53 - Tragic
Rosalinda era in pericolo, le voci giravano a corte.
E a Ferseo era stata lanciato un incantesimo che lo costringeva a non mettere piede fuori dal piccolo regno.
La notte stessa si buttò tra le braccia di Ferseo e pianse amaramente. Si scambiarono un lungo bacio.
- Vi prometto che vi raggiungerò. Troverò il modo di fuggire da qui, scioglierò l'incantesimo. Non è un addio, questo. Tenete il mio cuore al caldo, giacché vi appartiene, e servatelo con amore con questa stella. - sussurrò Ferseo.
Rosalinda prese la stella e la strinse forte tra le dita. Al suo interno, oltre il vetrino, c'era l'ago di una bussola.
- Così saprete sempre che ci sono e che vi troverò, perché non mi serve una bussola per trovarvi. Siete la mia stella e vi vedrò brillare anche dalla grotta più buia nei ghiacci più nascosti dell'Universo.
La voce bassa di Ferseo fu seguita dai passi di una guardia.
- Presto, prendete la borsa e fuggite. Dietro le cucine vi è appostato un cavallo nero, docile come un vitellino: cavalcate più forte che potete verso sud, così tornerete al castello da vostro padre. - fece una pausa - Vi amo.
- Immensamente. - completò lei, carezzandogli la gota.
La principessa filò via silenziosamente da una porticina di legno e scese le ripide scale, completamente al buio.
Fu introdotta poi in un corridoio ampio e risonante, dove l'eco dei passi si sentiva tre volte più forte.
Scattò a sinistra e fece pochi passi prima di sbucare nelle cucine.
La luna risplendeva alta nel cielo, ben visibile dalle finestre.
Rosalinda fu percorsa da un brivido.
Corse alla porta di legno massiccio, che fece un tonfo sordo quando la richiuse dietro di sé.
Un cavallo nero voltò lievemente il muso e le puntò gli occhi addosso.
Lei prese un profondo respiro prima di balzare in sella e scoccare un colpetto al fianco, dando inizio ad una delle avventure più spericolate della sua vita.
Si augurò di non dover rifare tutto quanto di nuovo.
Non era sicura di aver preso la strada giusta, ma sperò con tutta se stessa di sì. Non aveva intenzione di correre altri pericoli inutilmente.
Cavalcò per ore, fino alle prime luci dell'alba.
Ormai stanca, scese dal cavallo e lo condusse con sé alla riva di un piccolo corso d'acqua.
Cadde nel sonno al poggiare il capo su un letto di foglie.
***
Ben mi ha scritto di vestirmi elegante, quindi mi impegno a trovare un vestito adatto.
Per fortuna ne ho uno di raso blu aderente in vita e a gonna ampia che dovrebbe andare bene.
Metto un paio di tacchi neri e passo ripetutamente il rossetto rosso opaco sulle labbra.
- Tesoro, come sei bella. - commenta mio padre, guardandomi dallo stipite della porta di camera mia.
- Grazie, papà. - sorrido.
Il modo in cui mi guarda mi suggerisce che si sta trattenendo dall'osservare che si sta rivitalizzando la speranza che io scelga Ben.
Apprezzo il suo sforzo di tacere.
In quel momento suona il campanello e io mi affretto a prendere la borsetta e raggiungere l'ingresso.
- Pronta? - domanda Ben, con un sorriso.
Annuisco.
- Ciao papà, ciao mamma! - saluto ad alta voce.
- Divertiti, Joy! - urla mia madre di rimando da qualche parte della casa. Forse la cucina.
Chiudo la porta e seguo il mio amico in auto, iniziando subito a canticchiare un motivetto che ho sentito di recente.
Poi mi accorgo che non sono in macchina con Chris e smetto.
È un po' una sorta di tradizione nostra.
- Continua, se ti va. Non mi dà fastidio. - dice Ben.
Il mio sguardo si sofferma sulla pressione alternativamente alta o bassa che la sua mano opera sul volante, risultando in un diverso rilievo delle vene e dello sforzo muscolare.
- Dove stiamo andando? - domando, sviando il discorso.
I suoi occhi verdi cercano i miei e brillano al contatto.
- Lo scoprirai fra poco. - fa l'occhiolino.
Roteo gli occhi e faccio una smorfia scherzosa.
Osservo dal finestrino i lampioni sfrecciare e illuminare a fuggevoli tratti alberi e case.
Non c'è molta gente in giro. Ho visto mezza dozzina di persone in tutto il tragitto.
- Teatro?
Alla mia domanda segue un cenno d'assenso di Ben, che esce velocemente dall'auto per aiutare me a farlo.
Non attacca, Bowers.
Però la mossa del teatro è romantica, devo ammetterlo. Se ha scelto lo spettacolo giusto, potrebbe aver guadagnato veramente tanti punti.
- Peter Pan. - sussurra, offrendomi il braccio.
Entriamo a teatro e mi sembra quasi di essere tornata indietro di un secolo, immersa nella visuale di velluti, palco di legno e decorazioni sfarzose color oro. Sorrido.
Ho la sensazione che la serata sarà piacevole.
- Trovata interessante, Romeo. - lo prendo in giro, prendendo posto su una sedia di velluto.
- Romeo, dici? Speravo di poter essere Peter per stasera.
Mordicchio il labbro, in cerca di una risposta rapida ad effetto.
- Buon San Valentino, Wendy. - sussurra.
Evito di rispondere.
È già tragico così.
__________
Se il #teamBen si sta ripopolando, meglio che vi nascondiate. Il #teamChris sembra feroce 😂
Comunque un commento di ieri mi ha fatta riflettere un pochino e sono giunta ad una conclusione/tesi: lo stereotipo delle cheerleaders americane nelle ff, trattato abbastanza con superficialità, è soltanto una forma del fenomeno che è presente ovunque nel mondo, cioè la disuguaglianza sociale.
Se ci pensate, in tutte le scuole e in tutti gli ambienti lavorativi potete individuare le persone più in rilievo e quelle più in ombra. Le forme con cui questo si manifesta sono tantissime.
Giusto ieri vi dicevo della secchioncella con la sua amichetta a braccetto, che nel mio caso specifico si tratta di due persone abbastanza sveglie e che studiano tanto, oltre ad avere lo status sociale sulla Luna.
Essendo belline, ci vuole un niente perché metà dei ragazzi della classe e tutti i più altolocati delle altre classi le mettano sul piedistallo, potete capire bene.
Non solo, il fatto divertente (insomma) è che anche i professori le considerano il top, ma solo uno le adula perché è cieco di suo. Gli altri professori sono più intelligenti e hanno capito che c'è poco di simpatico in loro due.
Tutto questo per dire che spesso si legge del cliché della biondina cheerleader, ma c'è un fondamento solido ed è uno dei modi attraverso cui tutti quanti filtriamo la realtà nella nostra mente.
La critica ovviamente è dovuta al fatto che la cheerleader nelle ff spesso non ha un cervello e scompare misteriosamente quando ha finito di rompere le scatole.
SCUSATE per il lungo discorso 😂😂
La domanda viene da sé: quanti "popolari" avete in classe?
Tra parentesi, il lecchinaggio fa schifo. Se siete voi stesse parte del gruppo, siate almeno adulate che nei lecchini c'è dignità pari a zero.
Love you 🍭
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