6 - Wonderwoman
Nei film quando una ragazza cerca di far ingelosire il suo amico figo con un altro amico figo, finisce per innamorarsi del secondo e spezzare il cuore al primo.
E lo reputano tutti un pessimo piano.
Io invece vedo solo vantaggi: se Ben ci stesse male capirebbe cosa ho provato in questi anni e se dovessi innamorarmi di Christopher, sarebbe solo un successo, dato che è figo e riuscirei a dimenticare Ben.
Christopher sta ridendo con Nicole e la cosa mi infastidisce. Lei non ha il diritto di accaparrarsi la mia salvezza.
Mi precipito da lui e lo bacio, così, all'improvviso.
Non sono sicura che abbia propriamente ricambiato il bacio, ma sicuramente non l'ha rifiutato e questo è l'importante.
Quando mi distanzio, lo vedo perplesso.
Penserà che mi drogo.
- Ciao Nicole! - saluto allegramente la mora.
Lei mi guarda come se fosse sicura che mi drogo.
Si allontana lentamente, dopo aver fatto appena un cenno di saluto con la mano.
- Piccola Joy, sei proprio crudele, sai? - mi rimprovera Christopher.
Alzo un sopracciglio.
- Il tuo amico là aveva una faccia... - fa un cenno con la testa in direzione di Ben, che è già diretto verso il parcheggio.
Un sorriso si fa spazio sul mio viso.
- Che faccia aveva? - domando gioiosa.
- Penso che abbia paura che tu sia pazza.
Gli angoli della mia bocca precipitano.
Non poteva andarmene una giusta ogni tanto?
- Forse è geloso. - butta lì Christopher.
A quel punto mi arrabbio e mi volto di scatto verso di lui.
Gli punto il dito al centro del petto.
- No, tu adesso fai il serio e mi dici esattamente cosa cazzo hai visto. Non mi vieni a dire che sono pazza o che è geloso con quel sorrisetto di merda, okay?
- Questo sorrisetto ti piace, ne sono sicuro. - mi prende in giro.
Gli mollo uno schiaffetto.
- Ehi! Non mi avresti baciato se non fossi così irresistibile. - gesticola per vantarsi.
Scoppio a ridere.
È perfino più ridicolo di me.
Continuiamo a dirigerci verso il parcheggio e vedo Ben, con un gomito fuori dal finestrino, lanciare un'occhiata dall'alto in basso a Christopher. Poi gira a destra e sfreccia via.
Se Ben si ingelosisce è fatta, sono a metà strada per conquistarlo finalmente come vorrei.
- Christopher...
Metto una cuffietta nell'orecchio sinistro.
- Sì?
Per un istante assaporo quella singola sillaba pronunciata con voce roca.
Deglutisco.
- Hai qualcosa da fare stasera?
In questo momento vorrei tipo sotterrarmi.
Con quale forza ho distrutto la mia dignità al punto di chiedere a Christopher, che conosco da nemmeno una settimana, di uscire?
Dio che ansia.
Osservo la curva del suo sorriso sfiorare le orecchie.
- Mi stai chiedendo di uscire?
Sbuffo pesantemente.
- Non renderla così patetica, per favore!
- Di solito si esce il venerdì o il sabato sera, cosa ti spinge a scegliere il lunedì? - domanda, seriamente interessato.
Ora cosa invento?
Mordo il labbro a ritmo di Don't Stop dei 5 Seconds of Summer, in trepidazione.
E no, non me ne frega se le canzoni sono uscite anni prima, le ascolto quando mi gira.
- Ho fatto talmente tanto schifo a pallavolo la scorsa volta che oggi mi sembra un miracolo divino non aver fatto errori. Credo che sia il caso di festeggiare. - sorrido.
Lui non sembra per niente convinto dalla mia scusa, ma accetta lo stesso.
Saggio ragazzo.
***
- When the sun goes down I know that you and me and everything will be alright
And when the city's sleeping
You and I can stay awake and keep on dreaming
You and I can stay awake and keep on dreaming! - canto.
Ballo intorno al letto prendendo questo o quell'indumento in mano.
Poi vado davanti allo specchio e muovo i fianchi cantando, come se mi aiutasse a capire cosa mi sta meglio.
- Joyce!
Mia madre bussa alla porta.
Vado ad aprire la porta facendo due giri su me stessa e continuando a cantare.
- All I know at the end of the day
Is you want what you want and you say what you say
And you'll follow your heart even though it'll break
Sometimes!
Tento malamente un vocalizzo alla Harry Styles e mia madre inorridisce.
Ti compatisco, mamma. Se non fossi io stessa a cantare, mi direi di stare zitta.
Attacco Enrique Iglesias e la trascino in camera facendola girare con me.
- Mujer que vas a hacer
Decídete pa' ver
Si te quedas o te vas
Si no, no me busques más...
- Si te vas, yo también me voy
Si me das, yo también te doy
Mi Amor
Bailamos hasta la diez
Hasta que duelan los pies! - continua lei.
E cantiamo e balliamo insieme, ridendo.
Quando finisce la canzone, mi abbraccia.
- Dove vai? - mi chiede dolcemente.
- Ahm... Io... Pensavo di uscire. - sorrido.
- Questo lo vedo.
Mi schiarisco la gola.
- Con chi esci? Dove andate? Quanto state fuori?
- Mamma. - la interrompo.
Apre la bocca per aggiungere un'altra domanda ma la richiude vedendo la mia faccia.
- Esco con Ben, Sean e gli altri per festeggiare la vittoria di stamattina. Ho giocato alla grande. - sorrido.
Annuisce.
- Non più tardi di mezzanotte. - mi ricorda, uscendo dalla stanza.
Lo schermo del telefono indica le nove meno dieci.
Ci siamo dati appuntamento davanti al teatro alle nove, ma penso che arriverò alle nove e un quarto a metà strada, giusto giusto alla gelateria.
Ho un pessimo senso della puntualità.
Ne sono consapevole e mi dico sempre che la volta seguente sarebbe meglio partire dieci minuti prima, ma non succede mai.
E so perfettamente che non succederà.
Come so che indossando i jeans neri a vita alta con il maglioncino verde bottiglia sto bene abbastanza da potermi vestire e darmi una mossa ad uscire.
Ringraziando il Cielo per aver già truccato gli occhi e il viso, prendo lo Studded Kiss M.A.C. e faccio due passate attentamente.
Un buon rossetto eleva sempre il look al livello "sei figa e vai a spezzare qualche cuore, ragazza" oppure "si gireranno tutti a guardarti, baby".
Metto il parka e agguanto una sciarpa scozzese, poi infilo telefono e chiavi in tasca.
Con le Dr.Martens ai piedi e una scompigliata ai capelli, vado a salutare i miei in salotto.
Mio padre è già appisolato sul divano, mentre mia madre segue con attenzione un dibattito in televisione sul prodotto giusto da usare per la pelle secca.
- Ma no, quella roba secca ancor di più! Incompetenti!
Sorrido.
Essendo lei un'estetista, prende molto seriamente questo tipo di programmi televisivi e non si fa problemi ad insultare a raffica.
- Quello schifo fa irritare la pelle, cosa dici! Ma vai a vendere ossigeno che tanto non ti serve! - si accanisce.
- Mamma, io vado... - saluto a voce bassa.
- Seh ciao! - non mi guarda nemmeno - No, dimmi che non l'hai detto! Cogliona! Vai a casa! Ma chi ti ha chiesto niente, cagna col cerone!
Ridacchio ed esco.
Mentre rabbrividisco per il freddo, ogni paura viene a galla, anche la più insulsa.
E se mi stuprassero?
E se l'uomo nero mi rapisse?
E se dei ladri mi aggredissero?
E sei degli ubriachi o drogati mi lanciassero bottiglie addosso?
E se...
Joyce, smettila.
Cazzo che panico.
Faccio un respiro profondo, mi guardo in giro e, appurato che i suddetti pericoli non ci sono, cammino velocemente in direzione del teatro.
Ogni mio passo risuona sul marciapiede illuminato a zone dai lampioni, come un eco nel silenzio tombale della città.
È logico che non ci sia nessuno in giro: è lunedì.
Più volte mi stringo nel mio parka e tengo la sciarpa davanti alla bocca per evitare di avere un mal di gola domani.
La punta del naso e le orecchie sono fredde e sicuramente saranno arrossate, lo so.
Volto la testa a destra e a sinistra ad ogni angolo, sempre con l'inutile paura che ci sia qualcuno di pericoloso nelle vicinanze. Ogni volta che sento un rumore accelero il passo.
Dopo l'ultima svolta, vedo una sagoma seduta sugli scalini davanti al teatro.
Quello che mi fa ridere già a distanza è il suo broncio.
Quant'è carino con le labbra in fuori come un bambino senza le sue caramelle preferite?
- Ciao Chris! - saluto sorridendo.
Si alza di scatto e cerca di guardarmi in modo arrabbiato.
Cerca, ripeto.
- Non hai il diritto di chiamarmi Chris, non dopo avermi fatto aspettare venticinque minuti qui fuori come un coglione al freddo! - vomita il fiume di parole con una frenesia che stimola ancor di più la mia voglia di ridere.
- Ti sei sfogato? - sorrido.
- Non fare la simpaticona, sono arrabbiato con te. - si immusonisce.
Mi mordo il labbro per non ridere.
- Vorresti davvero essere arrabbiato con una ragazza così fantastica come me? Dove ne troverai un'altra? - scherzo.
Scuote la testa, cedendo ad un adorabile sorriso.
Lo prendo a braccetto e iniziamo a camminare lentamente.
- Allora, wonderwoman, dove vogliamo andare?
A far rodere il fegato al mio amico Ben, amico.
__________
Buona Vigilia! 🎁
Io apro oggi i regali, perché tanto non aspettavo fino a Natale neanche quando ero piccola, figuriamoci 😂
Voi?
Quando avete scoperto che Babbo Natale non esiste? Ci avete mai creduto?
Io non ci ho mai creduto veramente, ma alla materna ci propinavano sta storiella e mio fratello ha sorpreso i miei a mettere i regali sotto l'albero.
A quattro anni ho scoperto così che Babbo Natale non esiste. Niente trauma don't worry, ero una bambina piuttosto menefreghista e freddina 🙈
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