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Capitolo 12

E indovinate un po' chi è ritornato? Sarà per questo che è venuta giù la fine del mondo?! Lo so, non ho scuse, ci sto mettendo veramente una vita per questa traduzione, ma mi faccio perdonare con delle scene strabollenti tutte per voi! E con un'altra sorpresina che non vi anticipo, ma che scoprirete tra pochissimo! Buona lettura lovelies!

Erano stati dei giorni molto duri.

O almeno così era sembrato a Louis, che era rimasto immerso sul suo divano in soggiorno all'incirca per le ultime trentasei ore.

Le vaschette di gelato crema e stracciatella e le repliche di Buffy l'ammazzavampiri non avevano fatto molto per alleggerire la sua tristezza nei due giorni successivi alla sua precipitosa fuga dall'appartamento di Harry, così aveva deciso di rimanere sdraiato a faccia in giù su un cuscino mentre qualche disgustoso reality televisivo scorreva in sottofondo, il volume alto abbastanza da fargli quasi credere di non essere completamente solo. Liam aveva cercato di cavare qualche spiegazione dal suo malinconico coinquilino, ma non era fuoriuscito nulla dalle labbra del ragazzo più grande se non un "fottiti e spegni le luci, ok?"

Quando Louis aveva iniziato a rifiutare il cibo per il terzo giorno di fila, Liam aveva scritto a Niall per confermare i suoi sospetti, che il patetico stato d'animo del giovane terapista era causato da un certo musicista castano, ma Niall si era stranamente rifiutato di rispondere. Non sapendo più cos'altro fare per aiutarlo, Liam alla fine cedette all'unica richiesta di Louis e gli diede quello che voleva: un appartamento vuoto.

Louis si mosse dalla sua postazione sul divano quando sentì la porta chiudersi, scoprendo con disappunto che il suo corpo aveva creato una rientranza lunga e definita nei cuscini dove era stato sdraiato negli ultimi giorni. Lanciò un'occhiata alla televisione, notando con apatia che stava andando in onda un programma trash sugli accumulatori seriali. Ma forse non stava dando loro la giusta importanza. Collezionare roba inutile, impilandola a mo' di bozzolo, costruire un guscio protettivo per difendersi dalle spiacevoli realtà del mondo esterno? Ora che lo stava prendendo davvero in considerazione, suonava piuttosto attraente. Una catasta di vecchi Playboys, o una montagna di scatolette di cibo per gatti, non ti porterebbero mai fuori per un appuntamento (perché era un fottuto appuntamento, non c'erano altre parole con cui poterlo etichettare), flirtando con te senza ritegno, invitandoti a casa loro, per poi rivelare accidentalmente il loro fidanzato segreto. Un mugolio lamentoso scivolò fuori dalle sue labbra mentre girava di nuovo la testa verso il cuscino. Harry. Contro ogni suo volere, i suoi pensieri tornavano sempre al ragazzo dal sorriso corrotto e le fossette. Il ragazzo che aveva catturato l'ignaro psichiatra in un turbinio di intesa reciproca e commenti irriverenti e languide occhiate, solo per scaricarlo in malo modo ai piedi di un agile, bellissimo uomo dai capelli corvini che chiaramente conosceva Harry in termini molto più intimi di quanto Louis si sarebbe mai anche solo potuto sognare.

Quello che confondeva Louis più di tutto sull'intera situazione era che Harry ricambiava i suoi sentimenti, era sicuro di ciò. Il suo intero lavoro era incentrato nel capire le persone, ma non serviva una laurea in psicologia per dire che Harry nutriva più di qualche platonico desiderio verso il ragazzo più grande. No, Harry era interessato a lui, ne era sicuro. Anche se non al livello di Louis. Ma anche in questo caso, perché Harry non aveva detto nulla riguardo il suo amante sboccato in tutte quelle ore interminabili che aveva trascorso con il terapista? Louis stava appena cominciando a risentire di quella analisi masochistica piena di autocommiserazione a cui si stava sottoponendo, quando percepì un ronzio insistente provenire da qualche parte sotto di lui. Infastidito dall'interruzione, cercò di ignorare la vibrazione, ma quando il telefono insistente vibrò per la dodicesima volta rinunciò e lo tirò fuori dalla fessura nel divano.

Non preoccupandosi di controllare chi stesse chiamando, schiacciò 'rispondi' e sbatté il telefono contro la sua guancia. "..'pronto?" borbottò nel microfono, provando imbarazzo per la raucedine che la sua voce aveva sviluppato per il deliberato abbandono.

"Louis, Harry ha bisogno di te."

Prima che Louis potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, si ritrovò con le scarpe ai piedi e le chiavi in mano, facendo i gradini due alla volta nella sua frenetica corsa per raggiungere la macchina.

