Capitolo 25 - Briciole
Era il crepuscolo quando i due giovani risalirono Mason Street lasciandosi alle spalle la lunga discesa e uno scorcio di San Francisco dai toni arancio-dorati, i contorni della città sembravano bruciare al sole che svaniva repentinamente e più in alto il blu opaco e scuro divorava piano piano ogni residuo di giorno. Con quello sfondo l'auto risalì lungo la 1001 California Street e accostò all'angolo, di fronte ad una struttura elegante. L'Intercontinental, un hotel dei più rinomati di San Francisco si profilava alla loro destra. Le luci della città mista a quella residua del tramonto ne illuminavano i contorni, mentre fiaccole elettriche enfatizzavano ogni cornicione dell'edificio.
"È qui che dobbiamo fermarci?"
"In realtà sto studiando l'ordine architettonico di quelle colonne" rispose Eddie tenendo lo sguardo puntato sulla serie di figure che riuscì ad intercettare nel cortile. Lexi si voltò perplessa.
"Davvero?"
Finalmente la guardò negli occhi e secco rispose:
"No"
Lexi apprezzò il sarcasmo, non nascondendo quel suo fatidico ghigno.
"Nel dubbio il corinzio è il migliore" assottigliò lo sguardo facendo un cenno con il capo. Eddie sollevò le sopracciglia e sbloccò le serrature dell'auto.
"Scendi e aspetta qui davanti, parcheggio e arrivo subito."
"Ricevuto capo" La ragazza si mostrò particolarmente accondiscendente oltre che entusiasta, tuttavia una volta sul marciapiede il moro non riuscì a fare a meno di abbassare il finestrino e scandire di nuovo le parole 'qui davanti'. Annuì come un angioletto ma quando Eddie tornò, stavolta a piedi, di fronte all'Intercontinental lei non c'era. Forse l'avrebbe stupito di più il contrario poichè non batté ciglio.
Strinse il manico del borsone nero e proseguì lungo il tappeto rosso che conduceva all'ingresso. Entrato nella hall una calda luce dorata riempiva il luogo riccamente decorato da ghirigori bluastri sulla carta da parati altrettanto gialla. Le piante ornamentali arrivavano a coprire spazi sostanziosi e seduti ai divanetti o in piedi c'era una forte componente senile. All'ingresso il suo sguardo fu catturato da un cartellone posto su un treppiedi. A lettere argentine e inclinate, recitava l'annuncio di una serata di gala, con tanto di musica classica e valzer. Sorpassò i pilastri dell'arcata che divideva la sala d'attesa con la reception e mugugnò un cenno di saluto alla donna dall'altro capo del bancone.
"Nome?"
"Miller" aveva estratto il portafoglio dalla tasca ma non l'aveva aperto.
"Oh si, il check-in è stato eseguito cinque minuti fa dalla sua ragazza" Eddie chiuse gli occhi esasperato e afferrò la tessera che tintinnò sul marmo.
"Stanza numero 78"
"Grazie" fece per andarsene ma la donna bisbigliò qualcosa in aggiunta. "Come scusi?" Si sporse di più, il foulard annodato al collo si era tutto stropicciato.
"Se dovesse occorrerle qualcosa per la proposta non esiti a chiedere, l'Intercontinental si assicurerà che la vostra esperienza sia esemplare." Eddie la fissò per un lungo minuto sbattendo le ciglia molto lentamente.
"Quale proposta?" domandò sospettoso. Indietreggiando di nuovo verso il bancone sul quale appoggiò le mani.
"Ma di matrimonio ovviamente!" Non poté fare a meno di roteare gli occhi esasperato allontanandosi nuovamente. Eddie si appuntò mentalmente di controllare il bagagliaio la prossima volta che se la sarebbe squagliata per qualche missione investigativa (e per sicurezza anche la valigia).
"Certo, lo terrò presente." e così facendo si congedò dirigendosi verso l'ascensore. Al chiudersi delle porte il giovane si lasciò sfuggire un sospiro esausto abbassando il capo. Non poteva funzionare, pensò. Era un ingranaggio che non riusciva a far combaciare con il resto della macchina e seppur provandoci Eddie rimaneva un individualista che pianificava e pensava in solitaria perchè così era meglio, era più giusto. Affidare l'esito della missione a qualcun altro oltre a sé comportava dei rischi e degli impicci che non sarebbe riuscito neppure a contare figuriamoci prevedere.
Piombò nella stanza richiudendosi la porta alle spalle e mollando bruscamente il borsone sul letto appena rifatto.
"Dammela" esordì concentrando i suoi grandi occhi dorati sulla ragazza sdraiata sul materasso con le braccia a mo' di cuscino.
"Così improvvisamente? Va bene." scattò in ginocchio e cominciò a levarsi di dosso la camicia. "La carta di identità" sibilò digrignando i denti e distogliendo lo sguardo. Lexi si stampò in viso un sorriso storto e si gettò nuovamente tra i morbidi cuscini dopo avergli tirato una tessera di plastica. Eddie l'afferrò per un pelo prima che cadesse rimettendola nel portafoglio.
"Ecco il piano."
"Sono tutt'orecchi"
"Ti fai una doccia e ti vesti, dopodichè scendiamo a cena." Lei assottigliò gli occhi.
"E lo scopo qual è?"
"Nutrirci?"
Schioccò la lingua al palato e si rimise seduta. "Nah, per venire in un albergo di questo calibro hai un secondo fine in mente."
"Pensi che le mie finanze non possano garantirmi questo tipo di cose?" chiese trattenendo un ghigno mentre disfaceva il borsone.
"Mmh così mi intrighi Eddie, guadagni così tanto facendo il detective?" La ignorò ed estrapolò il vestito rosso appena acquistato tirandolo letteralmente in faccia alla ragazza.
"Datti una mossa"
"Va bene va bene" sbuffò mentre il giovane si ritirò in balcone con una sigaretta tra le labbra.
Non aveva alternative (e con alternative intendeva un sedativo per orsi), avrebbe fatto funzionare la macchina anche con un ingranaggio in più e sarebbe filato tutto liscio. O almeno era ciò che si prefissava di pensare violando la sua vena pessimista. La brezza serale gli rinfrescò le guance imberbi, fu investito da suoni distanti di clacson e motori che brulicavano in quella metropoli in fermento. C'era una gran vista, ma a lui non interessava il panorama. Aveva assaggiato ogni pezzetto di California con i suoi viaggi sorpresa e ormai era diventato tutto così scontato, così ripetitivo. Un reticolo di strade illuminate dopo l'altro, linee lucenti intersecate tra di loro, vite intersecate tra di loro. Si portò la sigaretta alle labbra corrugando la fronte, un solco profondo gli sbocciò tra le sopracciglia scompigliate. No, la città non era oggetto del suo interessamento bensì lo era la stanza di fianco e i suoi segreti. Appoggiò i palmi alla ringhiera affacciandosi a scrutare l'altra porta finestra. Le tende bianche svolazzavano nell'aria leggiadre, apparivano meduse sotto il suo sguardo disincantato e calcolatore. Il fumo si dissolveva rapidamente dalla sigaretta che adesso reggeva in bilico tra le dita, la cenere si sbriciolò e fu raccolta dal vento, i capelli gli si scostavano da una parte all'altra del viso rendendolo etereo allo sguardo. Eddie non era la notte, la notte era troppo semplice, lui era il crepuscolo.
[...]
