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luckymikey

Autrice: luckymikey, in bocca al lupo!

È incredibile come gli adolescenti riescano a prendere in giro i loro coetanei anche per una sciocchezza, per un tratto del loro aspetto o della loro personalità.

Io non ho nulla di strano o fuori dall'ordinario, eppure quei viziati figli di papà che popolano la mia scuola hanno trovato di che prendermi in giro.

Se i miei sono benestanti, ho bei voti, sto nel mio e non do noia a nessuno, perché mai dovrei essere deriso?

Solo perché ho i capelli rossi e le lentiggini.

Non accade spesso, ma certe volte le persone a scuola mi guardano in modo strano, come se fossi troppo diverso per camminare sulla loro stessa terra.
Da piccolo gli altri bambini non volevano mai giocare con me, mi prendevano in giro, ma poi la cosa si è stabilizzata. Nei primi anni del liceo, non mi derideva quasi nessuno, tranne i soliti quattro idioti.

E sono quegli idioti che proprio in questo momento mi guardano, parlano tra loro e ridono.

La mensa è il luogo che preferiscono per tormentare gli innocenti e fare gli spacconi. Li sento parlare e prendere in giro sia me che altri, ma li ignoro tranquillamente.

Continuo a chiedermi perché se la prendano con me, visto che non ho fatto nulla di male, poi però mi ricordo che capiscono meno di un cucchiaio e tutto torna.

Con gli anni ho imparato a fregarmene di loro, tanto ribattere sarebbe inutile. Anche se dicessi loro qualcosa per difendermi, i loro genitori troverebbero il modo di mettermi nei casini.

-Che teste di cazzo.- esclama la mia amica Lucy, sedendosi vicino a me.

È una ragazza carina e gentile, ma quando deve dire qualcosa lo fa senza scrupoli, con il massimo della sincerità.

-'Giorno anche a te, Lucy.- faccio io.

Mi sorride dolcemente e inizia a mangiare la sua pizza.

I capelli biondi le ricadono sulle spalle, morbidi, e li scansa con un gesto leggero quando le finiscono davanti al viso.

La mia attenzione viene catturata dalla porta d'ingresso della mensa, che viene aperta.

Ad entrare è James Reese, con accanto due ragazze decisamente troppo truccate e poco vestite.

Ha gli occhi verde chiaro, con qualche pagliuzza marrone, i capelli castani, sempre tirati su, ed un gran bel sorriso da bravo ragazzo. Inoltre, è alto e muscoloso, con le spalle larghe. È perfetto.

Continuo a guardarlo mentre attraversa la mensa e mi passa accanto.

Le maniche della sua felpa sono tirate su e lasciano intravedere gli avambracci muscolosi e le vene leggermente gonfie su di essi.

I miei occhi scivolarono sul suo corpo, andando verso l'alto, e si posarono sul collo e sulla linea definita della mascella.

Sposto lo sguardo sul suo viso e noto che mi sta già guardando.

-Cazzo guardi, Ginger?- sbotta, con un tono aggressivo e strafottente.

Non rispondo e distolgo lo sguardo, senza rispondere.

-Sarà anche stronzo, ma è bello.- commenta Lucy, accennando a James.

-Bellissimo.- mormoro.

-Eh?- fa lei, confusa. A quanto pare mi ha sentito, ma per fortuna non ha capito.

Mi stringo nelle spalle con calcolata indifferenza. -Niente, a me sembra solo uno stronzo.-

-Ma non eravate amici?- mi chiede lei.

-Sì, eravamo.- confermo. -Poi, circa un anno fa, ha deciso di punto in bianco che non potevamo più vederci. Oppormi è stato totalmente inutile.-

-E non ti dispiace?-

"Da morire", penso.

Perché non lo dico ad alta voce? Perché quello che provo per James è qualcosa di vero, autentico fortissimo e Lucy, nonostante sia una mia cara amica, non capirebbe.

-Me ne sono fatto una ragione.- dico invece. -È cambiato da quando non siamo più amici.-

-Che intendi?-

-Prima non andava con una ragazza diversa ogni settimana, non fumava, non beveva, non prendeva in giro le persone senza motivo.- rispondo, con un velo di nostalgia nella voce. -Adesso è diverso.-

Appoggio i gomiti sul tavolo e mi sporgo in avanti, in modo da poter vedere bene il tavolo dove siede James.

Guardandolo, non posso fare a meno di sorridere, ma anche di provare una fitta di gelosia per le ragazze che gli siedono accanto.

Non so quando ho capito di essere innamorato di lui, ma dopo che ha smesso di voler passare del tempo con me, tutte le mie giornate sono diventate più buie. Prima eravamo solo amici, certo, ma vorrei che tutto tornasse come prima, almeno potrei stargli vicino.

Mi manca tantissimo, troppo.

Ogni giorno lo vedo a scuola e vorrei solo essere al suo fianco, prenderlo per mano, abbracciarlo. E non in segreto, ma davanti a tutti.

Vorrei prendergli il viso tra le mani e baciarlo, urlando al mondo intero il mio amore per lui.

