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Ti voglio bene

1° Versione
1860 - Oggi/--/--
16:09 - --:--/--/--

Regno di Sardegna P.O.V.

Guardandomi intorno salgo sul treno tenendo ben stretta la mano d'Italia assicurandomi che mi rimanga accanto.

Senza dire una parola ci sediamo su i primi posti liberi che troviamo.
Dopo qualche minuto la tensione nell'aria si fa sempre più pesante, sento come se dovessi provare a parlargli... Ma cosa potrei dirgli?

Faccio un respiro profondo e mi giro verso di lui richiamando la sua attenzione.

<<I-italia guardarmi...>>

Lentamente smette di fissare il proprio riflesso nel finestrino girandosi verso di me, mostrandomi il suo sguardo preoccupato e sconsolato.

<<Hey non fare così->>

Lui volta il viso dall'altra parte tenendosi il braccio fasciato essendosi già stancato di starmi ad ascoltare.

In fondo posso capire come si sente, finalmente stavamo facendo dei passi avanti sul riprenderci dei territori nella penisola, ma, alla fine, siamo stati spinti indietro perdendo fin troppo terreno, non parlando degli uomini caduti in battaglia.

Preoccupato per qualche attacco a sorpresa del nemico l'ho sto costringendo a tornare in Sardegna e rimanere nascosti lì per almeno qualche settimana se non di può.

Tutto questo deve averlo davvero buttato giù di morale...

Poggio una mano sulla sua schiena accarezzandolo, lui si irrigidisce guardandomi con la coda dell'occhio.

So che Italia fa fatica a fidarsi di altri paesi, soprattutto dopo tutte queste dominazioni straniere, ma io, come gli altri paesi della penisola italiana, voglio esserci per lui e Italia cerca, per quanto gli sia difficile, di affidarsi a noi anche se questo non è il migliore esempio.

Sorrido chinandomi verso di lui.

Voglio davvero che Italia riesca a fidarsi del tutto di me.

<<Te lo prometto piccoletto, andrà tutto bene, appena ci sarà possibile torneremo lì e completeremo il nostro obbiettivo>>

Non sposta il viso dal vetro ma almeno ora fissa il mio riflesso invece del suo.

<<Sarà andata male sta volta ma non ci abbatteremo, non importa quanto tempo richiederà!>>

Dico provando a non alzare troppo la voce ma cercando a dare comunque sicurezza nel mio tono.

Stringo Italia e poggio la sua testa sulla mia spalla accarezzando il braccio non ferito.

<<Lo spero davvero...>>

Si lascia accarezzare facendo un piccolo sorriso.

Il suo aspetto e modo di fare mi ricordano molto quelli di un bambino, forse è anche per questo che ho un così forte istinto di proteggerlo.

Mi viene da sorridere al solo pensiero.

Non che lui lo sia davvero, è vivo da molto da molto tempo, così tanto che neanche io ho idea di quando sia nato.

Provai a chiederglielo ma si rifiutò ogni volta di rispondere, forse in futuro se la sentirà di parlarcene, al meno immagino.

Gli do un'altra occhiata.
Però, devo dire che essendo anche una nazione nascente gli di addice in qualche modo questo aspetto bambinesco.

Mi scappa una piccola risata e Italia mi guarda confuso.

<<Niente tranquillo, mi stavo solo perdendo tra i miei pensieri>>

Lui si stringe le gambe al petto.

<<Ho capito>>

Dice con un tono ancora un po' sconsolato.

Forse è meglio che lo distraggo un po'...

<<Quando siamo arrivati in città ti porto ad aggiustare i tuoi vestiti, va bene?>>

Fa si con la testa.

<<Ormai mi sono rimasti solo questi e sono quelli che mi ha dato Austria!>>

Esclama infastidito non standogli per niente simpatico l'austriaco.

<<Se vuoi posso darti altri mie vecchi vestiti>>

Alza lo sguardo, sta volta non trovo alcuna ostilità nel suo sguardo, solo sensi di colpa.

<<Ma quelli che mi avevi dato prima gli ho rotti in battaglia!>>

Lo stringo volendo rassicurarlo.

<<Non ti preoccupare, può capitare e poi sai quanti vecchi vestiti ho nell'armadio che non uso da anni? Se qualcuno ne farà un uso migliore non ci sono problemi!>>

Fa una piccola risata, sembrando finalmente rilassato, poi mette giù le gambe e si appoggia del tutto a me.

<<Hey piccoletto, ricordati che io ti voglio un mondo di bene>

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Tra i rumori assordanti di spari sento una voce urlare.

