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VIII

"Insomma" l'espressione di Matteo è serissima dietro quei ridicoli occhiali da lettura che si ostina ad indossare "sti 2000€ in più nel budget per l'arredamento di scena erano necessari, no?"
"Beh..." mi gratto una guancia incerto "necessari forse no... però-"
"Però" fogli pieni di conti scritti a mano vengono sventolati in direzione del mio viso "dopo che hai dato fuoco a mezzo set con una sigaretta non è che potevamo fare altrimenti!" sbotta tirandomene anche uno appresso.

Mi alzo per recuperarlo e "non è colpa mia se quel piumone si è andato a trovare giusto sotto il mio posacenere!" protesto risedendomi.
"Manuel stavi in un cazzo di letto dio santo! Forse eri tu quello che doveva levarsi di lì prima di fumare non pensi?"
"Mh..." ci rifletto sul serio "no. Non penso."

Toglie gli stupidi occhiali e sbuffando porta due dita a stringere il naso "guarda oggi nun m'arrabbiò solo perché c'ho la pressione alta."
"Di nuovo? Ma sti ultimi giorni stavi meglio!"
"Stavo meglio perché tu eri via!" sbotta per poi "lo vedi? Sei tu che mi fai agitare!" rimproverarmi.
"Scusa..." mormoro affranto afferrandogli una mano.
"Va bene così..." la stretta viene ricambiata e io mi sento subito più tranquillo "anche perché per come si era messa, poteva finire pure peggio... ci potevamo rimettere la stella della società!"
"Ma grazie che ti preoccupi così per me!" sorrido con finto imbarazzo "io ero molto tranquillo in real-"
"Ma chi cazzo se ne frega di te!" mi interrompe di nuovo furioso "sto parlando di Simone che stava ancora arrotolato fra le coperte!"
Ah.
"Ah." Stacco la mano dalla sua e incrocio le braccia al petto "Simone."

"Manuel non cominciare..."
"Che c'è? Non ho detto nulla!"
"Ma lo pensi!"
"Mo sei pure mentalista?"
"O sei te che sei 'n libro aperto?"
"Beh sentiamo, visto che sono così evidente, che sto pensando?"
"Mh" gli occhi assottigliati come se si sforzasse di analizzarmi la testa "...al messaggio di Simone appena arrivato" lo sguardo saetta per un attimo sul mio cellulare che si illumina sulla scrivania "al fatto che anche i tuoi amici stanno iniziando a voler bene davvero a sto ragazzo e... si! all'acqua che devi dare ai cactus in ufficio altrimenti sempre Simone te prende a male parole... Non necessariamente in questo ordine, ovvio."
Ma come cazzo ha fatto.

"Non- non ne hai azzeccata manco una!" replico sperando di sembrare più convincente possibile.
Storce il muso e "beh allora ho fatto più che bene a non fa il chiaroveggente nella vita!" sospira "però te dico che secondo me c'ho azzeccato invece."
Annuisco disinteressato mentre con discrezione tento di vedere lo schermo del telefonino.
"Manuel..."
"Mh?"
"Leggi sto cazzo di messaggio prima che ti si incrocino gli occhi."
E' imbarazzante la rapidità con cui mi fiondo a sbloccare il display.

"...E' bella?"
"Cosa è bella Matté?"
"La battuta che ha fatto Simone..."
La battuta?
Sollevo perplesso lo sguardo su di lui "ma di che battuta parli?"
"Ah pardon!" le mani alzate a mo di scuse "t'ho visto che sorridevi COME UN IMBECILLE e ho inteso male!"
"Vaffanculo!" coglione io che gli do pure retta.
"Si vabbè... continua a negare l'evidenza!"
"Ma che evidenza! Guarda che vuole solo compagnia per andare all'Ikea!"

