Tratti negativi dei personaggi
Tratti negativi dei personaggi
di jaybree88
Ogni autore di fanfiction che abbia creato dei personaggi originali o si sia dedicato a scrivere nuove avventure con personaggi conosciuti si è ritrovato prima o poi a dover affrontare lo scoglio dello sviluppo della caratterizzazione di suddetti personaggi. Uno dei punti fondamentali di una buona opera (che sia essa fanfiction o storia originale) è, infatti, la costruzione di personaggi che risultino credibili e veri, che permettano al lettore di entrare in affinità con la loro psicologia.
Anche nell'universo più incredibile mai immaginato, noi esseri umani siamo la specie più egocentrica: ci piace che in un modo o nell'altro si parli di noi e a noi. Dunque, affinché i personaggi creati siano in affinità con i lettori (gli anglofoni, a questo riguardo, usano una parola magnifica che ancora non ho imparato a tradurre bene: relatable, "someone I can relate to" ovvero qualcuno con cui posso collegarmi, con cui posso identificarmi) è importante che essi abbiano pregi e difetti tipici della nostra umanità.
Regola generale sarebbe quella di dotare i personaggi di una dose equilibrata di tratti positivi e negativi, in base anche al ruolo rivestito nell'economia della storia; un protagonista, che in qualche modo deve risultare simpatico ai lettori, dovrebbe avere qualche percentuale di tratti positivi in più rispetto a un antagonista. Ciò nonostante, anche un bel villain terrorizzante necessita di qualche caratteristica con cui possiamo simpatizzare.
In realtà, le caratteristiche che noi scrittori di fanficion abbiamo meno propensione a far venire fuori sono proprio i difetti, i vizi e le mancanze dei nostri beneamati eroi. Dei personaggi che ci hanno fatto innamorare nella storia originale abbiamo la tendenza a sottolineare, ovviamente, le cose che più abbiamo amato e dimentichiamo gli errori, mentre per quanto riguarda i personaggi originali il nostro bisogno di renderli pari ai personaggi canonici spesso si traduce in una somma di fenomenali poteri cosmici in un minuscolo corpo (im)mortale.
Infatti, personaggi originali e Mary Sue/Gary Stu tante volte sembrano andare in giro mano nella mano senza nessuna intenzione di separarsi. Nelle fanfiction (tanto quanto nelle storie originali) l'istinto di proiettare le nostre fantasie è forte: e allora perché la mia protagonista non può essere tutto quello che non sono io? Alta, bella, profondamente intelligente e corteggiata? Sa suonare il pianoforte, ballare il tip-tap, parlare quattro lingue e lasciarsi guidare dalla Forza fino a riportare Darth Vader verso il Lato Chiaro.
Peccato che un personaggio del genere, senza alcuna caratteristica che sia un po' meno ammirevole, risulti quanto meno poco credibile, se non del tutto alienante per chi legge. In realtà, mancanze e difetti caratteriali sono ciò che rende un personaggio complesso e interessante, mentre errori e debolezze possono diventare le scintille scatenanti di tante storie, soprattutto in quel tipo di storie che si possono definire character driven, basate sullo sviluppo dei personaggi. Alcune delle migliori opere mai scritte, infatti, sono state costruite attorno a quest'idea: tutta la vicenda di Orgoglio e Pregiudizio (per fare giusto un esempio sconosciuto ai più) si costruisce attorno alle mancanze dei due protagonisti e il loro rapporto inizia ad evolversi proprio nel momento in cui Elizabeth oltre a capire il punto di vista di Darcy, guarda all'interno di sé e riconosce le proprie mancanze, quella predisposizione "a fraintendere ostinatamente tutti", il pregiudizio del titolo.
Ma come riuscire a mostrare al lettore il lato meno favorevole dei nostri personaggi? Come fare per non banalizzarlo? Per renderlo verosimile?
In primo luogo, credo sia importante non fermarsi alle piccolezze: non basta sicuramente accennare a una pessima abitudine come fumare o mordersi le unghie, oppure a un'incapacità pratica come non saper cucinare o avere poca coordinazione nel ballo. Questi dettagli servono tantissimo nel creare il profilo complessivo di un personaggio, ma non bastano. Una vera mancanza, un vero difetto, mette il lettore a disagio: ci deve far arrabbiare. Un vero difetto fa imbestialire anche l'autore stesso. Si tratta di quelle mancanze di carattere che incidono a fondo sulla personalità, quei tratti che ci fanno umani: invidia, orgoglio, eccessiva bontà, scatti d'ira, mancanza di fiducia, arroganza sono solo alcuni esempi.
È importante, inoltre, che queste caratteristiche non siano condonate da parte di chi scrive e di chi legge. Ad esempio, se da un lato definiamo come difetto il sarcasmo di un determinato personaggio, e dall'altro sorridiamo e apprezziamo questo suo atteggiamento, questo sarcasmo non è realmente un difetto di carattere, ma un tratto che rende il personaggio affine al gusto moderno per l'ironia. La classica eroina ribelle che viene maltrattata da tutti nella sua infanzia e che viene chiamata arrogante perché non conforme agli standard di sottomissione femminile del periodo di ambientazione (Fantaghirò sto pensando a te!) non è davvero arrogante. Quella che è definita una colpa in-world, ma è in realtà una caratteristica apprezzata per il pubblico di lettori a cui la storia è rivolta, non conta tra i tratti negativi, ma, ovviamente, tra quelli positivi.
Credo che la chiave per costruire nel miglior modo possibile pecche e difetti nei nostri personaggi sia quella di osservare il mondo intorno a noi e dentro di noi. Naturalmente occorre stare attenti a non trasferire sulla pagina quella versione idealizzata di sé a cui mi riferivo prima, ma scavando all'interno di noi stessi è facile scoprire la miriade di difetti con cui fare i conti ogni giorno. Per dare vita ai nostri personaggi allora non serve guardare oltre la nostra cerchia di famigliari e amici. Sono sicura che nonostante tutto l'amore che nutriamo nei confronti dei nostri cari saremmo tutti pronti a stilare una lista infinita di cose che ci fanno infuriare. Per esempio, l'incapacità di ammettere le proprie difficoltà e di chiedere aiuto – che non incidentalmente penso sia stata una delle mie peggiori mancanze durante l'adolescenza e, talvolta, lo è ancora – è diventata uno dei tratti fondamentali di uno dei miei personaggi originali e non a caso tale caratteristica ha dato una sorta di movimento alla sua crescita come personaggio. Non pochi lettori si son chiesti quale follia prendesse quella povera ragazza per impedirle di sfogarsi, avrei voluto prenderla a schiaffi io stessa, ma le sue richieste d'aiuto potevano arrivare solo dopo un percorso di scoperta e accettazione di sé. In questo senso, che il difetto caratteriale può diventare centrale nella storia che vogliamo raccontare.
Per quanto riguarda i personaggi canonici a cui ritorniamo nelle nostre fanfiction, la cosa più importante è cercare di non fermarsi solo alle caratteristiche che abbiamo apprezzato di loro. Ignorare il problema di gestione della rabbia di Harry in Harry Potter e l'Ordine della Fenice è trascurabile in una flashfic o in una one-shot concentrata su altro, in una longfic che parte proprio da quel momento della vita di Harry sarebbe un'occasione persa per esplorare la sofferenza del personaggio e quel lato del suo carattere. Scoprire, approfondire, far evolvere, giocare con difetti e debolezze, d'altronde, è anche un modo per iniziare una bella AU o una what if?, no? O vogliamo dimenticare le tante, magnifiche, storie che proprio partendo dalle difficoltà dei protagonisti ne sviluppano il loro lato più oscuro e tormentato? Datemi un Dark!Harry e avrete la mia anima!
Non bisogna, insomma, temere di rendere i personaggi meno simpatici, non bisogna aver paura di sentirsi a disagio, di arrabbiarsi, con le azioni che compiono. Percepire le loro mancanze nella stessa maniera in cui si affrontano i difetti delle persone reali non è forse il segno più evidente di aver creato un personaggio che possa definirsi vero e vivo?
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E voi, come bilanciate le innumerevoli sfumature dei vostri personaggi? Fate difficoltà a vedere i lati oscuri dei vostri beniamini?
Taggate i vostri amici, date un'occhiata a cosa hanno detto prima di voi e parliamone insieme!
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