Ma purtroppo, lui è un etero molto convinto e ci sa anche fare, da quel che dicono le ragazze della scuola.

Loro però non potranno mai capirlo come lo capisco io, amarlo come lo amo io, quasi fosse un dipinto astratto ed io l'unico in grado di comprenderne il significato.

È il ragazzo più bello che abbia mai visto, non c'è dubbio, e non mi interessa se è uno stronzo, se è il fighetto di turno, lo amo comunque.

La voce di Lucy mi riporta con i piedi per terra.

-Miles, ma ci sei o no?-

-Scusa, che stavi dicendo?- esclamo, sbuffando.

-Adesso abbiamo un'ora libera e non so cosa fare.- dice, guardandomi in modo particolare, come se sperasse di ottenere qualcosa da me. -Ti va di andare in biblioteca a ripassare per il compito di storia?-

-Va bene.- dico subito.

Ho bisogno di una distrazione al più presto possibile, non posso più stare qua a piangermi addosso per chi non posso avere.

La campanella suona, mettendo fine ai miei pensieri e alla pausa pranzo.

-Andiamo?- le chiedo, sfoderando il mio miglior sorriso.

-Sì.- risponde.

Sbaglio o scorgo una punta di malizia nel suo sguardo?

Una grossa risata scoppia nella stanza. Mi giro verso il tavolo dei figli di papà e vedo tutti che ridono, guardando me.

Decido di ignorarli, tanto avranbo fatto solo un'altra stupida battuta, sentita e risentita.

Poi io e Lucy ci incamminiamo, fianco a fianco, verso la biblioteca.

Due minuti dopo, arriviamo a destinazione ed è tutto deserto.

Mi siedo al primo tavolo che mi trovo davanti. -Bene, Lu, adesso studiamo.-

Lucy si mette seduta vicino a me, appiccicando la sua sedia alla mia.

Sorride maliziosamente. -Io pensavo di fare altro.-

-Uuh.- faccio io, alzando le sopracciglia, pensando che scherzi.

-Dico sul serio, Miles.- continua, avvicinando il viso al mio.

Involontariamente, il mio sguardo cade sulle sue labbra, socchiuse e rosee.

Lucy mi piaceva prima che conoscessi James e, se devo essere sincero, mi attrae tutt'ora. In effetti, non credo di essere del tutto gay. E poi lei è particolare, bella, sexy e intelligente e, a quanto pare, anche lei è attratta da me.

Lei si avvicina sempre di più, tenendo gli occhi azzurri puntati nei miei, e io non mi allontano.
Non mi allontano nemmeno quando le sue labbra sono sulle mie e si muovono con forza e intensità.

Mi prende il viso tra le mani, scivolando giù dalla sua sedia e si mette in braccio a me. Infila la lingua tra le mie labbra e la dolcezza di poco prima si trasforma quasi in prepotenza.

Ma io non sento nulla, se non il nostro contatto fisico. Non provo emozioni, né altro. Sono totalmente apatico.

Ad un tratto, un tonfo alle nostre spalle ci fa sobbalzare.

Mi stacco immediatamente da Lucy e mi giro.

Il sangue mi si gela nelle vene quando i miei occhi ne incontrano un paio verdi, con delle pagliuzze marroni.

James mi guarda un attimo con disgusto, poi corre via, sbattendosi la porta alle spalle. Su di essa, poco sopra alla maniglia, c'è una rientranza, segno che è stata colpita con forza. Probabilmente, James ci ha tirato un pugno sopra.

Impiego un secondo per elaborare l'accaduto, far scendere Lucy dalle mie ginocchia e correre dietro a James.

Corro in corridoio e lo vedo girare l'angolo. Accelero il passo fino a raggiungerlo e, un secondo prima che gli afferri il braccio, lui si volta verso di me. Sul viso ha un'espressione arrabbiata, ma scorgo un velo di tristezza nei suoi occhi limpidi.

-Io...- inizio a dire, ma poi non so come continuare.

Non so nemmeno perché gli sono corso dietro a dire il vero.

-Che vuoi Ginger? Perché mi segui?- sputa lui, sulle difensive.

-Potrei chiederti la stessa cosa. Sei tu che hai seguito me e Lucy in biblioteca.- ribatto, con una sicurezza mai vista prima.

La mia risposta lo mette a tacere, ma solo per un secondo, durante il quale il suo sguardo incontra il mio.

-Ma tu non sai perché vi ho seguiti.- dice, piamo, come se pensasse a voce alta.

-Perché non hai niente da fare e hai deciso, insieme a quegli idioti dei tuoi amici, di rendermi la vita un inferno.- dico, ancora una volta sicuro di me.

Scuote la testa. -La tua è un'ipotesi interessante, ma vi sono venuto dietro perché pensavo fosse stata la battuta di Chris a farti andare via tanto di fretta.-

Chris deve essere uno dei suoi compagni della squadra di football.

-Non l'ho nemmeno sentita, che battuta era?- gli chiedo, confuso.

-Non voglio ripeterla, dato che non era molto bella e si riferiva a tua madre, per cui ho pensato che ti avesse ferito abbastanza, visto che..-

-Visto che mia madre è morta.- concludo la frase al posto suo. -Be', non ho sentito nulla, per fortuna. Ma, in ogni caso, cos'è questa improvvisa preoccupazione per me? Non mi parli per un anno intero, poi, ad un tratto, mi corri dietro come se fossi un cucciolo bastonato.-

-Non posso preoccuparmi per te?- sbuffa. -Scusami tanto.-

-Perché dovrebbe importarti di come sto? Perché vorresti riavvicinarti a me, se sei stato tu ad allontanarmi?- esclamo, alzando la voce.

Non posso continuare ancora questa conversazione, la quale, tra parentesi, mi sembra abbastanza surreale. Forse non sta accadendo veramente, forse è solo un sogno. O forse sono io a sperare che lo sia, perché non so se nella realtà riuscirei ad affrontarla.

-Perché non ne posso più di guardarti da lontano, senza parlarti, senza fare nulla!- dice, facendo un passo verso di me.

Non credo alle mie orecchie. Non può averlo detto veramente, non è possibile.

-Ho provato in tutti modi a dimenticarmi di te. Ragazze, sesso, alcol, feste, a volte anche fumo, ma niente da fare.- continua, avanzando ancora, mentre io indietreggio. -Decidere di allontanarmi da te è stata la decisione più difficile che io abbia mai preso, ma ho dovuto farlo. Non sopportvo più l'idea di starti accanto sapendo...-

La sua voce, che adesso è dolce e profonda, viene a meno, lasciando spazio ad un silenzio opprimente.

Mi ritrovo con le spalle al muro.

-Sapendo cosa, James?- mormoro.

Ormai è a pochi centimetri da me ed io, immobile, non so che fare.

-Sapendo che non provavi, e non provi, i miei stessi sentimenti.- dice, a un soffio dal mio viso. -Era uno strazio sapere che non mi volevi, che non potevo averti, quando eri tutto ciò che desideravo. Quando ci siamo conosciuti ho capito che in te c'era qualcosa di diverso, caratterialmente e non solo. Che tu ci creda o no, sei la prima e ultima persona che io abbia mai conosciuto ad avere i capelli rossi. Li ho sempre adorati, così come te.-

Pronuncia l'ultima frase con un sorriso nostalgico, mentre io lo guardo, incredulo e incapace di parlare.

-Quando hanno fatto quella battuta idiota mi sono incazzato e sono venuto a cercarti. Non volevo che stessi male per colpa di quei coglioni.- continua, vedendo che non dico nulla. -Poi ti ho visto con Lucy e ho perso le staffe. Il resto della storia lo sai.-

-Ma.. non capisco.- dico, scuotendo la testa. -Tutto questo non ha senso. Tu sei etero e la scuola è piena di ragazze che raccontano di quanto tu sia bravo a letto.-

Sorride con dolcezza. -Be', fino a poco fa ho creduto si non di essere pronto a fare coming out, per cui andare con diverse ragazze era una copertura, per così dire.-

-Fino a poco fa?- chiedo, ripetendo le sue parole.

-Ti ho già detto che quando ti ho visto con Lucy mi sono incazzato, ma ho anche capito che non posso scappare dai miei sentimenti. Se farò coming out sarà perché voglio dire a tutti quanto io desideri stare con te.-

-Tu vuoi stare con me?- faccio, perplesso.

Possibile che ancora non mi sembri vero?
Ho desiderato sentire queste parole per così tanto tempo che ho perso il conto dei giorni, ma adesso che le sento mi sembra di vivere in un sogno.

-Miles, lo so che probabilmente non provi i miei stessi sentimenti, ma volevo che tu sapessi, perché non ne potevo più di fare finta di nulla.- mormora, a pochi centimetri dalla mia bocca. -Anche se le distrazioni funzionano, non durano per sempre. Forse ho sbagliato tutto, ma..-

Il tono della sua voce mi incanta a tal punto che quasi non mi rendo conto di fare un passo avanti e prendergli il viso tra le mani.

Poi è un attimo: le sue labbra sono sulle mie, calde e morbide.

Dopo un secondo di confusione e sorpresa, James risponde al bacio. Mi mette le mani sulla vita, spingendomi verso il muro, mentre approfondisce il bacio.

Non è assolutamente come con Lucy, l'esatto opposto.

Con lei era solo un contatto fisico, ma con James è come se l'energia che scaturisce dal tocco delle nostre labbra ci entrasse dentro la pelle, dandoci una sorta di scossa in tutto il corpo.

La sua bocca continua a muoversi sulla mia, finché non mi allontano dolcemente, posando le mani sul suo petto.

-Ti amo.- dico, sicuro di me come non sono mai stato prima.

Adesso stare con lui è una certezza, non più il sogno che ho rincorso a lungo.

James appoggia la fronte alla mia. -Ti amo anch'io, Miles.-

Posso sentire le emozioni vibrare nella sua voce quando parla e non c'è suono più bello.

-Avevi mai baciato un ragazzo?- sussuro, contro le sue labbra.

Scosse piano la testa, sorridendo. -No, è stata la prima volta.-

-Sono sicuro che non sarà l'ultima.-

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