"Ahhh! E tu da bravo gentiluomo te offri subito, vero?"
"No è che io- uhm io... ho la macchina! Si, la macch-"
"Guarda statte zitto che sei patetico... E comunque ho capito tutto!"
"Hai- hai capito cosa?"
"Che dopo due settimane passate a fracassà complementi d'arredo anche fuori dal set, avete finalmente deciso de fa shopping!"
"Ha deciso." puntualizzo.
"Certo... e ve ne andate insieme all'Ikea tipo novelli spos-"
"No! E non usare quella parola con la S davanti a me!" mi agito sulla sedia "Lui va. Io lo accompagno e basta!"

"Manuel..." mi guarda come se fossi scemo "è la stessa cazzo di cosa."
"None! Ha un senso completamente diverso da quello che hai capito tu!"
Il borbottio che ricevo indietro sembra tanto un «testa de cazzo».
"No davvero!" insisto "anche perché non comprerò nulla per me... io sono solo uno spettatore passivo dei suoi acquisti."
"Tu sei solo un coglione!"
"Ao!"
"No ma ha un senso completamente diverso da quello che hai capito tu!" ribatte imitandomi.

"'O sai che te dico?" abbasso di nuovo gli occhi sul telefono che vibra ancora "rimani fermo nelle tue convinzioni... Io - se permetti - ho cose più importanti da fare che stare qui a discutere!" sentenzio avviandomi verso la porta.
"Certo" ride "da fare in senso letterale proprio!"

"Che- che vuoi dire?"
"Manuel, tu te ne sei accorto sì che sta porta è a vetri?" indica l'uscita dell'ufficio.
"Si?" giro la testa seguendo la direzione del dito.
"E che tutto quello che passa fuori io lo vedo?"
Non capisco dove vuole andare a parare "E allora?"
"E ALLORA" per poco non mi perfora un timpano "vedo pure Simone che sgattaiola come il peggiore dei ladri pe' infilarsi nello studio tuo!!"
Ah.
"Ah..."

"Eh!!" la faccia schifata "ma 'nte guardi? Vai via tre giorni e quando torni stai gia così all'idea di rivederlo!"
"Io non sto in nessuno modo!"
"Sicuro... quindi nun t'è mancato mo che stavi a Napoli?"
Si.
"No!"
"E non l'hai pensato nemmeno un po'?"
Ogni secondo.
"Zero."
"Neppure mentre lavoravi con quel tipo la...Carmine?"
Quello che ho quasi chiamato Simone rischiando una figura di merda?!
"Per niente!"

Mi scruta manco mi sottoponesse ad interrogatorio e "nun te credo" sentenzia.
"E sai a me che me frega..."
"Senti" un sorrisino compiaciuto che va subito a innervosirmi "tu puoi negartelo quanto vuoi, ma la verità è che ti stai innamoran-"
"NON AZZARDARTI A FINIRE LA FRASE!" urlo arrivandogli vicino e portando un dito teso come una bacchetta sotto il suo naso.
La stretta con cui lo avvolge mi fa però pentire subito di averlo fatto.
"Matté..." imploro con voce incrinata "così me lo rompi..."

"Ammetti almeno che da quando avete finalmente iniziato a girare insieme lavori meglio?"
"Beh quello è ovvio..."
"E perché è ovvio?"
"Perché siamo due professionisti... io più di lui natur- ah!" il dito scricchiola nel suo pugno "Ao! Mo spezzi così!"
"Manuel" non mostra alcuna pietà per me mentre scandisce freddo "perché - lavori - meglio?"
"Per- perché c'è molta chimica con Simone! Si, mi piace stare con lui!" sto per svenire per il male "mi piace tantissimo!"

Lascia la presa e "vedi? Glielo dicevo pure ieri! E' troppo divertente provocarti!" ride.
"Sei na merda!" agito il dito per aria nella speranza di far passare il dolore "e nun me sta mica bene sto fatto che hai sto rapporto così stretto con lui!"

"Beh... non poteva esse altrimenti! Anzitutto" questa volta è lui ad alzare un indice verso di me "'o sai che da quando l'ho contattato per l'agenzia ho subito capito che era 'n ragazzo fantastico... impossibile non adorarlo!"
Lo sforzo che faccio per tenere la testa ferma e non asserire con foga lo so solo io.
"E poi..." l'espressione divertita con cui improvvisamente mi guarda non mi piace per niente "dopo che per due giorni siamo stati a letto insieme c'è ancora più confidenza fra noi..."
Annuis- come?
"Che- che hai detto scusa?!"

