Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Paragrafo 2 - Perché una Ragazzina Dovrebbe Essere Pericolosa? [Parte 1]


Caro diario,

quella notte fu proprio dura, vero? Ipotizzo 5°C ora che ci penso, me lo disse lui che all'incirca di meteorologia qualcosa ne capiva.

Vi domanderete:

chi era quella persona che mi svegliò la mattina dell'11 febbraio 2024? Cosa è successo dopo?

Niente, solita routine, quella che oggi mi sembra quasi divertente per quanto non facilissima.

Tornando su quel maschione che mi destò, invece... meglio che salto di una giornata, và. Perché qualcos'altro accadde con lui, circa trenta ore dopo, che dovete assolutamente sentire... anzi, leggere. Successe esattamente il...


13 febbraio 2024

Dopo un lungo cammino, il cielo azzurro, composto da bianchissime nuvole sparse, irradia con intensi raggi solari la destinazione raggiunta: Una discarica. Cosa ci fa in una discarica? Sopravvivenza, la nuova regola dopo la caduta del genere umano.

Da un altopiano d'unto terriccio e pietrisco cerca di visualizzare un punto inesplorato di quel luogo, scoperto solo pochi giorni prima. Scoperto per pura coincidenza. Poggia la mano destra sulla fronte medio-spaziosa per nascondere la luminescenza che abbaglia, mettendo in risalto la pettinatura tirata in una coda di cavallo medio-alta, ricadente sino a metà spalla; la molletta è di un rosa antico rovinato dalla polvere.

Da una tasca alla sua sinistra estrae il cellulare, e col pelo dell'occhio realizza l'orario: 14:26.

"Mia! Cazzo, quanto corri veloce alle volte; potresti pure aspettare, tanto nessuno ci corre dietro!" Di chi era quella voce in lontananza, dal tono molto giovane e simpatico quanto cupo?

Mentre abbassa il braccio sinistro per rimuovere l'accessorio, sulle labbra di media misura si disegna un sorriso malizioso. "E tu sei quello che dice sempre che bisogna agire in fretta, altrimenti gli altri sopravvissuti si prendono tutto. Quando poi ne stiamo beccando pochi, ormai. Sei grande e grosso, ma bello lento". Respirazioni affannose provengono dalle sue spalle, per poi divenire un'altra frase ironica. "Sono uno e ottanta, molto più grosso di te: se mi rompo il cazzo sai come va a finire".

La ragazza poggia le mani sui fianchi coperti da un jeans skinny, di un marrone chiaro, che un tempo avrebbe volentieri usato come pendant con la chioma. Voltandosi verso la persona con cui sembra avere molta confidenza, risponde con suo normale tono ricolmo di forza ma femminilità allo stesso tempo. "Mi devi prima prendere. Te ne do una motivazione valida: vuoi che mi abbasso la zippa di questo bel giubbetto unisex marronissimo per la neve, e ti mostro come tengo sotto la camicia rosa, bella legata come piaceva a voi maschietti?" Lui ride rallentando il passo. "Sì, ma se è tuttoro vinato perché non troviamo più un cazzo di detergente buono per pulire ogni nostro abito...? A casa gli altri ci chiedono sempre di trovargliene uno migliore! Niente da fare, la reputazione di mezza-runner stronza te la sei guadagnata. Quattro anni fa conquistavi ometti stupidi, ma adesso nel nostro gruppo non sali i ranghi come me, con quest'atteggiamento".

I suoi occhi nocciola riflettono l'immagine dei medesimi castano scuri di chi le sta di fronte a pochi metri. Non riescono a camuffare un certo fastidio; tenta ugualmente di velarlo con voce identica a prima. "Lo dici sempre, e io dico sempre: e chi se ne frega; mi faccio le notti sotto le sciarpe al posto di rischiare il contagio di sopra con i più rangati." Il maschio continua a sghignazzare, camminando verso un'altra direzione rispetto a dove è lei. "Bella questa parola, poi detta da te fa ancora più ridere; te che nei rangati ci credevi davvero. La canzone di quel cantante infame era indicata per te".

