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Capitolo 3

Ma come sono bravo, sto aggiornando alla velocità della luce! La storia è ancora all'inizio e non succede granché, ma abbiate fiducia, presto le cose cambieranno! Alla prossima babies!

Sfilandosi dalla testa una maglietta a strisce mentre camminava barcollando nella camera da letto del suo spazioso appartamento, la mente di Louis vagò verso l'unico tema che pareva attirasse la sua attenzione ultimamente: il suo nuovo, e di sicuro il più intrigante, cliente.

Louis al momento aveva offerto la sua consulenza a Harry per tre settimane, e nonostante i suoi tentativi di comprensione, discussione, e interrogatorio, aveva fatto pochi progressi con il ragazzo. Non aiutava il fatto che Harry non era chiaramente interessato alla terapia, rendendolo molto chiaro facendosi vedere sempre tardi a quasi ogni incontro e rifiutandosi poi di parlare, optando invece di passare il tempo a esaminare i libri di psicologia e filosofia sulla libreria di Louis o a guardare fuori dalla finestra mentre Louis gli parlava.

Dire che Louis era frustrato sarebbe stato un eufemismo. I suoi precedenti pazienti avevano per lo meno mostrato una base di rispetto nei suoi confronti, anche quando non apprezzavano la sua presenza. Non ci aveva mai messo così tanto tempo per cominciare ad avere dei risultati con un cliente. Comunque, Louis non era arrabbiato; vedeva Harry come una sfida, e si sarebbe maledetto se non avesse risolto l'enigma.

Perché era questo Harry: un enigma. Louis poteva dire che l'attitudine apatica e l'arroganza fossero solo una facciata. Occasionalmente quando Louis gli parlava durante i loro incontri, facendo qualsiasi cosa per ottenere una reazione dal suo paziente, poteva vedere le emozioni che baluginavano attraverso la maschera di indifferenza di Harry. Di solito questi episodi capitavano quando Louis accennava ai giorni precedenti la vittoria di Harry ad X Factor, indietro nel tempo a quand'era ancora il ragazzo di Holmes Chapel che lavorava in un panificio.

Era giusto dire che Louis nutriva più di un interesse passeggero per il suo nuovo misterioso cliente. Dopo il suo secondo incontro con il cantante, si era immerso in una serie di interviste, esibizioni, e video clip con protagonista il ragazzo dai capelli ricci, si era perfino fatto prestare la stagione di X Factor per studiare l'evoluzione di Harry da studente a celebrità. Gli spettacoli ad X Factor furono ciò che convinse Louis che il giovane uomo incasinato che sedeva nel suo ufficio tre volte a settimana con un'aria imbronciata fosse solo una messinscena ben costruita che nascondeva il vero Harry; il ragazzo di quelle esibizioni era un ragazzo sorridente, amichevole, socievole che raramente si faceva vedere senza il suo caratteristico sorriso con le fossette. Difficilmente poteva essere ricondotto all'uomo magro e cupo che Louis si era offerto di curare. Louis non poteva immaginare cosa avesse causato questo cambiamento, ma era determinato a scoprirlo.

Tuttavia non era ossessionato. Certamente no. Non siate ridicoli.

"Tè? Sto per metterne su un po'. Senza offesa amico, ma sembra che ti possa servire."

Louis sussultò al suono di quella voce che si faceva strada tra i suoi pensieri, battendo gli occhi veloce per ritornare al presente. Liam, il coinquilino di Louis, stava sorridendo con un po' più enfasi del normale per essere le otto di un martedì mattina.

"Non posso, scusa , sono in ritardo." Louis afferrò le sue caratteristiche bretelle dalla sedia e le indossò frettolosamente, mentre con la mano libera cercava nella credenza qualcosa con cui poter fare colazione.

"Ooh, è quel ragazzo, Harry Styles? Quello di cui continui a parlare? Sei di sicuro interessato a quel ragazzo, non è vero?" il tono del ragazzo era chiaramente da presa in giro.

Louis roteò gli occhi. "E' un mio paziente. E' tipo il mio lavoro." Non riuscendo a trovare nulla di vagamente commestibile nella dispensa, aggiunse, "Lili, fai il bravo e passa dal supermercato, ok? Non siamo più studenti del college affamati, dovremmo smettere di comportarci come se lo fossimo."

