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Passioni||camilleMartiin

Prima di leggere questa storia volevo ricordare a tutti che gli sport estremi sono PERICOLOSI, qui vengono descritti come la cosa più bella al mondo. Lo sono solo quando si è in grado di non farsi prendere dal panico e si sa fare, il resto diventano tragedie. Quindi...chiedete sempre aiuto a istruttori qualificati.

Mi chiedete di parlare di passioni eh? Proprio a me? Beh forse, e dico forse, sono la persona più adatta per poterlo fare. Quando ero giovane, le mie passioni erano tante, non sono mai riuscita a sceglierne una in particolare, ero un anima libera e ogni cosa estrema diventava una passione.

Dal paracadutismo, al bungee jumping, ogni cosa che dava adrenalina era una mia passione. Mi madre diceva che ero innamorata dell'adrenalina, quindi forse si, la mia passione era proprio lei.

La prima volta che provai a fare qualcosa di estremo avevo 18 anni, e in vacanza con una mia amica, decidemmo di provare a fare rafting sulle rapide. Era una cosa che non mi affascinava, anche perché io ho e avevo paura dell'acqua. Ci misero giubbotti di salvataggio, e ci spiegarono come funzionava più o meno. Avete presente quella sensazione di ansia che prende lo stomaco? Ecco... Io ero sull'orlo di una crisi di panico, non avevo mai fatto nulla del genere, e per lo più non ero mai stata amante degli sport estremi.

Salimmo su quel Kayak, incerte e un po spaventate. Le rapide del fiume ci facevano sbattere contro la dura roccia, le piccole cascate donavano tutta l'ebrezza di una caduta libera. A ripensarci ora la descriverei come una cosa affascinante, ma allora non ho aperto gli occhi nemmeno per un secondo.

Inutile dire che finita la corsa sulle rapide, vomitai la cena della sera prima, con le folli risate della mia amica.

Giurai davanti a tutti che da quel momento non avrei mai più fatto nulla di pericoloso o estremo, e lo feci. Per quattro anni non mi avvicinai a una rapida, e non salì nemmeno più su un rollercoaster, cosa che prima mi piaceva fare.

Ora me ne pento, ho perso quattro anni senza provare quell'adrenalina magnifica, che ora pagherei oro per riprovare. Ma state tranquilli, mi sono ripresa dalla mia stupidità all'età di circa 23 anni, quando il mio compagno, l'attuale marito, mi chiese di andare con lui al lavoro, era nel corpo speciale dei carabinieri, quelli che si lanciano dagli aerei, che danno la caccia ai criminali, insomma...quelli esaltati, come lui era, e lo amavo alla follia per questo suo lato folle.

Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, lui doveva provare un lancio con il paracadute dall'aereo, per la prima volta. Mi ricordo il suo cuore che martellava e la sua evidente paura negli occhi, ma nonostante questo non si è tirato indietro, sicuro di se era salito su quel piccolo aereo, e si era lanciato nel vuoto, come un sacco di patate fluttuava pensante e goffo nell'aria per la sua poca esperienza. Per poi aprire il paracadute e arrivare a terra lentamente, godendosi il panorama.

La sua esclamazione appena appoggio i piedi a terra fù <<Lo devi provare, è bellissimo.>>. E a vederlo, vivo, vegeto e contento mi venne voglia di farlo. Il giorno dopo avevo prenotato un lancio di prova vicino a casa.

Fu bellissimo, le gambe che anche dopo anni che lo fai tremano prima di buttarsi, l'adrenalina che sale mente l'aereo raggiunge la quota giusta, le orecchie che sembrano esplodere per la pressione elevata, e la sensazione di caduta del vuoto. Avete presente quando vi svegliate di soprassalto perché vi sembra di cadere nel vuoto? Quella sensazione, prolungata, fino all'apertura del paracadute.

Non passava una settimana senza che io facessi qualcosa di estremo. Imparai ad arrampicare in parete, per poi andare a scalare intere montagne senza imbracatura, a lanciarmi dagli aerei senza istruttori.

Ero sempre alla ricerca di avventura, sempre ad allenarmi per riuscire a farlo da sola. I miei soldi finivano ad istruttori e attrezzatura, arrivai anche a comprarmi un deltaplano. Spesi tutti i miei risparmi per andare alle Hawaii quattro mesi, a imparare a fare surf, wakeboard , kitesurfing , hydrospeed.

Finché non arrivò una figlia, una figlia che mi cambiò la vita, semplicemente perché era distratta, disordinata, non andava bene a scuola, ribelle...insomma, era la mia copia. Non sono mai stata la madre che si siede al fianco della figlia, per aiutarla a fare i compiti, o semplicemente parlare, io ero la madre che al pomeriggio prendeva su cane e figlia e andava sulla cima della montagna più alta, sempre più su.

Lei è cresciuta con gli sport estremi, è quindi inutile dire che ora fa le stesse cose che facevo io. L'unica cosa che io non ho mai fatto, ma che lei ama ed è bravissima a fare, è il funambolismo, ora lo pratica con una corda appesa tra due montagne senza nessun tipo di protezione.

Forse la gente potrebbe ritenerci pazze, o malate di mente ma noi abbiamo bisogno della nostra adrenalina, e ora che sono ferma su un letto a sconfiggere un maledetto tumore, che non mi lascia tregua lei è le mie ali nel paracadutismo, le mie gambe nella scalata, quando si butta da un ponte porta un pezzo di me con se. È inutile, quando l'adrenalina chiama bisogna rispondere e...volare.

Presto, se questo tumore non pone fine alla mia vita, diventerò nonna. Di una cosa sono sicura, dal paradiso, vedrò mia figlia e mia nipote volare sopra le nuvole, sopra tutto il resto, e io volerò con loro.


Ringrazio tutti per aver letto questa storia, scriverla è stato devastante, e non sono nemmeno sicura di aver centrato il tema del concorso, ma quando ho letto "passioni" non potevo non raccontarvi della mia mamma. Siamo una famiglia di pazzi, e questo lo adoriamo.

Questa è la storia vera della mia mamma, che è stata intervistata per non raccontare fesserie ahah! Vorrei solo dirvi una cosa: la vita è imprevedibile, e si pensa che una persona pazza quanto lei sarebbe morta per qualche malfunzionamento delle attrezzature, e invece no, un tumore, potrebbe ucciderla. Ragazzi, non prendetevi il tempo per essere tristi, vivete ogni giorno come se fosse l'ultimo, solo così potrete ridere in faccia alla morte dicendogli <<Sono pronta>>.

CamilleMartiin  ti chiedo di giudicare la storia senza pensare "è la storia della madre non posso dirle che è brutta". Non mi importa gran che la vittoria con questo testo, ma ho avuto l'opportunità di raccontarla, e sono già felice così.

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