"E' vero! Siamo molto in confidenza!"
"La parte precedente!" mi trema la voce "La parte in cui siete stati a letto insieme!"
"Beh si... è successo."
"Matté" il nome pronunciato come una bestemmia mentre sto già strattonandolo "prima che te meni... vuoi spiegarmi cosa cazzo significa sta frase?!"
Non sembra affatto turbato dalle mie parole, ma anzi con una calma solenne "Quello che hai capito." conferma.

Sono accecato dalla rabbia e praticamente un secondo prima che inizi a prenderlo a pugni, i nostri sguardi si incrociano e una luce ritorna di nuovo nella mia testa.
"Non ti credo..." la mano che stringeva la maglietta si stacca come ustionata "Non mi faresti mai un torto del genere."
Sorride e "Ecco!" mi tira dal braccio per riavvicinarmi "na mezza cosa giusta sei riuscito a dirla!"
"In- in che senso mezza?"
"Nel senso che non solo io, ma pure Simone, non te farebbe mai na giocata simile..." spiega serissimo "stai proprio tranquillo su questo."
E non lo dirò nemmeno sotto tortura, ma il senso di leggerezza dopo le sue parole è tale per cui potrei pure alzarmi in volo adesso.

"Allora- allora perché me dici ste fregnacce? Me vuoi far venì un coccolone??"
"Non so fregnacce! E' a verità!" insiste "Abbiamo dormito insieme! Dormito e basta eh!" si affretta a precisare "ed è successo per colpa tua tra l'altro!"
"Co- colpa mia?!"
"Ovvio!" mi batte una mano sul petto "tu prima je fracassi il divano de casa a questo e poi, non contento, spacchi pure il letto su cui dorme da Giulio! Ma io dico che problemi avete?? E soprattutto, come cazzo scopate?? Siete due animali!"

Avvampo in un attimo e "non- non siamo animali..." mormoro imbarazzato "e quello a casa de Giulio non se pò chiamà letto!, è più na branda ridicola! E- e noi non eravamo manco stesi bene, cioè io si, ma-"
"Basta! Basta! Mi arrendo!" interrompe il mio sproloquio fingendo di sventolare una bandiera "pietà per favore! Non ne voglio sapé niente del vostro timido approccio al kamasutra-"
"Non c'è nessun timido approccio!" mi strozzo per contraddirlo.
"Non ne voglio sapé del vostro sfacciato approccio al kamasutra, va bene? So solo che tu dopo aver fatto sto disastro sei partito per Napoli e quel povero cristo s'è trovato a non avé dove dormire perché Giulio ormai c'ha Monica 7 sette notti su 7 in camera e non voleva disturbarlo..."

"E ha chiamato te?!"
"No. Monica ha chiamato me che ho chiamato lui e gli ho detto di non cercare hotel o altro, ma venirsene a casa mia!"
"Quindi... ha dormito sul tuo divano?"
"Se! E secondo te facevamo tutto sto macello?? Quello c'era pure da Giulio! Noi volevamo stesse su un letto."
"Ah..." finalmente sto iniziando a capire "e alla fine sul divano ci sei sei stato tu!"
"Spiegame perché in casa mia dovrei dormirci io?!" mi guarda sconvolto.
"Ma se lui no e tu nemmeno..." mi fa male la testa "...allora chi è stato su sto divano?"
"Ao ma è n'ossessione che c'hai!! Nun c'è stato nessuno su sto cazzo de divano!" cantilena "'O sai che significa dormire insieme?" gli indici delle mani battono tra loro come a darmi una rappresentazione visiva del concetto "In-sie-me."