<<Austria! È arrivato Austria!>>

Mi nascondo insieme ad altri uomini dietro una barricata fatta alla buona.

Questo non è buono...

Mi guardo intorno assicurandomi che Italia stia bene, quando lo trovo esito a chiamarlo, lui si sporge oltre la barricata cercando qualcosa con il fucile.

Austria...

Allungo velocemente una mano verso il ragazzo per tirarlo verso di me.
Finisco però per bloccarmi quando mi accorgo di Austria mirare nella nostra direzione, sembra avere individuato Italia prima che l'altro potesse fare lo stesso.

<<I-italia->>

Quando sento un colpo essere sparato non ci penso un momento e lo spingo via lanciandomi verso di lui.

<<Ahh cazzo-!>

Sento di colpo un dolore lancinante alla spalla che peggiora appena colpiamo il terreno.

Lentamente apro gli occhi e vedo Italia sotto di me che mi guarda terrorizzato.

<<S-sardegna!>>

Mi appoggia sul muro cercando di controllare la ferita respirando affannosamente.

<<P-perché l'hai fatto?! Sei pazzo!?>>

Si strappa un pezzo del suo vestito e lo mette intorno alla mia spalla.

E un'altro abito regalato è andato eh.

<<I-italia sto bene>>

Poggio una mano sulla ferita.

<<P-però tu devi fare piu attenzione! Se t-tu muori allora... N-non so se riusciremo a compiere n-nulla...>>

Noto il senso di colpa nel suo sguardo realizzando solo ora il rischio della sua imprudenza.

<<Io... M-mi dispiace>>

Si asciuga le lacrime che stavano iniziando a uscire dai suoi occhi.

<<Farò più attenzione, te lo premetto>>

Dice con un tono sicuro, io sorrido sentendo la sua promessa già alleviare un po' la mia pena

<<Ti ringrazio>>

Lui mi prende il braccio sano e lo mette intorno alle sue spalle.

<<Ora però ti devo portare in una zona più sicura...>>

Si muove lentamente portandomi con se tra le urla e gli spari.

<<Italia, ricordati che io ti voglio bene per favore...>>

Mi guarda con la coda dell'occhio affrettando il passo.

<<Tu non stai morendo e non è il momento dei sentimentalismi vecchio!>>

Rido un nonostante il constante dolore.

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Busso alla porta appoggiando poco dopo il viso alla porta.

<<Italia, posso entrare?>>

Passa un momento di silenzio.

<<Emmh... S-si>>

Il suo tono di voce è tremante e insicuro, immagino che la pressione si stia facendo sentire. Lentamente mi decido a entrare lasciando la porta chiudersi dietro di me.

<<Come sta andando?>>

Mi avvicino a lui osservando mentre si sta nervosamente sistemando i vestiti allo specchio.

<<Io non lo so! N-non se vado bene così!>>

Gli poggio una mano sulla schiena sorridendo cercando di essere in qualche modo rassicurante.

<<Respira, va tutto bene, stai benissimo, non c'è niente di cui ti devi preoccupare>>

Si volta nella mia direzione, l'ansia ovvia sulla sua espressione.

<<Ma questa è l'incoronazione del "Regno d'Italia" e se il Regno d'Italia non è perfetto allora che senso ha!?>>

Il suo respiro diventa agitato e pesante nonostante i miei tentativi di calmarlo tenendo le sue spalle premute tra le mie dita.

<<Tutte le persone presenti hanno combattuto insieme a te, non sarà questo a fargli cambiare idea sull'opera che abbiamo combattuto tanto per ottenere>>

Lui abbassa lo sguardo, la mancanza di fiducia  ancora lo tormenta.

<<Però io non riesco...>>

Sospiro e gli tiro su il viso poggiando un dito sotto il suo mento.

<<Ha fidarti del tutto di noi, lo so ma c'è ancora tempo>>

Cerco di rassicurarlo parlando gentilmente, i miei occhi concentrati solo sui suoi.

<<Lo spero>>

Fa qualche passo indietro respirando profondamente liberandosi dalla mia presa.

Questo breve momento di calma però non dura molto, sentiamo qualcuno bussare alla porta richiedendo la nostra presenza.

<<Stiamo arrivando! Ancora qualche momento!>>

Urla alla porta tornando poi a concentrarmi su Italia porgendoli una mano.

<<Pronto?>>

Si stringe tra le spalle accettando il gesto ancora titubante.

<<Mi farebbe sentire un po' meglio se non stessimo festeggiando ancora prima di esserci tutte le nostre regioni...>>

Intreccio le nostre dita tirandolo più vicino a me.

<<Celebreremo esattamente come ora per ogniuna di loro, ma per affrontare i pericoli del futuro ci serve un'Italia unita, quindi sorridi e si sicuro di te!>>

Finalmente accenna un sorriso sollevato dalle mie parole.

<<È un inizio>>

Lo trascino verso la porta aprendola.

<<Vai e ricorda che siamo tutti lì con te!>>

Quest'ultima parte non sembra rincorarlo molto ma lui sospira e fa l'espressione più sicura che può camminando a passo deciso.

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Nonostante tutte le sue preoccupazioni l'incoronazione va esattamente come mi aspettavo dando finalmente la possibilità al ragazzo di calmarsi.

Italia viene incoronato come Regno d'Italia e il re Vittorio Emanuele II monarca del nostro regno. Davanti a questa scena ci inginocchiamo al loro cospetto giurandogli fedeltà.

Lì, insieme a Regno delle due Sicilie, Grand ducato di Toscana, ducato di Luca e tutti gli altri, cedemmo la nostra sovranità diventando così le sue regioni.

Poco dopo però tutta questa serietà svanisce lasciando solo diversi ex paesi, ora regioni, fare casino eccitati per questo avvenimento così importante.

Italia si trova in mezzo a loro, ridendo trascinato dalla allegria di tutte le regioni.

...Penso di non averlo mai visto in tutto questo tempo così a suo agio in mezzo a loro, non posso che sorridere io stesso alla scena.

Il ragazzo si gira verso di me correndo nella mia direzione per mi prende in braccio e stringermi.

<<Fate molto meno timore adesso, potrò tenervi tra le mie braccia senza farmi problemi!>>

Escalma allegro decidendosi a mettermi giù solo dopo avermi stritolato un altro po'.

In un certo senso ha ragione, da regioni ci si sente come una persona diversa ma allo stesso tempo non mi sembra di essere davvero cambiato... e effettivamente si, anche un po' più bassi per la perdita di territorio e sovranità.
Che ci vuoi fare? Un piccolo sacrificio immagino.

Mi poggio una mano sentendomi ancora mancare l'aria dallo stritolamento di prima.

<<M-mi fa davvero piacere ma per favore non mi soffocare>>

Accanto a me Sicilia ridere sotto voce coprendosi il viso con il proprio braccio.

<<Hey!>>

Le lancio un occhiataccia ma vengo presto distratto da Italia che si mette al mio fianco

<<Sardegna ti devo davvero ringraziare per tutto questo, alla fine avevi davvero ragione su tutto>>

Italia ci osserva tutti mostrando un'espressione dolce e commossa.

<<Certo che avevo ragione>>

Aggiungo scherzando mettendo una mano sul suo braccio.

<<Tutto quello che ti ho detto è qualcosa di cui ero già convinto>>

Lo tiro a me intrecciando le nostre braccia sentendo un forte affetto verso quel ragazzo.

<<E lo sono perché sei importante per me, perché ti voglio bene>>

Si gira verso di me parlando con una voce ugualmente piena di dolcezza.

<<Te ne voglio anch'io>>

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<<Carla! Torna qui!>>

Corro verso la pecora riportandola nel recinto accarezzandole la lana.

<<Uff, Non so se siete peggio voi o le tasse... No aspetta, sono peggio le tasse>>

Dico parlando da solo mentre esco dal recinto e mi ci appoggio stanco.

<<Hey!>>

Improvvisamente sento la voce d'Italia alle mie spalle facendomi saltare dallo spaventato.

<<C-ciao, non mi aspettavo una tua visita>>

Fa un piccolo ghigno divertito procedendo a ignorare le mie parole preferendo invece guardare verso il recinto con suo solito sguardo bambinesco.

<<Ti prendi una pausa dal lavoro con le pecore?>>

Accenno un sì con la testa riportando parte della mia attenzione al mio adorato gregge.

<<È un ottimo modo per staccare da pile di fogli e documenti>>

Italia si appoggia accanto a me sporgendosi di peso sul recinto.

<<Non me ne parlare!>>

Il suo tono è esasperato lasciandomi intuire il livello di stress sotto cui lo stanno mettendo ultimamente.

Preoccupato per lui mi arrampico sulla staccionata cercando di stare al suo livello l.

<<Ti danno problemi in parlamento?>>

Affonda il viso tra le braccia facendo si con la testa.

<<Avevo sentito bene al telegiornale allora>>

Rispondo sottovoce gurdandando seriamente l'orizzonte davanti a me, la voglia di cambiare discorso e ignorare qualsiasi problema lo stia tornando a casa è forte.
Sono troppo vecchio per tutto questo, non penso più di volere gestire qualsiasi cosa riguarda la politica, soprattutto non dopo che il re e la sua famiglia sono stati tolti dal loro ruolo, penso di aver sofferto abbastanza vedendoli andar via.

Eppure i sensi di colpa mia costringono a continuare ad ascoltarlo, in fondo non posso abbandonarlo ai suoi problemi, no?

Eppure, dopo un lungo momento di silenzio non saprei davvero cosa dirgli... Almeno Italia sembra capirlo tirando leggermente su il viso.

<<È solo... Vorrei solo essere per voi quello che sognavate io fossi durante l'informazione! Eppure in questi 160 anni mi sembra di non aver fatto altro che deludervi>>

È inutile dire quanto le sue parole mi inaspettatamente spezzano il cuore facendomi girare verso di lui sentendomi ancora più sentendo le parole morirmi in bocca

<<I-italia>>

Pian piano inizia a singhiozzare lasciando diverse lacrime scendere dai propri occhi.

<<Sono c-cambiato nel tempo e sono cresciuto! Ho imparato a fidarmi, non ho più niente da nascondervi! Eppure da quando Roma è caduta non penso di essere mai abbastanza...>>

Vederlo così fa male eppure non so come aiutarlo, ormai faccio pena quando riguarda gestire le sue emozioni.
Nonostante ciò voglio provare e poggio una mano sulla sua guancia.

<<Calmati ora, io gestirò cio che mi riguarda mentre tu concentrati solo sui tuoi doveri, l'abbiamo fatta funzionare fino ad ora e continueremo a farlo>>

Provo ad accennare un sorriso insicuro su quanto le mie gesti e parole possano aiutarlo.
Soprattutto visto quanto complicati siano i miei pensieri sulle sue azioni fino ad adora.

<<Non te ne preoccupare in questo momento, anche perché non penso tu fossi qui per dirmi questo no?>>

Lui si asciuga le lacrime facendo un passo indietro da me mostrandomi nuovamente il suo sorriso.

<<È-è vero, volevo solo vederti, non mi aspettavo di buttarti addosso tutti i miei problemi così improvvisamente, perdonami>>

Rilasso il mio sguardo accarezzandogli nuovamente la guancia con la mano prima di riportarla sulle mie gambe, in quel momento sento una strana tensione tra noi due farsi più leggera, tensione che neanche avevo notato prima di ora.

<<È così da anni, ancora prima dei 160 anni del nostro stato, quindi non è una novità>>

Sento Italia ridere alle mie parole, il mio petto di riscalda sentendo la sua gioia tornare.

<<Lo dici in modo così serio, lo fai quasi sembrare un discorso ufficiale>>

Accorcia la distanza formatasi tra di noi sedendosi accanto a me muovendo le gambe avanti e indietro come un bambino

<<Finché funziona per farti sorridere mi va bene così>>

Torno ad osservare il movimento delle nuvole cercando in esse la calma di cui entrambi sentiamo il bisogno.

Presto Italia si unisce a me creando un momento nuovamente di silenzio ma anche di calma e tranquillità.

Lascio passare diversi minuti così prima di girarmi verso il ragazzo.

<<Vuoi aiutarmi con le pecore?>>

Sorpreso dalla mia richiesta risponde con il suo solito tono pieno di allegria.

<<Si! Qualsiasi distrazione è bene accetta!>>

Escalma sporgendosi verso di me guardandomi neanche gli avessi offerto la soluzione a tutti i suoi problemi.

<<Bene, allora->>

Non mi lascia il tempo di parlare che salta dentro al recinto pieno dì energia.

Lo seguo osservando come prova ad avvicinarsi al gregge mentre questo continuano a scappare da lui.

È una scena quasi adorabile.

<<Aspetta, così le spaventi>>

Esasperato si decide a fermarsi per aspettarmi.

<<Si scusami, penso tu abbia ragione>>

Imbarazzato si tocca la fronte già stanco dal correre avanti e indietro solo per raggiungerle ogni volta.

<<Ora fai quel che faccio io, capito?>>

Lui raddrizza la schiena salutandomi come un soldato al proprio generale.

<<Si signore!>>

Non possiamo che ridere alla scena, sentendo il mio amore per lui farsi sentire come ogni volta.

<<Italia, riesci sempre a ricordarmi quanto io ti voglia bene>>

Lui si china verso di me abbracciandomi, questa volta però facendo attenzione a non stritolarmi.

<<Provo lo stesso, vecchio!>>

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