Liam sorrise. "Con calma Tommo, non sono così precipitoso come credi." Louis alzò un sopracciglio. Con un grugnito, Liam disse, "Andrò a far la spesa, ma solo perché fa bruciare molte calorie per poter mantenere un fisico bello come questo. Ricordati che non sono tua moglie."

"Tutto quello che vuoi, caro," lo ammonì Louis, schiaffeggiando il sedere dell'altro ragazzo con una strizzatina d'occhi mentre usciva dall'appartamento. Liam scosse la testa incredulo e si girò verso il pentolino che ora stava bollendo.


Cazzo, questo letto è davvero scomodo. Dovrei investire in un materasso migliore..non che trascorra molto tempo su di esso in ogni caso. Harry grugnì e si girò, non realizzando il suo errore finché non cadde dal  divano per finire sul duro pavimento in legno. Oof. Questo non era di certo un toccasana per il dopo sbornia. Ma almeno era spiegato il fastidio. Harry lentamente si tirò su in piedi, accertandosi di avere gli occhi chiusi per bloccare la luce che stava entrando dalla finestra. Tastò il muro per trovare la strada verso la cucina; decidendo che ora era sicuro aprire gli occhi, si trascinò verso il frigorifero, aprendolo per prendere una bottiglia di gin e un cartone di succo d'arancia. Dopo aver mischiato le due bevande insieme in un bicchiere (era almeno pulito? Oh beh, l'alcol ucciderà qualunque cosa all'interno) e tracannato il mix, Harry cercò di ricordare gli eventi della notte passata. Niall non era sicuramente lì, il biondo non era più uscito con lui per locali-non che Harry potesse biasimarlo; i posti che frequentava Harry non erano esattamente i preferiti di Niall.

Dopo una veloce occhiata alle sue braccia, Harry poté dire con quasi assoluta certezza che la sola cosa di cui fosse stato sotto effetto la notte scorsa fosse l'alcol e l'house music. Ha. E Simon che non aveva nessuna fiducia in me. Posso controllarmi. Anche se in fondo in fondo, Harry sapeva che la sola ragione per cui non aveva preso droghe era perché nessuno gliele aveva offerte. Non era mai stato il tipo da rifiutare una botta.

Harry diede un'occhiata in giro nella cucina mentre si scolava i residui del drink, già percependo il torpore rassicurante dell'alcol che cercava di assestare le pulsazioni nella sua testa. Bicchieri e piatti sporchi erano disseminati sul ripiano della cucina e sembrava che non avesse pulito per anni. Il che era molto probabile. Oltrepassando la porta, Harry poté notare che il salotto non era in condizioni migliori. Sobbalzò all'odore di alcol, sudore, e..oh mio dio, ti prego dimmi che non è pipì..che si insinuava nelle sue narici.

Dio, che schifo. Forse dovrei stare a casa oggi e fare un po' di pulizie. Harry non aveva mai fatto nessun lavoro di casa per un sacco di tempo, ma non era un maiale; o almeno non lo era mai stato. Ma chiaramente le cose erano cambiate. Beh, magari poteva cambiarle di nuovo. Piccoli passi, Haz, pensò Harry con un sorrisetto sarcastico.

Stava mettendo i suoi vestiti sporchi nella lavatrice quando sentì il suo telefono vibrare da qualche punto imprecisato del suo appartamento. Facendo cadere all'interno la sua maglietta, scattò in piedi, e dopo aver cercato trovò il suo telefono nella tasca di una giacca vicino alla porta. Ringhiando al nome che lampeggiava sullo schermo, Harry riluttante schiacciò "rispondi".

"Dove diavolo sei?" urlò Simon Cowell dalla cornetta.

Harry sussultò per quanto il volume della sua voce perforò lo scudo che il gin aveva creato intorno al suo hangover.

"Nella mia dannata casa, è un problema adesso?"

"Il tuo appuntamento con il Dr. Tomlinson è iniziato 40 minuti fa. Dal momento che sono così gentile da fornirti il miglior aiuto finanziario possibile, speravo che potessi almeno farti vedere. C'è un'auto ad aspettarti fuori. Hai cinque minuti." Harry sentì cadere la linea e lanciò il cellulare per terra dall'esasperazione. Gli stronzi pieni di pretese non erano di grande aiuto per i dopo sbornia. Oh beh. Forse il Dr. Tomlinson oggi rinuncerà e smetterà di parlare a vanvera per non ottenere altro che un grugnito in risposta. Ma Harry dubitava di essere così fortunato.


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