"Tu e Simone... Simone e te..." sto boccheggiando "...nello stesso letto?"
"Manuel" la delusione palese nella voce "da quando hai smesso di studiare ti sei così abbrutito... nun sai manco più parlà!"
Un paio di ceffoni leggeri arrivano sul viso a sbloccarmi.
"Non è che non so parlare!" insorgo rabbioso "è che so proprio senza parole!"
"Te ne offro due io! «Grazie Matteo!», a cui se te la senti potresti aggiungere un più impegnato «grazie davvero per aver ospitato il mio ragazzo!»"
"Non è il-" no!, non cederò a questa ennesima provocazione "ti diverti ah?"

"Uhhh da matti!" ride per poi tornare improvvisamente serio "però Manuel... una cazzo di proposta di ospitarlo da te, visto che hai contribuito a creare il problema, potevi fargliela oh!"
"Di- di dormire in ufficio dici?"
"Di dormire da te, a casa tua, maledetto cretino!" la mazzata sulla testa arriva troppo veloce per schivarla "dove hai un letto nuovo e sicuramente resistente anche alle vostre zozzerie!"
"Non facciamo zozzerie!"
"Ecco, su questo i traumi uditivi di Giulio potrebbero dissentire... lo sai che l'altra sera mi ha telefonato sconvolto per sapere cosa fosse il rimming e perché tu insistevi così tanto per farlo a Sim-"
"Quell'azzeccagarbugli deve imparare a farsi i cazzacci suoi!" sbraito diventando paonazzo in viso.
"Beh, se portassi Simone a casa questi problemi non li avresti..."

Abbasso subito gli occhi e torturandomi le mani "non voglio farlo e lo sai..." bisbiglio
"Si che vuoi!"
"No" su questo sono irremovibile e dovrebbe ricordarselo "'na sola persona è entrata li a dormire e in poco tempo s'è sistemata talmente bene che quando ha deciso di andarsene è stata capace di portarsi via tutto da quella casa. Anche la mia voglia di condividere la vita con qualcun altro... Mi dispiace ma io st'errore non lo rifaccio!"
Un braccio arriva premuroso a cingermi le spalle "Guarda che l'errore sarebbe non provarci di nuovo! So passati anni da allora... tu non sei più quello di prima e, soprattutto, Simone non è Alice..."
"Questo non puoi saperlo!"

"Manco tu se non ci provi! Te l'ho già detto no? Mica t'o devi sposà a questo... potete continuare pure così se a lui sta bene... però Manuel" lo sguardo è implorante "tu hai così tanto amore da dare e mi uccide vedere come ogni volta lo reprimi..."
"Oh" la voce un po' trema "manco a fa così però! Me fai prende male..."
"E' che io te voglio troppo bene hai capito?" scuote con forza le mie spalle per poi avvolgermi in un abbraccio strettissimo.

Annuisco come posso in questa morsa soffocante e" Matte mollame mo però..." supplico.
"No!" lamenta come un bimbo "Dimmelo pure tu!"
"Ma cosa?"
Un pizzico sul fianco a farmi saltare "ahio! ma sei scemo?!"
"Dillo!"
Che palle dio mio "tivogliobene..." sibilo fra i denti "contento adesso?"
Stringe un po' di più "insomma... guarda che tu dovresti essere più grato nei miei confronti! Questo è tutto allenamento che te faccio fa!"
"A-allenamento per che? Morire asfissiato?"
"No! Per fa le dichiarazioni alle persone importanti!" lascia la presa e io ritorno a respirare.

Inspiro ed es-
"...pensa come sarai preparato quando dirai un bel TI AMO a pieni polmoni a Simone!" ...inizio a tossire come un pazzo affogandomi con la saliva.
"Ma- Matteo!" lo richiamo allarmato e dei colpi sulla spalla arrivano celeri a ridarmi il fiato perso.
"Poi nun se dica che non rispetto il giuramento di Ippocrate..." borbotta soddisfatto.

"Tu mi stavi ammazzando!" urlo divincolandomi da quelle che ormai sono diventate botte vere e proprio.
"Però poi ti ho pure salvato la vita no? Quindi non c'è problema!"
Ma io che perdo a fare tempo con questo?

"Senti" i piedi già rivolti verso l'uscita "prima che tu mi faccia fuori davvero, io me ne vado!"
"Beh salutami il fidanzato!"
"Mattè!" la mano attorno alla maniglia e lo sguardo di nuovo su di lui.
"Oh!"
"Sempre per quella storia che sei chiaroveggente..." alzo un dito medio "dimme npò che sto pensando mo" ironizzo uscendo dalla stanza.
Un gentilissimo "a stessa cosa che penso io a quanto pare... che sei stronzo!" arriva ovattato da dietro la porta ormai chiusa.


                              **
L'immagine con cui vengo accolto entrando nello studio mette subito a dura prova i miei muscoli facciali che infatti vanno veloci a distendersi in un sorriso.
E' che Simone, rannicchiato sulle ginocchia ad annaffiare i piccoli cacti comprati assieme, sembra così a suo agio che quasi mi viene il dubbio che quello di troppo sia io.

E più lo osservo affaccendarsi sul balcone più le parole di Matteo tornano a vorticarmi nella mente e con esse anche il dannato pensiero di loro due a letto, immediatamente sostituito da quello più terribile di un eventuale altro uomo.

Uno che non è Matteo.

Uno che con Simone non dormirebbe soltanto.

Uno che costruirebbe con lui la vita che io non mi sento in grado di offrirgli.

"Manu..." la voce dolcissima a richiamarmi dai pensieri.
Gli occhi brillano appena incontrano i miei e "Simò..." mormoro cercando di darmi un contegno.
"Mi sei mancato anche tu!" sorride raggiungendomi e, senza perdere tempo, allacciandomi le braccia al collo.

"Io- io non ho detto che mi sei mancato..." riesco a bofonchiare.
"Però lo pensi!"
"Ma che è? Pure tu sei mentalista come Matteo mo?"
"Mentalista?" il tono è confuso "ma non era medico?"
"Lascia perder- anzi no! Parliamo di Matteo!" cerco di distanziarlo prendendolo per i fianchi, ma lui mi stringe ancora di più.
"Ma a me non va... che c'è da dire poi??" lamenta poggiandomi la testa sulla spalla e strofinando il naso sul collo.
"Simo smettila..." un lieve avvertimento che non viene ascoltato.
"Simone!" questa volta sono più risoluto.

Si stacca controvoglia e con gli occhi enormi e incupiti "ma perché non mi vuoi salutare?" protesta.
"Perché prima devo farti una domanda!"
Sbuffa un po' "sentiamo la domanda"
"Ecco... Tornando a Matteo..."
"...mh?"
"Uhm... lui- lui è più bravo di me?"
La faccia è confusissima "ma in cosa?"
Incrocio le braccia fra loro e lo fisso torvo "A letto, no?"
C'è un secondo di totale silenzio nel quale penso pure che non abbia sentito cosa ho detto, finché "tu sei tutto scemo!" esclama allibito per poi scoppiarmi a ridere in faccia.
"Io sarò scemo, ma tu non hai risposto..." borbotto mantenendo il broncio.

"Manu..." il modo delicato con cui dice il mio nome mi mette in subbuglio lo stomaco "è per questo che mi tratti male oggi? Perché ho dormito da Matteo?"
"Non ti tratto male!"
"Dovrei essere io quello arrabbiato!" si batte una mano sul petto "Non mi hai portato nemmeno un pensierino da Napoli! E io invece qua ti ho fatto pure un regalo!"
Un regalo?
"A me?" non resisto a queste cose.
"Si!"
"E dove sta?"
"E' qua!" e col braccio indica la fine della stanza dove accanto alla libreria troneggia un... acquario enorme con un pesce rosso che ci nuota dentro??

Ma. Che. Cazzo.

"Simone."
"Ti piace?"
"Il tuo stupido pesciolino?!" sono incredulo "Questo è il regalo? Non volevi più tenerlo e lo sbologni a m-"
"Non è uno stupido pesciolino!" insorge offeso "è un adorabile carassio dorato! E non è il mio! Il mio è ancora da Giulio!"
"E allora questo cacacazzo dorato di chi è??"
"Ca-ras-sio" sillaba in modo fastidioso "E' tuo! E' il tuo regalo!!!"
Mi ha davvero regalato un pesce... il cretino mi ha-
"Manu! Hai capito che è la stessa razza di Fulmine?!" l'entusiasmo nella voce manco mi stesse dicendo che ha vinto la lotteria.
"La stessa... razza?"
"Siii! Così quando li faremo incontrare avranno già qualcosa in comune!"

E adesso, difronte a questo sorriso così luminoso e a questi occhi enormi, io proprio non posso più resistere.
Mi ha completamente disarmato e non me ne frega più un cazzo di pesci, carassi e regali vari.
Ho solo bisogno di lui e di baciarlo fino a sentire i polmoni in fiamme per mancanza d'aria.
"Simo" le mani volano a stringergli le guance
"posso bac-"
Prima ancora che riesca a terminare la supplica le nostre bocche stanno già scontrandosi in maniera quasi disperata.

Schiude subito le labbra come se non aspettasse altro e il momento in cui la sua lingua sfiora la mia il cuore comincia a battermi all'impazzata.
Mi è mancato da morire questo sapore dolce sulle labbra, queste mani bellissime a stringermi i capelli e questi sospiri strozzati che sono solo per me.
"Lo penso" ansimo frenetico tra un bacio e l'altro "Hai ragione... lo penso."
"Cosa pensi..."
A fatica riesco a distanziarmi e "Che mi sei mancato..." sussurro per poi tornare di nuovo a baciarlo.

La parte più marcia di me sa già che questa piccola confessione che mi sono appena concesso sarà pagata poi come il peggiore dei peccati, ma ora e qui con Simone che geme nella mia bocca, non riesco proprio a farmene una colpa.
La sua vicinanza scatena in me qualcosa di simile ad un te-
"Tempesta..."
"Uh?" chiedo staccandomi confuso.

Gli occhi offuscati e le labbra rossissime "Tempesta si chiama"
"S- si..." balbetto rimanendo concentrato sulla meraviglia che ho davanti "uhm... cioè a me è più tipo un terremoto che sento, però ho capito che vuoi dir-"
Sbatte le palpebre allontanando del tutto l'espressione estatica che aveva e "Tempesta è il nome del pesciolino" ridacchia.
"Il pesciol- Ah! Il pesciolino, certo."
Bella figura di merda Manuel complim-
"Ma" un bacio a stampo arriva a rimbambirmi ancora di più "anche per me è tipo un terremoto con te."
Le farfalle che di nuovo svolazzano nello stomaco e l'enfasi nella voce che non riesco più a nascondere "Si?"
"Si..." lo sguardo è così intenso da farmi tremare le gambe  "...Anche se per colpa tua sto vivendo come un vagabondo e Rossana probabilmente mi odia..."

Sgrano gli occhi.
Cosa?
"Rossana?!"
Annuisce strofinando il naso sulla mia guancia.
"Ma Rossana che quando mi vede mi ripete che ti ama come un figlio? Quella?"
"Proprio lei!"
"Ma perché? Che hai fatto?"
"Che abbiamo fatto!" ride "secondo te il macello del divano sfondato, della macchinetta del caffè caduta e di tutte le altre cose fracassate in queste due settimane, lei non le ha sentite?"
Merda.

"Merda..." ora mi spiego perché negli ultimi giorni mi salutava a monosillabi "Ma- ma secondo te che pensa?"
"E che deve pensare? Quello che penso pure io" un altro bacio furtivo si posa stavolta sul collo facendomi rabbrividire e "...che dovremmo seriamente comprare un letto." conclude staccandosi di colpo e iniziando a mettersi la giacca.
"Simò?" ma che se fa così "ndo vai?"
"Vado all'Ikea, no?"
Lo raggiungo di fretta alla porta e "Andiamo." puntualizzo prendendogli la mano.

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