Capitolo 17 - Epilogo
E finalmente arrivò il momento tanto atteso, il momento di chiudere questa traduzione con un epilogo dal sapore dolcissimo. Ringrazio ancora la mitica larrysextape per avermi dato il permesso, e ringrazio voi che mi avete seguito in questi mesi. E come ci insegnano i ragazzi This is not the end, quindi tornerò presto a tediarvi con altre piccole creazioni sconclusionate! A presto amici!
La stanza era già invasa dalla luce del sole quando Harry si svegliò, e pensò di aver dormito un po' più di quello che avrebbe voluto. A giudicare dallo spazio vuoto accanto a lui e dal frastuono proveniente dalla cucina, Louis non aveva avuto lo stesso problema.
Il riccio si alzò stiracchiandosi, percependo i dolori muscolari causati dalla sua nuova, piuttosto scomoda posizione per dormire (Louis si era preso indubbiamente un sacco di spazio in quella stanza per essere una persona così piccola), poi scivolò verso il bagno. Scosse i capelli, riordinandoli in una pettinatura accettabile, e prese lo spazzolino dalla tazza vicino al lavandino, realizzando, un momento prima di metterselo in bocca, che era quello di Louis. Questo era già successo altre volte ultimamente; Harry non era sicuro di aver fatto un inventario definitivo negli ultimi due mesi, da quando Louis era entrato nella sua vita di tutti i giorni. Dai vestiti stropicciati sul pavimento della sua camera, ai post-it con le battute e i messaggi di buongiorno lasciati in giro per la cucina nei giorni in cui Louis andava a lavoro prima che Harry si alzasse, il ragazzo più grande si era completamente infiltrato nella casa di Harry (e nel suo cuore, ma non avrebbe mai pensato a una cosa così tremendamente stucchevole, assolutamente no). Mettendo lo spazzolino rosso di nuovo nella tazza, scelse il suo blu e cominciò a strofinare via quella sensazione ambigua dalla sua bocca.
Una volta che fu sufficientemente presentabile, andò verso il baccano proveniente dalla cucina. Fermandosi all'entrata, fu accolto dalla vista di Louis che cercava disperatamente di pulire quello che sembrava essere un'omelette, ma che ora era solo una macchia gialla sul pavimento piastrellato. Louis si raddrizzò con un grugnito disperato. A ogni modo, il grugnito divenne un sospiro quando Harry lo prese da dietro, premendo le sue labbra sul marchio viola sulla gola di Louis, che aveva impresso la notte prima.
"Giorno, raggio di sole" sorrise Louis, divincolandosi per girarsi e dare un'occhiata al ragazzo che però si era fermamente attaccato al suo collo. "Stavo cercando di prepararti una colazione carina, dato che è il nostro terzo mesiversario..ma come avrai probabilmente dedotto quel piano non è andato a buon fine."
Harry avvertì una sensazione di calore diffondersi nel suo petto. "No, Lou" mormorò attaccato alla gola del ragazzo più grande. "E' tutto perfetto. Possiamo mangiare i muffin che ci sono nella dispensa. Apprezzo il gesto comunque, scemo." Si staccò infine e lasciò che Louis si girasse verso di lui, attirando l'altro ragazzo tra le sue braccia e affondando il naso in quel groviglio di onde caramellate.
Louis rise sotto i baffi. "Ti amo anch'io, Haz."
Harry Styles era felice.
Dieci minuti dopo erano seduti a tavola in cucina, godendosi i loro dolci in un confortevole silenzio. Louis, com'era prevedibile, fu il primo a romperlo.
"So che tecnicamente non sei più un mio paziente ora, ma penso che dovresti passare a farmi una visitina questa settimana."
Harry alzò un sopracciglio. "E questo perché?"
"Beh, sai, vorrei vedere se funziona bene il mio ufficio per poter giocare al dottore.." replicò Louis con un occhiolino.
Soffocandosi col cibo, Harry disse senza pensarci "Oh taci, Louis, non sei nemmeno un vero dottore."
Louis si mise una mano sul cuore. "Scusami, ma mi sento offeso per questo. Ed è Dr. Tomlinson per te, cazzone. A ogni modo, è un dettaglio, non mi serve una maledetta laurea!"
"Nei tuoi sogni, dolcezza."
"Bene! Continua così, moralista che non sei altro. Peggio per te. In questo caso, probabilmente andrò a sostituire il divano nel mio ufficio."
"Ma è pieno di ricordi! Come quella volta che te l'ho succhiato sulla sedia e poi ti ho permesso di scoparmi sulla scrivania.." Harry si affievolì, un flashback particolarmente vivido di quella giornata a rendere un po' difficile il discorso.
Louis si sporse sul tavolo, facendo scorrere le dita sull'avambraccio di Harry con fare seducente. "In realtà, Haz" mormorò, la voce ridotta a un tono lieve, tombale, "non posso dire di ricordarmelo. Forse potresti..farmelo tornare in mente?"
