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Epilogo III

Matt's POV

Quando mi trovo davanti ad una tela bianca e non so come darle colore, prendo foglio, matita e tre colori e me ne vado in giro per la città a cercare ispirazione.

Sarà vero che l'ispirazione viene da sé, ma io credo che sia necessario creare le condizioni adatte perché arrivi.

Nel mio caso, non posso sperare che arrivi fissando il vetro incolore della finestra di camera mia.

Così, metto gli occhiali da sole e prendo il blocco da disegno sottobraccio.

Le mie scarpe ticchettano sul marciapiede lucido in un suono familiare.

Adoro tutti i piccoli rumori di sottofondo che nessuno nota mai, ma che rappresentano i dettagli che fanno la differenza: le scarpe che ticchettano, il vento che soffia, gli abiti che frusciano, il contatto dei piccoli oggetti fra loro.

In un certo senso, adoro il lato poetico del mondo che mi circonda.

Prendo la svolta per una stradina che porta alla riva del Tamigi da questa parte della città.

Dalla mia sinistra giunge il profumo di fiori che il fioraio ha in vendita.

E proprio mentre volto la testa, i miei occhi catturano la figura di una ragazza seduta sulla panca davanti alla riva.

Capelli color cioccolato, ondulati lungo la schiena, pelle candida anche in piena estate, aria tranquilla e serena.

L'inconfondibile Joyce.

Devo proprio ringraziare il cugino di Bryan per averla portata qui a Londra: non solo è bella e solare, ma sa anche ridere alle battute e non è stupida come le solite ragazze che Bryan porta alle feste.

Ha qualcosa che mi incuriosisce tantissimo.

Sembra molto semplice, ma misteriosa allo stesso tempo. È come il quadro di un fiore stilizzato: rimane pur sempre un fiore, ma nasconde mille segreti dietro l'esecuzione e l'idea del progetto.

Sfortunatamente, mi cade la matita e il rumore attira la sua attenzione.

Si gira e mi riconosce.

- Matt! Cosa ci fai qui? - domanda, con tono gentile.

È sorpresa di vedermi? È contenta di vedermi? È infastidita dalla mia improvvisa apparizione?

Non riesco a capire.

Raccolgo la matita e vado a sedermi vicino a lei.

- Stavo cercando l'ispirazione per un nuovo disegno. - spiego.

Mi guarda con i suoi occhi scuri e brillanti.

- Posso vedere il tuo blocco? Sono curiosa.

Scuoto la testa.

- Perché non fai vedere a nessuno i tuoi disegni? Bryan dice che sono degni di un artista vero e proprio! - contesta.

- No, io...

E me li ruba, mentre sono distratto dalla sua ciocca che sfugge dall'orecchio e va a coprire lo zigomo sinistro.

Ci ho provato migliaia di volte a disegnare quello zigomo. No, non verrà mai perfetto come dal vivo.

- Ma questa...

- Sei tu. Già. - ammetto, un po' in imbarazzo.

Alza gli occhi su di me, colta alla sprovvista.

Aspetto che dica qualcosa.

Invece torna a guardare il blocco, sfogliando lentamente ogni singola pagina.

Dettagli del suo profilo, lo zigomo disegnato e ridisegnato, la curva tra la mascella e il collo elegante, le labbra morbide e spesso sorridenti, gli occhi misteriosi, i capelli in mille acconciature... Tutto in questo blocco. Quello che lei sta sfogliando con le sue mani.

- Non è stalking, se te lo stai... chiedendo. È solo che sei un ottimo soggetto. Per i disegni. - aggiungo.

Annuisce.

Non sembra turbata.

- Solo per i disegni? - domanda poi.

- Nei sogni più che un soggetto sei un tormento. - ridacchio.

Mi guarda sorridente, come se questo se lo aspettasse.

Tende il blocco verso di me.

- Joyce... - sussurro, deglutendo.

Incastro il suo sguardo al mio.

Dicono che quando vedi il mare in un paio di occhi castani è la fine.

Ma se io vedessi l'oceano più profondo ed oscuro, in tutto il suo mistero e la trasparenza dell'acqua che lo compone, sarebbe ancora la fine oppure un inizio?

Sarebbe la fine dell'inizio o l'inizio della fine?

- Ehi... Le mie labbra sono qui. - sussurra piano, passandovi un dito sopra.

E lì non capisco più un cazzo.

La bacio con impeto, sul momento.

Ho desiderato a lungo di poterla baciare, di scoprire quali emozioni avrei provato al contatto.

Ora come ora, però, la lucidità è scomparsa nel nulla e l'unica cosa che voglio è non smettere di baciarla.

È abile nel suo gioco dolce ma movimentato delle labbra e il trasporto mi fa solo avere più voglia di approfondire il bacio.

Sento il labbro inferiore catturato dalla lieve morsa dei suoi denti e una scarica di adrenalina si propaga all'istante in tutto il mio corpo, facendomi rabbrividire anche le punte dei capelli.

Afferro il suo viso con le mani e lo tengo fermo mentre metto in gioco la lingua.

Anche qui mi sorprende: riesce a stabilire il suo ritmo alternativamente veloce e a rilento in pochi secondi.

Sono talmente preso dalla foga che la tentazione di andare oltre è fortissima.

- Niente male come primo bacio, Matty. - mormora al mio orecchio, affannata.

- Primo? - domando, fissando il punto del suo collo caldo e profumato che invita all'attacco.

Vorrei succhiare la pelle proprio lì, nell'incurvamento tra collo e clavicola.

- Mmh... Non vuoi che ce ne siano altri?

Lo fa apposta.

Non può usare quella voce così sexy senza farlo apposta. Non è umanamente possibile.

- Eh?

- Dicevo... - cerca di riprendere, ma io la zittisco con un bacio improvviso.

Si stacca poco dopo, leggermente contrariata.

- Dicevo che forse potrebbero essercene altri... Il tuo blocco da disegno mi dice che l'idea non ti dispiace. - ride sotto i baffi.

- Ah, furbona che sei! Sfrutti le informazioni che hai su di me contro di me.

- Oppure con te. - dice, avvicinandosi.

In quel momento, il suo telefono si illumina nello spazio tra di noi sulla panca.

Chris?

Chi è questo?

Lei guarda lo schermo per qualche istante, poi lo blocca.

Non ha aperto il messaggio.

Le ipotesi sono due: o è una persona molto importante con cui ha litigato e non vuole parlarne con me, oppure è una persona fastidiosa che tende ad ignorare.

La sua espressione però mi dice che è la prima... Mi devo preoccupare?

Forse è suo fratello. O suo cugino. O suo padre.

Sì, sarà suo padre.

Di certo non l'ex o uno che ci prova.

Spero.

Joyce ha lo sguardo inchiodato all'orizzonte, gli occhi illuminati dai raggi del sole.

Li chiude e inspira, a fondo.

Quanto è importante questa persona per lei?

Mi racconterà mai i suoi segreti?

Mi aprirà mai le porte del suo cuore?

Per ora è solo lo schizzo di un quadro incerto.

__________

Come vi è sembrato?

Giusto per avere le idee chiare, Matt è un amico stretto di Bryan, il cugino londinese di Ben. In questo epilogo siamo chiaramente a Londra, verso la fine del soggiorno di Joyce e Ben.

A questo punto potete scegliere voi di immaginare cos'è successo veramente: che Joyce abbia accettato le avances di Ben, che abbia capito di amare irrimediabilmente Chris o che si sia gettata in una nuova relazione con Matt.

Il mio obiettivo era lasciare tutte le porte aperte.

E sotto sotto, c'è un finale che preferisco. Sapreste dire quale? 😏

Il vostro preferito invece qual è? (sono supercuriosa)

Ci vediamo più tardi con i ringraziamenti e qualche appunto sulla storia.

Se avete domande, commentate qui!

Love you 🍭

P.S. ANDATE A LEGGERE AMOR VINCIT OMNIA

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