L'inizio della guerra
Non sapeva quanto tempo avesse passato in cella, non riusciva bene a calcolare i giorni senza il riferimento del sole, ma comunque sapeva che, in totale, le avevano portato sei pasti da quando era lì. E anche che le guardie erano diminuite.
Prima erano quattro a sorvegliare la sua porta, ora solo una. Non si domandò nemmeno il perché, visto che la risposta l'aveva raggiunta prima della domanda. L'imminente guerra contro l'antico.
Forse si stavano preparando, o forse era già iniziata, non lo sapeva. Sentiva solo che qualcuno era in pericolo.
A volte quella sensazione la prendeva in modo talmente forte da farla tremare e cadere al suolo, opprimendola completamente. Altre volte le faceva solo sentire un forte peso, all'altezza dello stomaco o del cuore, non l'avrebbe saputo dire con certezza, sapeva solo che in alcuni momenti l'angosciava, facendola sentire impotente.
Ogni volta che si addormentava, faceva strani sogni, ma era sicura di non essere mai tornata in quella strana stanza. Mai.
Si chiese per l'ennesima volta come avesse fatto, quando la guardia le portò il suo ottavo pasto. Lo ringrazio con lo sguardo ed iniziò a mangiare, riflettendo.
Phyant le aveva detto che i cavalieri degli elementi temevano quelli antichi perché sapevano di non potersi opporre a loro, eppure una volta li avevano sconfitti, ma come? E sarebbero stati in difficoltà quella volta? Insomma, c'è n'era solo uno, da quanto aveva potuto vedere, ed era sicura che i cavalieri fossero molti di più. E avevano i draghi. Di certo lo avrebbero sconfitto.
Forse tifare per i suoi carcerieri non era una mossa intelligente, eppure sentiva che quell'antico era malvagio e che non si dovesse fidare di lui. Anche se era come lei. Anche se era "diverso" come lei.
***
Il tempo passava, è ormai aveva perso il conto dei pasti che le portavano. Era concentrata su altro; sentiva dentro di lei qualcosa crescere, come se una strana energia stesse prendendo vita, eppure non riusciva a capire di cosa si trattasse.
Forse magia? Aveva quindi provato a lanciare incantesimi, ma non aveva avuto alcun effetto. Forse non era quello il modo di usarla. Fissò la sua misera brandina, oh quanto rimpiangeva il letto comodo su cui aveva dormito quando era arrivata li.
Se avesse fatto una prova con quella? Tanto dormire su di essa o sul pavimento non era molto diverso, in quanto a comodità, nel caso l'avesse rotta o fatta esplodere.
Si concentrò ed immaginò che ci fossero dei fili invisibili che tirassero l'oggetto in aria. Con sua sorpresa, noto che funzionava. Alzò la mano, lentamente, come se a sollevarlo fosse essa, e l'oggetto seguì la sua andatura.
Poi lo fece scendere piano, giusto in tempo per l'entrare di una guardia.
***
La guerra era iniziata, lo sentiva, in qualche modo lo sentiva. Ed era preoccupata per ció.
Significava che Hava, Ankush e Phyant erano là fuori a rischiare le loro vite, e lei invece era lì, inerme, senza poter fare nulla.
Gli attacchi di panico, così li chiamava ormai, continuavano, ad intervalli regolari. Se solo avesse saputo chi era in pericolo... No, non avrebbe potuto farci niente lo stesso. Era chiusa nei sotterranei di un palazzo sospeso fra le nuvole. Anche con i suoi nuovi poteri non poteva sperare di scappare.
Eppure stare li ad aspettare era estremamente snervante. Voleva uscire, fare qualcosa. Ma niente, doveva rimanere lì.
Sospirò pesantemente, lasciandosi cadere a peso morto sul suo lettino. E chiuse gli occhi. Subito le immagini della battaglia apparirono chiare e vivide nella sua mente.
C'erano i cavalieri dell'aria, da un lato, e i loro nemici, dall'altro. Gli uomini vestiti di nero, sprovvisti di drago e, a quanto sembrava, di poteri, venivano facilmente sconfitti, eppure c'era qualcosa che impediva ai cavalieri di raggiungere il castello oscuro, come una forza invisibile che li respingeva indietro.
