The Changers
Ben ritrovati e ritrovate. Ho appena finito di leggere – ammetto già non per intero – la storia intitolata The Changers.
Detto questo, l'autrice mi ha richiesto una recensione che mirasse alla correzione degli errori più frequenti ma, ahimè, questo tipo di betaggio non fa per me e, soprattutto non si sposa con il poco tempo che ho a disposizione. Perciò ho deciso di usare alcuni esempi di ciò che ritengo essere improprio, sperando di aver reso l'idea così da aiutare una eventuale revisione del testo.
GRAMMATICA/LESSICO: Dunque, la cosa più riscontrata a livello grammaticale è di tipo verbale. Ho riscontrato due livelli di narrazione in tutta la storia. Farò un unico esempio per comprendere il problema, valido per tutto il libro:
Cap. 3
"Mi risvegliai al calduccio. Ero rannicchiata su una comoda poltrona in una stanza molto calda. C'erano almeno trentacinque gradi, cosa strana che però non mi infastidì. Provai a stiracchiarmi, testando le mie articolazioni scricchiolanti. Sembrava essere tutto a posto, non sentivo dolori strani né provavo ancora freddo"
Allora, alterni due tempi verbali che rimandano a due tempi di svolgimento diversi fra loro. Il "Mi risvegliai" si riferisce a un'azione molto distante nel tempo; il "Ero rannicchiata", invece, rimanda a un passato più vicino. Quindi è come se tu stessi raccontando due storie nello stesso momento. La soluzione che mi sento di consigliarti è la seguente:
"Mi risvegliai al calduccio, rannicchiata su una comoda sedia. Nonostante ci fossero almeno trentacinque gradi non ne fui infastidita. Provai a stiracchiarmi, testando le (mie) articolazioni scricchiolanti. Sembrò tutto a posto, non avvertii dolore ne freddo".
Oppure, potresti volgere tutto in un passato meno "pesante":
"Mi sono risvegliata al calduccio. Ero rannicchiata su una comoda poltrona molto calda (attenzione: hai già detto che faceva caldo, quindi l'aggettivo calda è una ripetizione). C'erano almeno trentacinque gradi, cosa strana che però non mi infastidiva. Ho provato a stiracchiarmi, testando le (mie) articolazioni. Sembrava... non sentivo... né provavo.
"Ero sicura che non era...", grammaticalmente scorretto. "Ero sicura che non fosse..."
Ovviamente, si sta parlando di gusto personale: molti non si sarebbero nemmeno posti il problema dei due tempi narrativi perciò prendila così per quello che è.
Piccola annotazione a fondo pagina: "Né provavo ancora freddo". Hai appena finito di dire che la stanza era calda, molto per la verità, ma non hai mai fatto riferimento al fatto che lei avesse freddo, quindi questa è una "contraddizione". So che ti stai riferendo al fatto che lei prova sempre freddo ma in questo caso non è così evidente il collegamento.
Altra questione riguarda l'uso della virgola prima della congiunzione senza che ve ne sia apparente motivo. La virgola e la congiunzione svolgono la medesima funzione. Sono ammesse insieme nello stesso momento solo se siamo in presenza di un lungo elenco o solo la congiunzione è già stata usata.
Es: "La camera era bella, pulita e fresca, e nel vederla mi sentii a casa"→ In questo caso è ammessa perché la congiunzione è già stata usata poco prima.
In realtà i "problemi" più evidenti li ho riscontrati nel lessico che spesso stona con lo stile. Mediamente hai un vocabolario medio, ovvero apprezzabile da tutti, eppure qua e là inserisci termini che si riferiscono a uno stile molto più elevato e aulico. Alcuni esempi per chiarire:
"Un veloce esame dell'ambiente mi rivelò che non c'era nessuno, così mi rilassai"
In questa frase si legge uno stile decisamente più "vecchio" rispetto a quello fresco e giovanile che caratterizza l'opera. Probabilmente se scrivessi "Una rapida occhiata mi fece capire che ..." la frase diventerebbe più coerente con lo stile. Se tu volessi comunque tenerla ti consiglio di correggere la forma verbale da "c'era nessuno" a "ci fosse nessuno". C'è anche la questione doppia negazione di cui, però, abbiamo lungamente parlato in privato. Mi limito solo a chiarire la cosa per chi legge la recensione: dire non c'è nessuno significa ammettere che c'è qualcuno. La doppia negazione afferma, ecco l'errore, perciò sarebbe meglio "non ci fosse qualcuno".
"Sentii dei rumori e dedussi che..." anche qui, quel "dedussi" non c'entra molto con lo stile. Sarebbe meglio un "capii".
Piccola parentesi rompi palle: la parola "dedurre" indica dal generale al particolare; "indurre" dal particolare al generale. In questo caso, Lucrezia va dal particolare (i passi) al generale (le persone stanno per entrare) quindi la parola corretta è "indussi che".
"Diafana epidermide"→la pelle chiara
STILE: Per certi versi ripeterò ciò che ho già detto nel lessico. Il fatto di utilizzare termini o locuzioni più ricercate e "attempate" rispetto al modo frizzante e giovanile dell'autrice stona, portando il lettore a rimanere perplesso O.O
Questa discordanza porta a domandarsi perché l'autrice tenti di correre al di fuori di uno steccato nel quale si sente decisamente più comoda. Ogni scrittore ha un proprio stile (non smetterò mai di dirlo) ed è quello a renderlo riconoscibile. Tu sei giovane e frizzante, e questo traspare dal modo in cui i tuoi protagonisti rispondono e agiscono. Ecco perché ti consiglio di non mettere parole che non appartengono al tuo modo di narrare.
COERENZA: In generale tutto procede bene senza troppi se e ma. Tuttavia o trovato un tantino strano le reazioni iniziali di Lucrezia.
Nel momento del pericolo, lei riesce ad avere la freddezza di analizzare i personaggi in modo dettagliato. Credo sia abbastanza strana, come cosa. Quando la propria vita è in pericolo la concentrazione si focalizza su piccole cose non sull'insieme. La ragazza non avrebbe mai potuto percepire addirittura la differenza dei colori delle iridi dei due gemelli, per esempio, ma avrebbe solo visto tre individui che l'avrebbero uccisa. La percezione di ciò che sono, di come sono vestiti o del tipo di sguardo è qualcosa che viene successivamente, se si viene risparmiati ovviamente u.u
Altra reazione un po' strana è la seguente:
"Fremetti dalla voglia di uscire e colpirlo con le mie stesse mani, ma non potevo espormi così tanto." Sembrano un discorso leggermente fuori luogo per la situazione in cui la protagonista è stata catapultata. Insomma, se fossi stata rapita dal mio fidanzato e fossi rinchiusa in una stanza con gente che parla di "essere o non essere umana", probabilmente cercherei una finestra per scappare o un arma per proteggermi piuttosto che bramare vendetta.
ORIGINALITÀ: L'esistenza di comunità "speciali", dove ragazzi giovani manifestano le proprie qualità sovrannaturali è già stato trattato (X-Men prima di tutto XD), così come l'idea di una giovane ragazza catapultata in un mondo parallelo al proprio del quale fa parte per diritto di nascita (Harry Potter) e, per alcuni versi, mi h aricordato Agents of S.H.I.E.L.D. Tuttavia, come tengo sempre a sottolineare, non importa che l'idea sia già vista ma che la storia che scrivi sia bella. Oggi come oggi riuscire a creare qualcosa di davvero mai letto è praticamente impossibile. L'unica cosa che possiamo fare è rendere la nostra storia unica e meravigliosa. E la tua lo è. È unica, è tua, è il tuo modo di raccontare. Chissene frega se l'idea non è più di tanto originale.
Concludendo:
Grammatica: 7/10
Stile: 7/10
Coerenza: 7/10
Originalità: 7/10
Inutile fare il totale direi!XD
Consigli: riguarda la questione del tempo di narrazione cercando di uniformare il tutto. La cosa che mi preme di più, tuttavia, è la coerenza lessicale/stilistica: rivedi certe parole cercando di usare la loro controparte easy piuttosto che quella arcaica o dotta.
Se non sono giunta alla fine della storia non è per una mancanza dell'autrice ma solo perché non ha sposato il mio genere e, cosa assai più importante, se non ha sposato il mio genere non significa che la storia sia brutta!
Quando ho determinato le regole che avrei seguito nel fare recensioni ho precisato che avrei potuto anche non terminare la lettura. I motivi che possono portarmi a questa scelta sono molteplici: dalla grammatica scorretta al fatto che, nonostante sia scritta bene, la storia non incontri il mio gusto. Spesso mi capita di comprare libri che scopro non piacermi senza nulla togliere alla storia in sé: semplicemente, non mi piacciono. Questo fatto accade soprattutto quando mi trovo davanti storie più adolescenziali, che parlano di protagoniste molto giovani e che abbracciano generi "nuovi", distanti dalle mie preferenze, come l'urban fantasy ad esempio.
Perciò non vorrei mai che un mio giudizio – personalissimo e senza l'ardire di critico letterario – possa in alcun modo demoralizzare o offendere qualcuno.
Per chiunque fosse amante dell'urban fantasy consiglio di leggere questa storia. Purtroppo io sono una vecchia bacucca e amo i generi bacucchi XD.
Citazione time!
"Francamente me ne infischio".
Questa è un classico, molto classico... quasi bacucco, anzi decisamente bacucco. Però conserva sempre il suo fascino, che diamine!
Besos!
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