SS
"Ogni assassino, prima o poi, viene rintracciato e catturato grazie alla tecnologia di cui noi disponiamo, ma come si può trovare qualcosa che non lascia traccia della sua presenza? Questo è il mistero che continua a tormentare la polizia, la scientifica, e soprattutto gli abitanti del Giappone. Di che cosa stiamo parlando esattamente? un serial killer di livello S? Chiunque esso sia sta facendo una vera strage in tutto il paese uccidendo nella notte chi gli capita, tra adulti, bambini, vecchi... L'unica cosa che possiamo comunicare è di barricare le case durante la notte e non uscire per nessuna ragione..."
Spensi la televisione e mi misi la giacca in pelle nera, poi presi i guanti, le chiavi per la moto e il casco. Uscì di casa e salì in sella alla mia moto nera, potendo così partire per andare a mangiare una pizza con i miei amici.
-Hey Laxus! siamo qui!-
Mi chiamò Bixlow appena entrai in pizzeria.
Accennai un sorriso e mi sedetti al tavolo con loro. Come sospettavo, cerano anche le ragazze dei miei amici, e questo era solo un lato positivo, almeno qualcuno avrebbe potuto tenere sotto controllo qualche testa bacata.
-Ti abbiamo aspettato per le ordinazioni. Cosa vuoi?-
Mi chiese Gray mentre la sua ragazza, Juvia, gli stava attaccata come una cozza al suo braccio.
Mi chiedevo come facesse a sopportare una ragazza così appiccicosa e gelosa con qualsiasi ragazza frequenti in amicizia, comprese quelle già fidanzate, tipo Lucy. Sembrava che tutto ciò a lui non importava. Che sia il potere dell'amore? Che cagata.
Guardai il menù delle pizze mentre un cameriere prendeva nota delle arte ordinazioni.
-Prendo una quattro stagioni. Portami anche una birra-
Il cameriere prese nota e se ne andò.
Il resto della serata andò molto bene. Parlammo del lavoro, le varie vite sentimentali, dove Natsu aveva comunicato che conviveva con la bionda mentre Gajeel aveva chiesto la mano di Levy. Festeggiammo per i due neo fidanzati con della buona birra, poi, ad un certo punto della serata, le ragazze iniziarono a essere nervose dicendo di voler andare a casa.
-Ma sono solo le dieci-
Disse Gajeel alla turchina e quella guardò le sue amiche.
-Non avete sentito del serial Killer?-
Chiese Erza mentre sorseggiava la sua birra.
-Sì, abbiamo sentito, ma come fa a non lasciare traccie?-
Si chiese Freed con i brividi in tutto il corpo.
Quella era la domanda principale per tutti, di cui nessuno sapeva ancora dare una risposta.
-A me fa paura restare fuori troppo tardi, non possiamo andare?-
Chiese Lucy a Natsu e quello sospirò.
-Sì, va bene, però non avere paura, lo sai che ti proteggerò sempre-
Lucy sorrise e gli diede un bacio a stampo sulle labbra.
Decidemmo di far finire lì la serata, solo per sicurezza, e dopo un pezzo di strada insieme ognuno se ne andò per conto suo. Salì in sella alla moto e partì. Le strade erano deserte, tutto per quello squilibrato a piede libero. Dopo tutte le vittime che aveva fatto, come poteva la polizia non aver trovato un solo indizio? In lontananza vide una ragazza albina su un panchina dove si teneva le gambe al petto e la testa nascosta da esse, e di fianco a lei c'era una valigia abbastanza grande. Solitamente me ne fregavo altamente, ma non quando c'è di mezzo un killer vagante. Mi fermai davanti a lei e alzai la visiera del casco.
-Non ti conviene stare qui, non hai sentito della notizia?-
La ragazza alzò lo sguardo e vidi dei bellissimi occhi azzurri con sotto delle occhiaie che le rovinavano il volto.
-Sì, lo so, ma è difficile andare da qualche parte quando non si ha un posto-
Mi disse lei facendo spallucce.
-Non hai un posto? un hotel? qualcosa?-
-No, ma va bene così, grazie per la tua preoccupazione-
L'albina mi fece un lieve sorriso e ritornò con la testa nascosta tra le gambe.
Cosa farei in queste situazioni? metterei in moto, è vero, ma non potevo mica fare lo stronzo con una ragazza senza casa.
Scesi dalla moto e aprì il bauletto, dove estrassi un altro casco bianco per poi porglielo.
-Dai, ti ospito io-
La ragazza alzò di scatto la testa e mi guardò come se avessi tre teste.
-Potrei prenderti per uno stupratore-
-Dio, no! C'è un killer che gira per strada, come posso fare finta di niente e lasciarti qui?-
-Magari sei tu il killer-
In effetti aveva ragione a parlare così, infondo sono un estraneo che chiede a una ragazza di venire a casa sua.
-Dimmi, preferisci stare qui al freddo o un letto comodo in una casa calda dove stai sicura di non essere scuoiata? e no, io non scuoio la gente, e tanto meno non stupro nessuno-
La ragazza rise e tirò giù le gambe potendosi sedere composta.
-Buona a sapersi... come ti chiami?-
-Laxus, te?-
-Mirajane... non hai paura che possa essere io il killer?-
Non ci avevo pensato, però dubitavo che fosse una femmina a fare tutti quei delitti.
-No, non mi sembri proprio un'assassina-
-Avresti mai pensato che uno sfigato come Peter Parker potesse essere Spider man?-
Quella domanda mi fecce ridere e contagiai pure lei.
-Okay, hai ragione, non devo stare alle apparenze, ma se te fossi il killer, e mi voglia uccidere nel sonno, il tuo tentativo fallirebbe miseramente-
-perché?-
-Ho un udito molto fine-
La ragazza sorrise e prese il casco bianco dalle mie mani.
-Accetto volentieri un posto che non sia una panchina-
-Perfetto-
Le presi la valigia e la misi nel baule, poi salì in sella e aspettai che anche lei monti su essa, poi partì verso casa.
Arrivati davanti casa presi la sua valigia e aprì la porta, poi entrai e la misi vicino alla porta d'ingresso.
-niente male-
Disse l'albina guardandosi intorno un po smarrita.
-Fai come se fossi a casa tua. Se vai verso il corridoio, in fondo, c'è la camera da letto, mentre poco prima il bagno-
-Okay, grazie ancora-
Mirajane pese la sua valigia e andò in bagno mentre io andai in cucina e le preparai un te per riscaldarsi e farla sentire più a suo agio.
Stare fuori così di notte durante l'inverno non era il massimo per le temperature, infatti sulla panchina tremava.
Appena uscì dal bagno le feci trovare la tazza fumane con le erbe in infusione, intanto io mi ero cambiato e stavo prendendo delle lenzuola pulite per il letto.
-Bevila, così ti riscaldi-
-Non dovevi disturbarti-
-Per mettere dell'acqua su un pentolino, farla bollire e mettere una bustina di te? nessun disturbo-
La ragazza sorrise e bevve il suo te.
Smontai il letto e lo sistemai con le lenzuola pulite, pure le federe, però poi ebbi un brutto presentimento.
"ma io ho un piumino?"
Non avevo mai avuto bisogno di coperte pesanti, non ero uno che pativa il freddo, però dubitavo che la mia ospite fosse come me.
Mi misi a cercare nell'armadio ma di piumini non se ne videro neanche l'ombra, e quando l'albina mi vide un po agitato mi chiese se avevo bisogno di aiuto.
-Ho una brutta notizia: non ho un piumino-
La ragazza sorrise e fece spallucce.
-ho un pigiama bello pesante, non è un problema-
-sicura? fa freddo di notte-
-se è un tentativo per "riscaldarmi" allo considera il piano fallito-
Mi disse lei sorridente mentre io pensavo a cosa stesse intendendo.
Mi ci volle un po per capire le sue parole, e quando realizzai la malizia mi misi ad arrossire come un idiota.
-Ma... ma che hai capito?-
-su, scherzavo. Però, sei sicuro di non voler dormire nel tuo letto? il divano va bene-
-Sicurissimo, e poi sei l'ospite-
Mi incamminai verso l'uscita e presi la maniglia della porta per chiuderla.
-Buona Notte, Mirajane-
Mi chiusi la porta alle spalle e me ne andai sul mio caro divano con una coperta per coprirmi.
Mi ci buttai a peso morto e mi misi a guardare il soffitto.
Quando quella mattina mi ero svegliato pensavo che sarebbe stata l'ennesima, noiosa giornata con un piccolo cambiamento durante la serata, ma questo non era affatto un piccolo cambiamento. Almeno, adesso, potevo dire di aver avuto una ragazza a dormire a casa mia, se mai me lo avessero chiesto. Poco dopo mi addormentai, e quando aprì gli occhi mi ritrovai in una stanza rossa. Sentì dei rumori in lontananze, come una risata, e decisi di andargli incontro.
