Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

i re del Nord.

Comunque questo capitolo contiene molti dialoghi e discussioni, e su certi punti è risultato un po' confusionario anche per me, visto che mi sono persino perso più di qualche volta. Ma ho fatto il più possibile per alleggerire e rendere più agevole la lettura. Ma se ci sono parti difficili da capire le quali non mi sono reso conto, vi prego di segnalarlo nelle righe.

Re Delle Ombre Dei Colli, Nelus, si presenta con un volto torvo e occhi penetranti, neri, il tutto condito da una veste nera che lo copre e stivali in pelle sempre nera. È un uomo che ha superato da poco la mezza età e, nonostante i suoi capelli corvini neri siano punti da vari spilli grigi, la sua faccia ruvida e cimentata sembra quella di un trentenne un po' brutto. E il suo aspetto faciale è anche caratterizzato da una folta barba nera poco curata, che si collega con dei zigomi ai suoi capelli selvaggi.

Ma al contrario di come può apparire ad uno sconosciuto che lo vede per la prima volta, è molto più buono e altruista di quanto possa sembrare. Oltretutto perché io sono cresciuto con lui, ed era come un fratello per mio padre.

Si è portato dietro una scorta di due guardie personali, i quali sembrano quasi delle statue che possono muovere normalmente qualsiasi di muscolo, ma tranne quelli facciali

Questa cosa mi indubbia molto. Già il fatto che si sia portato dietro delle guardie così pregiate mi sembra inverosimile, visto che questo posto è anche casa sua, ed è tra i capi clan e tribù più rispettati di tutto il territorio del Nord.

Trovo subito il suo sguardo, i suoi occhi che penetrano profondi nei miei. Come sua abitudine, ci stringiamo la mano, ma dalla sua espressione torva noto subito che c'è qualcosa che non va.

- È da un po' che non ci si vede. I tuoi guerrieri ci hanno supportato bene durante la battaglia contro i Corrotti, sicuramente avrai voce in capitolo durante il consiglio...-. Dico io, guardandolo negli occhi, ma lui interrompe subito la stretta di mano, e appoggiando una mano sulle mie spalle mi porta ad un angolo scuro e mimetizzato dal resto del posto.

-Ok...-, parlo a bassissima voce, ma riesco comunque ad intonare preoccupazione,- ho già dedotto che succederà qualcosa, ma cosa! Dimmi, in modo che io possa organizzare qualcosa per prevenire e troncare sul nascere qualsiasi tipo di pericolo-. Lui sgrana gli occhi, e inizia a parlare.

-Non tutti condividono i tuoi ideali, ed io non sono uno di quelli. Sennò, ti avrei ucciso quando eri bambino o quando tuo padre ti abbandonò-. Inizia ad indicare una varietà di alture e punti strategici, e mentre mi parla indirizzo il mio sguardo su di essi.- Devo un po' di favori a tuo padre, e magari salvare la vita di suo figlio sarebbe un buon modo per metterci in pari. Ma ora ascoltami, i  Re Dei Lupi E i Re Delle tribù del Fiume di ghiaccio organizzeranno una rappresaglia-.

È da notare anche che quei punti che mi ha indicato, si trovano proprio obliquamente o parallelamente alla sala del Consiglio. Sicuramente vorrà posizionare, nascondendoli ad occhi poco attendi, dei soldati armati di archi e balestre.

-Come fai a saperlo? Hanno combattuto insieme a noi!-, lo interrompo.

-Gli ho sempre tenuti sott'occhio attraverso ai resoconti delle mie migliori spie. Ogni tanto andavo io stesso ad origliare le loro cospirazioni contro tuo padre, che poi si sono tramutate in eredità per te. Questo sin da prima del tuo spericolato viaggio, ma adesso, è cambiato tutto. Finché ci sono io e il resto degli altri popoli nordici ad impedire l'affievolire delle guerre tra i nostri stessi popoli, loro non si sarebbero mai azzardati a torcerti un capello seriamente, ma adesso... È cambiato tutto-. Percepisco che il suo cuore inizia a pulsare più forte, ma io non mi faccio cogliere dalla preoccupazione. Userò le maniere forti per sistemare tutto.

-Il mio esercito aspetta solo il mio segnale che arriverà tramite le mie due guardie...-. Afferma, sempre sussurando.

-Ho lasciato solo una decina di guerrieri a fare la guardia qui sulla Barriera, il resto è rimasto nel regno elfico per costruire l'avamposto-. Dico, e deduco che Nelus abbia veramente il cuore stretto nella gola.

***

Il raro sole fresco e puro della prima mattina che trapassa le tonde e fredde  finestre della stanza del consiglio, si stende e corica sui tavolini di legno grezzo e mal ritagliato con delle piccole sfuggenti e incatturabili schegge, per l'occhio e per le mani dei capi Clan e tribù che ci appoggiano le mani sopra.

Il tavolo è perfettamente parallelo alle finestre che si ergono nella stessa direzione del sorgere del sole, mentre alcuni piccoli fasci di luce vengono barricati e arrestati dai bocconi di neve caduti sulle soglie delle finestre. Loro sono tutte persone sulla mezza età o poco più, mentre io sono il più giovane, e anche il più giovane ad essere diventato capo di una tribù del regno del Nord.

Ma mi spettava pur sempre di diritto.

Il Re Dei Colli Asciuga prima la sua lingua dalla saliva, per poi rompere il silenzio.- Ottocento su mille, e solo pochi dei restanti quattrocento sono soltanto feriti e tra questi nessuno lievemente. E tu?-. Punta il dito prima verso Nelus, cercando una sua risposta. Ma Nelus sembra ridere sotto la sua barba che funge come un lungo cappuccio per la sua bocca.

-I tuoi uomini sono stati coraggiosi, forse più dei miei, ma non hanno combattuto come i miei. Anzi, i tuoi hanno persino imbracciato la buona fluidità delle formazioni dei miei uomini, e ne ho persi tanti, proprio per questo-. Cerca di umiliare con tono dispregiativo il Re Dei Lupi. Non c'è mai stato un buon rapporto tra loro due e, per evitare conflitti tra i loro due popoli, si è dovuto ricorrere più volte a Consigli, anche se mio padre, quando c'era, era più a favore della guerra e di schierarsi contro il Re Dei Lupi e Le Tribù dei Fiumi, in appoggio del suo amico quasi fratello Nelus.

-Non è questione di chi si è sacrificato di più... La ricompensa è para per tutti!-. D'un colpo mi alzo, e inizio a gironzolare intorno al tavolo mentre parlo con tono autoritario.- Ma vi avverto, molto di voi avranno già pensato di trasferire la nostra intera popolazione lungo quel regno. Beh, toglietevelo dalla testa, perché lì in mezzo a quelle montagne che creano un muro a cerchio, che è l'unico posto abitabile e colonizzabile ma che è già stato colonizzato   dagli Elfi, perciò non c'è assolutamente spazio per tutti noi. E Armus non esisterebbe più di un attimo a tagliare la testa a chiunque gli crei problemi e che minacci la sicurezza della sua gente-. Sbatto leggermente un mio pugno sul tavolo, rischiando anche di essere punto da qualche scheggia.

-Di quanti uomini... Anzi, ELFI, dispone questo Armus?-. Il Re Dei Lupi apre bocca proprio mentre io riprendo fiato, facendomi anche gelare il sangue e infuocare i nervi, per ciò che sta per dire e che ha già fatto in modo che si intuisca sin da subito da come ha già provato a spianare la strada per il suo discorso.

Io e Nelus ci guardiamo per un secondo negli occhi: i miei stanno prendendo le sfumature della rabbia, mentre i suoi sembrano decisi a scrutare e annotare ogni cosa, ogni parola e ogni espressione faciale di chi vuole parlare, semplicemente per rendersi meglio conte se nei loro discorsi c'è sicurezza nelle loro intenzione o svogliatezza anche nel modo di ragionare.

-E se...-. sembra intimorito nel continuare, e infatti cerca le occhiate di tutti gli altri, forse suoi complici.

-... E se...  Cosa?!'-. Nelus alza il tono di voce per vedere una sua reazione alla pressione. E, infatti, dal volto del Re Dei Lupi Delle Pianure sembra che non riesca a trovare il coraggio o la decisione nel parlare.

-Un Vagante ti ha forse mozzato la lingua!-. Sbeffeggia dispregiativo un'ultima volta Nelus, finché un Re Delle Pianure di Neve prende parola con prepotenza e prima di cominciare insulta e insulta l'insicuro Re Dei Lupi:

-Sei solo un vigliacco!-. D'un tratto, il Re Delle Pianure di Neve sbraita con tono severo  riferendosi a lui.- E riguardo a te...- E ora punta il suo sguardo infuriato verso di me.- Prenderemo tutto ciò che vogliamo, senza dover chiedere o dare conto a nessuno. E porta pure questo messaggio ai tuoi amici Elfi, ma questa è la mentalità del Nord, ed era anche quella di tuo padre. Ah, e mi stupisco che da uno come lui sia uscito uno come... Bah-.

Sgrano i miei occhi, perdendo davvero la ragione, afferrando con uno scatto voluto, in preda al delirio di una furia omicida, la mia ascia. Ma Nelus stoppa il mio lancio afferrando il mio braccio.

Mentre mi tiene fermo, sento il mio sangue pulsare come dei tamburi o la marcia di un'armata, i miei occhi bruciano e schizzano acidità, mentre continuo a fissare colui che disse quelle cose orribili, con rancore e desiderio di ucciderlo.

Le mie mani mi prudono, finché questo prurito si tramuta in dolore alla pelle. Hanno bisogno di essere grattate. Grattate su di lui, nel senso di ucciderlo e sventrarlo con una lama.

Tutti gli sguardi sono puntati su di me e su di Nelus.

Subito dopo, per fortuna, un uomo si alza dal tavolo e invoglia gli altri di prendere un po' di pausa, per schiarire le idee e per calmarci.- Non arriveremo mai ad una conclusione, in questo modo!-. Viene assecondato, ma poi si dirige verso di me e Nelus, con un'espressione tranquilla e con l'intenzione di calmarmi.

Anche lui è un po' anziano ed è stato in silenzio sino ad ora. Indossa un pelliccia marrone chiara, capelli bianchi e corti, ha due baffi di medie dimensioni, due occhi piccoli e azzurri e un viso un po' baffuto. Mi guarda negli occhi, e mi dà due pacche sulle spalle.

-Sii prudente...-. Mi sussurra, in tono amichevole.

***

Tutti e tre usciamo fuori per prendere un po' d'aria. Il carpentiere ritaglia la legna, le donne cucinano nella mensa e i fabri forgiano le armi mentre alcuni educatori insegnano ai piccoli allievi a difendersi. È tutto normale, tutti svolgono il loro normale lavoro quotidiano, ma tutti aspettano la stessa cosa e sono in ansia per la stessa cosa.

-Marcus...-. Poco dopo esser uscito dalla stanza del Consiglio, Arus, assurdamente, lascia per un momento il suo lavoro per venirmi a domandare, proprio nel momento in cui stavo sbollendo.

-Ho sentito diverse urla provenire da lì dentro, anzi... Tutti noi le abbiamo sentite!-. Con il suo solito tono brusco mi interroga.

-Arus, vai a dire subito... In fretta, che...-. Ogni mia parola si alterna ad un profondo e intenso respiro.- Domani dovremo avvertire subito Armus del pericolo imminente-. Stringo i denti.- Ho segnalato nella mia mente i nome di tutte le, a dir poco, sicure minacce per tutto quello che abbiamo ottenuto. Gli dobbiamo eliminare e in fretta, mentre loro meno se lo aspettano. Prima che sia troppo tardi-. Arus annuisce con il capo, mentre i suoi occhi freddi sussurrano la sua frenesia nel spazzare via questi... Come li definirebbe lui, pezzenti.

***

Dopo poco meno di mezz'ora, ci riconciliamo tutti al tavolo.

Ma ecco che, proprio nel momento in cui mi siedo e percepisco che stanno pensando ancora tutti al mio scatto precedente... È come una pugnalata che arriva così, nella notte, e che lagna il fegato; una paura che veramente mi fa rigirare lo stomaco e che fa accapponare la mia pelle. Mi distacco da tutti, confrontandomi con un pensiero che mi terrorizza.

Sento le loro voci in sottofondo, ma io sto sprofondando nel mio inconscio. Questo terrore... Questo incubo così reale... Se solo accadesse, mi cadrebbe tutto il mondo addosso, ed è questo che mi manda nel panico.

Sarebbe soltanto colpa mia, la cosa a cui tengo più della mia stessa vita, soffrirebbe proprio per colpa mia. Io ci tengo a lei, e come potrei mai permettere che le accada qualcosa di male se io la amo così tanto? In nessun modo potrei convivere o morire sapendo che la causa della sua disgrazia sarei proprio io che desidero solo il meglio per lei!

Questo pensiero comincia ad esasperarmi e a pietrificarmi.

Quei suoi occhi castani chiarissimi profondi che mi accolgono e trascinano sempre, quel suo volto da fanciulla e guance morbide, labbra un po' sottili ma carnose, il suo smagliante sorriso, il suo fisico snello ma ben piazzato, i suoi capelli castani quasi leggermente scuri ribelli e morbidi al tatto. Ma il suo carattere, la sua intelligenza, carisma, audacia, forza, resistenza, simpatia e dolcezza.

Nessuno le può fare del male, nessuno le può torcere un solo capello, non finché ci sarò io. La devo difendere, ne vale più della mia stessa vita, per me lei vale più della mia stessa vita!

Sono rimasto immobile per circa un minuto, senza dar conto a nient'altro che al mio più delirante terrore che, questa volta a mio favore, suonava come un campanello d'allarme per avvertirmi della minaccia, e senza dar conto alle loro voci in sottofondo che si domandano del mio stravagante comportamento.

-Marcus...-. Mi riportano alla realtà.

Ma sono arrivato al punto di rottura. Ora è indispensabile che lo capiscano, perché tutta questa gente non capisce.

-Ora ve lo dirò, e spero che nessuno di voi provo a contestare le mie parole!-. Sgrano i miei occhi e serro le mie labbra in un ghigno di rabbia.

Nessuno di loro qui... Nessuno di loro qui può pretendere di riscuotere del mio successo e dei miei fidati amici.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro

Tags: #wattys2017