ANIME ELETTE
Titolo: Anime elette
Autrice: Rael83
Quello che l'autrice dice di sé:
È la parte più difficile: descrivere chi si è, non chi si vorrebbe essere. Non credo che la maggior parte della gente arrivi a conoscere davvero se stessa, sono troppe le cose di noi che neghiamo per paura di affrontare. Io non faccio differenza, ma proverò a raccontarmi con sincerità, per quel che po' che mi conosco.
Chiamatemi Jess (fa tanto Moby Dick). Ritardataria cronica, disordinata patologica, inguaribile sognatrice, complicata, un po' nevrotica e con la testa tra le nuvole, ho un lato romantico che cerco di nascondere, ma quello riaffiora, ostinato. Con gli altri sono timida e riservata, così cerco di stemperare con l'ironia quindi, se chiedete in giro, vi diranno che sono simpatica e socievole. La verità è che non gratto mai sotto la superficie, neanche con le persone più vicine. Complice un'adolescenza sui generis, non ho una grande autostima e sono troppo autocritica: spesso smonto da sola i miei progetti. Vorrei poter dire che dei giudizi degli altri non me ne frega niente, ma ho detto sincerità, per cui devo ammettere che a volte non è così.Ci sono persone al cui parere tengo molto: sono anche quelle che deludo più spesso.I libri sono da sempre i miei migliori amici, la mia passione, il mio sfogo, un caldo rifugio, il porto sicuro. I libri mi hanno aiutata a superare i momenti difficili e ad arricchire quelli belli. Mi hanno fatta ridere e piangere, mi hanno commossa, irritata, confusa, rapita e, qualche volta, anche annoiata. In ogni caso, mi hanno sempre donato emozioni reali.Ho iniziato a scrivere per me stessa, per tirare fuori quello che a voce non riesco. Questo racconto non era destinato alla pubblicazione e penso che ora capiate meglio il perché e quanto sia stato difficile condividerlo.Oh, l'ho detto che non ho il dono della sintesi? No? Beh, ormai sarà chiaro: non ce l'ho!
Descrizione dell'opera:
In un universo composto da sottili strati della realtà, l'esistenza di ogni singola anima inizia sulla Terra, per poi proseguire nel proprio cammino, da un piano all'altro, in un ciclo continuo di rinascite. In uno di questi, conosciuto come Eden, vive Haziel. La sua anima è speciale, il suo percorso diverso. Ma, laddove tutti vivono in pace e serenità, lei, che dovrebbe essere la più pura tra le anime, si sente un pesce fuor d'acqua. Attratta dal piano terrestre, che non ha mai attraversato, quando una minaccia sconvolgerà il suo mondo le si presenterà l'occasione per viverlo davvero. Ma scegliere di andare vorrà dire scavare in se stessa e conoscere il dolore, la paura, il male. Ma, forse, anche qualcos'altro.
Estratto dal libro:
Non ero sola, non lo ero mai nei miei sogni. I bambini normali, durante il sonno, rivedevano i momenti delle vite precedenti, di solito felici o particolarmente emozionanti. Io, invece, correvo per le stanze e i corridoi di un castello immaginario, che si stagliava su un'alta rupe rocciosa. Dalle sue torri si godeva la vista su creste montuose, imbiancate da nevi perenni, che scendevano verso una vallata di un verde incontaminato, interrotto in lontananza da una distesa di sabbia nera. E oltre, mare a perdita d'occhio, dello stesso colore ceruleo del cielo. La spuma bianca sulla spiaggia scura disegnava curve in continuo mutamento, visibili persino da quella distanza.Giocavo con un bambino senza volto nei giardini e nelle sale vuote, in cui rimbombava l'eco dei nostri passi e delle risate. Avevo parlato di lui una volta sola: gli altri bambini avevano trovato inquietante questo amico immaginario. Per me non lo era. Lo sentivo vicino, più di qualunque altra persona reale al mondo. Mi dava pace.Poco dopo l'inizio della disciplina, una notte scomparve nel nulla insieme al castello, come se fosse stato cancellato dalla mia fantasia. Non ero più stata in grado di rievocare quel paesaggio surreale dalla bellezza selvaggia.Per qualche tempo avevo vagato sola e insoddisfatta nei miei sogni.Poi, forse per compensare la perdita, la mia mente (senza il mio permesso) aveva provato a riprodurre una nuova immagine, ma essa era una forma indistinta e lontana, che si teneva ai margini, spettatrice discreta del mio mondo onirico. Non la volevo, ma non ero più riuscita a mandarla via e allora avevo preso a ignorarla.Negli ultimi tempi però la sua presenza si era fatta più concreta: avvertivo qualcosa di metallico nel colore, nel suono, persino nell'odore. La sua figura era più nitida, i contorni meglio definiti. Il cambiamento mi spaventava, sarebbe dovuto avvenire il contrario: la disciplina doveva permettermi di tenere sotto controllo anche i sogni e far sparire quella figura, come tutto ciò che era legato agli istinti infantili. Invece questa non solo si ostinava a resistere, ma si stava insinuando con maggiore prepotenza nelle mie notti.Ora non c'era nulla. Solo buio, ovunque guardassi. Non importava se non potevo vederla, perché la percepivo. Avevo la sensazione che si stesse avvicinando. Avvertivo un sentimento d'urgenza. Era dietro di me. Mi girai di scatto e restai impietrita da ciò che mi si parò davanti.
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