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Stupid, stupid, stupid

<h2 style="font-style: italic;"><span style="color: #000000;"><span style="font-size: 14px;"><span style="font-family: times new roman,times,serif;">LOUIS.

Mi stacco da quel leggero bacio con gli occhi ancora chiusi e il cuore che batte veloce.

Apriamo entrambi gli occhi e mi rendo conto che ha ancora la mano posata sul mio cuore.

Ma che cosa ho fatto?

Di colpo mi rendo conto della cazzata che ho fatto, io sono innamorato di Bianca, non posso tradirla, lo avevo giurato a me stesso.

Mi allontano di colpo andando a sbattere contro un banco dietro di me.

Sono uno scemo, un completo idiota!

Balbetto qualcosa di incomprensibile, riuscendo poi a dire un misero "Scusa.."

Lei mi guarda confusa, per poi abbassare lo sguardo, sorridendomi triste.

Ecco, per colpa delle mie cazzate ci vanno di mezzo le persone che non c'entrano nulla..

Vorrei avvicinarmi ma mi trattengo, alla fine decido di uscire da quell'aula.

La guardo un'ultima volta e quando chiudo la porta mi sento ancora più stupido.

Perchè l'ho baciata?

Se me ne pento, perchè vorrei ancora toccare quelle labbra che le sento mie?

Solo mie.

SOPHIA.

Se ne è andato, lasciandomi qua dentro da sola, incapace di agire.

Non ho avuto nemmeno il coraggio di parlargli, ho lasciato che mi baciasse come se fossi sua.

Che stupida che sono stata, una completa idiota!

Il mio cuore batte ancora forte come prima, ma questa volta sono io che voglio che vada così veloce.

Altro che stupido cuore! La colpa è solo mia se mi trovo qui, seduta per terra, mentre trattengo le lacrime con le dita.

Non voglio piangere, non per un ragazzo di cui conosco solo il colore dei suoi occhi.

Mi alzo, mi sistemo la gonna e vado in classe, anche se ormai ho perso un ora di lezione.

Apro la porta della classe e, chiedendo scusa al professore, vado a sedermi nell'unico posto libero che è vicino ad Harry.

Che fortuna, fantastico! Se il buon giorno si vede dal mattino..

Gli sorrido, per quel che riesco e mi siedo.

Mentre tiro fuori tutte le mie cose mi accorgo che mi sta osservando.

"Tutto ok?" Mi chiede, curioso.

Alzo la testa dallo zaino e annuisco, mostrando un finto sorrido. Lui ruota gli occhi al cielo e continua ad osservarmi.

"Che c'è Harry?" Chiedo scocciata.

"Come mai sei arrivata in ritardo? Ti ho portato io a scuola." Oh, già.. Mi duole ammetterlo ma ha ragione.

"Mi sono fatta un giro, non avevo voglia di fare scienze, è un reato?"

Lui alza le spalle "No, sei maggiorenne, puoi saltare le lezioni se lo trovi necessario."

"Gia.." Sibilo, mentre apro il libro alla pagina richiesta e comincio ad ascoltare l'insegnante.

Okay, non lo sto ascoltando, la mia mente è altrove.

Completamente altrove.

Quando una grande mano si posa dolcemente sulla mia, appoggiata al banco.

Mi volto a guardare Harry, che gia mi stava osservando.

"Hai pianto?" La sua voce si fa dolce e non più arrogante e presuntuosa che conosco.

Mi sento così debole, così indifesa al suo tocco. La sua mano è così calda e vorrei toccarlo, per sentire se tutte le parti del suo corpo hanno lo stesso calore.

Oh mio dio, sono veramente così stupida.

"Sophia, ti sei sentita ancora male vicino a quella panchina, vero?"

Menti, Sophia, menti.

"Si.." Brava cretina.

Harry controlla che il professore non ci stia osservando, poi riposa il suo sguardo su di me, avvicinandosi.

"Non può essere una coincidenza, dovresti andare da un medico o.." Deglutisce, sorridendo "O scoprire chi ti ha donato il cuore, potrebbe anche essere quello.."

Rimango sorpresa dalla dolcezza del suo comportamento, non me l'aspettavo da lui ma apprezzo la sua apprensione.

Mi blocco e penso che dovrei parlare con mia mamma.

"Lo farò, grazie.."

Sussurro piano, mentre lui mi sorride mostrando quelle fossette che.. Basta, Sophì, piantala.

Mi stringe forte la mano che sembra così bianca, piccola e fragile in confronto alla sua.

Mi fa l'occhiolino ridendo e, non so come, riesce a tirarmi su il morale.

Avrò ancora molto da scoprire su di lui.

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Apro la porta di casa urlando un forte: SONO ARRIVATA!

