CAPITOLO 4
Clarissa rimase molto scioccata alla vista di Blair nello studio di Dama Cassandra. La ragazza si agitò sulla sedia. Okay, ora era davvero nei guai. Lei era sempre stata l'alunna modello della scuola, la più brava, la più educata, la più... tutto. Molto probabilmente contribuiva anche il fatto di essere figlia della regina, ma questo era solo un piccolo, tralasciabile dettaglio. Ora eccola lì, nei guai e, non per dire davanti a sua madre. Anche Dama Cassandra sembrava molto agitata e, con stupore di Blair, anche imbarazzata. Certo, comprendeva il suo stato d'animo: la figlia della regina era nello studio della vicepreside, aveva combinato qualcosa, temeva un castigo da parte della sovrana. Di sicuro Clarissa non ci avrebbe creduto e avrebbe detto: "Mi state prendendo in giro, vero?" Magari. Invece era tutto vero. Clarissa si girò a guardare Dama Cassandra, probabilmente per vedere un mezzo sorrisetto sul suo viso e assicurarsi che sia tutto una finta, uno scherzo. Ovviamente no. Dama Cassandra annuì seria. -Vedete, maestà... posso spiegarle...- si fece avanti la dama.
La regina alzò una mano e la dama si zittì all'istante. -Voglio che sia mia figlia a spiegarmi perché si trova qui.- disse guardando Blair molto severamente.
-Con tutto il rispetto, Dama Cassandra- disse Blair -ma vorrei parlare con mia madre in privato.- Blair aveva intenzione dire tutto a sua madre, compreso il tentativo di suicidio dal balcone, ed era assolutamente inaudito che Dama Cassandra lo sapesse. Già con Tiffany aveva avuto problemi, figuriamoci se anche la vicepreside lo venisse a sapere.
Dama Cassandra la incenerì con lo sguardo ma poi guardò la direttrice che le fece segno di approvazione. -Come desidera, signorina Willous.- disse fredda, poi uscì dalla stanza mormorano qualcosa tipo:-Ossequi...- alla regina.
Rimaste sole, Clarissa fece un respiro, si sedette al posto di Dama Cassandra e prese un servizio da tè in ceramica dalla scrivania. Blair rimase un attimo disorientata; quel servizio prima non c'era. O forse era il suo senso di osservazione pari a quello di un insetto (ovvero meno di zero) che non lo aveva notato. La regina versò una bevanda fumante in due tazze infondendo nella stanza un profumo dolce ma intenso e aromatico allo stesso tempo. Ne porse una a sua figlia.
-Blair- disse calma bevendo un sorso di tè. -cosa è successo veramente in mensa stamattina?-
Blair fece un profondo respiro e le raccontò tutto. Tutto, compresi gli incubi di quella notte. Clarissa ascoltava in silenzio aggrottando la fronte. Quando la figlia ebbe finito di parlare, lei rimase in silenzio e Blair pensò che la avrebbe considerata una pazza a parlare di quelle cose, cose impossibili per una persona con la mentalità sana. Di sicuro, non per Blair.
Poi la regina parlò con voce cupa e lo sguardo sulla tazza. -Allora è vero.-
Blair corrugò la fronte.Avrebbe giurato che sua madre la avrebbe sgridata o (peggio) avrebbe cercato di mandarla dalla psicologa perché quel racconto era talmente assurdo che anche una persona sana di mente avrebbe dato di matto. Ma quella risposta non se la aspettava. -Che cosa vuol dire?-
Clarissa si alzò dalla sediasenza neppure averla ascoltata e si diresse verso la grande vetrata, dalla quale si vedeva l'ingresso dell'accademia. -Non me lo aveva detto nessuno, ma io nel mio cuore lo sentivo.-
Blair era confusa dal comportamento della regina. -Madre... cosa state dicendo?-
Clarissa non diede cenno di averla sentita. Sembrava come... in trance. -Solo quando è arrivata Jessica ho avuto la certezza: loro erano diverse. Piccoli particolari nelle azioni si assomigliavano ed erano completamente diverse da Genessa e Crisella. Erano... a sé.-
Blair non la aveva mai sentita parlare così, senza lasciar trapelare emozioni nella voce e lo sguardo fisso nel vuoto.
-Loro non erano del tutto normali, avevano... quel qualcosa in più.-
Ora Blair cominciava a preoccuparsi. Sua madre stava diventando... inquietante. Non tanto, ma quel che basta per spaventarla, questo sì.
Poi la regina prese dalla sua borsa una cornice dorata con dentro una foto. Blair la riconobbe e le salirono le lacrime agli occhi per la nostalgia. Quella foto era stata scattata al decimo compleanno delle gemelle, quello stesso anno prima che incominciasse l'anno scolastico. Le mancavano tanto le sue sorelle. Anche loro studiavano all'accademia con lei, ma poteva salutarle solo in mensa e nei corridoi, ma di rado. Tutti e quattro i visi nella foto erano scottati dal sole e sorridenti. Blair aveva una canotta bianca e rosa e dei pantaloncini corti, i capelli raccolti e sulle spalle teneva Jessica, la più piccola. Aveva capelli biondo platino in una treccia fino a metà schiena circa, un vestito estivo sui toni dell'azzurro e due vivaci occhi chiari. Anche lei aveva una collana con una farfalla come Blair, solo che la sua era azzurra e bianca. Di fianco a loro c'erano le gemelle, anche se non si direbbero: Genessa aveva i capelli lisci, bruni e corti a caschetto e gli occhi color cioccolato, come Clarissa; Crisella aveva i capelli rossi, mossi e raccolti a coda alta e occhi smeraldo. Una si vestiva sempre di viola e l'altra di rosa.
-Una volta che se ne andranno io non potrò più rivederle...- disse ancora la regina.
Blair notò che nella foto lei e Jessica diventarono sempre più trasparenti, fino a sparire completamente. Spaventata guardò sua madre. -La foto... l'hai vista?-
-Blair, la formalità l'hai persa cercando di buttarti giù dalla terrazza?- chiese Clarissa tornando in sé.
La ragazza fu molto sollevata, ma nella foto lei e Jessica continuavano a mancare. -Mi scusi, madre, è che...- decise di non dirlo alla madre, avrebbe peggiorato la situazione. -Niente, avevo visto passare un... uccello molto vicino alla finestra...-
-E ti sembra il momento di cambiare argomento? Stiamo parlando di cose serie.-
-Avete ragione, madre. Scusatemi.-
Clarissa fece una pausa. -Comunque non penserai di scappare una punizione dopo quello che è successo. Dovrai stare chiusa in camera tua fino a sabato prossimo, senza poter uscire e vederti con nessun'altra al di fuori delle tue compagne quando vengono in stanza.
Blair era allibita.-Ma... sabato c'è il ballo di inizio anno... non posso mancare...-
-Tranquilla, potrai uscire sabato mattina, in modo che tu possa partecipare al ballo.-
-E le lezioni?-
Clarissa sorrise. -Mi fa piacere che ti interessi così tanto alla tua istruzione. comunque per quello avrai una giustificazione speciale, tanto nelle prime settimane si ripassa e basta, no?-
-E per mangiare? Non posso stare a digiuno per una settimana!-
-Mamma mia, Blair, quante domande!- sbottò Clarissa. -Ti arriverà il servizio in camera, proprio come una principessa.-
"Wow, sto proprio morendo dalla voglia!" pensò Blair sarcastica. -Ma sarà una noia mortale! Cosa faccio fino a sabato? E' solo lunedì!-
-Lo so anch'io che giorno della settimana è oggi, grazie. Cosa farai, non lo so, lo deciderai tu. Intanto potresti pensare e creare il tuo abbigliamento per il ballo!- disse con un sorriso.
"Ah ah, battuta simpatica." pensò Blair ironica, senza sorridere.Sua madre la stava prendendo in giro perché ci metteva tanto a scegliere come vestirsi e voleva strapparle un sorriso con quella battuta stupida, ma senza successo.
-E ora fila, forza.- disse la regina, concludendo il discorso. -E senza discussioni.- Blair si alzò dalla sedia e si indirizzò verso la porta, entusiasta di passare una piacevole "vacanza" (se si poteva chiamare così) in camera sua.
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