Mia è sempre sorpresa della cultura del suo amico. (Incredibile, le sa tutte le canzoni. Bella Stronza, facciamo finta di non aver capito, và). "Okay, allora, mister io caccio la pistola e sono il leader del mondo..." – dal sarcasmo passa a un tono divertito – "ho visto dove non abbiamo ancora esplorato, finora. Siamo partiti dalla sinistra da qui, ora dalla destra magari troviamo altri bivi. Andiamo Mark, forse dovreste chiamarmi l'esploratrice semi-runner stronza, da ora in poi".

Una risata generale sembra alleggerire quei momenti di apparente tensione. Mentre i due discendono parallelamente, le loro scarpe smuovono il terriccio. Leggere Sneakers color rosso scarlatto dalla zeppa bianca lei, stesso modello versione maschile di color nero lui. La prima guarda in basso. (Che fortunaccia! Sono sporche, ma le abbiamo trovate in una busta proprio l'altro giorno. Qualcuno nel 2020 voleva buttarle e le ha lasciate lì, finalmente qualcosa che mi calza a pennello per i raid, a parte le mie che ho a casa. Non so Mark, ma credo vadano bene pure a lui; ma non lo dice perché è molto riservato su moltissime cose).

Volta lo sguardo verso il compagno d'avventure. Tutta l'allegria scompare, poiché viene sommersa da pensieri ispirati alla precedente chiacchierata. (Mark... che ragazzotto misterioso che sei. Non me ne hai parlato esplicitamente, ma un brutto passato ce l'hai eccome. Già prima della seconda peste e della prima ondata te la passavi dura: brutta famiglia, stupefacenti, risse. Eppure ci siamo trovati in sincronia sin dai primi giorni che mi hai accolta proprio tu nel gruppo. Sono sicura che alle volte vorresti menarmi data la tua vera natura che ci nascondi, me lo dice il famoso intuito femminile. E faresti bene... non sempre. Io magari cercherei di reagire, non sono né pelle e ossa né robusta nonostante di allenamento ne ho fatto durante i lockdown e la quarantena forzata. Ma amo correre non combattere, sono solo un metro e sessantotto: le prenderei di brutto, con tutto che pugni ad altri sopravvissuti ne ho dati; ma devo essere sempre forte e nasconderlo... Ho fatto tanto per smettere di tirarmela sul corpo, e alla fine a venticinque anni di vita mi ritrovo sotto per... qualcuno che non mi piace in quel senso. Che mondo capovolto! Hai ragione sul rangato sul prima e il dopo, ma odio che me lo si venga a dire, però sento che tra me e te c'è un legame, nato per convenienza, ma poi divenuto forse non tanto scomodo... chissà quando aprirai i tuoi denti, ma poco importa, con te i raid sono meno duri; quindi mi va bene qualunque cosa, mi fai sentire meno la nostalgia di come erano prima le strade vuote che percorriamo... anche se alle volte sei un cinico peggio di me e un carattere di merda per tutti noi del gruppo).

Nel frattempo sono arrivati in fondo al cumulo di terreno discostato. Intorno a loro spazzatura di ogni tipo. Vasche da bagno sparse e rovinate, quantità infinita di sacchetti di ogni colore, biodegradabili o meno, in plastica o altri noti materiali del passato.

"Dividiamoci. Tu vai di là, io invece alzo un bel po' di terra a destra coi miei piedoni!" La giovane donna annuisce con movimento del capo. "Sei gasato, eh? Ti piace proprio questo posto da esplorare".

Mentre si allontana, gira lo sguardo verso il suo volto scoperto, illuminato dalla luce solare. Il collo lungo è coperto da una finta pelliccia attaccata a un giubbotto invernale completamente in nero. Volto giovane nonostante lei sia consapevole che in realtà è un trentenne; mostra una carnagione chiara intermedia, messa ancor più in risalto da occhi di media intensità, scavati.

Del suo partner di spedizioni non crede che arriverà mai il giorno in cui gli concederà una grande confessione. I capelli mossi di media lunghezza, seppur malcurati e di un nero pece, favoriti da quella pura luce naturale li trova molto sensuali.

