Yer - Star Wars
I negoziati erano stati brevi, fin troppo, ma non per questo meno noiosi.
Prima di partire, Luke si era sentito sinceramente onorato di essere stato scelto da Leia, come sua scorta. Quando Han aveva provato a fargli notare che una missione diplomatica su un pianetenucolo anonimo non poteva davvero essere l'avventura entusiasmante che si stava immaginando, Luke si era già intestardito abbastanza da non credergli.
Ora invece, abbandonato a terra con Leia, cominciava a pentirsene e, potendo tornare indietro, sarebbe rimasto a bordo con lui e Chewie.
"Quando gli hai detto di tornare?" chiese a Leia, poco dopo aver lasciato la dimora di un senatore, di cui aveva già dimenticato il nome.
La principessa sospirò: "Tra due ore, almeno."
Han e Chewie avevano una commissione da sbrigare, una delle loro, ma nulla più lungo di una trattativa diplomatica o così avevano detto.
"Prossima volta non lo facciamo ripartire, ok?"
"Metto agli atti. Intanto, cosa vogliamo fare?"
"Sei tu quello cresciuto su Tatooine." osservò Leia. "Come vi divertivate, senza aver niente da fare?"
"Non ci divertivamo."
Luke lasciò un momento di silenzio imbarazzante tra loro, prima di aggiungere: "Ho visto un mercato, arrivando qui. Facciamo un giro?"
Tatooine non era ricco di mercati. Già era un miracolo del deserto che i pochi negozi di Mos Eisley avessero abbastanza affari da restare in piedi.
Alderaan, d'altra parte, aveva da sempre avuto uno dei più grandi e meravigliosi mercati dei sistemi del Nucleo. Centinaia di banchetti di aziende e marchi famosissimi riempivano ogni 6 mesi la Piazza dei Re, al centro della capitale. Uno spettacolo che non si sarebbe più ripetuto.
Il mercato di Elste, infine, era anonimo quanto il pianeta. C'erano pochi banchi, con le solite merci e cibi in vendita.
Luke notò anche qualche tenda variopinta e diversi pescivendoli. Intanto, a braccietto con la principessa, tentava di non venir investito dalla folla anonima che anonimamente animava il mercato.
"Ci fermiamo a mangiare qualcosa? Ho una fame..."
"Hey! Un cartomante!"
Leia stava indicando una delle tende, celeste e viola, rappezzata con stoffa di tutt'altro colore. C'era un cartello, all'entrata della tenda, che recitava alcune parole che Luke non riuscì a mettere a fuoco.
"Avevamo una cartomante a corte. Le mie zie si facevano leggere il futuro ogni settimana."
Luke conosceva la vita di Leia su Alderaan così, per aneddotti e ricordi. Leia non voleva mai parlare della sua famiglia, della sua vita prima, ma si lasciava scappare qualche cosa, di quando in quando.
"Tipe interessanti, le tue zie."
Poi Luke si accorse che non si stavano più facendo largo a spallate e spintoni tra gli elsteni; Leia si era impuntata e non voleva muoversi, come il Millenium Falcon con l'iper-guida riparata alla peggio.
"Non vorrai mica-"
"Beh, non abbiamo meglio da fare, ti pare? Sarà divertente!"
Se lo trascinò dietro, ma prima che potessero mettere anche solo la punta dello stivale all'interno della tenda, si parò loro davanti un umanoide di bassa statura, con due antenne colorate che pendevano davanti al viso truccato.
"Buongiorno."
Luke e Leia salutarono in coro.
"Immagino vogliate farvi leggere le carte."
Stava squadrando entrambi come se avesse a che fare con due criminali. Luke pensò che, da un certo punto di vista, era un'etichetta che calzava ad entrambi.
"Sì, esatto."
"Molto bene. Uno per volta."
"Ma-"
"Niente 'ma'." E indicò il cartello ai suoi piedi. "Questa è un'attività seria e non faccio previsioni di gruppo!"
Detto questo, accostò i lembi dell'ingresso della tenda e si ritirò all'interno, aspettando che uno dei due si facesse avanti.
"Prima le signore." esordì Luke, che d'altra parte non esplodeva certo dall'impazienza di farsi leggere il futuro dal ciarlatano di turno.
"Oh, ma quanta cavalleria!" scherzò Leia, prima di entrare.
Luke si accostò alla tenda, per non essere d'intralcio. Non riuscì a sentire nulla, con il brusio del mercato che copriva quello della divinazione.
Leia uscì prima di quanto si aspettasse.
