stava gesticolando come una pazza

-Anche tu ti stai fidando di me. Sei qui- sussurrò

Vera sorrise apertamente –Son qui-

Ed ecco che se ne ritrovava uno anche lui –Appunto, ed è per questo che non sei una vera serpe!-

-Ma cosa pensi? Che siamo tutti dei mostri-

-Avidi di potere- continuò lui in tono scherzoso

-Corvonero. Il cappello parlante era indeciso se mandarmi a Corvonero o a Serpeverde ma io gli ho proibito di mettermici con i secchioni! Volevo stare nella casa di mio fratello e lui ha acconsentito-

-Ti ci vedo lassù, sull' altra torre di Hogwarts, a salutarmi da lontano- Lei scosse la testa –La cosa che non capisco è perché aveva deciso di metterti nella nostra casa-

-Forse solo per il fatto che parlo serpentese?- disse retoriche

-Tu...allora è vero- gli disse scrutandolo. Lui le fece un cenno d' assenso con un sorrisetto

-Potter?-

-Che c'è?-

-Dimmi qualcosa in serpentese-

-Cos' è? Vuoi indovinare cosa dico?-

-Qualcosa del genere...aspetta, aspetta- mormorò ridacchiando mentre si sfilava la sciarpa verde argento e la avvolgeva sul collo di lui –Ecco, ora puoi parlare- si mise comoda comoda con le gambe incrociate, sempre seduta sulla grande roccia occupata anche dal ragazzo, osservandolo intensamente con occhi di un celeste trasparente. Il gesto, fatto così naturalmente e senza nessun tipo di imbarazzo, lo destabilizzo per un attimo. Mentre rimuginava su cosa dire, trovò fastidioso il fatto che lei lo stesse considerando come un giocoliere che si stesse esibendo con il suo spettacolo migliore, non privo di un costume adatto alla situazione...ma poi pensò semplicemente a come avevano trascorso quella mattina che si presentava ancora lunga, amichevolmente, scherzando su preoccupazioni passate, passeggiando lungo la riva del lago Nero e...e gli sembrò così strano, così impossibile che lui lo stesse facendo proprio con lei, con Vera Mason, che la frase che disse nella lingua dei serpenti racchiudeva quasi tutti i suoi dubbi –Perché? Perché mi stai qui a parlare sorridendomi, trattandomi bene quando sai benissimo che mi hai odiato fino all' altro ieri, che mi ritenevi un pazzo egocentrico, come tutti i serpeverde d' altronde, fino ad un attimo fa. Spiegami che cosa è cambiato dall' ultima volta che ci siamo visti, spiegami come hai fatto ad avere un cambiamento così drastico nel modo di comportarti nei miei confronti. Dimmi se lo stai facendo per qualche scopo oscuro. Ma...non credo. Non credo che potresti essere un' attrice così brava– teneva lo sguardo incollato sul serpente rappresentato a lato della sciarpa della ragazza che emanava un profumo fruttato. Lei, mentre il ragazzo parlava, l' aveva guardato sbarrando sempre di più gli occhi ad ogni parola che pronunciava

-Ok, Potter, non ho capito niente di quello che hai detto- gli disse non appena ebbe finito -Traduci-

...

Ciao! Questa è la seconda e ultima parte del capitolo, nel prossimo leggerete la storia dal punto di vista di Vera e, se siete un pochino interdette sul cambiamento abbastanza drastico del comportamento della nostra serpe, ne comprenderete il motivo.  Alla prossima domenica♡♡

~anirbas~

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