CAPITOLO 31 - Vecchio Amico
TRE MESI DOPO...
<<Aiden! Cristo Aiden! Ti vuoi svegliare! >>
Il mondo appare e scompare. Ancora una volta.
Un fischio. Una nota alta. Non so dire che nota sia. So solo che è tanto alta da risultare quasi stonata.
Un orecchio assoluto saprebbe darle un nome.
<< Porca vacca Aiden! >>
Attorno a me vestiti che non riconosco, oggetti che non mi appartengono e birre che non ricordo di aver bevuto.
Ah cavolo! Il braccio.
Un formicolio diffuso mi intima di muoverlo. Ma non riconosco neppure lui. Non sento un cavolo dalla spalla destra in giù.
Un flash fa piombare i miei occhi in un miscuglio psichedelico di colori e forme caleidoscopiche.
<< Non mi hai lasciato scelta fratello! >> si scusa sottovoce Eliot aprendo di colpo la finestra.
<< Dio santo Eliot! Che vuoi? >>
Mi strofino gli occhi con una mano che sembra non essere la mia per quanto formicola.
<< Abbassa la voce che stanno dormendo! Non le vorrai svegliare e offrire la colazione! Devo solo cercare il cellulare di Emma... dice che l'ultima volta l'ha visto in questa stanza. >>
<< Eliot dì alla tua ragazza che vaneggia e che il cellulare te lo ha lanciato dietro ieri sera, in piscina, dopo che ti ha beccato a flirtare con quella. Cazzo è l'ultima cosa che ricordo! >> gli dico crollando tra le lenzuola.
<< Ti ho detto di abbassare la voce! E se non vuoi problemi con quelle due fa in modo di sparire prima che si sveglino! >>
<< Chi? >>
Domanda e risposta. Quasi in contemporanea mi accorgo che quel peso sul mio braccio non era il mio peso e che ciò che stringo pensando sia un cuscino non è esattamente quello che penso.
<< Eliot! Ma porca... non potevi avvertirmi prima? E poi... chi sono queste due? >>
<< Se non lo sai tu... io non ne ho idea. Penso due matricole di letteratura. >> ipotizza ridendo sottovoce. << Hai ragione! Ora ricordo anch'io! È nel cespuglio! >>
<< Cosa? >>
<< Il cellulare! >>
<< Ecco ora che te lo ricordi e già che sei qui... aiutami a cercare i miei vestiti! >>
Mi sono sempre piaciuti.
Plastici, modellini, diorama. Riproduzioni in piccolo di qualcosa che può essere, alle volte, migliaia di migliaia di volte più grande, o più piccolo.
Si ma tra questi sono i cosiddetti "spaccati" quelli che mi affascinano di più. Quelli che ti mostrano con un solo colpo d'occhio come un oggetto è fatto al di là dello strato esterno.
Non so perché ma l'idea di avere una vista a raggi X per studiare l'interno delle cose è uno dei superpoteri che avrei sempre voluto.
Ricordo la prima volta, a 5 anni, che in un museo ne ho visto uno. Anzi più di uno. Ero circondato da modelli spaccati di macchine da corsa ma il primo su cui ho posato gli occhi era un modello spaccato a grandezza naturale di una Ferrari 275 GTB/4. Cavolo che macchina. E lì per lì, solo per un istante circondato da quella finzione ai raggi X, ho pensato davvero di aver sviluppato quel superpotere. Ma poi il carrello delle pulizie che passò davanti al mio naso mi fece tornare alla realtà.
Una bella finzione che tuttavia restava tale.
Ecco. Quanto appena successo in camera è uno spaccato della mia vita, esattamente ciò che in questi ultimi tre mesi è successo ogni santa mattina... più o meno.
Se mi piace? Ovvio che non posso lamentarmi.
Se tornassi indietro? No, non credo nonostante a ricordarmi la mia vita di prima ci siano ancora gli sguardi lanciati di sottecchi e i mancati saluti che tra i corridoi fanno più rumore di qualsiasi altro suono presente. Quegli occhi che mi dicono che sono uno stronzo, che meriterei di peggio che essere a capo di una confraternita, non di cadere sempre in piedi ma di cadere di testa per una volta e fracassarmela.
Non lo dicono ma lo dicono tutti. EJ, Mair e persino Fran. Lei da quando ha saputo della confraternita, lentamente è diventata più fredda e da lì la sua impossibilità di amarmi è diventata anche impossibilità semplicemente di rimanere amici.
Ma cosa me ne importa? Sono sempre circondato da gente. Sempre. Ogni giorno sono lì come un passeggero alla stazione, immobile di fronte al tabellone degli arrivi e partenze. Tutto muta attorno a me in un turbinio di voci e suoni. Tutto tranne me. E forse in qualche occasione in questi tre mesi ho anche cercato di raggiungere l'uscita... ma per andare dove poi? Probabilmente è meglio rimanere qui, mi sono detto, in attesa del mio treno o quantomeno che annuncino il binario.
Per ora resto qui. Alla Gamma Lambda si sta bene. Mi hanno eletto capo dopo un solo mese. Non che abbia fatto nulla di particolare o di minimamente memorabile. È bastata la voce della mia presenza, con il mio vero nome, perché la gente arrivasse. E più gente arrivava, più gente poteva venir respinta il che ammantava la confraternita di una esclusività quasi divina. In effetti, guardando esclusivamente ai risultati scolastici, gli appartenenti alla mia, sì esatto "mia", confraternita hanno voti eccelsi il che ha del soprannaturale vista il minimo numero di ore passate sui libri.
Cosa devo dirvi. Alla Gamma Lambda preferiamo il sano e vecchio divertimento al duro e faticoso lavoro. Ma bisogna dire che quei divertimenti noi li rendiamo assolutamente epici.
Quindi: epico, soprannaturale, divino. Ecco cosa distingue la Gamma Lambda.
Se sono fiero? Certo. Se sono felice?
<< Aiden! Mi serve una firma per far scaricare la birra sennò ci tocca scaricarla da noi! Vuole cinquanta in più! >>
Mi accendo la terza sigaretta nel giro di mezz'ora. Cazzo di treni che non arrivano mai.
<< Dagliene sessanta ed una cassa. >>
<< Perché? >>
Da lontano Fergus mi fa un cenno poco espansivo e molto significativo.
<< Assomiglia ad un vecchio amico. >>
© Giulio Cerruti (The_last_romantic)
Angolo dell'autore:
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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