Poggio lo zaino per terra e vado in cucina, ho una fame tremenda!

Mia mamma si volta salutandomi con un sorriso e mi accorgo che Niall non c'è.

"Ciao mamma, Niall non c'è?" Chiedo sedendomi sulla sedia.

"Finisce tardi oggi" Si avvicina con la pentola e mette la pasta nel piatto, mentre le chiedo come sta.

"Mamma, ho bisogno di parlarti.." La vedo irrigidirsi, mentre poggia la pentola sul fornello e raggiunge la sedia di fianco a me "Voglio sapere chi mi ha donato il cuore, voglio sapere chi era"

Mi guarda stupita e io le prendo una mano, so che non è un bel discorso per lei, ma ho bisogno di sapere.

"Perchè lo vuoi sapere?" Mi chiede.

Abbasso lo sguardo "Davanti a scuola c'è una panchina, una semplice panchina di legno.."

Mi guarda confusa "Ma ogni volta che passo affianco ad essa, il mio cuore impazzisce e.. piango"

Mia mamma si porta una mano sulla bocca, con gli occhi lucidi, quando le stringo la mano forte sussurrando "Ti prego, dimmi chi è.."

Si toglie la mano da davanti la bocca e comincia a parlare..

"Si chiamava Bianca, Bianca Watson, aveva diciotto anni quando è morta, la tua età.. E' morta a luglio. Era figlia di una donna italiana e di un uomo inglese.

Aveva una sorella e viveva a Londra.." Poi sorride "Abitava proprio in questa casa.. Ecco, perchè l'abbiamo comprata.. Come segno di ringraziamento per lei e la sua famiglia.."

Il mio cuore comincia a battere forte, senza tregua.

Ora capisco perchè quando sono entrata in questa casa mi sono sentita male.

Il cuore sarà anche mio, ma le emozioni che ha provato saranno sempre di Bianca.

Mia mamma mi osserva aspettando una risposta.

"Perchè è morta..?"

Prende coraggio "Era malata di leucemia.."

Al nominare di quella malattina comincio a tremare, il mio fiato si fa corto, gli occhi mi si riempiono di lacrime.

Mi copro la faccia con le mani e scoppio in un vero e proprio pianto, seguito da singhiozzi.

Giuro che mi sento morire.

Mia mamma si allunga verso di me e mi abbraccia stringendomi forte.

  

"E la panchina..?" Sussurro tra le lacrime.

"Faceva quella scuola.."

Mi stringe ancora più forte e la sento piangere.

Mi concentro sul mio cuore.

Bianca, tu fai parte di me ora, abbiamo sofferto entrambe ma ti prometto che farò tesoro di questo cuore e terrò vive le tue emozioni unendole alle mie.</span></span></span>

<span style="color: #ff0000;"><span style="font-size: 14px;"><span style="font-family: times new roman,times,serif;">NEXT WEEK.</span></span></span>

<span style="color: #000000;"><span style="font-size: 14px;"><span style="font-family: times new roman,times,serif;">Oggi è compleanno di Niall e gli invitati dovrebbero arrivare a momenti.

Sono passati cinque giorni da quando io e Louis ci siamo baciati e da quel giorno non l'ho più visto.

Non si è presentato a nessuna lezione e ho cominciato a credere di essere io la causa delle sue assenze...

Sento mio fratello che mi chiama dalla sala, mentre io sono nella mia camera a finire di prepararmi.

Mi do un'ultima occhiata allo specchio:

I capelli rossi e mossi sono tenuti sciolti e si adagiano sul mio petto, gli occhi verdi sono contornati da un filo di eyeliner mentre le labbra carnose sono colorate di rosso scuro.

Indosso una camicia a fiori rossi, un paio di jeans con il risvolto in fondo e le converse bianche.

Faccio le spallucce alla mia immagine riflessa: Dai, vado bene così!

Apro la porta della mia camera e sto per scendere quando da sotto le scale vedo la figura di una persona che conosco: Harry.

Rimango ferma sopra le scale mentre lui si volta verso di me.

I suoi capelli sono tirati indietro dal gel, con qualche riccio ribelle che non sta al suo posto.

Le maniche della maglietta bianca sono tirate su e mostrano le sue spalle larghe e qualche tatuaggio che si intravede.

E' così bello e attraente da togliere il fiato.

Mi sorride mostrando le sue fossette perfette e i suoi occhi verdi mi scrutano e mi cercano, mentre io sposto lo sguado da lui.

"Ciao bellissima!" Zayn oltrepassa Harry e mi corre incontro per le scale dandomi un bacio enorme sulla guancia.

Scendiamo le scale, mentre arriva Niall, porgendo un bicchiere di chissa che cosa ai ragazzi.

Suonano al campanello, che la festa abbia inizio!

...</span></span></span></h2>

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