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Prova seconda: Descrizione

Lungo una scoscesa parete rocciosa s'inerpica un sentiero ghiaioso, stretto e ripido, che sale verso l'enorme castello.
Il sentiero è coperto prevalentemente da arbusti e talvolta anche da muschio, che rende molto difficile l'arrampicamento.
La valle ai piedi delle alture segna l'inizio del sentiero, essa è anche culla di un enorme lago, il quale con dei canali sotterranei trasporta l'acqua dolce della cascata fino al mare.
Le cime delle montagne rocciose rendono la valle ombreggiata e principalmente fresca, alberi crescono qua e là spontaneamente, invece l'erba verde smeraldo ricopre l'intera superficie del luogo. Il sole illumina la valle solo a mezzogiorno, quando i suoi raggi raggiungono direttamente l'acqua del lago. La luce del sole crea un effetto meraviglioso perché dopo essere rimbalzata sulle acque cristalline viene riflessa sulle pareti rocciose ai lati, creando giochi di luci mozzafiato, grazie anche alle ombre causate dalle scanalature nella roccia dura e fredda.
Dalla cima della montagna a ovest sgorga da una sorgente un rivolo di acqua trasparente e pura. Essa, saltando da una roccia a un'altra si trasforma in una cascata imponente nella propria perfezione. L'equilibrio della natura, la perfetta sincronia tra gli elementi, il cambiamento tra loro rende quel posto magico. Quando le acque fredde della cascata si immettono stanche nelle acque più calde del lago, sembra quasi che il rumore prodotto da ciò crei una melodia. Neppure l'umano sarebbe riuscito a descrivere a parole tutto quello spettacolo. Quando il Sole tramonta a ovest, si posa leggero sulla cima della montagna della cascata, per poi scomparire e lasciare spazio a sorella Luna, i suoi raggi caldi sembrano quasi fondersi con le acque, la montagna sembra piangere oro.
Nella montagna accanto invece, si trova il sentierino che parte sulle rive del lago. A metà altezza, tra le rientranze nella roccia, si trova un castello. È arroccato, nascosto tra le fronde di enormi salici piangenti che sembrano scivolare via insieme alle acque cadenti della cascata che attraversa il castello, non inondandolo solo grazie a condotti che deviano il suo percorso.
L'entrata è segnata da un lungo viale coperto da soffitti di edera sorretta da archi di ferro. All'esterno è un edificio enorme, alto una decina di metri diviso in vari piani a seconda della parte di edificio, infatti esso è  suddiviso in varie parti principali, il corpo principale e le due ali laterali. Ha una pianta larga e comprende una grande area. Dietro esso la cascata continua a sciabordare mentre dall'altro, un  burrone a picco fa sì che il castello sembri in equilibrio precario. 
Delle torri rendono l'edificio più fiabesco e più regale grazie a dalle cime leggermente allungate. Ha le pareti esterne in granito giallo lievemente rovinato in alcuni punti, dalla muffa oppure perché  ceduto il materiale quindi si vedono alcuni buchi lungo le pareti. Il tetto, invece, è  di un colore più scuro, infatti, le tegole sono rossicce. Non vi sono finestre ma piccoli buchi nella pietra ,  utilizzati per far entrare un minimo di luce e aria.
Dall'interno dell'edificio si intravedono chiome verdi che fuoriescono rigorose e speranzose di trovare qualche raggio caldo, quindi si presume che gli alberi fossero cresciuti nel chiostro del castello.
Solo lo scroscio delle acque e il fruscio del vento che curioso si avventura in ogni meandro del luogo rompe il silenzio che si era creato. Nessun rumore in più, nessun particolare che rovina, in qualche modo, quell'equilibrio perfetto.
Il portone d'entrata è enorme, anche se è coperto in alcuni punti da edera, si riesce a capire il materiale, cioè il legno. È  molto pesante e cigola fastidiosamente ad ogni movimento.
Non si arriva ad un ingresso o un salone, ma a una deviazione. Devi scegliere tra due corridoi, uno a destra e uno a sinistra, che presumibilmente portano a due Ale differenti del castello.
