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capitopo 2 il viaggio

C'è chi affila le proprie lame, c'è chi insegna ai piccoli a combattere, chi costruisce le barricate e chi si prepara a combattere.

-Marcus, la tua voglia di esplorare ti rende un vero uomo del nord! Proprio come lo era tuo padre- ci servono uomini per spingerci oltre le catene montuose, così non ci resta altro che radunare un esercito convincendo i sette Clan.

Il Re Muro sembra essere volenteroso di andare oltre.

-Ma è troppo rischioso, perciò facciamo un patto!- vediamo dove vuole arrivare...

-Andate prima voi, con il tuo popolo, e se tornerete vivi... Forse ti seguiremo-. Che vigliacco

Devo spingermi oltre, con o senza il suo aiuto. Se ne pentirà...

***

-Marcus voglio combattere!-. Appena tornato alla barriera, vedo mio fratello che impugna saldamente uno scudo e una lama poco affilata.

Mi avvicino a lui e gli sorrido, gli accarezzo i suoi folti capelli, e vado a scegliere degli uomini con un po' più di esperienza. Lui intanto mi guarda storto.

Di certo non può mancare Arus il più cazzuto di tutti. Ma poi c'è anche Laghi la donna guerriero.

Si avvicina con la sua cresta di capelli biondi e ribelli, il suo sguardo da combattente, la sua ascia e il suo corpo snello.

Mentre sono distratto, e parlo con un paio di guerrieri, percepisco l'aria fredda che man mano si apre in due.

Io prendo di scatto la mia spada incantata con resina di fulmine, e blocco il colpo sferrando un pugno alla donna.

Lei punta la sua l'ancia al mio petto, ed è pronta a verificare il mio vero valore.

Lei con un urlo dal suono quasi maschile, si scaglia su di me e inizia a colpirmi con tutta la rabbia e aggressività della più feroce belva al femminile.

Io continuo a parare i suoi colpi sino a immobilizzarla con le mie robuste spalle da uomo del Nord.

-fammi indovinare, è quel periodo del mese?-

D'un tratto sento il suo tacco sui miei testicoli.-quanto sei bella... mi sto eccitando-.

Alla fine, lei avvolge il mio collo su cui tiene appogiata la sua ascia, ma appoggiare è diverso da premere.

Così non ci penso che volte a capovolgere la situazione, e a gettare sulla neve la donna ormai disarmata.

-Allora, ti unirai a noi?- le chiedo porgendole la mano per darle un aiuto a rialzarsi.

Lei così si rialza: -certamente, coglione!-. E mi tira un ultimo pugno in faccia. "Meno male che non mi ha colpito più in basso", penso tra me e me.

Intanto anche la mia sorella "strega" guardava divertita la scena.

-Tieni a bada tuo fratello-. Le dico, e lei mi abbraccia un'altra volta.

-Sembra che si sia offeso...- dice lei.

-Siete ancora troppo piccoli per seguirmi, ma siete sulla buona strada per superarmi!- mia sorella sorride, ma mio fratello rimane con una espressione sul viso delusa.

"Diamine, quasi dimenticavo..." Devo metterni subito in cammino. Ho ancora un'altra vecchia conoscenza da contattare.

***

Il Giardino Radice Oscura di Ghiaccio è veramente un ottimo posto dove vivere, ma questo vale solo per coloro che sono completamente "pazzi" e il mio amico selvaggio Mea è uno di quelli.

Prima della Barriera, si estendono le foreste ghiacciate di radice oscura: una fitta e oscura foresta dove le belve della notte la fanno da padrone, e il più forte di essi mangia il più debole.

Il mio amico era un vecchio mercante che amava esplorare e spacciare funghi allucinogeni da ogni parte di questo tenebroso mondo da noi conosciuto. Peccato che ormai i funghi allucinogeni abbiano smesso di crescere a causa del ghiaccio, perché proprio adesso mi andrebbero.

Scommetto che quel pazzo farà i salti di gioia, non appena gli chiederò di viaggiare ed esplorare terre lontane insieme a me. Chissà, magari più in là qualcosa di buono si troverà...

Comunque oltre ad essere un drogato dei bassi fondi, è anche un esperto di erbe curative ed è per questo che mi sarà molto utile.

È ora di partire.

***

Tutto sommato, dopo aver fatto un po' di strada, credo che sia stata una brutta idea avventurarmi in queste foreste.

Ormai mi sono allontanato molto dalla barriera, e nessuno ormai potrà sentire le mie urla se mi succedesse qualcosa.

Delle radici nere d'un tratto saltano fuori dal terreno avvolgendomi in una stretta presa che pian piano mi sta soffocando. Pian piano queste radici avvolgono il mio corpo, sino ad arrivare al mio tenero collo. Nei miei occhi questa oscurità che mi circonda si fa sempre più densa, ma allo stesso tempo, tutto si fa più leggero.

Le tenebre intorno a me pian piano indietreggiano e ritornano nello stesso vuoto da cui sono uscite fuori. In questo momento mi sto pentendo: pentendo di non poter andare oltre, scoprire che fine avesse fatto mio padre, trovare nuove terre dove l'oscurità non è penetrata, così da poterle coltivare e se necessario razziare, pur di salvare e sfamare la mia gente.

Dei coltelli tagliano l'aria di morte. Dei coltelli volanti iniziano a farsi strada tra le tenebre e tagliare le radici che toglievano a me il respiro.

Una sola persona al mondo può essere dotato di una simile precisione, cioè Mea.

Mentre riprendo un poco alla volta i sensi, percepisco che di notte la foresta si illumina di luce propria, il fiume riflette gli intensi colori dei suoi smeraldi, le piante brillano di svariati colori, persino gli insetti emettono fantastici colori luminescenti. Il più diffuso è il blu e l'azzurro.

Poco più distante dalla riva del fiume, si ammirano le rovine dei vecchi templi della civiltà elfica, ormai probabilmente estinta, illuminati e riflettenti questa meravigliosa magia della natura. Le scritte incise su i resti dei templi sorretti dalle colonne in lingua elfica sono da me indecifrabili.

In questi luoghi Mea trova un tetto sulla testa.

***

-Allora, da dove posso iniziare a spiegarti...- dico io mentre fisso con uno sguardo basso il falò da noi accesso.

-E' passato un po' di tempo dall'ultima volta che ci battemmo insieme... Credo che sia stato per respingere le invasioni dei Demoni Golem alla barriera. Ricordo che sei stato proprio te, a prende con forza e decisione il comando in quell'attimo disperato, così da dimostrare a tutti che sei degno del tuo nome. Non è vero, Marcus dei Draghi?- rivolge il suo sguardo basso verso il mio e così riprende parola.- comunque dopo decine di anni è risorto il sole; sarà per caso merito tuo? Nell'arco degli anni mi sono convinto che sei capace di tutto, anche dell'impossibile!-

Toccò a me prendere il comando, perché mio padre ormai era scomparso da più di dieci anni, ed era lui il capo di tutti i Clan del nord.

-E' una lunga storia, una storia in cui di certo e come al solito, io centro qualcosa, ma devo solamente scoprire cosa... Comunque giungiamo al sodo della questione, e anche al motivo per qui sono venuto a trovarti: allora, inizio col dirti che so, che in fondo al tuo cuore, non vedi l'ora di andare a cercare droga in terre lontane e ancora inesplorate. Razzieremo, scopriremo, impareremo e diventeremo leggende per il nostro popolo e magari chissà... magari i nostri nomi verranno conosciuti e temuti anche dal resto di questo oscuro e morfo mondo... Saranno incisi nella storia!- dico io mentre sorrido fiducioso.

-Vuol dire che andremo oltre la barriera a cercare roba buona?- Mea si alza entusiasta ed euforico da terra, molto probabilmente sta già fatto, e va a prendere le sue cose.

Così partiamo, ma il numero non è dalla nostra parte, perché siamo solo in tre. Ma nell'arco degli anni ho imparato che non sono di certo i numeri a vincere le battaglie.

***

Adesso marciamo sulla neve e sotto le tempeste. La visibilità è estremamente limitata dalla bufera, ma noi non ci scoraggiamo e continuiamo a farci avanti verso l'ignoto.

-Qui non c'è niente, nulla da esplorare e nulla da coltivare o saccheggiare. Abbiamo commesso un grave errore a sfidare il fato!-. Dice Andrea rabbioso.

-Sii paziente, siamo partiti da poco, vedrai che se sarai fiducioso la fortuna ti sorriderà!-. Dico io.

"Marcus, ricorda che sarò sempre con te per tutto il viaggio" sento sussurrare queste parole nella mia testa, delle parole che sono venute così, dal nulla. Dev'essere sicuramente Alexander che mi vuole aiutare.

Mentre continuiamo il nostro cammino in contrasto con le bufere su questi terreni impraticabili, dal cielo oscuro un'aurora di mille colori illumina la via. D'un tratto la furia della tempesta diminuisce lentamente, così che il nostro sguardo possa puntare più lontano, e ammirare le distese di ghiaccio che riflettono i colori dell'aurora che sovrasta ancora i cieli notturni.

-Marcus, guarda là-. Dice Lagherta, la donna guerriero che ha deciso di seguirmi, mentre indica una caverna scavata nella roccia di un'enorme monte.

Il falò rivela ciò che c'è dentro la grotta. A causa della neve le nostre coperte sono umide. Il mangiare scarseggia, nonostante siamo appena partiti. Questa grotta non è molto sicura.

Prima di dormire, decidiamo di confidarci e di conoscerci meglio.

-Casa ormai è alle spalle, è fin troppo lontana persino per voltarsi a guardarla per un'ultima volta. È semplice; il sole si rivelò dopo tanti anni per mostrarci la strada da percorrere, e quella strada ha scelto noi, noi che ci dobbiamo sacrificare. La mia unica famiglia è il mio popolo, il nostro popolo che soffre della più lenta, agonizzante, maligna e cruenta sofferenza: la fame. Dobbiamo trovare qualcosa, un qualcosa che va oltre al mondo da noi conosciuto, un qualcosa che faccia sopravvivere la nostra gente- si esprime così Arus il fabbro.

Ora tocca a lagherta.

-I miei genitori sono stati trucidati dagli Angeli Della Morte e dalle ondate barbariche sulle nostre roccaforti, in cui, noi nobili superstiti all'apocalisse, trovevamo un posto protetto da quei demoni alati. Vivevamo in un posto sicuro, una roccaforte dotata di spesse barriere che respingevano i demoni da fuori. Ma quelle barriere, un giorno, hanno ceduto. Io ero l'unica rimasta...-

Ora mi volto per vedere cos'ha da dire Mea...

-Mea?- sta già dormendo.

Forse è ora di dormire.

La realtà nella mia testa indietreggia per dare spazio ad un mondo immaginario, un mondo dove io sono libero, un mondo fatto di infinito. Nella mia mente non c'è un limite prestabilito, e nemmeno alle mie visioni.

Riapro i miei occhi; ora non mi trovo più in una grotta, ma bensì mi trovo a camminare su di una distesa di cadaveri.

-Alexander, cosa vuol dire tutto questo?- il cielo è grigio, e sull'ampio terreno c'è così tanto sangue versato, ma sarà sangue vero, o è solo un'illusione?

-Questa fu l'ultima volta che combattei contro l'esercito degli orchi, e questa è stata la nostra fine- dice Alexander mentre il suo spirito guarda il suo stesso cadavere fatto a brandelli.

-Ora ti dirò una cosa giovane umano; questi uomini sono devoti alle tenebre e all'apocalisse... Lo so che può sembrarti strano detto così, ma questi valorosi soldati hanno avuto l'onore di non morire per le brame di un re, ma bensì, per tutta la loro vita hanno combattuto per ottenere un futuro migliore e una vita migliore. La prima volta che conobbi tuo padre, ci salvò la vita in una situazione disperata. Lui era l'ultimo dominatore dei draghi rimasto dopo che il suo casato e il suo impero venne distrutto dai Demoni. Tuo padre combatteva per il potere, ma noi invece ci battemmo per forgiare un mondo dove regna l'uguaglianza. Io e tuo padre siamo stati uniti da due cause ben differenti...-

-Mio padre mi ha raccontato tante storie riguardanti le vostre battaglie contro gli orchi... Se siete tutti morti, come ha fatto mio padre a sopravvivere?-

D'un tratto dai cadaveri sparsi sul terreno, un'infinità di anime si distaccano da essi e iniziano a volteggiare sotto forma di spettri nell'aria.

Il sogno finisce qui.

***

-Questo è l'unico sentiero rimasto; se avanziamo piano e lentamente, forse gli angeli della morte non ci attaccheranno in massa-. Dice Mea.

Mezzi uomini e mezzi falchi, dotati di un pungiglione lungo e avvelenato: gli angeli della morte hanno fatto il nido proprio qui, su l'unico, una stradina circondata due alte e rocciose montagne di ghiaccio.

-Mea, smettila di drogarti brutto deficiente! Questi mostruosi esseri non ci faranno mai e poi mai passare! Di tornare indietro non se ne parla, non sono venuta qui per questo!-. Lagherta ha avuto una gran brutta esperienza con gli Angeli Della Morte...

-Ok, forse sarà meglio provare ad attirarli da un'altra parte... Ma chi o cosa possiamo usare come esca...-. Dice Mea.

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