La Vagabonda
A volte mi capita di osservare quel mondo tanto lontano. Mondi che variano da case a case, che brulicano di storie e si nascondono dentro a una finestra. Non dovrei guardarli, io non faccio parte dalla loro vita. Eppure la curiosità mi attira a solo soffermarmi, per 5 minuti, intravedendoli da una misera veranda.
È difficile rispettare la mia posizione, devo essere sempre distaccata nei loro confronti e non posso certo entrare nelle dimore di quelle persone, sarei subito scacciata via! Non mi guarderebbero nemmeno in faccia se lo facessi. Io devo stare fuori, loro dentro.
Ma a me non interessa, infondo viaggio in continuazione per il mondo. Vedo e apprendo nuove culture, tradizioni di ogni città, paese e regione.
È sempre bello studiare la gente di un luogo nell'universo: ognuno ha le proprie caratteristiche e diversità.
C'è chi esibisce interi carri festivi, dalle dimensioni abnormi in confronto alle persone che li circondano. Essi sono colorati da decori appariscenti e personalità spiccanti che danno vita alla follia in una sola notte.
Ma d'altro canto, lontano dal rumore fastidioso di risate e divertimento, c'è chi non vuole spiccare in una notte ma cerca un abbraccio sotto la grande donna di ferro che culla i suoi bambini con colorate luci di sera. Adoro come la gente ami la struttura collocata al centro della città dove regna l'amore. Sembra che cerchino da sempre una conferma del sentimento che provano l'uno con gli altri.
Poi le rovine di un era ormai persa, che sovrastano il suolo percorso da molti passi, fatti da soli re e imperatori.
Gli inesplorati deserti dove sorgono strutture polverose e dalle forme strane, che sembrano regnare il territorio dimenticato da Dio.
Sono così incuriosita dalle persone sorridenti e speranzose che si vedono in giro, anche la notte sembra non avere più un minuto di silenzio: si divertono, costruiscono e viaggiano illuminati dalla luna ormai alta.
Io li vedo, noi li vediamo.
Ogni volta percepisco un fastidioso sentimento nonché istintivo di volerli conoscere più profondamente ma io devo restare con gli altri sennò rimarrebbero scontenti di me.
Non voglio deluderli perché loro sono la mia unica famiglia.
"Siamo cresciuti insieme e vivremo insieme" è questo il nostro motto, che ci permette di andare avanti, anche dopo tutti questi anni.
Riusciamo a capirci all'istante: se qualcuno di noi piange, tutti gli altri piangeranno per non lasciarlo solo.
Noi viaggiamo inesorabilmente, osservando le insidie che il mondo offre: deserti, montagne, oceani e foreste vengono scoperte da occhi inattesi.
Alcune volte percepisco il calore di un estraneo, così confortevole se non ardente, ma in ogni occasione mi sento rilassata e protetta sotto i suoi raggi.
Le ore volano in fretta, il mondo si muove e cambia continuamente. Anche se molti di noi non sentono nulla di diverso ma ciò non vale per me: i giorni passano come l'ultimo granello tocca il suolo dentro ad una clessidra, lento ma percettibile.
Mi piace pensare alla gente che sorride felice e contenta della sua vita quotidiana. Hanno sempre un qualcosa che spinge il carro ad andare avanti, poetico in certo senso. Quanto vorrei essere io a trainare la loro vita.
Sono stata l'unica che non ha mai pianto per una delusione o altro. Non capisco chi lo fà... il mondo è perfetto, no?
Mi sono sempre incuriosita di molte città, veramente belle direi e c'è qualcuno che dice su un mondo negativo? Dev'essere pazzo...
Ma perché allora qualche volta, quando la sera è protagonista, sento grida di donne e bambini venir su fino al cielo? Odo pianti e... bombe! Dopodiché un straziante silenzio.
Il tessuto stretto tra due polsi, il tintinnio del metallo appena impugnato e poi l'improvviso e fastidioso rumore di una cinghia, usata come frusta, sulla pelle di molti bambini fino ad uscire un denso liquido sopra di esso.
Molte volte li sento, noi li sentiamo ma facciamo finta di nulla, percorrendo la nostra via.
Anzi ci consigliano di ignorare ogni suono di questo genere: se nò potremmo perdere la nostra coscienza, piangendo per così questioni futili.
Tu devi pensare: "È perfetto il mondo, non ha difetti ed è magnifico in ogni suo aspetto" è questo che molte volte mi blocca.
La voglia di conoscerli ed esaminarli in tutte le loro caratteristiche positive, ha un lato così falso che nasce dentro me.
Mi chiedo se davvero valga la pena non udire i suoni maldestri che il mondo vuole farmi sentire, è così frustrante un continuo menefreghismo da parte mia.
Io sono il cielo, io vedo il mondo da un'altra prospettiva; non posso permettermi di non vedere.
Ho sempre guardato gli umani con invidia: "Perché non sono come loro?" "Così perfetti in ogni particolare..." è questo che avevo sempre ambito in tutti i miei anni.
Ma adesso basta! Le urla, i pianti e le lacrime non si possono ignorare ancora! Io ho bisogno di dimostrare la mia tristezza al mondo, io ho bisogno... di piangere.
Non mi serve più stare con la mia famiglia, loro non sono indispensabili! Io sono me stessa e lo dimostrerò.
Così, in un bel giorno d'estate, dalla parte del terzo mondo. Una sola nuvola faceva cadere le sue lacrime di rugiada sul terreno ormai secco.
-Spazio Autrice-
Allora, con questo ho fatto un' immensa fatica! (¬_¬)ノ
Ho voluto mischiare un bel po' di sentimenti: perché sono estremamente convinta che un sentimento ha anche un altro corrisposto ma ovviamente c'è quello dominante in tutte le due parti:
•Leggere prima il racconto poi andare avanti: SPOILER•
All'inizio ho volutamente tramutato la nuvola in una vagabonda umana, lei è piena di curiosità e con un pizzico di invidia finché non si trasforma in tristezza e un po' di rabbia. Ma alla fine è come lo definisco io un "racconto falso" Cioè niente è come ti aspetti. (T▽T)
•FINE SPOILER•
Speriamo che abbia fatto effetto e che si senta il forte sentimento contrastante della protagonista :) Arrivederci e alla prossima. (≧∇≦)/
_Black_Dreamer_
MiracoloDiInverno
Ps. Ho reso il testo più breve ma intenso, spero che si preferisca in questo modo. ^^
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