"Allora?"
Non gli sembrava granchè entusiasta del risultato.
"Capisco perchè le mie zie fossero tanto appassionate..."
E prese poi ad elencare le profezie che aveva ricevuto: per esempio, che avrebbe trovato presto il vero amore e l'alieno le aveva persino rivelato che era più vicino di quanto non sospettasse.
Aveva poi vaneggiato a proposito di un legame spezzato che si sarebbe ricucito e Leia ipotizzò intendesse la scoperta di altri superstiti di Alderaan, una delle tante cose che la spingeva ad alzarsi ogni mattina dalla sua branda.
"Seh!" sbuffò Luke. "Ti ha solo detto due frasi fatte, così che tu possa trovarci un significato."
"Probabile... Però mi ha offerto questa collana!" E alzò davanti al naso di Luke un pendente, un cristallo poco più corto di un dito, azzurro cristallino. "Bigiotteria, ma carino."
"Beh, sì. Dici che ne darà uno anche a me?"
Leia ridacchiò: "Chiedi se puoi averne uno non azzurro. Non copiarmi!"
"Oh, ma potremmo essere gemelli di collanina così, dai!"
Leia alzò gli occhi al cielo e Luke entrò nella tenda prima che decidesse di alzare anche le mani.
"Con permesso..."
"Prego, accomodati."
L'angusto spazio - occupato da libri aperti e oggetti a cui Luke fece fatica a trovare un nome - era illuminato da un paio di lanterne gravitazionali, sospese a mezz'aria. La tenda era tanto spessa che sembrava fuori fosse già notte.
Luke si sedette sul tappetto, tra un paio cuscini, davanti all'umanoide con le antenne; tra di loro c'era una tavola di legno scuro e un mazzo di carte.
"Il mio nome è molto lungo, puoi chiamarmi Yer se ne hai bisogno. Sono lietə che ti sia deciso a entrare. La tua amica mi aveva detto che non eri interessato."
"Non che abbia di meglio da fare."
Yer annuì tra sé, prendendo tra le mani il mazzo di carte: "Prendi la cartomanzia come un passatempo. Sai, non so se mi piaci..."
Sembrò sul punto di iniziare a estrarre le prime carte (e Luke pensò che fosse un tipo di cartomante molto svelto, che non aveva tempo da perdere), ma si fermò.
"10 crediti."
"10 crediti?"
"Hey, pensi che ti legga le carte gratis? Ti sembro un'opera di carità, io? La tua amica ha pagato per sè."
"Tipico." e allungò a Yer i crediti, trovati fortunatamente nelle tasche della giacca.
"Bene." Yer ripose la mancia all'interno della sua vestaglia pacchiana. "Ora possiamo iniziare. Cosa ti interessa? Amore, fortuna, lavoro?"
"Oh... non saprei proprio."
"Facciamo una cosa generale, ti sta bene?"
Senza aspettare una sua risposta,
Yer calò sulla tavola quattro carte, in silenzio. Quando osservò il risultato complessivo, per il tempo di un istante annuì compiaciutə, poi sbiancò e spalancò gli occhi scuri.
"Tutto bene?"
"Benissimo! Ma non è che preferisci una divinazione diversa? Forse mi sento davvero un'opera di carità: di solito per la sfera" e indicò una bolla di cristallo in un angolo della tenda "la faccio pagare 15, ma potrei farti uno sconto!"
Luke non poteva dirsi un esperto di cartomanti, ma quella non gli sembrava una classica reaziome da cartomante.
"Certo, approfitiamone!"
"Molto bene..."
Yer recuperò la sfera e la posizionò tra di loro, sulla tavola, sopra le quattro carte scoperte.
"Vediamo un po', vediamo..." le sue dita nodose si muovevano sopra la sfera opaca, come suonasse fili di un valachord invisibile. "Ecco, l'immagine si fa più chiara! Vedo... una mano."
"Una mano? Di chi? Dove?"
"Hey bello, vuoi anche il codice di riconoscimento imperiale? Senti, prenditi questo e rilassati."
Yer gli allungò un coppa piena di un liquido chiaro e denso, e riprese da dove l'aveva interrottə.
"Una mano... staccata dal corpo? Che cosa..."
"Strana?" fece Luke, da dietro la coppa. Non aveva la minima idea di cosa contenesse, ma non era affatto male.
"Inquietante, direi. Ma chi sono io per giudicare? Ci sarà una mano mozzata nella tua vita, ragazzo."
"Spero non la mia!"
