Era estate, un pomeriggio di agosto, il sole brillava sull'orizzonte e tingeva di oro le onde del mare. Io ero seduta sulla spiaggia insieme ad Emy, la mia migliore amica. La spiaggia era quasi deserta, solo noi e qualche pescatore lontano. Ad un tratto sentii un rumore di passi alle mie spalle, mi girai e vidi un ragazzo che camminava sulla sabbia. Lo guardai, era bello, alto, muscoloso ma asciutto, avrà avuto 17 anni. Aveva un ciuffo dorato che gli ricadeva sulla faccia. Camminava a testa bassa e non c'era nessuno a fargli compagnia se non la canna da pesca che teneva appoggiata sulla spalla. Strano sport per un ragazzo andare a pesca, da solo per giunta. Doveva essere un tipo pacato e solitario, timido. Provai simpatia verso di lui. I ragazzi timidi sono i migliori, i più dolci, quelli che si affezionano per davvero, che se ti prendono non sono capaci di lasciarti e soffrono per te, sono quelli più puri e sensibili, quelli che riescono a provare le emozioni più belle e le regalano agli altri, sono quelli con cui hai bisogno di parole per comunicare perché a volte con uno sguardo ti dicono tutto. Anche io ero timida ma a modo mio. Lui non si spaventava della timidezza, la viveva come un pregio forse o comunque non aveva paura di mostrarla. Io non ero così, io la mia timidezza la odiavo è utilizzavo tutte le maschere possibili per nasconderla, facevo la sfacciata anche se non ero veramente, avevo paura che nessuno mi capisse, ma chissà, magari lui mi avrebbe capita, tra timidi ci si intende.

Di Little_writer_2001