Autrice: Emi_2808

Le persone sono egoiste, sempre.
Non sono capaci di amare.

Fa freddo nella stanza, le pareti sono nere proprio come il buio che mi avvolge, non ci sono finestre e l'unica fonte di luce proviene dalla vecchia lampada posta sul tavolo.

L'uomo seduto davanti a me sta sistemando delle carte e i suoi colleghi mi fissano. Odio essere fissata da così tanti uomini. Odio gli uomini.

Sono degli esseri spregevoli, degli animali.

«Signorina Evans, è stata lei ad uccidere i due ragazzi?» mi chiede il commissario guardandomi dritta negli occhi.

«Sì».

«Non ha nulla da dire in sua difesa?».

«No, perché non ho fatto nulla di male».

«Che cosa intende dire con questo?».

«Che gli egoisti vanno puniti» rispondo con freddezza sporgendomi in avanti e sbattendo le manette sul tavolo.

Proprio così.

Coloro che ti tradiscono non meritano di venire trattati con rispetto e molto spesso, questo l'ho provato sulla mia pelle, sono proprio coloro a cui hai affidato tutto, anche la tua stessa vita, a tradirti nei modi più brutali.

Due grandi mani mi afferrano per le spalle e mi tirano indietro.

«Stai attenta a come ti comporti» ringhia un poliziotto.

Rido.

«Vedo che è determinata a sostenere la sua posizione. Non capisce che è folle uccidere la gente perché è egoista?» interviene il commissario tralasciando la mia precedente azione.

«Non è folle! Io non uccido, io salvo vite. Io ho salvato le vite a quelle ragazze che hanno dato tutto e si sono consegnate ciecamente al loro amore. Io le ho salvate perché, almeno prima di morire, hanno capito di chi si erano fidate veramente. Mostri capaci di ucciderle per avere salva la propria vita. Io non le ho uccise, io le ho liberate» ribatto osservando con sguardo trionfante l'uomo davanti a me che si irrigidisce immediatamente.

«Lei è pazza».

Non è vero. Io non sono pazza. È il mondo intero che è popolato d'insania, tutti lo sono, chi in maggiore e chi in minor dose.

Le donne sono pazze perché si fidano degli uomini, li amano e li ritengono più importanti anche di loro stesse. Non capiscono che non esiste il vero amore, l'amore non può e non potrà mai niente di fronte al sacrificio, alla morte.

Ho cominciato gli esperimenti per provare la mia teoria, dopo quella terribile notte di novembre dell'anno scorso. Io, mio fratello e Jack, il mio ragazzo, stavamo passando una serata tranquilla in compagnia, guardando telefilm e rimpinzandoci di popcorn, quando improvvisamente irruppero in casa dei ladri.

Erano armati: avevano le pistole.

Ci obbligarono a seguire le loro indicazioni e ci legarono, ero terrorizzata, ma nulla mi avrebbe più sconvolta di quello che sarebbe successo dopo.

Sciolsero Jack e gli diedero in mano un coltello preso dalla cucina, con l'ordine di uccidere mio fratello e me e con la promessa che, se l'avesse fatto, avrebbe avuto salva la vita.

Con il volto rigato di lacrime, assistevo legata alla disumana scena in cui Jack accoltellava a sangue freddo mio fratello, il suo migliore amico. Quando lo vide esanime, si rivolse verso di me con uno sguardo assassino che mai riuscirò a dimenticare. Si gettò sul mio corpo e mi colpì sul ventre, finché non mi accasciai per terra.

L'aveva fatto sul serio. Era arrivato al punto di uccidere le due persone a lui più care, o almeno, questo è quello che io mi ero illusa di essere per lui.

«I suoi delitti sono sempre stati studiati molto accuratamente, il che non ci lasciava mai alcun indizio sull'identità dell'artefice, ma questa volta non si è allontanata dalla scena del delitto, bensì ci ha aspettati. Non capisco il perché» domanda il commissario alzandosi dalla sedia e incamminandosi verso di me.

«Davvero non capisce?» chiedo con un sorriso prima di scattare in piedi e buttarmi contro l'uomo.

Uno sparo.

Sento un dolore acuto diffondersi dalla mia schiena, in tutte le più piccole parti del mio corpo.

Sono felice, era questo che volevo.

Jack fu ucciso dai ladri con un colpo alla schiena, io ho sempre ucciso gli uomini che hanno accoltellato le loro ragazze con uno sparo.

E anche io morirò così.

Forse perché ne ho abbastanza di vivere, o forse perché voglio semplicemente punire me stessa.