Ankush era tra le prime fila insieme al suo drago, di cui non conosceva il nome, e si faceva strada a forza verso la base del nemico. Dopo poco, tutti gli uomini in nero vennero sopraffatti e sconfitti, e l'esercito dei cavalieri potè procedere liberamente, quando...
Una sensazione di gelo la pervase. Guardò in alto, verso il castello, e lo vide. Vide il cavaliere antico, in tutto la sua potenza. Le fece venire voglia di scappare, anche se sapeva di non essere fisicamente li. Ma cosa le diceva che fosse al sicuro? Se l'esercito dei cavalieri avesse fallito, anche la città dove si trovava lo sarebbe stata, e non era del tutto sicura che quell'uomo l'avrebbe risparmiata in nome della loro razza comune.
Strinse i denti, vedendo i draghi caricare coraggiosamente verso l'antico, il quale li spazzò via con un gesto della mano. Un semplice gesto della mano. Nulla di più. Riusciva a batterli senza problemi, con un misero gesto della mano. Quanto poteva essere potente quell'uomo? Ormai ne era sicura: i cavalieri dell'aria non avevano più scampo.
Aprì gli occhi, di scatto, poiché qualcosa dall'esterno stava facendo tremare il luogo dove si trovava. Possibile che la battaglia si fosse spostata fin lì in così poco tempo?
Altre scosse, e la parete alle sue spalle, quella che confinava con mondo esterno, iniziava a dare segni di cedimento. E dire che le era sembrata una costruzione abbastanza solida.
Ulteriori colpi e le pareti iniziarono a crollare, costringendola a rifugiarsi in un angolino della stanza per non finire schiacciata. Si appiattì il più possibile contro le pareti, portando le ginocchia al petto e coprendosi la nuca con le mani, in posizione di assoluta difesa.
Quando non sentì più alcun tremolio da parte del pavimento e delle poche pareti rimaste, guardò in su, verso lo squarcio, e la luce del sole quasi la accecò, non essendoci più abituata. Si alzò, piano, evitando le macerie e notò un'immensa figura affacciata alla sua cella. Trattenne un urlo di gioia quanto la riconobbe.
«Phyant!»esclamò, contenta. Si dimenticò della guerra e di tutte le sue preoccupazioni, per poi lanciarsi ad abbracciare il collo squamoso quel suo amico. Il quale la lasciò fare per pochi attimi.
«Non ora ragazza, non abbiamo molto tempo.»le disse la possente creatura. Crystal si staccò, è il drago la trascinò fuori da quell'angusto luogo, portandola fuori "all'aria aperta".«Dobbiamo andare, giovane antica, il tuo momento è giunto.»le disse, abbassandosi, come per farla salire.
«Il mio momento per cosa? E io non posso cavalcarti poi: sei il drago di Hava!»si oppose, facendo un passo indietro. Il rettile sbuffò.
«Se io fossi stato il drago di Hava, tu non avresti potuto richiamarmi.»le fece notare. La ragazza fece per ribattere, ma la creatura la precedette.«Gli antichi possono scegliere il drago che più gli aggrada, ricordi? E inoltre il mio legame con quel cavaliere è sempre stato debole. Ora sali.»le ordinò, abbassandosi ulteriormente. La ragazza deglutì.
"È come salire su un cavallo. Anche se è un cavallo molto grosso, squamoso e con le ali." Pensò, cercando di infondersi il briciolo di coraggio che non aveva. Una volta salita, fece appena in tempo ad aggrapparsi al collo del drago, che questo spiccò il volo, facendola urlare di spavento e sorpresa.
«Tutto bene?»le chiese. La ragazza annuì, ma poi si ricordò che Phyant era impossibilitato a vederla in quel momento.
«S-sì. Tutto bene...»disse, stringendosi di più al collo del rettile. «Senti, ma che cosa intendevi prima, esattamente, con "il tuo momento è giunto"?»gli chiese, temendo la risposta. Il drago rallentó.
«Beh... Esiste un unico modo per sconfiggere un antico: combatterlo con un altro antico, e io non ne vedo molti altri a disposizione, quindi...»le annunciò. Crystal quasi si strozzò con la sua saliva.
«Che cosa?!»
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