Poco dopo la vista iniziò a offuscarmi e le orecchie fischiarono, costringendomi a tapparle e socchiudere gli occhi per cercare di vedere meglio. Qualcosa si stava avvicinando verso di me, e le risate si fecero sentire di più. Dei brividi mi percorsero il corpo al suono di quelle risate così macabre, ma quando provai a indietreggiare caddi all'indietro. La figura si fece più nitida mano a mano che si avvicinava, e riuscì a scorgere il fisico di una donna, solo che c'era qualcosa di diverso. Sgranai gli occhi quando capì che non era umana, e con l'aiuto dei piedi cercai di strisciai indietro, ma lei era sempre più vicina con un sorriso sul volto. Quando la mia schiena incontrò una parete me la ritrovai a pochi centimetri da me, incontrando così i suoi occhi rossi come il sangue che mi scrutavano attentamente senza perdere il sorriso. Mi svegliai di colpo tutto sudato nel buio della notte con il cuore a mille, e lì capì che era soltanto un sogno. Notai di essere caduto dal divano tirando giù con le la coperta, quindi dedussi fosse stato lo schianto al suolo a farmi svegliare. Mi misi seduto sul divano e ripensai a quel sogno. Ricordavo ogni particolare, soprattutto quegli occhi rossi, e al solo ricordo mi vennero i brividi. Decisi di non pensarci e ritornare a dormire, sperando di non sognare di nuovo quella cosa.
Un rumore di padelle mi sveglio, e con esso anche l'odore del cibo proveniente dalla cucina. Mi alzai dal dovano e andai a vedere, trovando Mira con un sorriso raggiante all'opera con la cucina.
-Ben svegliato, Laxus, sto preparando la colazione. Spero non ti dispiaccia se sto usando le tue cose-
Mi stropicciai gli occhi e mi misi una mano alla bocca per coprire uno sbadiglio.
-figurati, non dovresti neanche cucinare-
-Volevo ringraziarti in qualche modo... ecco tutto-
-allora sarei molto felice di assaggiare-
Mira sorrise e mise il cibo nei piatti.
Mi ritrovai come colazione dei pancake e delle crepes alla Nutella, ottima per le energie che spreco al lavoro.
-Ti va un cappuccino?-
Mi chiese lei sorridendomi.
-solo se lo bevi anche tu-
-va bene, allora li faccio-
Preparò i due cappuccini e si mise a tavola con me e le tazze fumanti.
Assaggiai la colazione e la trovai molto buona, soprattutto i pancake, erano fatti benissimo.
Mi ricordai del telegiornale mattutino e accesi la tele per vedere se era successo ancora qualcosa, e infatti una povera ragazza di trenta anni fu trovata morta in un paese vicino al mio.
-di nuovo... e questa volta è stato vicino-
Mi girai verso Mira e la vidi con la bocca semi aperta e gli occhi spalancati con un'espressione confusa e impaurita.
-Mira...-
-vado... un'attimo in bagno-
Mira se ne andò e io pensai che a disturbarla fu il fatto che poteva benissimo essere lei la vittima se non l'avessi trovata su quella panchina.
Finì la colazione e lavai le ultime cose sporche, poi mi vestì e andai verso il bagno.
-Stai bene?-
-Sì, scusa-
Disse Mira dall'altra parte della porta.
-E' stato vicino, lo so... però non devi aver paura finché resterai qui, soprattutto adesso che, sicuramente, farà una visita a questo paese dimenticato dal mondo-
-Non da lei...-
La sentì sussurrare e io guardai quella porta in legno chiaro con le ciglia aggrottate.
"Lei?"
Mi preparai per andare al lavoro e prima di andare dissi a Mira che sarebbe ritornato sul pomeriggio tardo. Finì il mio turno alle 17 e finalmente potei andare a casa, ma un idiota mi saltò addosso chiamandomi con una schifosa voce mielosa.
-Freed, staccati-
Dissi al mio stupido amico e quello fece una faccia triste.
-Ma sono così felice di vedere Laxus-san-
-ci siamo visti ieri. Come mai qui?-
-ho fatto la spesa, e te hai finito con il lavoro?-
-sì, e me ne stavo andando giusto a casa-
-posso venire?-
Al ragazzo si illuminarono gli occhi mentre io lo guardavo con indifferenza.
Ogni volta dicevo di no, però pensai che un carattere come quello di Freed avrebbe potuto rallegrare Mirajane.
-okay-
-ecco, lo sapevo, un altro bidone... Aspetta, cosa?-
-ho detto okay. E adesso cammina-
Gli diedi le spalle e andai avanti, mentre Freed, ancora incredulo, mi guardava con un sorriso ebete in volto pensando a chissà che cosa.
Mi venne dietro felice come un bambino quando trova il giocattolo che voleva per natale e per tutto il tragitto restò a fantasticare, ma appena arrivammo a casa sembrò come se gli avessero sbattuto in faccia che Babbo Natale non esiste.
-Piacere, mi chiamo Mirajane-
Disse l'Albino prendendo la mano di Freed per stringerla, e quello fece un gesto un po meccanico senza alcuna espressione in volto.
-Freed... Mi chiamo Freed-
"Non va bene"
Pensai vedendo che Mira, quella che avrebbe dovuto essere tirata su di morale, era più di buon umore di Freed, quello che avrebbe dovuto farla stare meglio.
-Cosa vuol dire?!-
Mi chiese Freed appena l'albina si allontanò e io gli feci cenno di aspettare.
I due parlarono per un po, anzi, mira parlava, Freed rispondeva a monosillabi, però dopo iniziò ad aprirsi un po di più appena parlarono di libri.
Notai un miglioramento, quindi chiesi a Freed di fermarsi per la cena e lui accettò tutto felice.
Quando fu ora di andare dissi a Mira che lo avrei accompagnato in moto, e quella ci raccomandò di fare attenzione.
-quindi non ha una casa?-
Mi chiese Freed appena finì di raccontare ciò che era successo e io annuì.
-che cosa potevo fare? Lasciarla lì, in inverno, con un pazzo in giro?-
-in effetti hai fatto bene, come sempre sei fantastico-
Freed mi guardò con ammirazione e io sospirai.
-se ti ho portato a casa mia era per tirarle su il morale, la notizia di sta mattina l'aveva turbata molto-
-a proposito del Killer, con il sangue delle vittime si firma con due esse-
Mi fece sapere lui e io pensai a cosa potesse significare, anche se due esse poteva essere qualunque cosa.
Mi misi sulla mia moto e mi preparai per andare a casa, ma prima ascoltai la domanda di Freed.
-quanto starà da te? Dubito che abbia un lavoro-
Non ci avevo pensato, e in effetti se avesse voluto trovare una sistemazione avrebbe avuto bisogno di soldi.
-domani non lavoro, quindi l'aiuterò a trovare un impiego-
Misi in moto e me ne andai a casa.
Quella notte feci incubi, e mi svegliai anche prima di Mirajane, decidendo così di preparare la colazione. Quando finì ancora non si era svegliata, allora misi tutto su un vassoio e glie lo portai in camera.
-Laxus?-
Chiese appena bussai alla porta.
-Ti ho svegliata?-
-no, tranquillo-
-posso entrare?-
-certo-
Mi disse lei con la voce stanca, e quando entrai con la colazione sembrò svegliarsi di colpo.
-Laxus... Cosa...-
-colazione a letto, spero sia di tuo gradimento-
Gli misi il vassoio sulle gambe mentre lei mi guardava divertita e felice.
-nessuno mi ha mai fatto nulla del genere. Grazie, Laxus-
Mi misi seduto di fianco a lei mentre quella iniziò a mangiare.
-posso chiederti una cosa?-
Le chiesi e quella annuì mentre sorseggiava il cappuccino.
-hai un lavoro?-
-ecco... No-
-okay, come sospettavo... Che ne dici se oggi ne cerchiamo uno?-
La ragazza mi guardò con gli occhi spalancati e il cucchiaio con i cereali a mezz'aria verso la bocca aperta.
-lo... Lo faresti sul serio?-
-se te lo sto chiedendo... Ho pensato a come te la cavi con le colazioni, quindi, per iniziare, un Bar potrebbe essere perfetto.-
Mira spostò il vassoio dalle gambe e circondò le braccia intorno al mio collo per abbracciarmi.
Fu tutto così veloce che ebbi la reazione di uno colpito dalla glaciazione terrestre, detto in poche parole restai immobile.
-Grazie Laxus! Grazie! Corro a prepararmi-
Mira scese dal letto e uscì dalla stanza mentre io ancora ero immobile con le guance lievemente rosse.
Dovevo smetterla di arrossire per queste sottigliezze così stupide come un abbraccio, infondo non era niente di che. Uscì dalla camera e mi preparai, e dopo una ventina di minuti arrivò anche Mirajane con un abito abbastanza attillato e adatto per la mattinata, che risaltava bene il balconcino bello formoso.
Era bellissima, e non riuscivo più a spiccare parola. Quanto potevo essere idiota? Ma soprattutto, da quando mi comportavo così per qualcuno?
-ecco... Come sto?-
Chiese lei un po imbarazzata e io annuì.
-b... Bene... Molto bene-
L'albina sorrise e si mise un giubbotto in pelle di un colore marroncino chiaro.
Uscimmo di casa e andammo nei bar dove cercavano personale, solo che tutti volevano qualcuno con esperienza, che cosa stupida. Come si poteva assumere qualcuno con esperienza se tutti i ragazzi che cercano lavoro non ne hanno? E se ce ne sono non li assumono perché sono troppo vecchi.
-come farò?-
Chiese Mira con la testa appoggiata su una mano mentre l'altra era occupata a impugnare una forchetta piena di insalata e pomodori.
Si era fatto un po tardi, allora avevo proposto di andare a mangiare un boccone.
Pensai mentre tagliavo la mia fiorentina e guardavo attentamente la ragazza, che quando incrociò il mio sguardo arrossì.
-L... Laxus?-
-ho trovato!-
Dissi con un ghigno sul volto.
-c... Cosa?-
-devi sfruttare le tue doti-
-le mie doti? Cioè?-
Feci un sorrisetto e pagai il conto.
Andammo in un bar e chiedemmo di vedere il proprietario. Quando quello arrivò ci disse subito che voleva solo ragazzi con esperienza, ma quando vide Mirajane iniziò a boccheggiare come un pesce idiota.
Mira guardò l'uomo con un sorriso provocante mentre teneva la sua borsa tra le mani davanti a lei, facendo risaltare di più il seno grazie alle braccia che lo premevano ai lati. Mi girai e mi allontanai con il suo giubbotto tra le mani e lasciali la mia nuova amica alle prese con il suo futuro datore di lavoro e i miei fantastici consigli.
Dopo neanche dieci minuti uscì dal bar e mi saltò al collo urlando di gioia.
-Sei fantastico!-
-lo so, lo so, tieni questo consiglio per il futuro-
-quando mi hai detto questa tattica delle curve ho pensato fossi un perversi, ma almeno ha funzionato-
Disse lei sorridente mentre si metteva il cappotto.
-non sono io il perverso, ma gli altri, e poi... Ho le mostri subito o scrivi sul curriculum "tette gratis"-
Mira mi diede uno spintone e ci mettemmo a ridere.
Per festeggiare la portai fuori a cena e lei non smetteva neanche una volta di sorridere. Finita la cena camminammo per il parco e prendemmo un gelato, poi ci sedemmo su una panchina davanti a delle fontane.
-Laxus, grazie-
-ancora che mi ringrazi?-
-sul serio... Non ho mai incontrato nessuno disposto ad aiutarmi in questo modo...-
La ragazza continuò a guardare le fontane con un lieve sorriso sul volto mentre io la guardavo con la coda dell'occhio.
-beh... Allora erano tutti stupidi se non ti hanno mai portato la colazione a letto, o aiutata a trovare un lavoro dandoti dei consigli impeccabili-
Mira si mise a ridere e mi guardò con quegli occhi azzurri così belli che rischiai di perdermi nel suo sguardo.
Mi sa che mi ci ero perso davvero, perché inconsciamente ci avvicinammo fino a sentire il suo respiro sulle labbra, fermandoci a pochi centimetri da esse.
-è... È un po tardi, non è sicuro-
Disse lei senza smettere di guardarmi negli occhi e io annuì.
-sì, hai ragione-
Mi allontanai e mi rimisi in piedi, poi tesi la mano verso di lei e l'aiuta id alzarsi, che mi ringraziò con un sorriso un po imbarazzato.
Mentre me ne stavo sul divano a guardare il soffitto continuvo a pensate a quel momento, e mi addormentai con ancora nei miei pensieri quegli occhi così belli, fino a quando non diventarono rossi.
Era ancora lì, in quella stanza rossa con davanti a me quell'essere che mi guardava con un ghigno sul volto mentre io ero seduto con la schiena contro il muro.
-chi sei?-
Chiesi con la gola secca e quella passò un suo artiglio lungo i lineamenti del mio volto.
-dubito che tu voglia saperlo-
-se te l'ho chiesto è perché lo voglio, no?-
La donna, se così potevo definirla, si mise a ridere, poi mi prese il mento e mi alzò il volto per guardarla.
Si avvicinò al mio orecchio e sentì il suo respiro che mi fece rabbrividire, poi, in un sussurro, mi rivelò la sua identità.
-io sono Satan Soul-
Mi svegliati di colpo e notai che era giorno.
Non ero caduto dal divano, quindi era un buon segno. Quando mi toccai le braccia mi resi conto di avere la pelle d'oca e ripensai a quell'essere dagli occhi rossi e il suo respiro sul mio orecchio.
Me ne andai in cucina e notai che era ancora presto, quindi mi preparai qualcosa da mangiare e accesi la televisione.
"Il Serial Killer ha fatto un'altra vittima questa notte"
La mia attenzione andò tutta sul telegiornale, sentendo che questa volta toccò a un vecchio di un altro paese confinate al nostro, e quando inquadrarono la scena del crimine vidi le due esse scritte col sangue sul muro.
"Satan Soul"
Fu la prima cosa che mi venne in mete, ma poi pensai l'assurdità della mia mente e scossi il capo.
Era solo uno stupido sogno, e basta.
Mira entrò in cucina radiosa e quando mi vide arrossì di botto. Si vedeva che il ricordo della sera prima era ancora vivo nella sua mente, ma non solo lei.
Il suo primo giorno di lavoro andò a gonfie vele, e mi raccontò tutto appena tornammo a casa dal lavoro. Il momento di imbarazzo era come scomparso, grazie al cielo, e riuscimmo a parlare come i giorni scorsi.
-c'era un vecchio dall'occhio lungo che non la smetteva di fissarmi-
-i vecchi sono la peggior specie della perversione, lo sanno tutti. Se questo ti ha scombussolata ho qualcosa per tirarti su il morale-
Mi alzai dal divano e andai a prendere un borsone mentre quella mi scrutava curiosa.
-cos'è?-
-osserva-
Tirai fuori il contenuto e lo misi sul divano.
Quando lei capì cosa fosse iniziò a ridere con gli occhi lucidi.
-lo hai preso sul serio-
-certo, adesso ho un piumone-
-ma te non li usi-
-ma questo è tuo adesso-
La ragazza mi guardò sorridendo e poi mi diede un bacio sulla guancia.
Arrossì di botto mente lei mi guardava con un sorriso dolce.
-non viziarmi troppo, Laxus. Lo sai che non mi hai mai detto il tuo cognome?-
Per un momento ritornai con la mente lucida e riuscì a dire una frase sensata.
-beh... Neanche te-
Mira si morse un lato del labbro e sorrise.
-Strauss... Mirajane Strauss-
-Laxus Drayer-
-Drayer... Mi piace. Allora buona notte, Laxus Drayer-
Mira prese il piumone e andò in camera mentre io mi buttai sul divano a pensare perché cavolo mi sentivo così attratto da lei.
"Fanculo"
Liquidai i miei stupidi pensieri girandomi con la faccia verso lo schienale del divano per dormire.
Mi svegliai per colpa del telefono che prese a suonare, e a fatica mi alzai per prenderlo, preparandomi a mandare a cagare chiunque avesse interrotto il mio momento di sonno. Presi il telefono e vidi comparire il nome di Gray, ed era strano che proprio lui mi chiamasse a un certo orario.
-Che hai da chiamare a que...-
Non riuscì neanche a finire la frase che il ragazzo iniziò a parlare a manetta.
-Laxus! Ti prego, aiutami-
La voce un po spezzata e agitata mi fece allarmare.
Guardai l'orologio e notai che erano già le due del mattino. Presi il giubbotto e le chiavi di casa per uscire mentre mi facevo raccontare cosa fosse successo.
Mi disse che Ultear era venuta a casa sua per parlare con lui, ma poi quella iniizò ad assumere un comportamento abbastanza ambiguo e si spogliò per poi gettarsi su Gray, però in quel momento arrivò Juvia a casa nel vederli scappò in lacrime. Gray aveva cercato di farle capire che non aveva neanche l'intenzione di fare qualcosa, ma lei non era riuscita ad ascoltarlo e quindi aveva deciso di andarsene. Gray era ritornato a casa ed era restato sveglio fino a tardi sperando tornasse dopo aver letto i suoi messaggi, ma dato che non tornava la chiamò sul telefono senza ottenere risposta. Chiamò le ragazze, ma neanche loro sapevano qualcosa, quindi uscì di casa per cercarla ed era da ormai due ore che girava a vuoto senza alcuna traccia della sua ragazza.
-Laxus... Ho paura che...-
-non dirlo neanche. Hai chiamato gli altri?-
-sì, Gajeel è qui con me e ha lasciato Levy a casa, gli altri stanno cercando-
Mi spiegò il corvino in preda all'ansia.
-guarderò qui nei d'intorni, ti terrò aggiornato-
Riattaccai e iniziai a cercarla mentre chiamavo la ragazza per nome che riecheggiava per le strade deserte.
Dopo mezz'ora incontrai Bixlow e Freed senza alcuna novità, poi incontrammo anche Natsu, messo anche lui nella nostra stessa situazione.
Ci mettemmo a cercare insieme verso i confini di Magnolia, quando in lontananza vidimo Gray e Gajeel girati di spalle, immobili davanti all'imbocco di un vicolo.
-Ragazzi!-
Li chiamò Natsu mentre correvamo da loro, ma quando arrivammo lì vidimo le loro facce sconvolte mentre guardavano il corpo di Juvia per terra in una pozza di sangue.
-J... Juvia... No!-
Gray cadde in ginocchio al suo fianco con la faccia pallida e gli occhi spalancati.
Le sollevò il busto e la scosse un po per cercare di fargli aprire gli occhi, ma quelli restarono chiusi mentre il suo corpo si raffreddava sempre di più. Gray si mise a urlare e a piangere senza smettere di stringersela a se. Distolsi lo sguardo e strinsi i pugni. Ero freddo, vero, ma fino ad un certo punto. Non riuscivo a vedere i miei amici soffrire. Freed mi chiamò e indicò il muro a destra.
"SS"
Pensai con gli occhi sgranati e la vidi lì, ferma a guardarmi all'imbocco opposto del vicolo con un ghigno in volto.
"Stronza!"
Le corsi in contro correndo il più veloce che potevo, ma quella sparì appena arrivai nel punto esatto in cui era.
Il giorno dopo chiamai sia Gray che Gajeel per vedere come stavano, ma erano completamente distrutti. Raccontai a Mira quello che era successo e quella si mise anche a piangere.
-Mira...-
-scusa... Mi dispiace così tanto!-
L'abbraccia e quella fece altrettanto.
Era così emotiva e di buon cuore che non potevo non tenermela tra le braccia.
Il mio capo mi fece andare via quando seppe che Juvia era mia amica, permettendomi di starmene tranquillo per un po e decisi di usare quel tempo per riposare.
Mirajane mi svegliò appena entrò in casa, quindi verso le sette di sera, e si sedette vicino a me sul divano.
-Laxus... Tutto okay?-
-sì, certo...-
Mira si guardò le mani e iniziò a torturarsele, poi rivolse nuovamente lo sguardo verso di me.
-forse... Sarebbe meglio se... Se me ne andassi-
La guardai confuso mentre quella si mordeva le labbra.
-andare? Cosa... Stai dicendo?-
-sicuramente sarai ancora scosso... E non so se tu voglia la presenza di qualcuno, quindi...-
-no!-
Mira mi guardò sorpresa mentre io le tenevo una mano e non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso
-non andartene, Mira, resta qui... Con me-
Quelle ultime parole le dissi con un rossore alle gotte, che aumentò quando l'albina mi abbracciò mettendomi una braccio intorno al collo e una tra i capelli.
-non voglio essere un peso, Laxus-
-tu non sei un peso, ricordatelo-
Ormai non potevo più negarlo: ero cotto di lei.
La circondai con le braccia e la strinsi a me facendola scivolare sopra il mio petto.
-L... Laxus, scusa-
Disse lei mortificata con le guance rosse, e cercò subito di rimediare togliendosi da me, ma quando notò di essere ancora cinta dalle mie braccia mi guardò un po confusa.
"Idiota, lasciala"
Pensai senza smettere di guardarla, ma il mio corpo non volle contribuire con i miei pensieri.
La mano che mi teneva dietro la nuca la spostò sulla mia guancia e, senza pensarci troppo, feci la stessa cosa con entrambe le sue guance, ritrovandoci poi a poca distanza con i volti.
Maledetti centimetri, sono solo una tortura per chiunque sia nel mio stato attuale, ovvero un povero disperato per delle labbra.
Da quando ho paura di fare qualcosa? Sì, avevo paura di baciarla, perché? Perché poi se ne sarebbe andata... Okay, era una cazzo di scusa. La verità è che sono un codardo.
-sei agitato-
Mi disse con un lieve sorriso e io distolsi lo sguardo con imbarazzo.
Come potevo non essere agitato?
-n... No, è solo una tua impressione-
-sicuro? Eppure mi sembra di avere il tuo cuore tra me mani-
Ero davvero così agitato? Beh, sì.
Mandai tutto a quel paese e la baciai.
La ragazza sorrise sulle mie labbra e ricambiò il bacio, poi mi circondò il collo con entrambe le braccia.
Quella notte mi disse di restare con lei, e nonostante le dissi che a me andava bene il divano, lei insistette e mi ritrovai a dormire con lei.
-dove sei!-
Urlai nella stanza rossa del mio sogno, ma di lei nessuna traccia.
Mi girai appena sentì delle risate bambinesche e vedi una porta nera dal pomello d'oro con figurato sopra una bestia. La impugnai e aprì, ritrovandomi un salotto dalle pareti in legno chiaro, dove c'erano due bambini che giocavano a fare un puzzle. La porta sparì alle mie spalle, ma ero troppo concentrato a capire perché mi trovassi in una stanza con un bambino e una bambina dai capelli albini.
-hey, dove mi trovo?-
Domandai ai due, ma quelli non si accorsero neanche della mia presenza.
-I biscotti sono pronti!-
Un'altra bambina sbucò da quella che sembrava la cucina e portò ai due un piatto pieno di biscotti con le gocce ci cioccolato.
-Waaa! Mira-nee! Sei fantastica!-
Esclamò la più piccola mentre masticava un biscotto.
"Mira?"
Pensai di aver capito male mentre guardavo quella scenetta in famiglia, ma poi tutti si oscurò, ritrovandomi poi in un'altra stanza illuminata solo da delle candele poste su un lavandino.
Davanti a me c'erano Mira con un libro in mano e ai lati gli altri due ragazzini, che guardavano il riflesso della maggiore intenta a leggere.
-sicura che funzioni?-
Chiese il ragazzo un po impaurito e Mira lo guardò con un sorrisetto.
-hai paura?-
-n-no! Solo che... Se quello che dici è vero, potremmo avere una vita più facilitata... Una famiglia-
Mira sorrise dolcemente verso lo specchio e abbracciò i suoi due fratelli.
-che funzioni o meno, noi tre saremo sempre una famiglia-
Restarono abbracciati per un po, poi si staccarono e l'albina si preparò per leggere.
Iniziò a recitare delle parole fuori dal comune, dove non ci capì niente, poi si fermò e strinse le mani dei fratelli.
La temperatura mi sembrò più bassa, e le fiamme delle candele iniziarono a oscillare ma i tre non se ne accorsero, e non videro neanche l'immagine di un demone riflessa nello specchio, proprio dove ero io. Istintivamente indietreggiai e schiacciai qualcosa di massiccio. Guardai cosa fosse e vidi il fratello di Mira in una pozza di sangue. Scattai via dal suo corpo oramai senza vita, e notai di non essere più nel bagno, ma nella sala completamente in disordine con del sangue ovunque.
-Mira!-
Esclamai cercandola ovunque in tutta la casa, e quando la trovai la vidi che stava accoltellando la più piccola, ormai morta.
La ragazza iniziò a ridere mentre teneva tra le mani il coltello pieno di sangue, poi si arrestò e si girò verso di me.
Non era la Mirajane che avevo conosciuto, ma era Satan Soul che mi guardava e rideva.
Sentì qualcuno gridare alle mie spalle e vidi Mirajane con le lacrime agli occhi e le mani nei capelli.
-cosa ho fatto... Cosa ho fatto?! Lisanna... Elfman!-
Continuò a ripetere ormai in crisi.
Vide il coltello vicino al corpo della sorella e corse a prenderlo per poi puntarselo al petto.
-no!-
Esclamai allungando il braccio verso di lei, ma non riuscì prenderla, ritrovandomi nel buio di camera mia.
"Mira!"
Mi girai dal suo lato e vidi io posto vuoto.
Scesi dal letto e corsi in sala per vedere se fossi lì, ma ciò che mi ritrovai furono le due esse scritte sul muro con del sangue.
Imprecai e urlai il nome dell'albina mentre correvo per tutta la casa nella sua ricerca.
Non trovandola uscì di casa e grazie ai lampioni vidi una scia di sangue sulla strada. Seguì quella pista e la vidi con la faccia al muro e i piedi scalzi in un vicolo ceco.
-Mira...-
La chiamai e quella si girò.
-Allontanati, ti prego-
-no, non me ne vado senza di te-
-perché insisti? Sono un mostro!-
La ragazza si mise le mani piene di sangue in testa e scoppiò a piangere.
Mi avvicinai a lei la strinsi a me, poi le accarezzai la testa per farla calmare mentre quella diceva che dovevo stare lontano da lei. Ma io non volevo farlo, neanche quando sentì una fitta al petto e il sangue gocciolare a terra.
-stupidi illusi. Una che sperava la felicità con i suoi fratelli e l'altro che pensava di salvarla-
Il demone iniziò a ridere mentre conficcata più a fondo il coltello nel mio fianco.
Sputai grumi di sangue e cercai in tutti i modi di non cadere in ginocchio.
-stronza, l... Lasciala andare!-
-sei ostinato, però dubito che tu possa resistere ancora-
Sfilò il coltello dalle mie carni e mi trafisse il petto.
Caddi a terra e quella si mise sopra di me per tirarmi un altro colpo, beccandomi ancora al petto mentre rideva di gusto con il sangue che le andava in faccia e si spargeva sul terreno.
Un altro si preparò a mirare lo stomaco, ma la lama si fermò appena sopra di me e quella smise di ridere.
-com'è possibile...-
Si fece rigirare sulla mano il coltello con la lama puntata verso di lei, poi si colpì al petto.
-no! Ferma!-
Urlò mentre si continuava ad accoltellare fino a cadere di fianco a me.
-come... Può... Un'umano... Resistere a...al mio controllo!-
Il demone urlò per il dolore, poi vomitò del rosso e chiuse gli occhi.
-Mira...-
La chiamai con il poco fiato che mi era rimasto e quella si rigirò dalla mia parte con un lieve sorriso sulle labbra.
-c... Ce l'ho fatta...-
Le misi una mano sulla guancia e sorrisi.
-sei... Sei stata bravissima-
Feci una smorfia di dolore e quella mi guardò mentre una lacrima le segnava il volto sporco di sangue.
-Mi... Mi dispiace... Laxus-
-shh... Guardami, Mira-
Sentivo che non sarei riuscito a resistere ancora per molto, e per quel tempo che mi rimaneva volevo solo stare con lei e guardarla.
-non ho mai... Baciato una ragazza-
Mira sorrise e accarezzò la mia mano sulla sua guancia.
-davvero?-
-già... Sono uno sfigato-
L'albina fece una piccola risata mentre le lacrime scendevano e il dolore si faceva più forte da farle fare una smorfia.
-p... Per niente...-
Le asciugai una lacrima che stava per uscire e chiusi gli occhi.
-avrei... Voluto incontrarti prima... Mirajane-
Ormai avevo raggiunto il limite.
La mano che accarezzava la sua guancia si fece pesante mentre quella piangeva e cercava di sorridere, fino a quando anche lei finì i suoi battiti.
Restammo entrambi immobili sul terreno, senza vita, mentre i primi fiocchi di neve dell'anno cadevano al suolo coprendoci di un sottile velo bianco.
Parole 5759
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro