A ciascuno la sua (fetta)
Tormenti, disastri
la caduta dei Sette Pilastri.
Il tempo rallenta
il pericolo aumenta.
La distruzione della Sacra Pietra
è la fine, tetra.
Penso a questi versi. Daisy ne era terrorizzata, dopotutto sua sorella gemella è una leggenda vivente.
Sento le guance bagnate: è quel tipo di pioggia che esce dagli occhi. Credevo di non avere più lacrime da versare dopo la morte di Daisy.
A Timeless il tempo non passa mai, è qui che ha la sua origine. Ed io sono quella che potrebbe distruggerlo in mezzo secondo, con la mia abilità. Sono l'unica della mia specie che può fermare il tempo. Se lo facessi, questo si ripiegherebbe su sé stesso, frantumandosi, e l'Ordine potrebbe ricomporlo a suo piacimento grazie alla Sacra Pietra che hanno rubato.
I Custodi non lo permetteranno mai.
Ormai sono qui da giorni, rinchiusa in un'ala della base inespugnabile, con i sensi di colpa che mi tormentano. Daisy è morta per proteggermi. L'Ordine era quasi riuscito a catturarmi, ma Lee, mia sorella e un gruppo di Guardie mi hanno salvata.
Daisy però non ce l'ha fatta. Ed è tutta colpa mia. Se solo non fossi mai nata...
I singhiozzi cominciano a erompere con violenza e non riesco a fermarli. D'un tratto, sento qualcuno sfiorarmi la spalla. Qualcuno mi solleva e mi abbraccia, ed io quasi sorrido. «Lee» sussurro.
«Ssh» risponde, tenendomi stretta. «Sono qui.»
***
Il suono dell'allarme mi risveglia. È quasi l'alba.
Ho appena il tempo di infilare gli scarponi che qualcuno irrompe nella mia camera. Appena riesco a capire di chi si tratta, capisco che qualcosa non va.
Ella sembra preoccupata. «Diana, presto, dobbiamo andare via» dice allarmata. Qualsiasi cosa sia, è grave.
La seguo fuori dalla porta, dove un gruppo di Custodi ci sta raggiungendo. Alvin ha il fiatone. «Eccovi. Andiamo, veloci!» dice, prima di voltarsi per cominciare a correre.
Lo trattengo per un polso. «No. Che succede?»
Nina mi guarda con durezza. «Nulla di grave, ma dobbiamo scappare» dice, il tono di voce urgente.
«Non scappiamo per nulla, Nina. Ditemelo.»
Qualcosa negli occhi di Ella si smuove. La mia migliore amica si scambia uno sguardo con Nina ed Alvin, ma non riesco a interpretarlo.
Alvin sta per dire qualcosa, ma Ella sgancia la bomba. «Hanno preso Lee e Ray» dice, la voce impregnata di paura.
«Che cosa?!»
Il cuore mi batte a mille. Li uccideranno ed io non posso perdere altre persone, non Lee, soprattutto.
«Ella» Alvin ammonisce la mia amica, poi dall'uniforme estrae qualcosa: una siringa.
Droga. Cerca di mettermi al tappeto.
Prova a iniettarmi la miscela, ma se lui è più forte, io sono più veloce. Anche Nina e Zack intervengono, ma per fortuna Ella mi spalleggia. In poco tempo, sono tutti e tre a terra.
«Ella, scappa. Salverò io i ragazzi.»
«Piantala, non farai la martire, né combinerai un casino. Li libereremo insieme» dice. Ha uno sguardo di fuoco, qualsiasi cosa le dirò non le farà cambiare idea, quindi annuisco.
La base è un campo di battaglia. I Custodi combattono senza sosta, nessuno fa caso a noi. Per sicurezza però ho alzato il cappuccio della felpa.
Stiamo andando nella tana del lupo. E dovremo uscirne vivi, tutti e quattro.
Ella sa dove si trova l'Ordine, dei Custodi sono riusciti a seguirli e segnalare la posizione. Il terreno è ricoperto di sangue, ma mi sforzo di non guardare i corpi a terra e continuo a correre.
Presto, arriviamo. È sicuramente una trappola, ma non possiamo fermarci. Non abbiamo un piano, ma sono sicura che Ella farà qualsiasi cosa per salvare Lee e Ray, ed anche io. Non riesco a capire come lei non abbia ancora dato di matto, è una Guardia eccezionale.
Qualcuno dell'Ordine ci ha appena viste. Lo mettiamo al tappeto, ma è riuscito ad avvisare gli altri e in men che non si dica siamo circondate.
Combattiamo, ma loro sono in troppi e hanno la meglio. «Ella! No!» urlo, quando qualcuno la colpisce alla testa con il calcio di un fucile, poi vengo allontanata. Mi oppongo, ma non serve e in men che non si dica sono davanti al capo dell'Ordine.
«Papà» ringhio, rabbiosa. Già, la mia famiglia è un completo disastro. E mio padre è un folle.
«Diana?» sento chiamarmi. Mi volto subito, sentire la voce di Lee è un sollievo. Accanto a lui c'è Ray, che mi chiede qualcosa con gli occhi. A parte i lividi, sembrano stare bene entrambi.
«Ella è qui. Starà bene, Ray» dico con un sussurro, prima di concentrarmi sul pazzoide a capo di questa follia. Non che la pistola che mi puntano alla testa non mi costringa.
«Perfetto» sogghigna mio padre «ferma il tempo, Diana, o il tuo amico morirà» dice, prima di avvicinarsi a Lee e puntargli un coltello alla gola. Un altro dei loro punta una pistola verso Ray.
Il mio cuore sembra impazzito, devo pensare a qualcosa. Gli occhi scuri e allucinati di Lee mi fissano. «No» dice, ma mio padre preme ulteriormente la lama sul suo collo.
«Fallo subito, Diana!» urla. Accidenti, non so cosa fare. Non posso fermare il tempo, ma non posso nemmeno lasciare che i miei amici muoiano.
Papà incide un taglio sul collo di Lee, ed io mi sento morire. «No!» urlo, e poi, senza pensare, fermo il tempo.
Tutti avremmo dovuto aspettarcelo, ma nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
L'ho fatto davvero, non posso più tornare indietro. Ogni cosa è immobile ora, tranne me. Ho trenta secondi prima che succeda un disastro, forse posso ancora fare qualcosa. Veloce come un lampo, tolgo Lee dalla presa di mio padre, poi estraggo il coltellino svizzero dalla tasca e incido un taglio sulla mano. Lascio che il sangue goccioli sulla pietra, e poi affondo il coltello più forte che posso.
Il tempo riparte proprio in quel momento. Papà ha uno sguardo allucinato. «No!» urla, furioso. Ho appena il tempo di guardare Lee e sorridergli. Poi un lampo bianco invade ogni cosa.
Almeno l'Ordine non potrà ricomporre il tempo a suo piacimento.
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