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Capitolo uno: Pioggia

Si sono fatte le sette. Siamo tutti sulla via di casa, che ancora ridiamo e scherziamo con dei nuvoloni grigi sulla testa. Arriva il punto di separarmi da loro, quello del parco e poi della via deserta.

Sento le mie converse battere sull'asfalto, in un silenzio muto accompagnato dal rombo di qualche motore e da un cinguettio piu' flebile del solito. Uno, due, tre, quattro passi. Un gatto, che attraversando la strada va a rifugiarsi sotto l'impalcatura di una scuola in costruzione da troppo tempo. Uno, due, tre, quattro gocce. Lo stesso gatto che, non trovando adeguato riparo, corre a rifugiarsi sotto una macchina. I capelli si stanno bagnando, come i vestiti.

I miei sono fuori questa sera, ho casa libera. Una casa troppo silenziosa che vissuta senza suoni mette i brividi. Mi fermo indecisa davanti al parco. Con la mano bagnata dalla pioggia afferro il piccolo cancelletto ed entro. Qui la pioggia e' attutita dagli abeti, che possiedono un'altezza vertiginosa.

Cammino ancora, le converse che fanno rumore sul pavimento bagnato, fino ad arrivare alle altalene. Prendo posto in quella di destra, quella che non stride secondo Giulia.
Ripenso ai momenti passati oggi, quelli felici e pieni di scherzi, senza pressioni o scadenze. Poi ripenso a lei. Giulia e' probabilmente l'unica certezza che ho, l'unico filo che mi collega al mondo esterno. Certo, ci sono Tina, Andre, Gabri, Ludo e gli altri, ma lei e' l'unica che mi conosce veramente, l'unica che sa chi sono.

Mi viene da pensare anche a Bella, una ragazza strana ed estroversa, con la battuta sempre pronta e una delicatezza innata, che mi suscita emozioni nuove, forse spaventose, ma sicuramente mai viste.
Persa nei miei pensieri non mi accorgo dell'arrivo di Isabella. Cammina velocemente, fino ad arrivare da me e abbracciarmi all'improvviso, facendomi traballare.

<<Bella, cosi' mi fai cadere!>>, dico ridendo.

Ma lei sembra non sentire, stringendomi ancora di piu' e ridendo a sua volta. Quando sto per perdere l'equilibrio, sento una presa salda avvolgermi. Bella e' cosi': una forza capace di farti cadere e raccoglierti prima dell'impatto, un animo capace di stravolgerti la vita e stabilire un equilibrio tutto suo.

E Bella mi piace.

Ci ritroviamo all'improvviso faccia a faccia, con un'aura frizzantina che evapora lentamente attorno a noi. Lei ridacchia ancora, e io non posso che pensare alla bellezza del suo sorriso. Poi, lasciandomi un bacio fugace sulla guancia, mi libera dalla sua stretta e va a sedersi sull'altalena vuota.

Rimaniamo in silenzio per alcuni minuti, con il sottofondo della pioggia che si infrange su quello che ci circonda. In qualche istante mi accorgo che sta battendo velocemente il piede per terra, e che si sta torturando le unghie.
Non appena alzo lo sguardo su di lei, Isabella prende un respiro profondo e comincia a parlare.

<<Livi, ti devo dire una cosa>>. Io fisso gli occhi nei suoi in uno sguardo di incoraggiamento, e lei riprende a parlare.

<<Insomma, sono sicura che per te non cambiera' nulla ma faccio fatica lo stesso, scusami>>

<<Hey, non sei costretta se non vuoi. Non so di cosa si tratti ma se e' una cosa tua non devi per fora dirmelo>> Tento di rassicurarla con queste parole, ma so che fara' di testa sua e si fara' prendere dall'ansia, di qualsiasi cosa si tratti.

<<No voglio dirtelo>> trattengo il respiro, sono capace di immaginare gli scenari peggiori.

<<Olivia, io sono lesbica>> Espiro, finalmente. Non capisco il perche' di tutta questa pressione.

<<Oh>> Mi maledico mentalmente, io che di fronte ad un coming out dico un semplice "oh", ma dove si e' mai visto? Tenta di parlare, ma la anticipo.

<<Bella, perdonami, ho avuto la reazione sbagliata. Innanzitutto, grazie per avermelo detto. Ho solo paura che tu l'abbia fatto controvoglia, costringendoti a dirlo per ricambiare il mio coming out>>

<<No assolutamente. In realta' avevo in programma di dirtelo circa una settimana fa, ma non ci sono riuscita>> mentre parla ha gli occhi lucidi.

<<Vieni qui, va tutto bene>> neanche un secondo dopo la ritrovo seduta sulle mie gambe che mi abbraccia. Sta piangendo.

<<Sembra sempre tutto cosi' difficile, sono stufa. Quando l'ho capito pensavo sarebbe stato tutto piu' bello, ma davanti a me vedo costantemente dei muri. Non ce la faccio piu'>> dice, iniziando a singhiozzare.

Sta entrando qualcuno, forse e' meglio andare. Non ho intenzione di lasciarla sola, ma penso che le farebbe piacere a vere un po' piu' di privacy.

<<Bella, vieni>> le dico, alzandomi e passandole un braccio attorno alle spalle.

<<Penso sia arrivato per te il momento di rassegnarti Livi, sei bassa>> alle sue parole mi allontano e le mostro una faccia scandalizzata, come si permette di dire una cosa del genere?

<<Pero' in compenso sei bellissima>> dicendolo, mi prende per mano e mi tira verso di lei, dei brividi mi attraversano la schiena.

In neanche cinque minuti arriviamo a casa mia, ho in mente di farla rilassare un po'.

Vorrei poterle ripetere in continuazione che va tutto bene, che non c'e' niente di sbagliato.

Vorrei poter essere quella persona che io non ho mai avuto.

Angolo autrice:

primo capitolo pubblicato, come vi sembra?

-Emma✨

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