Mi dispiace così tanto...
1° Versione
--/--/500 a.c.
**:**
Roma P.O.V.
<<N-no....>>
<<Non può essere...>>
Sotto shock estraggo l'arma lentamente, ancora non riuscendo a realizzare la situazione.
Cado sulle ginocchia e mi sfugge l'oggetto dalle mani finendo dritta nel sangue della persona mia nemica.
<<I-io... N-non volevo! N-non volevo...>>
Gli occhi iniziano farsi lucidi e le lacrime sono sul punto di uscire quando sento una delicata mano toccarmi la guancia.
<<Shh... V-va tutto bene>>
Lei mi guarda sorridendo, ignorando la profonda ferita al petto che le si stava sempre più aprendo per via dei suoi movimenti.
Mi guardava come se fosse tutto a posto... Voleva ignorare ciò che le avevo appena fatto.
Quello che il suo stesso figlio le aveva fatto...
E tutto questo in nome dei miei obbiettivi... Forza e potere...
...Per la mia città di Roma...
<<L-latini...>>
Poggio la mia mano sopra la sua e chiudo lentamente le palpebre lasciandomi cullare dalla sensazione del suo pollice che struscia con dolcezza contro la mia guancia
<<N-non potevo desiderare migliore persona che potesse p-prendere con sé e guidare i-il mio popolo>>
Mi avvicina al suo viso e bacia la mia fronte.
<<Ricordati c-he ti vorrò sempre b-bene>>
Mi stringe a se con tutta la forza che le rimane mentre io premo il viso sulla sua spalla cercando di nascondere le lacrime ai soldati alle mie spalle.
Non posso mostrarmi debole, non dopa una vittoria.
<<Mamma... L-latina... Io...>>
Singhiozzo cercando di trovare le parole giuste per un addio.
<<M-mi dispiace d-davvero, io non->>
Mi interrompo prima di finire la frase.
Che io non volessi o meglio non sapessi come sarebbe andata a finire sarebbe una bugia troppo crudele da dire ora.
Era ovvio dal momento che i nostri obbiettivi sono diventati contrastanti che sarebbe andata così.
Non so esattamente in cosa sperassi sarebbe successo fino ad adesso...
Noi siamo paesi, dobbiamo mettere gli obbiettivi dei nostri cittadini prima di chiunque, non importa quanto faccia male...
<<Shh... Non t-ti devi più p-preoccupare>>
Mi accarezza lentamente la schiena cercando di calmarmi.
<<Solo, puoi promettermi una cosa prima che io->>
Un colpo di tosse non le lascia finire la frase.
Inizia a respirare a fatica e sento la sua stretta sulla mia armatura farsi sempre più debole.
<<C-Certo! Farò quello che posso, te lo giuro!>>
La guardo negli occhi cercando di darle al meno un falso senso di sicurezza.
<<T-ti ringrazio b-bambini mio>>
Inizia anche lei a piangere mentre poggia la sua fronte controllo la mia.
<<P-per favore, p-prenditi cura d-del mio p-popolo, io, c-come tu s-sai... Non p-potrò più farlo>>
Chiude gli occhi ancora sorridente mentre sposta le sue mani sulle mie guance.
<<L-lo prometto! Mi occuperò a-anche di loro!>>
Faccio fatica a non singhiozzare ma cerco di usare tutta la mia forza per mostrarle una espressione di forza, al meno nei suoi ultimi momenti.
<<E-e porterò con come t-tutto quello che mi hai dato! Farò in modo che continui a vivere insieme a m-me>>
Cerco con tutto me stesso di tenere un tono stabile ma la mia voce rotta dai singhiozzi rende tutto inutile.
<<M-mi hai t-tolto un grande peso d-dal p-petto, g-grazie>>
Mi guarda con dolcezza un ultima volta prima di chiudere gli occhi e scivolarmi sulla spalla a peso morto.
<<M-amma..?>>
Neanche il tempo di comprendere del tutto quello che era appena successo che il suo corpo inizia a scomparire.
Presto tutto quello che rimane di lei è in me.
Latini non esiste più, come neanche le varie città indipendenti che erano parte del suo popolo.
Li avevo uccisi tutti io.
Mi alzai con lo sguardo perso nel vuoto, ancora sotto shock da tutto quello che era appena successo.
Mi avvicino lentamente al resto dei soldati continuando a guardare un punto nel vuoto.
<<S-signore Roma?>>
Uno dei soldati fa per avvicinarsi a me apparentemente confuso dal mio comportamento.
<<Io vado nella mia tenda, che nessuno mi disturbi per un po'.>>
Dico senza guardarlo con la voce più neutrale che riesco a tirar fuori al momento.
<<Ricevuto!>>
Sentita la risposta del soldato mi incammino subito con passo svelto.
Arrivato nella mia tenda mi assicuro che si sia chiusa dietro di me prima di portarmi le mani sulla fronte e iniziare a respirare affannosamente.
<<COSA CAZZO HO APPENA FATTO?!>>
Guardo le mie mani ancora sporche del suo sangue.
<<NO! NON È POSSIBILE! QUESTO NON È VERO!>>
Inizio a tremare dalla rabbia e sento ogni parte del mio corpo pulsare.
<<I-IO LO FATTO DAVVERO!? NON PUO->>
Mi fermo un momento quando vengo finalmente colpito dal forte odore del sangue che ricopre i miei vestiti, portandomi a ripetere la terribile scena di poco fa nella mia testa.
<<N-NO!>>
Prendo un respiro profondo, facendo però così entrare ancora di più di quell'odore bei miei polmoni.
<<NO! NO! NO! QUESTO N-NON È GIUSTO!>>
Ricomincio a singhiozzare stringendo la presa delle mani sulle braccia con tutta la forza che mi è rimasta.
<<DOVEVA FINIRE IN UN'ALTRO MODO! I-IO SONO UN IDIOTA, DOVEVO RIUSCIRE A FARLA FINIRE IN MODO DIVERSO!>>
Cammino avanti indietro per la tenda muovendo i miei pugni nell'aria.
<<AVREI DOVUTO VINCERE E FAR ANDARE LE COSE IN MODO DA SALVARLA INVECE DI- AHHH!>>
inizio a sfogare la mia rabbia sui pochi oggetti all'interno, rompendoli o lanciandoli da qualche parte mentre grido parole e frasi sconnesse.
Dopo un po' che la situazione andava avanti inizio a stancarmi, pian piano questo mi porta a calmarmi abbastanza per sentire la presenza di qualcuno con me.
Mi ci vuole un momento per capire che la presenza era quella di Latini.
La sua figura non era davvero presenza ma questa sensazione era abbastanza per distrarmi e lentamente calmarmi.
Ripreso un respiro normale mi avvicino all'unica sedia ancora in piedi, mi ci siedo stremato e inclino la testa in avanti.
<<N- non volevo farti scomparire...>>
Detto questo chiedo gli occhi per un momento cercando di tenere la mia mente libera.
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