Nella parte opposta alla porta d'ingresso si trovano statue in marmo raffiguranti uomini e donne intenti a compiere varie azioni: studiare, leggere , scrivere o guardare verso l'alto. Sono tutte azioni che indicano sapienza e voglia di conoscienza.
Nella stessa parete della porta d'ingresso hanno luogo una serie di archi che fungono da finestroni, sono molto ampi e ti permettono di avere una grande visuale sul paesaggio attorno. Gli archi sono decorati da varie scritte in latino in bassorilievo. Esse danno un aspetto arcaico e magico al posto, come se fossero state scritte per proteggere qualcosa di importante e meraviglioso.
Girando per il corridoio a destra si cammina affianco alla cascata. Il pavimento in marmo bianco è, in molto punti, bagnato dall'acqua della cascata che scroscia a pochi metri di distanza riempiendo quei lunghi corridoi silenziosi di rumori rimbombanti.
Alla fine del corridoio, quando l'acqua lascia intravedere la roccia umida e scura, si entra in un'altra stanza, grazie a una porta in legno, ma più piccola.
Ci si ritrova in un enorme salone con un trono in fondo alla stanza. Non ci sono  finestre, solo altre porte alle pareti laterali. Delle colonne in stile ionico segnano il cammino dalla porta al trono, un tempo forse magnifico, ora ha le rifiniture dorate arrugginite e il tessuto che copre il cuscino dello schienale è  marcio e in alcuni punti strappato dalla vecchiaia e dell'usura. Nessun ornamento decora quel luogo. Le stanze laterali a essa sono anch'esse enormi, con colonne che segnano il perimetro della stanza, complicati mosaici decorano il pavimento. Probabilmente usate per enormi feste come balli o banchetti.
Nell'ala ovest, cioè quella sinistra, si trova solo una torretta, nella quale sono posizionate le stanze riservate alla servitù, quindi le stanze comuni, le cucine e le lavanderie.
Tornando indietro, se entrando dalla porta in legno d'ingresso si svolta a sinistra, ci si ritrova in un altro corridoio, lo specchio del primo. Solo che quest'ultimo si affaccia sulla valle, da lì si riesce a vedere tutto il paesaggio tra le montagne. La vista è  ostacolata leggermente dall'edera che pigra penzola dal tetto del castello. Davanti agli archi si erge un albero di pesco, che sembra quasi il guardiano del castello. Le sue fronde entrano curiose attraverso gli archi, infatti in alcuni punti è difficoltoso il passaggio.
Da lì si può  osservare le acque della cascata, che dopo essere passate sotto le fondamenta dell'edificio grazie a canali sotterranei, si lanciano di nuovo verso il vuoto, saltando da una roccia scura all'altra.
Continuando a camminare si arriva a un'altra porta, delle stesse dimensioni di quella dell'altro corridoio.
Nell'ala destra, come si vede anche dall'esterno si trovano tre torrette, di media altezza che ospitano le camere da letto e i bagni.
Sembra un castello di elfi che lo avevano abbandonato da tempo. Come la camera da letto di Odisseo e Penelope i letti ormai consumati sono a baldacchino, scavati nel tronco dell'albero. Ci sono circa otto stanze enormi, tutte dotate di finestrelle strette e alte.
Anche lì il vento si infiltra, seguendolo e passando per una porta nascosta da teli colorati, scendendo delle scale a chiocciola in pietra scivolosa , si arriva al chiostro. Esso è il centro di tutto, è nascosto a prima vista ma se stai attento riesci a trovarlo. Come il buono nell'animo umano, non subito trovi ciò che stai cercando, devi provare, stanza dopo stanza. Dal chiostro, sdraiati sull'erba fresca di rugiada e sotto le fronde oscillanti degli alberi si può  osservare il ciclo continuo del sole e della luna che inseguendosi non si trovavano mai.
Un velo di mistero avvolge l'immagine di quel castello arroccato ai lati di una cascata, qualcosa di magico e straordinario da cui l'uomo è affascinato.
Il facino dell'ignoto domina tutto.

@Dreamer1810 @Akela00 @lumosetnox

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