Assuefare
E l'Angelo spiegò le ali troppo grandi con un sospiro, fissando pigramente l'oscurità che lo racchiudeva.
Aveva tentato di liberarsi. Piangendo aveva cercato di darsi alle fiamme per illuminare quel buio.
Sorrise al ricordo. Ormai aveva accettato quel carcere. Assuefatto alla decomposizione, aveva imparato a farne la sua dea.
Un canto di infernale bellezza sgorgò dalle sue labbra, ancora umide di amaro assenzio e del calore di una donna. Una desolata elegia a un mondo a cui non sarebbe mai appartenuto, alla sua stessa anima per sempre incatenata.
Sotto le sue dita macchiate d'inchiostro sbocciarono i fiori del male.
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