Autrice: MarisaCelentano

Due mesi prima

Ho la testa premuta con forza contro un auto, il dolore inizia a diffondersi in tutto il corpo, anche nelle parti che non sapevo di avere.
L'uomo che ho di fronte ha gli occhi iniettati di sangue e stringe un coltello nella mano destra mentre l'altra mi attanaglia il collo.
Il cadavere di Mark giace a pochi passi da noi e inizio a temere per la mia vita.
Ho le lacrime agli occhi e quasi non riesco a respirare, la paura si è impossessata di me.
''Dimmi dove nascondeva i soldi'' esclama l'uomo indicando il corpo senza vita del mio ragazzo.
''Io... non lo so'' sussurro con un filo di voce.
''Brutta troia!'' mi tira uno schiaffo e crollo a terra in un mare di singhiozzi.
La sirena della polizia inizia a risuonare in lontananza, i miei colleghi mi stanno finalmente raggiungendo.
Quando quest'uomo si accorge del loro imminente arrivo scappa via lasciandomi distesa a terra scossa dai singhiozzi.
Imprimo bene nella mente l'immagine di quest'essere appena scappato via e realizzo che ho appena trovato la mia missione nella vita; prometto sul cadavere del mio ragazzo che il suo assassino sarà a breve un uomo morto.

Aprile 2016

Ho lasciato il mio lavoro due mesi fa, quando ho capito che non bastava essere un poliziotto per proteggere la vita di chi ami.
L'ho lasciato perché adesso sono passata dalla parte opposta.
Ho cercato a lungo informazioni su quell'uomo e alla fine ho ottenuto un nome: Taylor Benson, un nome già noto tra le forze dell'ordine.
Si nasconde in una fabbrica poco distanza da Portland ed è lì che sto andando.
''Travis, Cam, andiamo'' dico ai miei complici, nonché fratelli di Mark.
I due si guardano preoccupati, poi si rivolgono a me.
''Pensiamo che non sia una buona idea che tu venga con noi''
Mi volto di scatto e li fulmino con lo sguardo.
''Taylor sa che lo cerchi da mesi e probabilmente ti sta aspettando! Potresti fare qualche stupidaggine e rovinare gli sforzi di mesi interi!''
Travis e Cam sanno, così come lo so io, che sono una persona troppo impulsiva, mi lascerei sopraffare dalle emozioni e rovinerei ogni cosa.
''Avete ragione'' dico porgendogli la mia pistola, quella che usavo quando ero in servizio.
Quella che non ho mai consegnato quando mi sono dimessa.
Quella che avevo dimenticato quella maledetta sera di due mesi fa.
Quella che non ho avuto l'occasione di usare per salvare la vita del mio ragazzo.
''Voglio che lo uccidiate con questa''
Mi guardano con uno sguardo di compressione e compassione, poi vanno via.

Uccidere Taylor non mi riporterà Mark, ma servirà ad alleviare il mio senso di colpa.

Torno in casa e fisso le mie foto in uniforme, ho salvato molte vite durante i miei anni di servizio, tranne l'unica di cui mi importava davvero.
Mi siedo di fronte allo specchio e inizio a spazzolarmi i mei lunghi capelli biondi.
Per la prima volta, dopo mesi, inizio a sentirmi finalmente tranquilla.
Vado in cucina a prepararmi qualcosa da mangiare.
Dopo mesi, mi è finalmente tornato l'appetito.
Preparo con tutta la calma che conosco un bel piatto di pasta al formaggio e delle patatine fritte; mangio il tutto in poco tempo, il mio primo vero pasto completo da mesi.
Mi siedo sul divano e apro il messaggio di Travis che mi è arrivato poco fa.
''Ci siamo, è quasi fatta.''
Sorrido e fisso la televisione.
Tutto sta procedendo secondo i piani, avrei solo voluto vedere la faccia di Taylor un secondo prima di morire, solo per cercare di dimenticare il viso di Mark scosso dalla paura e dall'orrore poco prima dello sparo che gli ha tolto la vita.

Qualche minuto dopo bussano alla porta, probabilmente i miei complici sono già di ritorno.
Spalanco la porta con un sorriso sulle labbra che scompare appena scopro chi ha bussato.
Taylor mi fissa con un'espressione vittoriosa stampata sul volto e stringe tra le mani una pistola che conosco fin troppo bene, una pistola che mi ha cambiato la vita.
''Perché?'' gli chiedo appena riesco a riconnettere la bocca col cervello.
Ma è l'ultima parola che esce dalla mia bocca.
Uno sparo.
Il nulla assoluto.