"Cosa?? Cos'è successo? Sta bene?" disse impulsivamente senza fiato al ragazzo all'altro capo del telefono, mentre si fiondava nella sua Porsche, dimenticandosi anche di allacciare la cintura di sicurezza per la troppa fretta.

"Lui- non dovrei parlare con te" iniziò Niall nervosamente "me l'ha esplicitamente proibito, ma cazzo- è in astinenza, e ci sono già passato altre volte in passato ma non è mai stato così. Sta tremando e gridando e ho paura ad avvicinarmi a lui e..continua a chiamare te."

"Sarò lì tra cinque minuti" sussurrò Louis e riappese, facendo stridere al massimo le ruote mentre sfrecciava nella notte a tutta velocità.


Si fermò davanti la porta dell'appartamento di Harry, facendo una pausa per riprendersi, prendendo ampi respiri finché il suo battito ritornò a livelli normali. Non aveva la più pallida idea di come sarebbe stato accolto dall'altra parte della porta. Harry l'avrebbe almeno lasciato restare dopo il disastro del loro ultimo incontro? Sarebbe stato furioso dell'arrivo di Louis, quando Niall gli aveva chiaramente suggerito che la sua presenza non era desiderata? Ma no, Harry aveva bisogno di lui. Sia che fosse richiesto come un professionista o..come qualcos'altro, non poteva scappar via ora. E con quel pensiero in mente, alzò il pugno e bussò due volte alla porta.

Si aprì un secondo dopo, e un Niall dall'aspetto vagamente folle lo accolse con uno scoppio di risate isterico.

"Oh grazie a dio. Devo andare, Harry è nella sua stanza. Grazie per essere venuto" balbettò Niall mentre spingeva Louis nell'ingresso vuoto.

Louis non era stato avvisato che sarebbe rimasto solo con la fragile celebrità, e mentre si stava fasciando la testa per questo nuovo sviluppo e per quello che avrebbe comportato, una mano afferrò la sua spalla fermamente.

"Stai attento con lui, ok?" disse Niall, una maschera di ammonimento dietro quelle parole casuali.

Louis si ammorbidì voltandosi verso il biondo. "Naturalmente" sussurrò, e quelle due paia di occhi blu si incrociarono momentaneamente prima che l'irlandese desse un rapido cenno col capo e chiudesse la porta dietro di sé.

Il silenzio che seguì si avvolse intorno al giovane uomo smilzo, che sussultò quando una voce dall'altra parte della stanza in ombra lo infranse.

"Cosa stai facendo qui?" Il suono fu poco più che un gracidio, un indizio del danno che quelle preziose corde vocali avevano subito.

Girandosi verso il suo amico, Louis raccolse furtivamente tutte le informazioni che poteva dall'aspetto disordinato del ragazzo più giovane. Harry era appoggiato al muro, avendo bisogno di un aiuto per nascondere il fatto che la parte superiore del suo corpo stesse tremando incontrollabile. Aveva uno sguardo stralunato e la sua pelle aveva sviluppato un pallore quasi grigio, che faceva risaltare ancora di più gli occhi brillanti.

Louis non disse una parola. Si avvicinò invece a Harry cautamente, come avrebbe fatto con un animale ferito. Il cantante si contrasse, il panico crescente nei suoi occhi, mentre Louis lo guardava con un'espressione volutamente neutrale. Non successe niente finché Louis non si trovò a meno di un metro di distanza, dopodiché Harry scattò.

"No-no, vai via, vattene da qui! Non saresti dovuto venire, non ti voglio qui" urlò Harry, con un tono di voce innaturalmente alto. Louis osservò disperato quel corpo fragile scosso dagli spasmi e dai tremiti; Harry si stava sgretolando davanti ai suoi occhi.

"Porca troia, Louis, vattene! Non ho mai chiesto- non voglio che tu veda questo, non sono degno-" ma di cosa non fosse degno Harry rimase un mistero, la sua isteria domata da un paio di labbra premute contro le sue.

Louis non sapeva cosa l'avesse spinto a farlo, come se baciare il suo paziente pazzo fosse la cosa più saggia del mondo. Tutto ciò che sapeva era che doveva far smettere Harry di parlare, che doveva frenare le orribili parole che sarebbero uscite dal ragazzo. Si preparò, aspettandosi che Harry lo colpisse. Aspettandosi di essere aggredito e buttato fuori dalla porta per quella decisione idiota.

Quello che certamente non si aspettava era il gemito insistente che emise il ragazzo pallido, o le mani che stavano attraendo i loro corpi insieme per potersi toccare dalle cosce alle spalle.