La porta del bagno si aprì con un cigolio e una nube di vapore strisciò nella stanza avvolgendo Eddie che ne uscì vestito di un paio di pantaloni dal taglio elegante e una camicia bianca aperta completamente. Lexi smise di pettinarsi i capelli, la spazzola scivolò sul comò; non aveva occhi che per lui. I capelli bagnati grondanti di tante piccole goccioline d'acqua, scivolavano lungo le tempie e accarezzavano il taglio della mascella. Gli occhi azzurri della ragazza accompagnavano quelle scie lungo la pelle pallida del ragazzo, il pomo d'Adamo andò su e giù. Eddie si frizionò per bene la chioma corvina, da bagnata appariva ancora più nera di una notte senza luna, con uno degli asciugamani dell'hotel con tanto di ricamo che mollò sul materasso prendendo a frugare all'interno del suo borsone. Il rilievo dei suoi addominali spiccava nitidamente, riusciva a vedere i suoi muscoli contrarsi ad ogni più lieve movimento. La sua pelle era traslucida e immaginava che profumasse ugualmente alla sua. Assieme agli abiti teneva una serie di fogli e il portatile, il tutto accatastato disordinatamente. Stava scribacchiando velocissimamente qualcosa quando Lexi decise di infrangere il silenzio.
"Sono le 9.12"
Eddie le lanciò una rapida occhiata tornando ai fogli, ma subito ecco che tornò a focalizzare la sua attenzione sulla ragazza. Vestiva di quel fatidico abito rosso, di raso, lucente, che le fasciava in modo aderente il corpo esaltando ogni sua curva; le spalline erano sottili e il decolletè a forma di cuore esaltava il suo seno. La investì con il suo sguardo freddo e imperscrutabile, facendolo vagare dal basso fino in alto.
"Si." confermò rimettendo i documenti nel borsone e prendendo ad abbottonarsi la camicia. Lexi si stava infilando le scarpe con il tacco, seduta su una sedia d'antiquariato dai decori vegetali. La stoffa si apriva da un lato lasciando intravedere la gamba sinistra accavallata sulla destra.
Si schiarì la voce voltandosi dall'altra parte.
Rapido, terminò di prepararsi e si avviò alla porta, ma non riuscì ad aprirla. La mora gli si piazzò davanti, recuperando, grazie ai tacchi, alcuni centimetri.
"Parlami" asserì intransigente. Erano arrivati fin lì, mantenendo l'anonimato del compito ma Lexi aveva ragione, doveva essere messa al corrente. Solo che...
"Sto cercando una persona, un uomo, ti basti sapere questo."
"No non mi basta, con te non mi basta mai niente."
Sospirò abbassando lo sguardo. Certo che non le bastava, a chi sarebbero bastate delle briciole per saziarsi?
Lexi gli posò una mano sulla guancia interpretando il suo silenzio come una lotta interna.
"Oh mio vampiro" mormorò sensuale. "Ogni tuo morso è una benedizione." cantilenò avvicinando in modo rallentato le sue labbra alle sue. Erano così vicine da lasciare appena visibile uno spiraglio. Poi come una scossa si sfiorarono di appena un millimetro, ma fu una sensazione così lieve, più impercettibile di una goccia solitaria che cade sulla testa preannunciando l'acquazzone. Entrambi rimanevano immobili.
"Posso aiutarti Eddie, devi solo lasciarmelo fare."
Il ragazzo deglutì concentrando i suoi occhi dorati nei suoi. Impercettibilmente annuì e quel singolo tenue movimento aprì un ampio sorriso sulle labbra vermiglie della giovane ragazza. Lexi si allontanò brutalmente spalancando la porta.
"Troverò l'uomo che cerchi prima che tu possa avere il tempo di dire 'Dostoevskij'" annunciò, la mano sul pomello e l'altra con il dito puntato verso di lui. Niente di quanto accaduto aveva provocato neppure la benchè minima reazione da parte del detective, eppure quando la ragazza si avviò dandogli le spalle, un sospiro drammatico gli sfuggì da quelle labbra che adesso avevano rubato un po' del rosso di quelle di lei.
16/05/2022
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro