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Sogno infranto


 ♠ SUGURU

La testa ha letteralmente smesso di funzionare nell'esatto momento in cui le labbra si sono posate sulle mie.

Sato si stacca un secondo per prender fiato. I polpastrelli un po' ruvidi mi sfiorano la pelle vicino all'ombelico mentre solleva un poco la maglietta. Mi sospinge lentamente verso il letto e lo lascio fare. Rimbalziamo sul materasso e riprende a baciarmi cancellandomi dalla mente ogni cosa che non sia lui. La mano mi afferra la nuca per impedirmi di fuggire, come se volessi farlo. L'altra mano risale sfiorando le costole sotto la maglietta e sento che potrei prender fuoco a quel tocco. Ci stacchiamo ansimanti fissandoci negli occhi.

«Quanto tempo sprecato» la voce è roca e sexy, gli stampo un bacio e lui sorride.

«Si, sei stato un vero coglione» 

Sorride sornione prima di lasciarsi cadere accanto a me «Ho bisogno di un attimo per riprendermi»

Io avrei bisogno di mesi per riprendermi da questo bacio. Forse l'ho sognato. Lo sfioro temendo che non sia reale, le dita sono calde.

«Cosa facciamo, ora?» mi chiede mentre si mette su un fianco e inizia a giocherellare con una ciocca dei miei capelli.

In che senso? Perché tra poco partirà e la nostra storia è destinata a finire ancora prima di iniziare?

«Perché te ne andrai?» chiedo titubante

«Si, cioè... non è solo questo. Non possiamo stare insieme anche se lo vorrei»

Mi metto a sedere di colpo «come scusa?»

Lui sospira e si siede accanto a me «devo concentrarmi solo sul basket, il coach è stato chiaro. E tra un paio di settimane arriverà l'americano per le selezioni e devo essere impeccabile e... »

Un fiume di parole senza senso mi invade le orecchie. Mi alzo in piedi e prendo le distanze. Sento le ossa dello sterno spezzarsi, il dolore è reale anche se sono consapevole di non essere ferito. Non fisicamente almeno. «Cosa cazzo stai dicendo? Ma ti ascolti? Ti rendi conto dell'assurdità di tutto ciò? Io cosa sarei allora? Un pupazzo con cui ci giochi ogni tanto e poi lo nascondi perché ti vergogni di lui?»

«No, no! Non intendo quello! Non mi sono mai vergognato di te! Mai! Ma ho l'obbligo di frequentare solo certa gente, di apparire in un certo modo se voglio far carriera»

«Sato, finiscila qui. Ogni parola che esce dalla tua bocca è un'insulto alla persona che conoscevo un tempo»  purtroppo la voce si incrina mentre parlo «cosa sei diventato in questi anni?»


SATORU

Non riesco a trovare le parole giuste per spiegarmi. Per fargli capire che in realtà vorrei entrambi: il basket e lui. Il suo volto è una maschera di sofferenza e non so cosa fare. Cosa dire. Affondo nella palude della tristezza come Artax  della Storia Infinita*.

Ho finto, e soffocato, i miei sentimenti per così tanto tempo che ora non sono capace di gestirli. Un groviglio di dolore, paura e amore, si intrecciano nella profondità della mia gola impedendomi di parlare. Incapace di esprimermi vedo Sugu andare in pezzi e uscire correndo dalla stanza.

No! Non posso perderlo.

Gli corro dietro ma una marea di corpi sudati mi accoglie impedendomi di raggiungerlo subito. Lo individuo nel corridoio verso l'uscita. È insieme al suo ex. Stringo i denti e cerco di raggiungerli, mi fiondo fuori dalla porta e... sono spariti?

Poi sento delle voci e intuisco che si sono appartati sul lato della casa. Come un meschino rimango nell'ombra ad ascoltare.

«Cosa è successo?» gli chiede il tipo «quello ti ha fatto qualcosa? Ti senti bene? Sei bianchissimo»

«Sì, sto bene» la voce di Sugu mi giunge a scatti. 

«Non stai bene, sei sotto shock» l'ex gli sfiora il braccio.

Non resisto ed esco dall'ombra.

«Sugu?» vorrei apparire sicuro di me, ma il tono della voce mi tradisce.

Lui alza due occhi spalancati sul mio volto, il tipo si avvicina ringhiando «Cosa cazzo gli hai fatto?»

Non sono fatti tuoi, vorrei rispondergli. Ma forse un pochino lo sono, e lui ha ragione ad avercela con me. 

Decido di ignorarlo, stringo i pugni «non mi odiare» come sono pietoso «so di essere un disastro ma cercherò di migliorare, di trovare una strada che potremo percorrere insieme. Ti prego, ho finto per così tanto tempo di essere una persona diversa che ora non sono più in grado di essere me stesso.»

L'ex ringhiante rimane attonito a fissarmi. Un silenzio tombale ci avvolge come se fossimo in una bolla temporale, non sentiamo più nemmeno la musica che rimbomba dentro casa.

Sugu alza gli occhi lucidi su di me schiacciandomi col peso del suo sguardo «Questo ti costerà molto più di un budino»


(•ᴗ•) Note

* piangete con me su

https://youtu.be/s5Wzpbxs4Gc

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