"Lo spero anch'io, sarebbe una vera tragedia."
Luke appoggiò la coppa ora vuota accanto alla sfera e fissò Yer con un sopracciglio alzato: "Come?"
"Dico, belle mani. Manicure?"
"No."
"Ottime mani! Dicevamo..." e riprese con le corde invisibili di valachord. "Oltre questo vedo... vedo un fuoco."
"Io no." rispose Luke, fissando perplesso la sfera opaca. "È vicino alla mano? Perchè non vedo neanch-"
"Non è con la mano: è un'altra scena del tuo futuro. È un signor fuoco, se posso essere sincerə. Vedilo come un invito a stare attento in cucina."
"Ricevuto! Altro?"
"Mhmm... A dire il vero, no. C'è del resto, si, ma è tutto quanto parecchio nebuloso, come se fosse tutto in continuo movimento."
"Capisco..." concluse Luke, che ancora non vedeva nella sfera nè una mano, nè un fuoco. "Ora possiamo tornare alle carte? Che ti hanno detto? Che schiatto prima di arrivare ai 30 anni?"
Yer si raggellò a quella domanda e le antenne presero a tremare.
"Allora?"
Spostò da un lato la sfera, poi alzò lo sguardo a Luke: "Non offro predizioni nefaste, di solito, ma qualche volta accade, non spesso."
"Tipo oggi?"
"Tipo oggi." Yer indicò per prima la carta alla sua destra: raffigurava un wookie, con una fitta foresta come sfondo. "Wookie rovesciato."
"Lo vedo dritto."
"Rovesciato dal mio punto di vista!" sottolineò Yer. "Di solito indica il padre o una figura genitoriale in generale, ma quando capovolta... niente di buono."
"Mio padre è già morto." confessò Luke, con un certo sollievo. Il peggio era già passato.
"Madre?"
"Idem."
"Altre figure di qiesto genere?"
"Nessuna."
"Strano, molto strano..." Rimase a fissare la prima carta solo per un istante, prima di passare a quella successiva. Due figure si abbracciavano, su sfondo giallastro.
"È il ricongiungimento." spiegò Yer. "Letteralmente, non metafisicamente parlando, tipo 'ti ricongiungerai con i tuoi attraverso la morte'."
"Meno male..."
"Ma è appunto specifico della famiglia, quindi - fossi in te - non darei nulla per scontanto."
Luke annuì, senza prenderlə troppo sul serio, come aveva fatto da quando aveva messo piede nella tenda: "E questa?"
"Questa è lo sforzo."
Yer si girò tra le dita la terza carta, che raffigurava un rodiano che reggeva un grosso masso sulle spalle.
"Avrai da faticare e non poco."
"È collegato con le carte di prima? Dovrò faticare per il ricongiungimento?"
"Non lo so."
Questa non era una risposta che Luke si sarebbe aspettato da un cartomante.
Yer si spiegò meglio: "Come per la sfera, il tuo futuro è forse il più confuso che abbia mai osservato. Sei in un banco di nebbia e tutto quello che riesco a vedere sono ombre."
"Grandi ombre?" chiese Luke, d'istinto.
"Enormi."
Luke respirò a fondo, nervoso. Quando aveva iniziato a credere a quello che gli diceva questə pazzə?
"Che mi dici dell'ultima?"
Sembrava riportare solo uno sfondo nero, ma a Luke bastò strizzare un poco gli occhi, per notare che si fosse un piccolo alone biancastro al centro.
"La luce..."
"Devono essersi dimenticati di pagare le bollette!"
"Sai, sei il cliente più difficile che io abbia mai avuto, in tutti i sensi." Yer era un cartomante senza particolari peli sulla lingua. "La luce. Qualunque disgrazia possa capitarti nel prossimo futuro, si risolverà per il meglio."
"Oh, bene. Tutto per il meglio... È una buona notizia."
"Come ti dicevo, la tua è una speculazione sulla speculazione. Non so quello che ti aspetta, come non lo sai tu."
"Ma andrà per il meglio." ripetè Luke, seccamente, ma più per convincere se stesso che quellə che aveva davanti.
Yer continuava a rivolgergli uno sguardo patetico.
"Sicuro." concluse infine. "Mi auguro che tu abbia ragione."
Luke si alzò, dopo un breve ringraziamento: "E la collana? Ne hai data una a Leia e-"
"Finite." Yer alzò le mani, facendo spallucce. "Come ti dicevo avrai da faticare: per te niente gingilli. Che la Forza sia con te."
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