La lingua di Harry si spinse attraverso le labbra di Louis, che si schiusero senza obiettare, e procedette a leccare gli angoli più remoti della bocca dell'uomo più basso con fare esperto. Harry era dappertutto, caldo e insistente, mentre stropicciava la maglietta del terapista solo per affondare le sue unghie nella pelle abbronzata sottostante. Una sensazione ai limiti del doloroso fece sobbalzare Louis per lo shock, e cominciò a ricambiare i suoi baci con la medesima brama, col medesimo impeto, facendo scorrere le sue dita attraverso le coste appuntite che sporgevano dal torace di Harry.

Sollevando le braccia di Harry per potergli sfilare la maglietta, Louis mosse i suoi fianchi per sfregarli sui suoi. Un grugnito strozzato (di chi fosse, Louis non ne era sicuro) riempì l'atmosfera quando sentì la rigida protuberanza del pene di Harry premere contro il suo, e dopo questo contatto, scoprì che entrambi erano responsabili dei rumori che permeavano il silenzio dell'appartamento.

Presto tutte e due le magliette finirono sul pavimento, dimenticate dai due ragazzi avvinghiati nella luce tenue della sera. Louis spinse Harry contro il muro mentre premeva senza vergogna contro il bacino spigoloso, Harry che accompagnava il suo entusiasmo ad ogni spinta. Tutti i propositi di essere fini furono dimenticati quando non riuscirono a fare altro oltre ad ansimare esausti l'uno nella bocca dell'altro.

Venne in mente a Louis che la camera da letto forse sarebbe stata più adatta per i loro scopi, e riuscì a raccogliere la presenza di spirito per sollevare le gambe di Harry attorno al suo bacino, girarsi e portarlo in quella che presumeva fosse la camera da letto senza interrompere il contatto con le labbra febbricitanti del ragazzo. Era un tantino inquietante scoprire quanto fosse facile per Louis spostare l'altro; se possibile, Harry sembrava aver perso ancora altro peso nei pochi giorni in cui Louis non era entrato in contatto con il suo corpo scheletrico.

Harry si sciolse in quella presa rassicurante, muovendo le sue labbra verso l'orecchio di Louis per mormorare con cadenza incessante "impressionante per qualcuno che indossa maglioni da donna". Louis ricambiò attaccandosi coi denti sulla gola d'avorio del ragazzo, ottenendo grugniti di apprezzamento dal cantante.

Precipitando sul letto king-size con un tonfo per nulla aggraziato, Louis continuò a succhiare lasciando segni scuri su quella pelle candida, interrompendosi poi per poter ammirare come il collo di Harry stesse già cominciando a diventare viola per i suoi sforzi.

Si sporse sul torace smilzo di Harry, esplorando con i denti dal suo collo alla vita. Harry sollevò la schiena e tirò indietro la testa contro i cuscini, i suoi ricci estesi attorno al suo volto come un'aura di luce. Louis tirò su lo sguardo mentre era intento a stuzzicare con la lingua un capezzolo di Harry, e la vista del ragazzo sudato e mugolante sotto di lui gli suggerì di fermarsi. Harry era..bello, anche combinato in quel modo. Il calore che si stava accumulando nello stomaco di Louis rifluì verso l'alto, lasciando qualcosa di caldo e piacevole nel suo petto.

"Harry, io-"

Gli occhi di Harry si spalancarono. "No. Non dire nulla" lo pregò, tirando Louis giù per aggrovigliare le loro lingue ancora una volta, facendo scivolare le sue mani sui pantaloni del ragazzo più grande e sbottonandoli con un solo movimento. Poi, tirò giù anche i boxer di Louis, e il respiro del terapista si fermò quando le lunghe dita di Harry sfiorarono il suo grosso membro.

I pantaloni del cantante furono gettati pochi secondo dopo dall'altra parte della stanza, e Louis notò con una risatina che Harry non indossava nulla sotto. C'era da aspettarselo, pensò con una punta di divertimento. Ma in quel momento le gambe di Harry si cinsero attorno alla sua schiena, attraendolo su di lui finché le loro bocche non furono di nuovo unite, e tutti i pensieri di Louis si persero in una tempesta di calore e di palpitante urgenza.

Per qualche minuto lasciarono che le loro mani vagassero, mappando le une il corpo dell'altro con tocchi delicati e ruvide unghiate e ansimi e sussulti e gemiti senza fiato.

Dopodiché Harry si girò al di sotto del ragazzo più basso, raggiungendo il comodino e rovistando goffamente finché non trovò quello che stava cercando. Louis sentì l'accartocciarsi di un involucro di plastica e la fredda sagoma di una bottiglia premuta nel suo palmo. Cercò il volto di Harry, trovandolo con gli occhi socchiusi e la bocca aperta. Le iridi di Harry erano oscurate, tendenti al nero mentre ricambiavano lo sguardo di Louis, e mantennero più che mai uno sguardo di sfida. Quello sguardo fu tutto ciò di cui Louis aveva bisogno, e aprì la bottiglia per spargere il fluido sulle sue dita.

Tenendo distanziate le ginocchia di Harry, si mise tra le cosce del ragazzo e lasciò che le sue dita vagassero fino ad accarezzare l'entrata del riccio. Harry emise un gemito disperato al contatto, e Louis di rimando si sentì indurire. Lasciando scivolare un dito all'interno, Louis notò con piacere che Harry si spingeva a sua volta contro le sue dita, così in breve tempo mise due dita all'interno del ragazzo, fino alle nocche, scivolando attentamente e sforbiciando finché Harry non supplicò per un po' di sollievo.

Louis squarciò il pacchetto con i denti e srotolò un preservativo sulla sua lunghezza. Il cantante lo guardò attento, masturbandosi con gesti lenti. Adagiandosi su Harry, adattandosi contro il suo corpo, Louis mormorò "Harry. Harry, guardami, piccolo."

Il blu incontrò il verde e Louis si spinse in quel calore vellutato, perdendosi osservando il modo in cui le pupille di Harry si dilatavano e le narici si allargavano per quelle sensazioni. Cominciò a spingere nel pallido ragazzo, all'inizio superficialmente, poi più in profondità e più in fretta man mano che i gemiti eccitati di Harry lo sollecitavano. Le labbra rosa di Harry cercarono Louis, in un bacio diverso, familiare e determinato.

Le grida di Harry crebbero, e Louis si chiese quanto ancora sarebbe potuto resistere mentre si muoveva all'interno dell'altro ragazzo, i fianchi che scattavano caoticamente nonostante i suoi sforzi per mantenere un ritmo costante. Ma doveva durare; questo non lo stava facendo per se stesso, ma per Harry. L'amorevole ragazzo corrotto che si stava lasciando andare in quel momento sotto il suo tocco.

Per un attimo non ci fu nulla se non lo scorrere della pelle sulla pelle e i gemiti incoerenti. Ma Louis osservò mentre gli occhi di Harry si spalancavano, le labbra si dischiudevano.

"Lou.."

..poi all'improvviso percepì qualcosa di umido e appiccicoso schizzare contro la sua gabbia toracica, e l'ultimo dei suoi freni inibitori andò in frantumi mentre si liberava all'interno del fragile corpo di Harry.

Rimasero lì sdraiati per un periodo di tempo indefinito, riprendendo i loro respiri e godendo del calore del corpo dell'altro. Infine, a ogni modo, Louis si accorse del casino ormai secco sul suo petto, così si staccò dal ragazzo del Cheshire con un mormorio di scuse e si tuffò in bagno per ripulirsi.

Dopo essersi rimesso in ordine Louis si guardò allo specchio, e la consapevolezza di ciò che era appena successo alla fine gli calò addosso. Aveva appena dormito con un paziente. Non con un qualunque paziente, ma con un paziente conosciuto in tutto il mondo ed estremamente instabile che stava soffrendo numerosi effetti della crisi d'astinenza e di conseguenza non era probabilmente del tutto lucido. I dilemmi etici derivanti dalle circostanze sarebbero stati di per sé già abbastanza per farlo diventare pazzo, ma aveva una preoccupazione ancora più insistente. E se questo non avesse significato niente per Harry? Da quello che Louis aveva visto l'altro giorno, la celebrità non si faceva scrupoli riguardo al sesso occasionale. Questa notte potrebbe essere benissimo un'altra tacca nella sua testiera del letto, da non ripetersi. E Louis non era sicuro di poterlo sopportare.

Si buttò un po' d'acqua in faccia per schiarirsi la mente e ritornò nella camera da letto, preparandosi a degli insulti, a delle urla, o nel peggiore dei casi, a Harry che lo ignorava del tutto.

Sembrava che il peggio fosse passato. Harry era raggomitolato tra le lenzuola, un po' tremante, ma molto meno rispetto agli orrendi sussulti di cui aveva sofferto in precedenza. Sembrava più giovane e più delicato rispetto a come Louis lo aveva visto in precedenza. Sentendo il ragazzo più grande avvicinarsi, Harry alzò la testa, i ricci umidi che ricadevano sulla sua fronte, e incontrò Louis con un debole sorriso.

Questo era tutto ciò di cui Louis necessitava per infilarsi nuovamente sotto le coperte, aprendo le sue braccia invitante. Un mormorio di appagamento e qualche movimento goffo, dopodiché Harry si rannicchiò contro il suo petto. Il ragazzo di Doncaster passò le sue mani fra i capelli del ragazzo più piccolo, le palpebre che già si abbassavano per la spossatezza, e distrattamente pensò che forse, solo forse, avrebbe funzionato.

Si addormentò cullando Harry tra le sue braccia come un bambino.


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