Lasciando cadere il suo muffin senza pensarci due volte, Harry afferrò la spalla di Louis e lo tirò verso di sé per incontrarsi a metà strada, le bocche sigillate e la colazione dimenticata. Dopo un momento passato incespicando e procedendo goffamente, raggiunsero il divano dove Harry spinse Louis sullo schienale, un ghigno malizioso sulle sue labbra. Il riccio si sbarazzò in fretta della maglia e dei pantaloni di Louis, gettandoli via e affondando la sua lingua nella soffice pelle sottostante. Raggiunse l'orlo dei boxer di Louis e incontrò gli occhi dell'altro ragazzo, lanciando uno sguardo prima di tirare giù la stoffa con una mossa armoniosa e prendendo in bocca la lunghezza di Louis.
Louis emise un gemito di approvazione, le unghie che sprofondavano nella pelle del divano e lasciavano segni probabilmente permanenti. Non che importasse qualcosa a Harry, che si stava godendo il modo in cui le ginocchia di Louis premevano contro le sue tempie in un disperato tentativo di tenerlo più vicino a sé. Premette la base della sua lingua sulla parte inferiore del membro di Louis e si deliziò del sussulto che provocò nel ragazzo sotto di lui. "Harry" Louis ansimò "Harry, amore, non durerò ancora molto se continui così."
Con un'ultima seducente passata sulla punta, Harry ritirò la bocca con uno schiocco e lasciò che Louis si muovesse sotto di lui. Il ragazzo mise le sue mani sul petto di Harry e lo spinse di nuovo contro i cuscini delicatamente, attentamente, affettuosamente. Ma Harry non voleva niente di tutto ciò.
"Dio, Lou, scopami e basta, idiota." Louis sorrise sulla sua bocca e lo tirò a sé, muovendosi verso la camera da letto per andare a prendere gli strumenti necessari. "No, ora" insisté Harry, tirando via i pantaloni e le mutande insieme prima di avvolgere i suoi polpacci intorno alla schiena di Louis e strattonandolo su di sé.
"Haz, ti farà male.."
"Non mi farai male, idiota. Non potresti nemmeno se ci provassi."
Lentamente discesero dal picco della loro eccitazione, facendo del loro meglio per prolungare l'attimo di calma il più a lungo possibile.
Louis fece danzare le sue labbra all'interno del braccio di Harry e si fermò sulla piega del gomito. Premette il suo pollice contro le piccole cicatrici, prendendo un respiro tremante prima di baciarle, lasciando che il calore del suo respiro lavasse via la prova delle battaglie di Harry.
"Allora cosa pensi?" sussurrò Louis. "Firmerai il contratto con la casa discografica? Simon ha detto che avevi una settimana di tempo per decidere, e la scadenza è domani."
Harry era silenzioso. I suoi occhi erano fissi sul soffitto, i suoi pensieri incentrati sul ragazzo infilato sotto il suo braccio.
"Harry?"
"Non lo so..starei via per molto tempo. Dovrei registrare in Svezia, poi ci sarebbe il lavoro di promozione negli States, poi il tour..trascorrerei probabilmente solo poche settimane qui da adesso all'anno prossimo."
"Oh" Louis fu il primo a rimanere in silenzio questa volta, sistemandosi impercettibilmente più lontano dal petto di Harry. Ma Harry lo notò. Harry notava tutto quando succedeva a Louis.
"Ma Harry, non puoi mettere in pausa la tua carriera per me" parlò finalmente Louis. "Questo è tutto ciò su cui hai lavorato, questo è tutto ciò che ami. Ti ho visto cantare e so cosa significhi per te. E non potrei vivere in pace con me stesso se sapessi di essere la ragione per la quale tu non sei là fuori a fare quello che ti rende più felice." Harry rise dolcemente. "La musica non è l'unica cosa che amo adesso. Dovresti saperlo."
"Lo so, ma-"
"Potresti venire con me." Harry lo interruppe prima che potesse interrompersi lui stesso.
Louis sbatté gli occhi sorpreso. "C-con te? Come se fosse un tour? Come se fossimo..insieme? Come una coppia? Pubblicamente?"
"Immagino di sì, sì." Non aveva intenzione di suggerirlo, ma ora che l'aveva fatto, tutto sembrava perfetto così e Harry non poté evitare di pensare che quello fosse il modo in cui dovesse andare. "Voglio dire dovresti prenderti una pausa dal lavoro e io non mi aspetterei che tu faccia questo ma-"
Fu interrotto da un bacio, nello stesso modo in cui successe molti mesi prima. Ma stavolta non c'era niente di complicato, niente di urgente e di frustrante. Era tutto molto semplice, dolce, e prometteva che ci sarebbero stati molti altri momenti come quello in futuro.
"Sicuro, Harry. Mi-mi piacerebbe."
Harry si abbassò per lasciare un bacio sul naso del ragazzo più piccolo e affondò il volto contro il suo collo, concentrandosi sul battito del cuore di Louis per distrarsi dalle lacrime che stavano spuntando all'angolo dei suoi occhi.
Ci era voluto tempo, sofferenza e più di qualche errore per giungere alla comprensione, ma Harry finalmente capì. Louis non era una sua dipendenza.
Era la sua cura.
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