II
"[...] Manuel tu me devi fa la santa cortesia de non dì sempre tutto quello che te passa per la testa! E' la terza attrice che ci manda a quel paese stamattina!"
Lo sbadiglio prolungato con cui reagisco a questo rimprovero va ad aggiungersi alla lista di motivi per cui Matteo, se potesse, mi riempirebbe di mazzate.
"Monica parlace tu con questo per piacere sennò finisce che je meno!" urla infatti togliendosi dalla scrivania e arrivando alla porta "Io me vado a fa na canna terapeutica..."
"Uh! Me ne lasci due tiri?" chiedo continuando a ruotare sulla sedia girevole dell'ufficio.
Il dito medio sollevato senza manco rispondermi lo interpreto come un possibile rifiuto.
"Manu?"
"Dimme Mo"
"Ma che è sta voglia di litigare che c'hai ultimamente? Sei nervoso?"
"Nervoso? Ma se sono tranquillissimo!"
Un'occhiata fugace verso le dita che tamburello irrequieto sul tavolo è sufficiente ad interrompere le mie deboli proteste.
"Senti, facciamo così..." sorride appena "io provo a dirti quello che penso ti stia turbando e tu mi rispondi solo si o no?"
"Ma te l'ho già detto non-"
"Si o no. Nient'altro!" alza la voce all'improvviso facendomi saltare.
"Va bene... va bene!"
"Ecco!... anzitutto vorrei che capissi che con ste facce enigmatiche e silenzi ermetici non dai l'idea che pensi di dare..."
"E che idea penso di dare sentiamo?"
"Quella dell'uomo che non deve chiedere mai!" sbuffa "quando in realtà stai crepando dentro dalla voglia di fare domande."
Incrocio le braccia al petto e "io non c'ho da domandare proprio nulla invece..." mormoro senza guardarla.
"Ah!, perciò non vuoi sapere come è finito l'incontro di ieri dopo che sei andato via?"
Si.
"No."
"E nemmeno cosa ha detto quell'adorabile Simone su di te?"
Simone? ha parlato di me?
"No! Poi vammelo a chiamà adorabile quello..."
"Dio Manuel" storce il naso "quanto aveva ragione quel critico che ha scritto che senza il pisello fuori sei proprio incapace di recitare!"
"È un modo articolato per chiedermi di cacciarlo?" provoco facendole un occhiolino.
Il pugno che mi batte sulla mano per poco non me la rompe.
"AHIO! Mo me la spaccavi!"
"La prossima volta te spacco n'altra cosa ancora e vediamo poi come lavori– e non borbottare!"
"Non sto borbottando..." borbotto.
"Si da il caso che Simone sia di una gentilezza e disponibilità uniche..." ha gli occhi a cuore mentre parla "veramente mi stupisco come un ragazzo così dolce possa voler lavorare in questo ambiente pieno di stronzi boriosi..."
"Ao! Non generalizzare! Già che conosci me..."
"Proprio perché conosco te!" lo sguardo che mi rifila è severissimo "ma come ti viene di trattare così uno con quella faccia dolce e quegli occhioni-"
"Oh basta! Ho capito!" sbotto "Te sei presa na sbandata per il pischello novo! Ma credo che ce potrai fare ben poco..."
"Ah si? E perché?" indaga incuriosita.
"Perché- perché mi pare chiaro che se la faccia con quel pesce lesso che si porta dietro... quella specie de azzeccagarbugli, hai capito no?"
"Giulio?!"
"Proprio lui, Giulio." ripeto schifato.
Scoppia a ridere e "Manuel ti- ti assicuro" si strozza per parlare mentre io rimango interdetto "che quel pesce lesso come lo chiami tu non è proprio interessato a Simone! Anzi!, a nessun maschio in realtà..."
Bah.
"E tu come lo sai?"
Silenzio.
"Mo?"
Ancora silenzio.
Un momento...
La rotellina arruginita nella mia testa comincia a girare velocissima.
"Monica... no!"
"Monica si!" esclama disgustosamente soddisfatta.
"Ma che cazzo!! Ma perché? Ma come?" domando frenetico "ma quando soprattutto?? che l'hai conosciuto appena ieri!!"
"Appunto... ieri! Non perdo mica tempo come te io!"
"Ma che cazzo dici? Ma te ricordi che lavoro faccio?! Io se voglio chiavar-"
"Non dirlo!" alza una mano a mo di stop "te chiavi pure i puffi o che diavolo hai detto ieri... è chiaro!, ma non ripeterlo più per favore che ancora ho gli incubi!"
"Non- non volevo dire questo!" protesto inferocito "e poi quella era un'iperbole! Ma volevo dire altro!"
"Ah un'iperbole..." annuisce, anche se il tono potrebbe essere ironico "e che volevi dire allora?"
"Volevo dì che non so 'n illibato che se vergogna a chiede de scopà! Se me interessa qualcuna-"
"o qualcunO"
"Certo, o qualcuno... lo chiedo!"
"Mh..." non pare molto convinta "e allora perché a Simone, invece di invitarlo a cena o che so io, prima l'hai offeso e poi, palesemente pentito, te sei messo come un cane bastonato a cercare il suo sguardo?"
Sgrano gli occhi.
Ero così evidente?
"Non ho fatto nulla del genere!!"
"Ah, quindi è stata solo n'impressione mia.."
"Si!"
"E di Chicca e Matteo?"
"Esatto!"
"E di Giulio?"
Mi porto le mani nei capelli "ne hai parlato pure con quello la?!"
"Ne ho parlato pure con Simone se è per questo!" replica compiaciuta.
Non basteranno 20 testate contro il vetro della scrivania per indurre l'amnesia che mi sto invocando in questo momento.
"Non ci voglio credere" lamento incredulo "ma perché non ti fai i cazzi tuoi?"
"E poi dove sta il divertimento?"
"Magari in qualcosa che non sia rovinarmi la vita?!"
"Esagerato... sempre esagerato sei!"
Apro la bocca per ribattere ma poi subito la richiudo.
Questo impercettibile movimento però non le sfugge e infatti "dai che lo so che muori dalla voglia di saperlo..." mi canzona.
Avoja.
"Manco per il cazzo!"
"Allora non ti dirò che Simone c'è davvero rimasto male per quella cosa che gli hai detto..."
Una piccola crepa si apre fastidiosa e inaspettata al centro del petto.
"...e non ti dirò nemmeno che quando siamo usciti tutti assieme dopo la riunione ha, prima bevuto come una spugna, e poi continuato a ripetere che era colpa sua se eri andato via..."
La crepa adesso è una cazzo di voragine che sta spaccandomi a metà.
"Basta Monica, basta ho capito!" chiudo gli occhi massaggiandoci due dita sopra "mando un mazzo de fiori o che cavolo se usa in questi casi e vedo se je passa la rabbia."
Mi osserva con faccia turbata.
"I fiori no? Ah- non dirmelo, ho capito!" come ho fatto a non pensarci! "Meglio un bel dildo da 20cm, vero?"
L'espressione ora è granitica.
"Fa- facciamo da 30?"
Inizio a pensare che se potesse uccidermi con uno sguardo lo farebbe.
"40?!"
Ancora silenzio.
"Mio dio Monica ma sei perversa! 50? 60? UN METRO?? Che cazzo letteralmente je devo mannà a questo??!"
Prende fiato manco dovesse andare in apnea e "MANUEL! Io veramente mi chiedo che razza di problemi hai!" sbotta colpendomi più volte la mano con una spillatrice.
"Ahio! Ahio! AHIO! Ma ce l'hai co'a mano mia oggi?"
"Ce l'ho con tutto te!" ignora le mie smorfie di dolore "e che diamine!! sto ragazzo ha un'adorazione palese nei tuoi confronti e tu vuoi mandargli un cazzo di gomma perché pensi sia arrabbiato?! Simone è deluso! De-lu-so!"
"Ma se ieri ha detto che non sapeva nulla di me..." faccio notare mentre massaggio l'arto ferito.
"Quello l'hai detto tu!!" mi punta un indice contro il naso "e lui come ti doveva rispondere? Magari ammettendo che è un tuo fan, giusto?"
"Beh-"
"Sbagliato! Perché sennò te gonfiava ancora di più quell'ego smisurato che ti ritrovi!! Simone ha reagito alla tua spocchia!"
"Ma-"
"Niente ma! E' normale che sappia chi sei! C'eri pure tu quando ha detto a Chicca di aver visto e adorato tutti i suoi film... vuol dire che ha visto e adorato pure te, no? Lei ti dirige quasi sempre, coglione!"
"Però non significa che-"
"Statte zitto, non ho finito! Cioè pensaci, questo arriva qua a fare una cosa che non ha mai fatto, nell'ambiente in cui tu sei già il re indiscusso e, invece di ricevere accoglienza o supporto, si ritrova un vanesio che l'unica cosa che gli sa dire è che per lui manco esiste?? Ma come ti viene? Per una mezza battuta che t'ha fatto poi..."
E' come se una tonnellata di mattoni mi fosse stata scaraventata sulla testa tutta d'un colpo.
"Hai finito mo?" mi tremano le gambe per il nervoso "Posso di na cosa?"
"Certo che puoi, ma io non te voglio sentì..."
"Come no?"
"No Manu, è con Simone che devi parlare, non con me... quello starà a piagne a casa de Giulio perché «come potrà mai scopare con me questo se manco mi vuole guardare in faccia?!»
Sono senza parole "Ho fatto un macello, ah?"
"Macello è dire poco... sei un coglione!" la voce di Matteo dalla porta dell'ufficio arriva ora molto più tranquilla di com'era prima di andarsene.
"Sei tornato per litigare?" mi giro con la sedia verso di lui.
"Guarda che te posso ancora riempì de mazzate!" minaccia prima di lasciarsi andare con il suo delicatissimo peso in braccio a me.
Appoggio sconsolato una guancia contro la sua schiena "qua state tutti in combutta contro di me..."
"Si, una congiura proprio..." ridacchia Monica "Mattè ma lo sai che sto genio era convinto che Giulio se la facesse con Simone?"
"Nun ce credo!! Ma è tutto scemo!!"
"AO io sto qua!" me lo scrollo di dosso e scatto in piedi.
"Oh-oh! Monica calmiamoci che Manuelito se sta a 'ncazzà!" mi percula con quell'altra che "tremo di paura" incalza agitando le mani.
"A rega, basta!" quasi urlo mentre mi muovo per la stanza "a me non frega un cazzo de chi se scopa quello la!"
"Quindi non te dispiace se lo invito io ad uscire?" sghignazza Matteo che ora ha preso il mio posto sulla sedia "no perché credo che Simone già ce pensa un po' a me..."
"Che ne sai te di quello che pensa Simone?" e senza rendermene conto sono arrivato a due centimetri da quel sorrisetto beffardo che viene ora sostituito da un'espressione divertita.
"Manu" le sue mani mi stringono le spalle "ma te vedi come rosichi? Ma poi che stai a fa? Te pare che ce provo con uno che palesemente ti interessa?"
"Non- non è vero..."
"Si che è vero!" interviene Monica "quando t'ho detto che Giulio non se la fa con lui sei ringiovanito di 10 anni in un colpo!"
"E mo invecchio di nuovo però se me ricordi che se la fa con te!"
"Ao guarda che pure a te una scopata fuori dal set ogni tanto non farebbe male" asserisce Matteo "pure per vedé se anche senza Viag-"
"Prova a finì la frase!!" serro i pugni e li rivolgo minacciosi verso il suo viso che rimane impassibile.
"Incazzate pure se voi, ma te ricordo che le 3 attrici di stamattina se ne so andate pure perché dopo un'ora d'attesa tu non riuscivi a fa niente e hai pensato bene di dare la colpa a loro..."
"Perché era colpa loro! E pure vostra!" un indice scorre tra lui e Monica "mi innervosite!! Non mi lasciate lavorare tranquillo! Con voi qua non riesco a performare!"
"Performare? Manuel ma come cazzo parli? Ma dì che con le donne non riesci più a scopà e basta!"
"Matté te lo giuro mo te lo calo a freddo e ti faccio vedere come performo e con le donne e con gli uomini!"
"Mh... E' la seconda volta in due giorni che me ripeti sta cosa... non è che sotto sotto è un desiderio tuo?" provoca facendomi un occhiolino "d'altronde so 'n bell'omo... non come Simone certo, però..."
"Simone pare n'angelo che c'entra..."
Sono gli sguardi consapevoli che mi vengono rivolti a farmi inorridire e rendere conto che questa frase non l'ho solo pensata, ma proprio detta ad alta voce.
"'O vedi allora che-"
"Ahhh, lo sapevo io!-"
"Zitti! Zitti! Nun ve voglio sentì!" tappo le orecchie esasperato "è stata na défaillance, un lapsus-"
"Bravo! 'n lapsus!, freudiano però, visto che te piace tanto la filosofia... ma chi te crede più??"
"Basta!" mi avvio fuori dall'ufficio di Monica con lei e Matteo che mi osservano come fossi pazzo.
"Aridaje! Ma perché ogni volta che se discute tranquilli te devi agità e annà via?"
"Tranquilli il cavolo! Voi me volete incastrà!" le mie parole riecheggiano nel corridoio "Saprò capirlo da solo se sto tipo me piace o no?"
Sul «no!» urlato che manco una curva di ultras sbatto la porta dello studio e ci appoggio la testa sopra.
Sono esausto.
"AHEM..." la voce schiarita all'improvviso mi fa saltare in aria e sbattere contro lo stipite.
"Ahio!!" mi volto tenendo una mano sulla tempia e per poco non caccio un urlo.
Il motivo dei miei mal di testa - letteralmente - è accomodato sul divanetto in pelle con un'espressione indecifrabile sul volto e uno dei tanti testi di filosofia che tengo in libreria aperto sulle gambe.
Ancora una volta come se stesse a casa sua.
"Come sei entrato?" sto provando a trattenere la collera e soprattutto a capire come mai anziché un Simone adesso mi pare di vederne due.
"Dalla- dalla porta?"
Ahhhh se non fosse che sto per svenire gli avrei già messo le mani addosso.
"Tu non ce la fai a..." e sarà la botta presa ma è tutto così rallentato "non ce la fai a..."
"Manuel?"
Apro gli occhi che non ricordavo manco di aver chiuso e me lo trovo vicinissimo.
Una mano arriva tremante a sollevarmi il mento.
Appena i nostri sguardi si incontrano la testa prende a pulsarmi ancora di più.
"Sediamoci per favore" e senza troppe cerimonie mi trascina fino al divanetto dove con delicatezza vengo steso.
"Che botta che hai dato..."
Sento le palpebre pesantissime "Sto- sto bene"
"Lo so" le sue dita scorrono piano fra i miei capelli e un brivido mi attraversa la schiena "è per la porta che mi preoccupo... deve essere terribile prendere un colpo del genere da un testone come te!"
"Va... fanculo..."
Sbuffa una risata "Scusa se ti ho fatto spaventare! Matteo mi aveva detto di aspettarti qui"
"Quel- quel coglione tenta tutti i metodi del cazzo per ammazzarmi..."
"Ah... e io sarei uno dei metodi del cazzo?"
Annuisco piano perché ogni minimo movimento pare una fatica immane.
"Ho capito" si alza di scatto e lo osservo muoversi in direzione della porta che poi apre.
"Dove- dove vai?" vorrei tirarmi su anche io, ma il vorticare della stanza me lo impedisce "ahio... non te ne andare, non ti offendere di nuovo per favore" sono disperato.
"Non mi sono offeso!" ride rientrando un minuto dopo con un bicchiere in mano "Ero andato a prenderti un po' d'acqua!"
"Ah..." ribatto impacciato "non- non fa nulla... puoi andare se vuoi..."
"Certo..." si avvicina e mi porge una pasticchetta "ingoia pure questa mentre bevi, me l'ha data Matteo..."
Annuisc- Matteo?
"No!" urlo facendolo sobbalzare.
"No?"
"No! Non mi serve il Viagra! Guarda!" cerco frenetico di slacciarmi i pantaloni.
"Manuel ma che cazzo stai facendo?!" ferma rapido i miei movimenti confusi.
Il divanetto si abbassa sotto il suo peso e "questa è un'aspirina per il mal di testa..." ride incredulo portando una mano dietro la nuca a sorreggermi.
"Ah."
"Eh... dai bevi mo"
"Va meglio?" non mi perde d'occhio mentre alla cieca abbandona il bicchiere vuoto sulla scrivania accanto a noi.
"Mh, si... grazie."
"Bene... Sono contento"
Il silenzio che cala subito dopo crea una tensione per me intollerabile.
"Senti" provo a dire nello stesso momento in cui lui mormora "ascolta Manuel"
"Vai- vai prima tu"
"No no, tu" insisto.
"Okay..." ha il fiato corto come se stesse correndo "il fatto è che ieri ho pensato molto, sia a quello che è successo con te, sia a tutta questa «situazione» diciamo" le dita che stava tenendo intrecciate per il nervoso si sciolgono in due virgolette "e mi sono reso conto che... èmegliosenonlavoriamoinsieme" borbotta rapido.
Rimango interdetto "non- non ho sentito l'ultima parte..."
"È meglio se non lavoriamo insieme" ripete questa volta più lento confermandomi quello che in realtà avevo già capito.
Non dovrebbe fregarmene un cazzo eppure non riesco a nascondere una punta di delusione sul volto.
Delusione che forse nota anche lui visto che attacca subito con una sequela di "non è colpa tua!" seguita da incespicati "Sono io che- e poi è evidente che non ci sia feeling- cioè ci vedi noi due a-"
"Noi due a...?" cerco senza successo di incontrare il suo sguardo.
"hai capito che intendo, no?"
Si.
"No." mi scoppia la testa "Ma forse hai ragione."
"Ho... ragione?" chiede con un filo di voce e sempre tenendo la testa bassa.
"Certo!" una rabbia inspiegabile mi sta montando dentro e non so come placarla "Non riesci manco a dirlo, figurati se puoi mai essere capace di sco-pa-re! Vattene va!" scandisco infastidito e con le palpebre che mi si chiudono per la stanchezza.
"Vaffanculo!" mi urla addosso "Il problema qua è solo tuo!"
Cosa?
"Cosa?"
Mi ignora e cerca di sollevarsi in piedi.
Prima che me ne renda conto, con un moto quasi disperato, allungo un braccio e lo tiro di nuovo giù sul divano "oh ma statte fermo, aspetta!"
Riesco così, quasi sfracellandomelo addosso, ad incontrare finalmente i suoi occhi che se possibile sono ancora più intensi e profondi di come ricordavo.
"'tacci tua quanto pesi!" sorrido cercando di farlo sistemare meglio "Me sa che me toccà allenamme un po' prima de fa un film co' te..."
"Non- non ce n'è bisogno..."
"Perché? Devo sta io sopra di te?" un occhiolino va ad accompagnare questa piccola provocazione.
Come prevedibile, avvampa fino alla punta dei capelli e "non- non era questo che intendevo" balbetta incespicandosi.
"E che intendevi?"
Schiude la bocca e tutto ciò che ne esce è uno sbuffo quasi frustrato.
"Simone?"
"Mh?"
Lo tiro ancora di più su di me e adesso è a cavalcioni con il sedere premuto contro il mio inguine.
"me voi spiegà che problema dovrei avecce mai co' te?" chiedo prendendo a carezzargli una guancia con le nocche.
Il respiro mozzato e gli occhi offuscati dal desiderio distruggono quella finta aria di indifferenza che cerca di mantenere.
"Allora?"
Le nostre labbra sono quasi a contatto e quando prova ad allontanarsi lo trattengo stringendogli il mento tra indice e pollice.
"Non so se l'hai notato... ma non mi piace quando non ricevo attenzioni" do un colpo di reni e lo sento fremere "soprattutto da chi le desidero."
Percorro con il pollice il suo labbro inferiore e la punta della lingua arriva a lambirlo facendomi impazzire.
"Lo sai che forse ho capito..."
"C-cosa?"
"A cosa ti riferivi prima"
"Mh?" lo sguardo è ottenebrato dal piacere e il mio cervello va in tilt al pensiero che sia stato io a ridurlo così.
"Ti sembra che abbia un problema?" l'ennesima spinta contro il suo sedere a cui risponde questa volta con un gemito strozzato.
"Manuel..."
"Dimmi..."
"Manuel..."
"Manuel..."
"MANUEL!"
Spalanco gli occhi.
"AO! So tre ore che te provo a sveglià, ma che te sei preso?"
La faccia di Matteo è un misto tra il divertito e il preoccupato mentre mi osserva con la testa piegata di lato.
Cerco subito di capire dove mi trovo e il momento in cui realizzo di essere ancora sul divano dello studio mi passa davanti tutto il sogno appena fatto.
"'ndo sta- ndo sta Simone?" chiedo frenetico.
"Ah! Mo te frega?"
"Cos-? Certo che me frega!"
"Se n'è andato, che doveva fa?"
Andato?
"A- andato?"
"Ao si! E' - andato - via" scandisce mimando pure il gesto con la mano.
"Ma perché?"
"Manuel ma te sei tirato na striscia de coca? Lo sai che quella è merda che te fa pure ritirà il caz-"
"Non me so tirato proprio niente!" sbatto un palmo sui cuscini "me so solo addormentato dopo aver preso n'aspirina che tu m'hai fatto arrivà!"
"Eh! Nun ringraziamme troppo!"
"Vaffanculo Matté! Me vuoi di se Simone t'ha spiegato perché andava via?"
"Si!, e pure chiaramente!"
"Quindi?"
"Quindi se n'è annato perché, cito, «L'ho mandato a fanculo» e poi pure «me dispiace oh!, ma è proprio no stronzo!»"
Sento lo stomaco accartocciarsi "Ah."
"Eh."
"E tu che hai detto?"
"E che dovevo di? Che c'ha ragione da vendere. Ma te pare che je dici che non sa scopare o che cazzo hai detto tu..."
"No ma- guarda che è lui che–"
"So sempre gli altri il problema eh? Sempre gli altri, mai tu!" ride con poca enfasi "Ammazza se ha fatto bene ad annarsene!"
"Però- però c'era un contratto!" salto in piedi ricordandomi dell'accordo di ieri "non può fare così! S'è vincolato alla società con un accordo che non può scioglier-"
"Ma che te sei magnato un codice civile?! Nun te preoccupà che per ste cose già c'avemo Monichina nostra che è brava, nun c'è bisogno che te specializzi pure tu!"
"Okay. Allora riferisci a Monichina che voglio intentare una causa contro Simone Balestra per inadempimento degli accordi. Chiederò un risarcimento danni, sì... mo je faccio vedé io a questo!"
Ed è chiaramente la cosa più sbagliata che potessi dire perché in un attimo il sorriso canzonatorio scivola dalla faccia di Matteo e io mi ritrovo schiacciato contro lo schienale del divano e con le sue mani a strattonarmi dalla maglietta.
"Manuel" il tono è gelido "è solo perché ti conosco da una vita e so come sei fatto davvero che non ti incavo la faccia a suon di pugni. E' chiaro questo?"
Annuisco terrorizzato.
"Bene! Perché qua se c'è uno che dovrebbe chiede 'n risarcimento è proprio quel povero cristo de Simone che in 24 ore che te conosce ha subìto più danni psicologici che altro. E poi" sospira scuotendo la testa "nun ha mai firmato il contratto."
Eh?
"Non- non ha firmato?"
"No! Testa de cazzo!" un buffetto sulla guancia arriva quasi come una sberla "nun ha firmato hai capito? Perché appena tu sei scappato via, lui ha detto che non se la sentiva de metterse a lavorà co' uno che lo disprezza così tanto!"
"Oh..."
"E, oh! E mica è finita qui! Magari! Devi sapere che noi amici tuoi, na massa de cretini che te sopravvaluta sempre, ieri sera uscendoci assieme l'abbiamo pure convinto a parlarti di nuovo per provare a far funzionare la cosa..." si allontana del tutto da me e prende a camminare furioso per la stanza "e 'nfatti ha funzionato benissimo! Guarda come cazzo semo messi..." una mano mi indica dall'alto in basso "co' te che non riesci ad ammettere che sto pischello te piace e quindi je vuoi fa causa!"
"Non è vero che mi piace!"
"Ao e mo hai rotto er cazzo! Te la spacco sta capoccia oggi!" torna verso il divano e io di rimando mi appiattisco contro i cuscini "ma lo vuoi capire che non c'è nessuna congiura contro de te?! E che non so tutti come quella stronza da'a Torresi che t'ha perculato finché je sei servito e poi t'ha smollato?"
Un ombra di tristezza mi scende sul volto.
"Manuel!" le mani di Matteo mi cingono le spalle e mi scuotono con forza "te devi sveglià bello mio! Nessuno te sta dicendo che t'o devi sposà a questo, ma almeno non trattarlo di merda solo perché c'hai traumi irrisolti!"
"Va- va bene..."
"Va bene cosa?"
"Che lo tratterò meglio?" chiedo insicuro.
"Mo tanto per cominciare lo devi trattare bene e pure convincere a tornare qua! E non solo perché avere SimoBale nella società ci farebbe comodo, ma proprio perché sto ragazzo se merita delle scuse come si deve."
"Okay."
"Okay." ripete più tranquillo "E poi 'tacci tua, guardate! Ma come un ragazzino che te metti a fa sogni erotici sul tipo che te piace!"
"Ma quali sogni erotici?? Me so addormentato e basta!"
Indica nella zona del mio bassoventre "Vallo a dì a'a tumescenza peniena che tieni nelle mutande..."
Avvampo e porto un cuscino davanti al cavallo dei pantaloni "a tume- che? Ma come parli?"
"Manuel e sii bono! Fammela sfoggià na volta tanto sta laurea in medicina che me so preso! Non dico de fa come te che ogni du secondi ce ricordi che sei 'n filosofo, però almeno a famme crede d'esse 'n dottore..." ride e io con lui perché finalmente l'aria è più rilassata.
"Oh!" mi stendo sul divano come se fossi sul lettino di uno psicologo "allora dottore mi dica lei che devo fare!"
"Mh..." un dito batte sulla bocca mentre riflette "guardi mi duole dirle che per lei non c'è soluzione... è proprio uno stronzo patologico!"
"AO!"
"Manu" si piega a lasciarmi un bacio sulla tempia "te amo come un fratello ma nun me poi fa perde tempo così! C'ho da lavorà io... perciò mo vatte a riposà e domani trova un modo per scusarti - de novo - con Simone."
Sposta la bocca vicino al mio orecchio e "Se non lo vedo ritornà qua dentro giuro che te faccio un culo a tarallo..." sussurra minaccioso prima di rialzarsi.
"Ma- ma perché mi tratti così male?" mi sollevo anche io "Ormai pure tu hai perso la testa per lui! E' così? Preferisci lui a me?" domando fingendomi indignato.
"E se anche fosse?"
"Beh... me sentirei tradito, lasciato!"
"Ohhh" va verso la porta che poi spalanca e "povero gabbianooo" canticchia salutandomi.
"Hai perduto la compagnaaa" ricambio il gesto mentre soffoco dalle risate.
Un "bastaaa!! Voi e sta canzone di merda!" urlato dall'inequivocabile voce di Chicca nel corridoio è l'ultima cosa che sento prima che l'anta si richiuda.
Mi lascio andare di nuovo sul divano e sbuffo: domani sarà una giornata lunga.
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