Infine, distoglie la visuale per andare alla volta della sua missione: la ricerca di ogni oggetto utile. Adesso è circondata da immagini di numerose creazioni della precedente epoca, a partire da un bastone spezzato di una scopa, cartacce di un libro ormai irriconoscibile, mobili con alcuni livelli ancora intatti e altro che non ha visto. (Certo che un tempo eravamo proprio dei gran cretini a buttare questa roba ancora buona... ma a casa non ce ne facciamo niente, meglio lasciarlo qui).

Accelera il passo, comprendendo che con quel ritmo non avrebbe trovato nulla prima del calar delle tenebre: in febbraio le giornate sono molto brevi. (Fortuna che ho sviluppato una bella resistenza, soprattutto dopo la pandemia con le strade... no, non ci devo pensare... prima ce ne andremo da qui meglio è).

Presto si dipanano una serie di carcasse d'automobili, schiacciate da un ragno attaccato a una gru. La sua deambulazione rallenta d'istinto. (Che diavolo ci fanno delle auto in una discarica? Dovrebbe essere uno scas...)

I leciti pensieri vengono interrotti da un forte boato! Il silenzio era finora rotto solo dalle sue scarpette.

Grida con tutto il fiato che ha in corpo. "CHE COSA?!" Il suo animo calmo ma prudente si trasforma in allarmato e sorpreso. Il codino volteggia ovunque per i bruschi movimenti, e il sott'occhi già ricolmo di pallore assume ulteriori occhiaie.

Finché non vede in lontananza una portiera crollata. "Sono... sono sicura che prima era ancora..." Risuona un lontano eco. "Miaaaaaa! Che succede?" Alza di molto la voce rispetto i sussurri appena pronunciati. "Maaaaark! Vieni qui!" (Se vado da sola può essere pericoloso; se fosse un agguato di un sopravvissuto che è nascosto tra le auto?) Si nasconde rapidamente dietro una montagna d'immondizia, in attesa del rinforzo.

I suoni di terreno smosso alla sua sinistra, divengono presto udibili sulla breve distanza. Mark ha qualcosa di diverso, però. (Quando la tiri fuori, giuro che...)

Mia avrebbe ben da temere se fosse una nemica. Il suo compagno impugna un'arma sulle sue robuste mani dai guanti in pelle ingrigiti dal tempo. Lucida, data la sua traslucenza riflessa verso la stella più calda del cosmo, argentea e incredibilmente pulita rispetto a ogni altra cosa visibile nella zona: una Desert Eagle, pistola d'alto calibro. Prima di raggiungere la discarica, l'amica in una cosa non scherzava: lui è davvero in possesso di qualcosa che spara e uccide.

Il proprietario di quest'enorme potere sembra molto meno allarmato della giovane donna. "Allora?" – "Da quella parte... da quella parte ho sentito qualcosa." – "Anche io, però pensavo che avessi dato un calcio a qualcosa perché non possiamo toccare le superfici se non costretti." – "No, questa volta non l'ho fatto." – "Mia... formazione B".

La ragazza spaventata lo diviene ancora di più, non per l'aria plumbea e complice allo stesso tempo di quell'annuizione guerrigliera, ma perché: "Potrebbe essere un agguato, mi metti sempre in pericolo, eh?" – "Calma, ti coprirò: la mia fida Desertica non sbaglia un colpo e lo sai..." Lei vuole opporsi, ma ha ben chiaro un concetto. (Ci siamo accordati che è lui il leader nei raid durante queste situazioni, dato che gira armato. Se così è, così dev'essere. Se disobbedisco, al gruppo non piacerà. Devo essere forte, come sempre... però, se fosse un agguato con armi da fuoco, io sarei ancora viva...? Allora si potrebbe fare...) "Sì, va bene, andiamo!"

Parte un suo veloce scatto seguita a ruota. Si lascia trasportare dall'adrenalina unita a timori; la loro distanza scala sul medio raggio. Non vede ancora nessuno, dunque si avvicina alla portiera raggiungendo la sua massima velocità.

Ma ciò che nota una volta circumnavigato il cadavere metallico, innesca un rapidissimo freno tra le sue gambe di media muscolatura.

Il suo grido è superiore persino al precedente! La sua voce non superava i limiti estremi dalle riproduzioni di notizie Web e televisive sulla seconda ondata.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro