Tema 2- Due ladri e un quadro
«Dovete andare a rubare il quadro "Dentro allo specchio" di casa Verneer»
«Coosa?!?!» esclamiamo in coro io e Adriano
«Ma ha un altissimo valore, la casa è più che protetta!»
«Se non volete finire per strada a chiedere carità, vedete di portarmi il quadro! Su su, muovetevi!!» conclude il boss.
Io e Adriano, ancora assonnati, andiamo nel nostro piccolo stanzino, un po' umido, a indossare le "divise" a strisce e varie mascherine e guanti.
È piena notte e tutta la città dorme, solo i lampioni danno luce alle strade, che oggi sono molto più vuote del solito.
A ravvivarle siamo noi, che ci infiliamo in macchina e andiamo verso la ricchezza.
Dopo pochi kilometri, ecco la lussuosa casa apparire davanti ai nostri occhi.
Silenziosamente spegnamo il motore, lasciamo l'automobile in mezzo agli alberi del giardino davanti e, molto lentamente, iniziamo a incamminarci verso la porta del retr- aspetta, ma non c'è nessuna entrata dal dietro!
Io e Adriano sussultiamo, e pensiamo velocemente a un piano B per entrare.
«Non ci resta che passare dalla porta principale»
«Ma che dici, stupido!» esclamo a bassa voce.
«Allora trovala tu una soluzione, dai» dice incrociando le braccia.
«Non....» spalanco gli occhi di colpo
«... Possiamo passare dalle fognature sottoterra!»
«No! Mi rifiuto di andare in mezzo a quell'ammasso di puzza» dice Adriano a voce un po' alta.
«Shh!! Non fare rumore! Dai, ci copriremo con le varie maschere e sentiremo meno odore, cammineremo in fretta e arriveremo, aprendo un cancelletto, esattamente dentro la stanza del quadro» spiego mentre indico la strada sulla mappa.
Dopo questo piano B raggiungiamo il tombino, un passo alla volta cercando di non far rumore a causa della ghiaia.
Apriamo il coperchio e scendiamo velocemente, dato che sentiamo in lontananza il rumore di una macchina che arriva, richiudendo il coperchio.
Una volta dentro la puzza è davvero vomitevole, ma noi con le mascherine cerchiamo di coprirla.
Ci incamminiamo con la mappa, che lascio ad Adriano perchè lui ha più senso dell'orientamento.
In pochi minuti arriviamo al cancelletto.
Lo apriamo e vediamo una scala a pioli, che saliamo uno alla volta.
Io spingo sopra di me, riuscendo ad aprire quello che, uscendo, vedo essere il pavimento.
Siamo dentro la casa!
«Ehm... Ale...»
«Si?»
«Questa non è la stanza del quadro, è lo sgabuzzino»
Mi guardo intorno e cerco di capire dove si trovi il posto in cui è custodito "Dentro allo specchio".
Dopo un po', capisco che la stanza è dall'altro lato della porta.
Adriano si alza e va verso la maniglia, io lo blocco.
Lui mi guarda perprlesso.
«Ci sono telecamere e allarmi...» giustifico a bassa voce.
«E come facciamo ora?»
Entrambi iniziamo a camminare girando su noi stessi, ma la voce di Adriano interrompe i miei pensieri.
«Guarda, Ale guarda!»
Mi giro, e vedo che sta indicando il contatore.
Sfoggio un sorriso beffardo e vado verso di esso, abbassando tutte le leve in un colpo.
Ora la casa è senza elettricità, per cui qualsiasi tipo di allarme o telecamera è spento.
Apriamo lentamente la porta, e vediamo il quadro grossissimo in una teca davanti a noi.
«Come faremo a portarlo?!» esclama Adriano, scoraggiato.
«Troveremo un modo, ora andiamo a prenderlo»
Prendiamo il quadro uno da un lato e l'altro dall'altro, e portiamo la teca, pesante e gigantesca, nello sgabuzzino.
Ovviamente togliamo il quadro dalla teca, e cerchiamo di farlo passare per l'entrata delle fognature.
«Non... C-i... Pas-sa!» esclamo tra lo sforzo.
«Credo che ci sia un' unica soluzione...»
«Quale, Adriano?»
«Togliere anche la cornice»
«Ma non possiamo, ha un gran valore anche quella!!»
«La sostituiremo con una farlocca»
In mancanza di un'altra soluzione, accetto questa decisione.
Dopo aver tolto la cornice, riusciamo a far passare il quadro, entrando nelle fogne.
Percorriamo la strada di prima all'indietro e dopo pochi minuti ci ritroviamo davanti alla maestosa casa.
Prima che qualcuno ci veda, mettiamo il quadro nel bagagliaio della nostra auto e ci sediamo nei due sedili anteriori.
Adriano infila la chiave accanto al volante e inizia a girarla.
La macchina emette un rumore strano, un "puff puff" che poi smette.
Ci riprova una seconda volta: di nuovo lo stesso rumore e lo spegnimento.
«Ehm.... Non parte»
«L'avevo visto, scemo! Come mai?»
«Non so.... La benzina c'è... Forse c'è qualcosa che non va nelle ruote»
«Mh, puó essere, prova a vedere»
In realtà so benissimo che se la macchina non parte è un problema del motore, non certo di ruote.
So anche che dobbiamo muoverci in fretta da qui, ma voglio divertirmi un po'.
Vedo che lui controlla tutte e quattro le gomme, ritornando perplesso in macchina.
«È tutto apposto»
Si susseguono dei secondi di silenzio, che vengono interrotti dalla mia fragorosa risata.
«Che.... Perchè ridi?»
«Certo che sei proprio un cretino, è ovvio che se la macchina non parte c'è qualcosa al motore!!»
«Oh, si! Il motore!» esclama, mentre scende dall'auto e si dirige davanti.
"Meno male che sà dov'è il motore, almeno quello!" penso, mentre osservo l'andatura buffa di Adriano.
Finalmente ritorna in auto, e lo vedo entusiasta mentre rigira le chiavi, facendo finalmente partire l'automobile.
«Beh, cosa non andava?»
«C'erano delle foglie che evidentemente davano fastidio» risponde, mentre guida la vettura verso l'agenzia del boss.
«Ehi! Ma la cornice?»
«Giusto! La cornice!» esclama Adriano togliendo le mani dal volante per metterle in faccia.
«Tu pensa a guidare!» dico rimettendogliele sul volante.
«Possiamo andare a casa tua, sicuramente nella soffitta avrai una cornice simile» continuo io.
«Ora che mi ci fai pensare, ne ho una quasi uguale!»
«Allora dirigiti verso casa tua».
Il tragitto passa silenzioso, con la musica della radio in sottofondo.
Finalmente arriviamo a casa di Adriano.
«Vai solo tu, e fai in fretta!» gli dico.
Dopo qualche minuto, lo vedo uscire dalla porta con una cornice in mano, davvero molto simile all'originale!
«Speriamo che si incastri» dice lui.
Miracolosamente riusciamo a farla entrare, e il quadro è come prima.
Ci rimettiamo in auto e andiamo verso la nostra agenzia di ladri.
Appena arriviamo digitiamo il codice segreto ed entriamo nell'enorme sala del boss, salutandolo e accomodandoci sulle due poltrone rosse davanti alla sua scrivania.
Entrambi gli porgiamo il quadro, che lui ammira soddisfatto.
Vediamo peró un'espressione dubbiosa formarsi sul suo viso.
Entrambi ci guardiamo, e iniziamo a sudare freddo.
«La cornice non è originale!» esclama arrabbiato il boss.
«Ma no capo, è quella che abbiamo preso dalla teca, certo che è originale» cerca di spiegare Adriano.
«Guardate che non sono un imbecille! La cornice non è quella, la vera ha un valore inestimabile, praticamente vale più del quadro stesso grazie al materiale di cui è costruita, che ora non si trova più!» urla furioso.
Io e Adriano ci guardiamo allarmati, ed entrambi ci alziamo dalle sedie e scappiamo, cercando di raggiungere l'automobile, con il boss dietro di noi che non ce la farà passare liscia.
Fortunatamente entriamo in tempo nella vettura e riusciamo a metterla in moto, allontanandoci.
«Quanto li ho fregati, la cornice non vale niente, questo era soltanto un test per vedere la loro sincerità e reazione. Direi che è meglio che se ne sono andati, vedendo i risultati! Ahahahahah» esclama il boss al resto dei ladri, concludendo la nottata con una risata malefica.
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