Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Anche questa è Hollywood

La telecamera inquadrò il ragazzo dalla pelle blu e, con un rapido zoom, si concentrò sul suo viso sorridente, riprendendo nell'angolo in alto a sinistra anche un disco volante in lontananza. Poi l'operatore spense la telecamera.

- Ok, stop, buona la prima!

Il regista si alzò soddisfatto, mentre tutti gli attori tiravano un sospiro di sollievo. Era la prima volta che una scena non andava ripetuta mille volte.

- Ottimo lavoro Brad! Con questa ci facciamo anche la locandina!

Il giovanissimo attore si lasciò scappare un sospiro di sollievo: avere ventidue anni ed essere scelto come protagonista per un filmone di fantascienza era sicuramente un grande onore. Ma anche un immenso onere. Il regista era puntigliosissimo e bastava una formica di troppo nell'inquadratura per mandare all'aria una giornata di riprese.

- Bene, direi che per oggi abbiamo finito. Ci vediamo domani mattina alle sei e mezza. Mi raccomando la puntualità!

Come suo solito, dopo aver lanciato alla troupe il suo sguardo ammonitore, Ruyard Wertson si incamminò verso l'uscita degli Studios, senza più rivolgere la parola a nessuno.

Mentre i cameraman e gli altri operatori iniziavano le lunghe operazioni di smontaggio del set, gli attori si ritirarono nella zona "strucco", come l'aveva rinominata Brad Pitt. Infatti in ogni fotogramma del film la sua pelle appariva di un meraviglioso azzurrino, grazie a due/tre ore di trucco. Ma andare in giro conciato in quel modo era poco consigliabile: come minimo l'avrebbero preso per matto. Così, alla fine di ogni giornata di riprese doveva sottoporsi a più di un'ora di trattamento, questa volta per far ritornare la pelle del suo colore naturale.

Quella sera però era molto tardi e la truccatrice era già andata via. Al suo posto era rimasto il suo assistente, un ragazzo poco più vecchio dell'attore con una fidanzata che teneva molto alla puntualità. E lui era già in ritardo.

- Senti Brad, facciamo così: invece del solito trattamento ti faccio una cosa veloce. Il colore andrà via normalmente, ma può essere che la pelle si arrossi leggermente. Fatti una doccia fredda e domani sarai come nuovo.

Il ragazzo, esausto per la lunghissima giornata di riprese, acconsentì subito alla proposta di Bob e neanche mezz'ora dopo era già fuori dagli Studios.

§§§

Non erano ancora le sei che Brad Pitt era già sul set. Non che smaniasse dalla voglia di riprendere a girare, anzi. Aveva passato una notte d'inferno, rigirandosi tra le lenzuola che sembravano essere diventate tizzoni ardenti e un centinaio di docce gelate che avevano avuto come unico effetto quello di congelargli la testa. La sua unica speranza era che Lara avesse un rimedio miracoloso per il disastro combinato da quel pasticcione del suo assistente.

Ma non fece in tempo a varcare la porta che inciampò su qualcosa. Anzi, su qualcuno.

Accese la luce e si trovò davanti il corpo di un uomo sulla sessantina sdraiato proprio sulla soglia.

- Oh! Oh!

Cercò di svegliarlo con un leggero calcetto, ma l'uomo non si mosse. Si chinò e lo girò pancia all'aria per poterne vedere il volto.

Lo riconobbe subito: era un barbone che girava sempre lì intorno e spesso riusciva a intrufolarsi negli Studios per passare la notte in uno dei capannoni. Da quelle parti lo conoscevano tutti, anche se nessuno sapeva quale fosse il suo nome: lo chiamavano tutti Socrate, soprannome che si era guadagnato per via della sua barba bianca e dei suoi "vestiti" che consistevano in un telo bianco avvolto in qualche modo attorno al corpo.

Brad Pitt, però, notò subito un'altra cosa: Socrate era stato picchiato a sangue.

Essendo esperto di pronto soccorso tanto quanto Bob di tecniche per struccare, chiamò immediatamente un'ambulanza, senza osare toccare nulla.

L'arrivo dei sanitari fu accompagnato dall'accorrere trafelato del custode preoccupato che fosse successo qualcosa a uno dei preziosissimi attori che erano già al lavoro.

Ma quando vide che il malcapitato era povero Socrate, si preoccupò di più: ora avrebbe dovuto giustificare il fatto che un barbone fosse riuscito a entrare negli Studios. Di certo non poteva raccontare la verità, cioè che era lui stesso ad aprirgli la porta di un capannone perché non passasse la notte all'addiaccio.

Ma ormai Brad Pitt aveva chiamato anche polizia. Avrebbe dovuto raccontare la verità.

§§§

Il poliziotto chiuse la portiera della volante con un'eccessiva dose di energia.

Lavorare agli Studios lo irritava tremendamente. Provava una certa insofferenza per tutte le persone che lavoravano lì dentro: attori e registi erano troppo famosi per essergli simpatici e tutti gli altri, a suo parere, erano troppo montati per il fatto di lavorare a Hollywood perché potessero andargli a genio.

In più, questa volta, a fare le spese di questo teatrino era stato un povero senzatetto, che avuto la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.

Già, perché risalire al colpevole del pestaggio non era stato troppo difficile e si ritrovava dietro la portiera appena sbattuta con malagrazia dal poliziotto insofferente.

"Sono talmente pieni di sé che non sanno fare niente senza lasciare chiari indizi del loro passaggio" era stato il suo primo pensiero.

Infatti il colpevole era un attore già ben conosciuto, inizialmente scelto per la parte del protagonista e poi scartato, a favore del ben meno famoso Brad Pitt. Ovviamente la cosa non era piaciuta per niente al borioso signore, che aveva deciso di sabotare il film. Se avesse messo fuori combattimento l'odiato rivale, pensava, avrebbe ottenuto quel posto che gli spettava di diritto.

Così quella sera, dopo le riprese del film in cui aveva uno "schifosissimo ruolo da comprimario", si era nascosto nel capannone che ospitava il set del film di fantascienza e aveva aspettato che se ne fossero andati tutti. Poi aveva cominciato a svitare i bulloni delle ruote della macchina su cui sarebbe dovuto salire il "caro" Brad la mattina dopo. Non era previsto uno stuntman, perché la velocità a cui sarebbe dovuta andare l'auto era di soli settanta chilometri orari. Sufficienti però a fare del male al guidatore se si fosse staccata una ruota.

Peccato che mentre era all'opera fosse entrato il povero Socrate. Per paura di essere stato scoperto, l'aveva selvaggiamente picchiato prima di scappare. Lasciandosi dietro una miriade di impronte digitali.

- Voglio il mio avvocato!

- Lo avrai, lo avrai! E scommetto che avrai anche i soldi per la cauzione e per mettere a tacere tutta la storia!

"Già," pensò il poliziotto mentre il suo collega rispondeva all'attore sbraitante, "perché anche questa è Hollywood!"

1056 parole

mifaiMALEC

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro